Con il nome scientifico di "Maja squinado", comunemente detta granseola, si identifica un grosso crostaceo il cui maschio della specie è caratterizzato da un lunghissimo paio di chele.
Nel corso della nostra immersione alla Punta Secca di Capraia nell'arcipelago delle Tremiti, dopo aver toccato la profondità di 55 metri, durante la risalita ne abbiamo incontrata una che, per nulla intimidita dalla scarto dimensionale, con dei balzi a pinze aperte non si faceva alcun problema a sferrar attacchi contro di noi!
DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
sabato 31 dicembre 2011
lunedì 26 dicembre 2011
--immersioni: "IMMERGERSI CON BABBO NATALE"
Non capita tutti i giorni d'immergersi nientepopodimeno che ... con BABBO NATALE!
mercoledì 14 dicembre 2011
--immersioni: "L'ABITANTE DEL MARE" (di Alberto Altomare)
Lo devi pronuncià co’ n’alito de fiato
Che manco chi te stà vicino ce fà caso
E’ come quanno che sei ‘nnammorato
Je devi dì “te amo” mentre j’accarezzi er viso
Eppure quarche vorta c’hai sofferto
Ma ogni torto te l’ha sempre aripagato
Hai lottato pe na vita a core aperto
Ma ogni amore se pò dì che è tribbolato
Er mare nun è de chi è più bravo
Ma de chi se lo sogna co l’occhi aperti
E mentre er core tuo je diventa schiavo
Amalo deppiù co la forza dei più forti
E quanno te domanneno chi sei
Arisponnije senza timore
Te dovessero sentì pure li Dei
“io nun vivo sù sto monno,
sò n’ abitante der mare”
Albe
Che manco chi te stà vicino ce fà caso
E’ come quanno che sei ‘nnammorato
Je devi dì “te amo” mentre j’accarezzi er viso
Eppure quarche vorta c’hai sofferto
Ma ogni torto te l’ha sempre aripagato
Hai lottato pe na vita a core aperto
Ma ogni amore se pò dì che è tribbolato
Er mare nun è de chi è più bravo
Ma de chi se lo sogna co l’occhi aperti
E mentre er core tuo je diventa schiavo
Amalo deppiù co la forza dei più forti
E quanno te domanneno chi sei
Arisponnije senza timore
Te dovessero sentì pure li Dei
“io nun vivo sù sto monno,
sò n’ abitante der mare”
Albe
lunedì 12 dicembre 2011
--immersioni: "IL NERO CONTINUA AD ESSER DI CRISTALLO"
"...Arrivati alla massima profondità raggiunta oggi nel lago, nel buio assoluto dei 71 metri appena rischiarato dai nostri fari subacquei, ci troviamo alla base di una gigantesca roccia che sopra le nostre teste ci si para davanti e sovrasta venendo fuori dalla verticale con una grande pancia aggettante in fuuori, ci sentiamo piccoli in confronto a questo monolito roccioso.
Nella loro corsa verso l'alto le bolle degli autorespiratori le vediamo prima sbattere contro lo scuro sasso vulcanico, risalirlo lentamente e poi fuggire via libere da impedimenti.
Diamo uno sguardo al ripido inghiottitoio che scompare nel buio sotto le pinne.
Ci diamo il segnale inequivocabile del "pollice su" ed iniziamo la risalita scalando senza peso questa impressionante, solitaria e compatta parete sommersa e quando arriveremo alla sua sommità lo strumento ci segnalerà una profondità di circa 57 metri, 12-13 in meno rispetto a dove le sue fondamenta s'appoggiavano.
Qui il suo cocuzzolo, se così si può chiamare, appare poco meno di uno scoglio arrotondato tanto che se un sommozzatore vi transitasse nei pressi provenendo dall'alto con questa oscurità non riuscirebbe di sicuro ad intuirne la struttura.
In fin dei conti questa piccola falesia sommersa alta poco più di una decina di metri, incastonata in un fondale caratterizzato fondamentalmente da sparute rocce, fango e sabbia vulcanica, risulta essere una piccola gemma che gratifica lo spirito avido d'esplorare sott'acqua posti nuovi ..."
Nella loro corsa verso l'alto le bolle degli autorespiratori le vediamo prima sbattere contro lo scuro sasso vulcanico, risalirlo lentamente e poi fuggire via libere da impedimenti.
Diamo uno sguardo al ripido inghiottitoio che scompare nel buio sotto le pinne.
