La "DIRETTISSIMA" da sud fu aperta il 16 luglio 1933 dai fratelli Domenico e Dario D'Armi, assieme a Stanislao Pietrostefani e Angelo Maurizi.
In passato denominato Torrione Centrale, fu ribattezzato con l'attuale nome in memoria dell'alpinista che nel febbraio del 1929 perì durante una tremenda bufera nel primo tentativo invernale alpinistico al Corno Piccolo.
Dagli apritori, che sono stati dei veri pionieri della scoperta alpinistica del massiccio, fu all'epoca gradata di III° superiore. Noi ripetitori di oggi invece diciamo passi di V°. "Quelli" erano davvero forti, scalavano con scarponi e corda di canapa legata alla vita.
Durante la salita, nonostante ci si trovi sempre all'interno del camino, si godono sempre degli scorci splendidi.
Dall'uscita della "via" ci siamo calati con due "corde doppie" nel camino della Via Riebeling-Schmidt (conosciuto anche come camino Jannetta; a tal proposito vedere su questo sito il post del 2 agosto 2010), fino alla Forchetta del Calderone, situata tra il Torrione stesso e la vetta occidentale del Corno Grande. Quindi abbiamo proseguito su sentiero alpinistico (passi di II° in discesa), che ci ha ricondotti sulla comba ghiaiosa sotto il bivacco Bafile.
DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
mercoledì 31 agosto 2011
martedì 23 agosto 2011
^^montagna: "V.V.R."
Sulla parete nord del Corno Piccolo al Gran Sasso, la morfologia rocciosa disegna un caratteristico arco che con "logiche alpinistiche" diventa una via da scalare, con il suo tratto chiave culminante in un aereo passaggio lievemente strapiombante protetto da uno storico chiodo ad anello.
Di seguito si prosegue per rampe e canali fin sul fil di cresta.
La via (V°/D) è stata aperta il 10 agosto 1969 da Francesco Bachetti, Angelino Passariello, Alessio Alesi ed Attanasio De Felice
giovedì 18 agosto 2011
^^montagna: "VIA ALLETTO-CRAVINO"
Io, Mauro e Gino abbiamo arrampicato questa via alpinistica sull'anticima della Vetta Orientale del Corno Grande, aperta il 30 settembre del '56 dalla cordata dei due forti scalatori che le diedero il nome.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
martedì 16 agosto 2011
--immersioni: "ACQUACETOSA"
Arrivati a quota impegnative ed osservare il fondo del lago scuro che con RIPIDA pendenza si perde non si sa dove con balze infinite sotto le nostre pinne, è l'essenza del nostro partire incondizionatamente da Pescara alle quattro del mattino ed arrivare fin quaggiù.
Questi minuti bastano per gratificare una giornata dedicata alle immersioni.
Questi minuti bastano per gratificare una giornata dedicata alle immersioni.
giovedì 11 agosto 2011
^^montagna: "VIA BAFILE AL TORRIONE CAMBI"
Abbiamo scalato sul Torrione Cambi questa breve "via" rivolta sul ghiacciaio del Calderone.
Fu aperta il 4 agosto del 1947 dall'alpinista aquilano Andrea Bafile assieme ad Angelo Rivera, Marcello Vittorini e Luciano Del Bufalo.
E' una breve ascensione di 90-100 metri di sviluppo che subito sopra l'attacco propone un "tiro di corda" continuo dentro un camino aggettante in fuori, che sottolinea in pieno la personalità alpinistica del forte Bafile, infatti all'epoca lo gradò come un "IV° inferiore". Mentre lo scalavo posso dire, non per sopravvalutarmi, essere di un grado più elevato: V°. Un classico quarto grado del Gran Sasso.
I notevoli panorami spaziano a 360° nelle impervie zone della parti più alte del gruppo, e proprio dall'uscita della "via (al minuto 3.00 del video) si può osservare un gigantesco macigno spettacolarmente in bilico del quale ci siamo resi conto della sua precarietà solo quando l'abbiamo inquadrato dall'alto e non nel momento in cui ci siamo passati di fianco.
--immersioni: "LAGO DI PATERNO"
Nel giorno del compimento del mio decimo lustro, m'immergo in questo piccolo lago profondo 54 metri, scendendo su una parete a tratti strapiombante e in un'acqua torbida.
lunedì 8 agosto 2011
^^montagna: "SPEDIZIONE AL RIFUGIO"
Una "spedizione" in montagna verso il Rifugio con allegri e vocianti bambini, meticolosamente pianificata fino all'ultimo panino con la frittata!