lunedì 16 settembre 2024

^^montagna: "LA SCHIARA"



Dalla vicina Belluno, netto si vede tutto il verticale ed articolato versante sud del gruppo della Schiara (2565mt), che forma una cerchia di picchi e creste di unica, selvaggia e solitaria bellezza, al tempo anche d'ispirazione per la penna dello scrittore bellunese Bruno Buzzati ("IL DESERTO DEI TARTARI"), che fu un loro appassionato frequentatore.
Partiti dal piccolo borgo Case Bortot a circa 600 metri di quota, prima in lieve falsopiano e discesa e poi più ripidamente, all'ombra del bosco in tre ore abbiamo raggiunto alla base delle pareti della Schiara il "Rifugio 7° Alpini" (1502mt), che di colpo ci è comparso nello splendido scenario da cartolina del Pis Pilon che solo di per se varrebbe una giornata tra questi monti.
Data l'asprezza e la verticalità che dominano incontrastate ovunque si guardi attorno, tutti i picchi del gruppo possono essere raggiunti quasi esclusimamente tramite ferrate, allora anche i mille metri di dislivello che ci separavano dalla vetta così li abbiamo saliti.
Dopo aver pernottato nell'accogliente rifugio squisitamente gestito da una giovane coppia, il mattino successivo molto presto abbiamo iniziato la salita verso i muri verticali, raggiungendo in cinquanta minuti la prima scala in ferro d'attacco della ferrata Luigi Zacchi.
Questa, intervallata appena da brevi tratti non attrezzati, piegando verso ovest in un continuo di cavi corrimano, scale e pioli in metallo, lungamente ed in esposizione e transitando su esili cenge cosparse di ghiaino, rimonta gli alti muri della montagna, raggiungendo il Bivacco Ugo Della Bernardina (2320mt), posto di fronte la slanciata Gusela del Vescovà.
Dalla sella sotto il piccolo ricovero abbiamo divagato la nostra linea scendendo sul versante opposto della Schiara, quello settentrionale, per andare a curiosare un po' anche da quella parte.
Ritornati al bivacco, per i 2565 metri della punta abbiamo imboccato la seconda ferrata, la Antonio Berti che seppur molto più corta rispetto alla Zacchi ha comunque alcuni tratti in forte esposizione.
I lunghi e faticosi avvicinamenti uniti agli articolati percorsi per le cime di questo massiccio, sono la causa della bassa frequentazione rispetto ad altri gruppi delle Dolomiti, rendendo queste vette davvero lontane e solitarie ma capaci di ragalare ancora le atmosfere del passato che assaporavano i pionieri. Nella nostra lunga giornata di montagna infatti abbiamo incontrato solamente altre due ungheresi in cima.
Dopo la lunga ricognizione, che è stata un'utilissima presa di conoscenza di questi monti, con le stesse ferrate siamo calati giù.



Nessun commento:

Posta un commento

Ben lieto della visita, grazie. Se vuoi lasciare un'opinione puoi farlo qui.