martedì 22 ottobre 2013

^^montagna: "SULLE TRE VETTE DEL CORNO GRANDE"

Partendo dall'albergo di Campo Imperatore(2130 mt), versante aquilano del massiccio del Gran Sasso d'Italia, passiamo per il Passo del Cannone(2679 mt) e quindi svalichiamo la Sella dei Due Corni(2547 mt), per essere in due ore al Rifugio Franchetti(2433 mt), versante teramano, da dove iniziamo questa "Gran-Tour" escursionistica-alpinistica sulle così dette "tre vette del Corno Grande".
Grazie a lunghi tratti di corde fisse della via ferrata "Ricci", con affacci unici sul "paretone", andiamo sulla prima, la Vetta Orientale, con i suoi 2903 metri di quota.
Con percorso un po' esposto ed a tratti su pietrisco sdrucciolevole, con attenzione scendiamo fino alla Forchetta Sivitilli per scalare un diedro e poi più facilmente per cresta a guadagnare la seconda cima, la Vetta Centrale (2893 mt).
Una breve discesa in disarrampicata, passi di I° e II°, ci fa passare sotto un piccolo tunnel formato da massi incastrati ed arrivare quindi alla Forchetta Gualerzi(2840 mt), dalla quale con una corda doppia ci caliamo sulla grande e caratteristica balconata inclinata sotto il Torrione Mario Cambi, per intercettare e percorrere la "Via della Coppitana" fino alla Forchetta del Calderone(2790 mt), con sempre davanti agli occhi un vasto panorama d'alta montagna.
Inziamo quindi l'ultimo tratto.
Ci andiamo ad infilare in una caratteristica e profonda spaccatura formatasi tra due guglie rocciose da superare in opposizione di schiena e gambe oppure, più semplicemente se si ha la fortuna di trovarla ancora intasata di neve tardiva a sciogliersi e non è il caso di quest'anno, attraversando quasi al passo questo strano corridoio.
Appena usciti dal singolare posto, molto delicatamente scendiamo attraversando un aereo passaggio in fil di cresta, e quindi in ascesa verso destra poco dopo ci troviamo su un bellissimo balcone di roccia con stupenda vista sul Ghiacciaio del Calderone, che quest'anno per quanto riguarda l'accumulo nevoso, è davvero ridotto ai minimi termini.
Continuando, traversiamo per poco ancora a destra e saliamo un evidente diedro, il primo che s'incontra, interrotto a metà da una comoda selletta.
Al termine di questo scendiamo per un paio di metri sempre a destra e quindi nuovamente su, arrampicando una rampa incassata.
Giunti al culmine, per rocce rotte giù con attenzione quattro o cinque metri a raggiungere l'ennesima forchetta dalla quale, volgendo lo sguardo ora a sinistra ed ora a dritta, alternativamente si possonono osservare il versante del Corno Grande affacciato alla Valle dell'Inferno e quello verso il ghiacciaio.
Subito dopo la forchetta, a sinistra di un breve camino scuro scaliamo facili roccette e poi nuovamente in cresta a destra dove, da una tavola di roccia piatta, superiamo un altro aereo tratto compiendo un delicato passo assicurato da un chiodo.
Ancora per qualche metro, con cautela su roccia marcia, scendiamo sul lato sinistro della cresta per portarci sull'ultimo intaglio da superare e dal quale, dopo aver scalato una breve paretina ripida ma ricca d'appigli, siamo fuori dal terreno alpinistico e quindi, dopo cinque ore e mezza dall'attacco della "Ricci", in vetta sulla Occidentale del Corno Grande a 2912 metri, la terza, ultima e più elevata.
Il tempo di riordinare il materiale scalatorio e sorseggiare dalla borraccia un ritemprante the bollente, e per la panoramicissima Via delle Creste quindi giù a Campo Imperatore, dove rientriamo dieci ore e mezza dopo averlo lasciato in mattinata, a concludere questo lungo giro che ci ha offerto unici e vasti panorami delle più elevate cime del Gran Sasso in questa fredda giornata di fine ottobre.


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