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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

domenica 17 febbraio 2019

^^montagna: "DIRETTISSIMA A MONTE OCRE"


Sull'articolato versante nord-est del Monte Ocre, tra pareti, guglie, avancorpi e crestine rocciose si dipanano alcuni canali con simili difficoltà e tra di loro vicini, che offrono in condizioni invernali interessanti salite alpinistiche con gli attrezzi.
Dopo aver effettuato un'avvicinamento di circa un'ora scaliamo la "direttissima" che con neve un po' di tutti i tipi (dura e portante, molle, crostosa e sfondante con polvere sotto), un dislivello di 500 metri ed uno sviluppo di 600 su pendenze continue, ci fa uscire proprio poco distanti la vetta del Monte Ocre a 2208 metri di quota.

domenica 10 febbraio 2019

^^montagna: "VIA PASQUALE DEL VECCHIO"


In prossimità di Celano (AQ), proprio alle spalle del paese inconfondibile si vede la Serra di Celano (1923 mt.) che dal versante meridionale si caratterizza prevalentemente con ripidi pratoni.
La personalità alpinistica di questa cima un po' isolata che a malapena sfiora i duemila metri, invece viene decisamente fuori con la sua parete nord: una muraglia di calcare molto articolata sulla quale si snodano itinerari di scalate invernali.
Salendo per il Vallone dei Curti in un paio d'ore d'avvicinamento (la neve alta, morbida e polverosa ci ha rallentati), raggiungiamo l'attacco della Via PASQUALE DEL VECCHIO dopo aver costeggiato i bei contrafforti rocciosi del versante settentrionale alla base della Serra.
Visto che il canale, che nella prima parte sale dentro una sorta di zig-zag, ci si è presentato con neve in abbondanza e non trasformata, misto di rocce friabili appena impiastrate di ghiaccio sottile e sparuti tratti d'erba gelata, ho preferito scalarlo in cordata, via via proteggendomi con fittoni, friends ed anche piantando un chiodo in una fessura delle rocce affioranti sulla destra orografica, a protezione di un non difficile tratto verso destra però abbastanza esposto, seguito poi da uno scivolo molto inclinato e quindi ancora a mancina, oramai quasi alla fine della lunghezza della corda, a trovare belle fessure proprio sotto un'alta fascia calcarea dove con friends ho attrezzato una buona sosta per recuperare gli amici.
Ad evitare la roccia verticale sopra di noi, sono andato ancora prima a destra e poi dritto sulla massima pendenza fin sul filo della cresta al termine delle difficoltà.

venerdì 8 febbraio 2019

^^montagna: "VIA DEL TESCHIO"


Sul versante nord-est del Monte Cagno (Rocca di Cambio-AQ.), su un ripido declivio di rocce rotte si snoda la Via del Teschio.
Dopo aver risalito tra macchie di faggi un canale il cui fondo era stato reso duro da uno scivolamento nevoso, mi trovo ad affrontare un prima fascia di calcare che interrompe la continuità della neve.
Con Fausto che mi assicura scalo in una trentina di minuti questo delicato tratto di circa 20 metri superando neve molle e vuota sotto, rocce instabili (III°+), massi semoventi e morbide zolle d'erba, prima di riuscire a sostare e far salire l'amico.
Ripartendo dalla sosta m'infilo nel logico canale nevoso a sinistra, venendomi a trovare così sotto un secondo salto con ai lati rocce lisce ed improteggibili e sul fondo neve inconsistente, condizioni che offrono difficoltà oggettivamente superiori a quelle riportate dalla relazione della via, dichiarata di PD+ con passi di II° su roccia.
Decisamente non ci siamo, già il tratto che ho superato ha offerto una resistenza non di poco superiore ad un PD+.
Scendo allora una decina di metri per provare a cercare un aggiramento dell'ostacolo sulla destra, ed in diagonale ascendente su pendio a 45° m'indirizzo da quella parte. Al culmine di questa breve rampa però sono bloccato da una paretina di calcare tutta sgretolata dal gelo che fuga ogni dubbio sul da farsi:
ce ne torniamo indietro.
Sulle mie peste di salita disarrampico fino alla sosta e, dopo averla rinforzata, ci caliamo in corda doppia per superare il non banale salto roccioso precedentemente scalato.