giovedì 24 agosto 2017

^^montagna: "PIZZO BADILE"


Per qualsiasi appassionato di montagna e di alpinismo il nome PIZZO BADILE ricorda imprese di scalate che oramai sono entrate a far parte della storia, perchè il suo forte magnete ha da sempre richiamato, richiama e richiamerà, schiere di alpinisti che vengono a provare di realizzare i loro progetti. Anche per noi è stata la stessa cosa.
Partiti da Pescara alle 4.00 della notte di lunedì 21 agosto '17, dopo aver guidato per 700 e passa chilometri di strada arriviamo ai Bagni di Masino a mezzogiorno da dove, zaini in spalla, alle 13.00 ci avviamo verso il rifugio Gianetti-Piacco. Con tre ore di marcia di passo sostenuto, alle 16.00 giungiamo nell'ospitale rifugio posto al centro di uno spettacolare emiciclo di montagne delle quali il Badile con i 3308 metri della sua massiccia mole fa parte.
Bere un te caldo e zuccherato, riordinare il materiale nello zaino, assaporare la buona cena, scambiare qualche parola con altri ospiti ed il gestore, quindi trascorrere la notte sulle brande di legno, sono solo delle semplici azioni che lentamente riempiono gli intervalli di tempo dei nei nostri pensieri in attesa dalla salita.
Alle 6.45 del mattino del successivo martedì 22 lasciamo il Gianetti avanzando per prati, pietraie, lastroni e gobbe granitiche con davanti agli occhi questa montagna che diventa sempre più grande, prendendo concretamente forma dentro di noi che fin'ora l'avevamo memorizzata solamente grazie a qualche scritto e fotografie.
Alle 8.00 siamo all'attacco, posto a destra di uno scuro diedro, della NORMALE DAL VERSANTE ITALIANO : la via COOLIDGE (III°+/PD+/dislivello 400 metri/con tratti di non semplice orientamento, o per lo meno per noi è stato così vuoi sia perchè era la prima volta che capitavamo in questi paraggi, che per le nebbie che durante la scalata andavano e venivano).
Proprio al termine di un camino umido, strapiombante e per nulla invitante si vede una rampa/cengia sulla quale attacchiamo per aggirare lo spigolo. Superato successivamente un passo nel quale bisogna accovacciarsi detto del gatto, scaliamo in cordata un caminetto un po' scivoloso al termine del quale c'è la metallica croce CASTELLI-PIATTI.
Andandocela a complicare un po'e senza saperlo, la nostra ascensione prosegue troppo vicini la cresta: dovevamo rimanere un po' più bassi. Recuperiamo la giusta linea perdendo un po' di dislivello con passi delicati.
Ancora su fino quasi ad arrivare alla base di quello che intuiamo essere il lungo canalone della parte alta della via. La nebbia non ci da una mano, e così vado quindi a scalare un po' troppo verso destra, cosa che poi mi costringe ad effettuare un traverso non difficile ma esposto per recuperare per la seconda volta la corretta via.
Poi andiamo abbastanza spediti con i giusti passi, che sono confortati dalla vista delle soste di calata e protezioni varie che superiamo. Ancora un tratto in cordata perchè su cresta aerea, ed in alto osserviamo delle nuvole che si sfilacciamo. Deduciamo che non manca molto alla vetta.
Decisamente, ma con la massima attenzione, traversiamo a destra indirizzandoci all'ultimo tratto leggermente franoso del canalone al termine del quale sulla sinistra scorgiamo il caratteristico OBELISCO METALLICO posto sulla vetta del Pizzo Badile (3308 mt). Pochi metri ancora e ci siamo. Lo raggiungiamo inquadrandolo assieme a noi, soddisfatti, nella classica foto ricordo di fine scalata.
Prima di riposarci e rifocillarci nel minuscolo BIVACCO REDAELLI, dal punto più alto diamo uno sguardo verso la CRESTA NORD che però a causa delle nuvole d'ovatta che giù chiudono gli orizzonti, si fa osservare solo per la sua sezione superiore.
Nel bivacco dei RAGNI DI LECCO, piccola ma accogliente scatola di lamiera, recuperiamo per poco prima di intraperendere la discesa per la stessa via di salita che abbiamo effettuata fondamentalmente disarrampicando con grande cautela visto il pietrisco presente, oppure calandoci con diverse doppie di 25, massimo 30 metri di lunghezza (basta una singola corda da 60 mt), opportunamente posizionate nei punti più ripidi ed attrezzate con anelli metallici.
Così a scendere, non ricordo il numero delle calate a corda, ancora fino a trovarci proprio dentro quel camino repulsivo che avevamo notato all'inizio della scalata e nel quale dobbiamo effettuare la penultima discesa. Poi con un'ultima manovra finalmente ci ritroviamo dove avevamo iniziato di mattina diverse ore prima.
Il tempo di riordinare il materiale nello zaino e ci dirigiamo sempre tra le nebbie fitte, scendendo con attenzione su inclinate placconate di granito al rifugio Gianetti-Piacco nel quale entriamo alle 17.30 di martedì 22 agosto.
La mattina molto presto alle 7.00 di mercoledì 23 di agosto '17, lasciamo il rifugio a perdere quota fino all'automobile ai Bagni di Masino. Il resto è tanta strada in automobile fino a Pescara. A casa alle 21.00.

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