lunedì 15 febbraio 2010

--immersioni: ABILI EL SAGHIR


Una macchia di color verde acqua di forma perfettamente circolare si staglia nettamente dal blu del mare profondo tutt'attorno. Confrontando le dimensioni della barca sulla quale stiamo navigando con quelle di questo REEF, stimo che la sua circonferenza debba essere di non più di 200, 250 metri. Siamo arrivati in un momento di bassa marea, e così le sue propaggini coralline si trovano all'aria... In questa zona dell'Egitto meridionale, da profondità abbissali risalgono dei torrioni corallini fin quasi la superficie del mare ed il bello di questo, con il nome esotico arabeggiante di ABILI EL SAGHIR, sul quale siamo da poco giunti, è che lo si può circumnavigare nel corso di un'immersione più di una volta. Carlo ed io nuotiamo nell'acqua tiepida a 29°, indossiamo la muta solamente per proteggerci dalle escoriazioni urticanti dei coralli. Molto sotto di noi scorgiamo tre ombre appena un po' più scure del fondale grigio-azzurro che si perde in basso. Dall'ondeggiare a destra e sinistra del loro corpo capiamo che si tratta di squali grigi di barriera. Cauti, per non farli allontanare, ci indirizziamo verso di loro. Li vediamo nuotare in ampi circoli che vanno dal mare aperto alla scogliera corallina. Siamo a 40 metri, loro però si sono ulteriormente abbassati rispetto alla posizione di prima, pare che vogliano mantenere una fascia di rispetto tra di noi. Carlo si ferma, io vado ancora giù. il risultato è lo stesso di prima, continuano ad andare sotto. Mi trovo ad una cinquantina di metri, è la seconda immersione della giornata e la prima l'ho fatta a 57 metri. Non vado oltre. Me li guardo per bene volteggiare dal mio punto di vista sopra di loro, poi raggiungo l'amico che mi aspettava su per continuare il periplo della bellissima scogliera corallina sommersa. Tutti presi dalla vista degli squali non ci eravamo accorti che eravamo scortati da diverse argentee ricciole lunghe più di un metro, ci spiano da pochi palmi di distanza e nel loro modo di nuotare sembra che non offrano nessuna resistenza all'acqua. Risaliamo fino a 16 metri ed entriamo in una fascia d'acqua molto luminosa dove di colpo ci troviamo a tu per tu con un piccolo squalo martello, chiamato così dalla forma della sua testa che ricorda il battacchio di un martello. Sorpreso tanto quanto noi, con una rapida scodata scompare con strabiliante velocità in un batter di ciglia dai nostri occhi! Noi umani che penetriamo il mare, in confronto ai suoi abitanti, siamo davvero goffi e lenti. Il bassofondo è invaso da lunghi pesci trombetta, sembrano dei lunghi bastoni argentati fermi a mezz'acqua. Il tempo si è fermato. L'acqua calda e luminosa del bassofondo accoppiata al nostro flemmatico incedere, ci ipnotizza.

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