DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
domenica 2 settembre 2018
^^montagna: "VIA SIVITILLI-TRINETTI"
La via Sivitilli-Trinetti", detta anche via Storica alla Terza Spalla del Corno Piccolo, è l'unico itinerario alpinistico che dai 1600 metri circa di quota in Val Maone, rimonta tutta la groppa di questa "spalla" che per morfologia è la meno identificabile e marcata rispetto alle altre due più note, la prima e la seconda. Praticamente questa lunga ed articolata linea di cresta si adagia e muore in corrispondenza della sella del Canale del Tesoro Nascosto dove transita il sentiero attrezzato Ventricini.
Per arrivare all'attacco vero e proprio a circa 1800 metri, tra l'altro situato in posizione davvero celata anche a cercare di sbirciarlo dal basso, bisogna faticosamente risalire prima per ripidi pratoni e poi attraversare un inclinato canale di instabili sfasciumi dove c'è la così detta Fonte Popone.
Insomma la Terza Spalla un po' si nasconde, perchè se la si guarda dal sentiero Ventricini se ne scorgono appena le propaggini più alte, e dal basso solo i contrafforti iniziali si parano alla vista. Mentre solamente un osservatore posto a mezza parete sul dirimpettaio Pizzo d'Intermesoli ne potrebbe avere un colpo d'occhio completo.
Senza entrare nello specifico tecnico di una relazione alpinistica occorre dire che:
_lo sviluppo della via è di circa 500-550 metri sui quali si sfilano 12-13 tiri di corda;
_anche se le difficoltà della scalata al massimo si aggirano su passi di III°superiore/IV°inferiore, la sua linea spesso attraversa tratti di calcare delicato ed erbe molto ripide;
_la lunghezza dello sviluppo impone continua attenzione con nella testa la logica di scalare sempre appena alla destra della linea di cresta, pena problemi d'orientamento da non sottovalutare.
L'itinerario, aperto dagli Aquilotti di Pietracamela Sivitilli e Trinetti nell'estate del 1929 va osservato con la logica alpinistica di quei tempi, lontanissima da quella delle odierne placche, e con quella logica "classica" può tranquillamente essere giudicato davvero un itinerario bello e consigliabile a chi è attratto da questo tipo di alpinismo, personalmente l'ho ripetuto più volte.
Tra l'altro quei pionieri del Gran Sasso abitavano e vivevano a non più di qualche chilometro di distanza da queste rocce, quindi andarci sopra ed esplorare terreni totalmente vergini era per loro cosa naturale.
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