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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

domenica 30 luglio 2017

^^montagna: "GRAN PILASTRO DELLE MURELLE"


Nel massiccio della Majella la cima delle Murelle è caratterizzata da alte pareti, pinnacoli, guglie, rocce triturate, profondi canaloni incassati, morene sassose e grotte d'erosione che non sono altro che i resti fossilizzati di un antico fondale tropicale marino.
Osservando dal bivacco Fusco, a destra della vetta delle Murelle (2596mt) si stacca stagliandosi netto dalla linea di cresta un massiccio sperone roccioso, il "GRAN PILASTRO DELLE MURELLE", sul quale si snodano alcune vie alpinistiche degli anni '30 e '70 le cui ripetizioni ad oggi si contano sulle dita delle mani.
Scalare in queste zone alpinisticamente poco frequentate sarebbe per noi di soddisfazione, ed allora dopo aver ricevute precise indicazioni sulla "VIA A DESTRA DELLA PIRAMIDE" da Cristiano, decidiamo di andare.
La via fu aperta dai fortissimi esploratori e pionieri Roberto e Mario Mascarucci assieme a Giustino Zuccarini il 12 agosto 1973, ed il 31 dello stesso mese ebbe la prima ripetizione ad opera di Eugenio Di Marzio, Ferdinando Mancini e Mario Mascarucci. Dopo 44 anni, il 27 giugno 2017 a Iurisci e Zulli il merito di riportarla alla giusta attenzione con la terza salita in assoluto, e per Giacinto ed Italo Marchionni la ripetizione il 29 luglio 2017.
Dopo aver dormito nel furgone, la nostra giornata è iniziata che era ancora notte. Ci siamo messi in marcia dal rifugio Pomilio alla Majelletta alle 5 e 30 del mattino e vi abbiamo fatto rientro stanchi e prosciugati dal gran caldo ma soddisfatti alle 18 e 45, dopo più di tredici ore di intensa attività delle quali cinque abbondanti occorrenti per l'avvicinamento ed il rientro.
Con sempre sotto gli occhi l'ampio vallone morenico dell'anfiteatro delle Murelle, la scalata si è alternata tra rocce discrete e tratti più delicati.

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