Ci diamo il segnale inequivocabile del "pollice su" ed iniziamo la risalita scalando senza peso questa impressionante, solitaria e compatta parete sommersa e quando arriveremo alla sua sommità lo strumento ci segnalerà una profondità di circa 57 metri, 12-13 in meno rispetto a dove le sue fondamenta s'appoggiavano.
Qui il suo cocuzzolo, se così si può chiamare, appare poco meno di uno scoglio arrotondato tanto che se un sommozzatore vi transitasse nei pressi provenendo dall'alto con questa oscurità non riuscirebbe di sicuro ad intuirne la struttura.
In fin dei conti questa piccola falesia sommersa alta poco più di una decina di metri, incastonata in un fondale caratterizzato fondamentalmente da sparute rocce, fango e sabbia vulcanica, risulta essere una piccola gemma che gratifica lo spirito avido d'esplorare sott'acqua posti nuovi ..."
lunedì 28 novembre 2011
^^montagna: "NEL NIDO DELLE AQUILE"
Una breve escursione a Castrovalva, che dalla sua posizione arroccata domina tutta la valle del Sagittario.
martedì 22 novembre 2011
^^montagna: "ALLA BASE DEL CANALONE HAAS-ACITELLI"
Girando per monti incontrando sconosciuti ci si saluta con una spontaneità che assolutamente non si trova nelle pianure, figurarsi poi nelle città.
L'ospitalità squisita e sincera che abbiamo trovato all'interno del rifugio "D'ARCANGELO" da parte degli Amici del CAI di Isola del Gran Sasso è stata la ciliegina sulla torta di una giornata di montagna trascorsa in ambiente a dir poco superbo!
Saliti da Isola del Gran Sasso(TE) al rifugio "D'Arcangelo", abbiamo proseguito fino alla base del Canalone "Haas-Acitelli" avendo costantemente sotto gli occhi i selvaggi ed immensi panorami della valle dell'Inferno e dei vertiginosi appicchi della parete sud-est della vetta orientale del Corno Grande.
L'ospitalità squisita e sincera che abbiamo trovato all'interno del rifugio "D'ARCANGELO" da parte degli Amici del CAI di Isola del Gran Sasso è stata la ciliegina sulla torta di una giornata di montagna trascorsa in ambiente a dir poco superbo!
Saliti da Isola del Gran Sasso(TE) al rifugio "D'Arcangelo", abbiamo proseguito fino alla base del Canalone "Haas-Acitelli" avendo costantemente sotto gli occhi i selvaggi ed immensi panorami della valle dell'Inferno e dei vertiginosi appicchi della parete sud-est della vetta orientale del Corno Grande.
lunedì 21 novembre 2011
--immersioni: "C'ERA UNA VOLTA ... "
Immergersi in un'acqua con 30 metri di visibilità non è cosa di tutti i giorni: SPETTACOLO UNICO!
martedì 15 novembre 2011
--immersioni: "LA PARETINA DEL LAGO DI SCANNO"
Nascosta tra il limo lacustre, un bella paretina di roccia per un tratto rompe un po' la monotonia del fondale fangoso del lago.
lunedì 7 novembre 2011
--immersioni: "Mr. MAGOO VEDE LE MACCHINE"
Una bella discesa dentro l'acqua del lago di Castelgandolfo che, insolitamente tersa, ci apre uno scenario unico sulle misteriose automobili affondate in questa zona. Continuiamo ancora un po' più sotto fino a 57 metri e poi riprendiamo la strada verso l'alto.
mercoledì 2 novembre 2011
--immersioni: "4 PAIA DI SCARPE"
UN SOLITARIO VIAGGIO SOTTO IL LAGO DI PATERNO
Curvo a destra, lasciando così la Strada Statale numero 4, per imboccare una traversa laterale che in poco meno di un minuto d’orologio mi porta alla meta odierna.
Spengo il motore e scendo dal furgone.
I miei occhi osservano un tranquillo e classico paesaggio da spensierata gita domenicale: un piccolo laghetto sulle cui acque superficiali, appena increspate da una brezza, nuotano starnazzando palmipedi.
Completano l’icona perfetta ombrosi arbusti, canneti sparsi, una spiaggia erbosa ed un piccolo bar sotto un chiosco.
Questa, però, è solo una fugace immagine.
I miei occhi già vedono oltre...
Curvo a destra, lasciando così la Strada Statale numero 4, per imboccare una traversa laterale che in poco meno di un minuto d’orologio mi porta alla meta odierna.
Spengo il motore e scendo dal furgone.
