martedì 24 luglio 2012

--immersioni: "IL CANNETO"

In genere il "sommozzatore" è ammaliato dal fascino dalla "profondità", però anche in un chiaro bassofondo d'acqua dolce girovagando tra i fitti sottili fusti di canne si possono trovare degli interessanti spunti.




Report di un'immersione del febbraio '95
Appena sgorgate da diverse polle tra le rocce, le acque formano un lago di bassofondo che tutt'intorno è incorniciato da un fitto canneto il quale da rifugio a tante tipiche specie di pennuti acquatici. Le acque pure e cristalline più volte mi hanno invogliato a fare un tuffo in quei paraggi, ma essendo tutta la zona protetta dal punto di vista naturalstico, prima bisognava avere i vari permessi. Lungamente, difficilmente e stressantemente disbrigate le formalità burocratiche, finalmente assieme al mio compagno, fummo pronti ad infilarci tra quelle invitanti ondine che ci attendevano a circa 10° di temperatura. Capitammo in una bella giornata di sole che, accoppiata alla bianca rena calcarea del fondo, con la sua luce esaltava ancor di più l'acqua tersa. I giochi di chiaroscuri che si potevano osservare tra il fitto canneto incantavano la vista come quando si osserva un caleidoscopio. Tante trote sgattaiolavano a destra e a manca, mentre non era raro vedere delle piccole folaghe fare dei tuffi in apnea per andare a procacciarsi qualcosa da mangiare nel sedimento. La bassa profondità, 3 metri circa, ci consentì un lungo tempo d'immersione. Transitammo sotto un piccolo isolotto galleggiante formato da ramaglie sulle quali erano cresciute delle canne. Allontanadoci dalle polle sorgive si sentiva la corrente del fiume che da lì iniziava la sua strada verso il mare, ed infatti proprio dove il bacino si restringeva bisognava pinneggiere di lena decisa quando bisognava rimontare contro il fluido.
Nuotando a mezz'acqua vedevamo le nostre ombre grigie stagliarsi sopra la morbida sabbia. Prima di riemergere abbiamo infilato il braccio una ribollente polla senza, peraltro, riuscire di sentirne la fine.
Riemergendo portammo su all'aria dei vecchi "piattelli", la zona infatti una volta faceva parte di un campo di tiro al volo, che facemmo notare al "concessore" della nostra immersione.
A questo stesso posto è legato un altro mio ricordo risalente ai tempi dell'infanzia.
In una gita di famiglia in una domenica d'inverno, mentre scorrazzavo e giocavo vicino l'acqua, d'improvviso scivolai finendo completamente a mollo con il sedere, bagnando completamente i pantaloni. Mia madre me le suonò di santa ragione e, ripensandoci adesso, in senso statistico quella fu effettivamente la mia prima vera immersione in queste sorgenti.

^^montagna: "37 c"

Il 13 agosto del 1957 Bruno Morandi, detto Dado, in solitaria ed usando pochi chiodi (dei quali le relazioni dicono di uno di essi lasciato in parete ma da noi non visto), ha aperto sulla parete est del Corno Piccolo questa "via alpinistica" che risale il contrafforte che fa da base alla Torre Cichetti ed alla prima Anticima Sud.
Senza nome, sulla piccola guida alpinistica di color grigio, edita dal CAI-TCI del Gran Sasso (ai più nota come la Abbate-Grazzini), è numerata "37C" e si difende dagli alpinisti con passaggi al IV° e V° su rocce a volte decisamente poco compatte.
L'abbiamo scalata sotto un sole cocente ed un caldo che ci ha letteralmente prosciugati, trovando nella parte alta il calcare ulteriormente marcio.

mercoledì 18 luglio 2012

^^montagna: "MA.IR.EL"

Il 27 agosto 1981, Paolo Abbate e Maurizio Tacchi, sulla parete nord del Corno Piccolo al Gran Sasso, aprirono questa "via alpinistica" che percorre la parete a destra del caratteristico diedro/camino della "Panza-Muzii-Forti".
L'attacco è proprio a sinistra di una bella placconata dove questa offre calcare più articolato. Con grande soddisfazione, in due cordate, l'abbiamo ripetuta percorrendo in basso il sistema di fessure che portano fino alla base di una grande scaglia ben visibile anche da lontano dal basso.
Questa, con passaggi esposti e verticali, prima la si scala sul suo margine sinistro e poi al centro.
Ancora quindi su una bella placca seguita da un diedro-canale per uscire dalle maggiori difficoltà (tratto continuo di V° grado) della via.
Meno osticamente, dopo, seguono sfilate di corda in canali e diedri fino a raggiungere la cresta di nord-est del Corno Piccolo che seguiamo per un tratto verso la vetta, per deviare ad un certo punto verso il basso ed indirizzarci alla "normale da nord", un canale che velocemente ci riporta alla base della parete e quindi sul sentiero Pier Paolo Ventricini.

lunedì 9 luglio 2012

^^montagna: "VIA DEI TRIESTINI"

Con lo zero termico a 4600 metri ed un sole che ci ha ubriacati, in due cordate abbiamo scalato sull'elegante guglia del campanile Livia al Corno Piccolo la "Via dei Triestini" (Guglielmo Del Vecchio, Paolo Zaccaria ed Andrea Bafile 27 settembre 1948. Variante d'attacco Luigi Mario).
Su bella roccia si arrampicano prima delle nette fessure e più in alto delle placche a buchetti.

giovedì 5 luglio 2012

--immersioni: "ARCHITETTURE VERDI"

A causa dell'irradiazione solare estiva, si possono formare delle lunghe alghe filamentose che creano nel lago di Posta Fibreno delle strane forme ed irreali architetture naturali sommerse.