I miei occhi osservano un tranquillo e classico paesaggio da spensierata gita domenicale: un piccolo laghetto sulle cui acque superficiali, appena increspate da una brezza, nuotano starnazzando palmipedi.
Completano l’icona perfetta ombrosi arbusti, canneti sparsi, una spiaggia erbosa ed un piccolo bar sotto un chiosco.
Questa, però, è solo una fugace immagine.
I miei occhi già vedono oltre...
martedì 1 novembre 2011
--immersioni: "LE BARCHE"
Esplorando in immersione una zona mai frequentata prima del lago di Scanno (Aq), scopriamo nella fascia d'acqua bassa sotto la sponda, delle vecchie tipiche barche in legno, parecchie delle quali con le prue squadrate.
mercoledì 26 ottobre 2011
^^montagna: "A.V.G.S. - LA CENGIA DEI FIORI"
Nel gruppo del Gran Sasso d'Italia la Cengia dei Fiori è un'esposta, ripida e variegata balconata che consente di introdursi nel "paretone" della Vetta Orientale del Corno Grande.
A dir la verità in tutte le guide alpinistiche vista la severità del percorso dove a tutti gli effetti si pratica alpinismo orizzontale, la descrizione dell'itinerario per arrivarci è volutamente nebulosa e poco particolareggiata.
Grazie alla visione approfondita di foto che sono riuscito a reperire ho inquadrato dei punti notevoli da seguire per raggiungerla, e così assieme all'amico Gino con le immagini fisicamente "stampate" tra le mani e sotto gli occhi sono andato a fare la ricognizione che ci ha fatto individuare con certezza la sua "porta d'ingresso".
Varcata questa quindi ne abbiamo percorso un brevissimo tratto giungendo fino ad una targa metallica con la scritta "A.V.G.S." (Alta Via Gran Sasso), con lo scopo di conoscere il terreno e l'ambiente per eventuali future scalate ed ascensioni nella zona.
A dir la verità in tutte le guide alpinistiche vista la severità del percorso dove a tutti gli effetti si pratica alpinismo orizzontale, la descrizione dell'itinerario per arrivarci è volutamente nebulosa e poco particolareggiata.
Grazie alla visione approfondita di foto che sono riuscito a reperire ho inquadrato dei punti notevoli da seguire per raggiungerla, e così assieme all'amico Gino con le immagini fisicamente "stampate" tra le mani e sotto gli occhi sono andato a fare la ricognizione che ci ha fatto individuare con certezza la sua "porta d'ingresso".
Varcata questa quindi ne abbiamo percorso un brevissimo tratto giungendo fino ad una targa metallica con la scritta "A.V.G.S." (Alta Via Gran Sasso), con lo scopo di conoscere il terreno e l'ambiente per eventuali future scalate ed ascensioni nella zona.
domenica 23 ottobre 2011
--immersioni: "L'ANNUNCIATA"
L'ANNUNCIATA è una piccola e caratteristica ed antica chiesa che si trova proprio vicino l'immissario del lago di Scanno.
Oggi è stato questo il punto d'inizio della nostra immersione.
Oggi è stato questo il punto d'inizio della nostra immersione.
domenica 16 ottobre 2011
--immersioni: "BUCO NERO"
Se un ignaro gitante casualmente giunge presso questi lidi, si trova di fronte ad un piccolo laghetto dalle dimensioni raccolte circondato da un ombroso boschetto dal quale spuntano dei villini perfettamente integrati con il verde circostante.
Da un lato una spiaggetta decora un'ampia zona del bacino mentre arbusti, alberi e canne che inverdiscono le rimanenti linee sono popolati da simpatiche famigliole di palmipedi.
Insomma, davanti ai suoi occhi si pareranno amene e rilassanti atmosfere.
Se invece vi giunge un "sommozzatore" che abbia intenzione d'esplorare il piccolo lago è meglio che dimentichi ben presto il bucolico panorama e si prepari ad affrontare una realtà di gran lunga ben diversa: buio, fango e freddo è il massimo che si può aspettare sotto le acque di questo piccolo laghetto d'origine carsica già conosciuto all'epoca dei Romani.
Con queste condizioni ci siamo immersi scendendo prima su una parete a gradoni con volte strapiombanti, e poi su un declivio limoso fino ad una cinquantina di metri di profondità.
Da un lato una spiaggetta decora un'ampia zona del bacino mentre arbusti, alberi e canne che inverdiscono le rimanenti linee sono popolati da simpatiche famigliole di palmipedi.
Insomma, davanti ai suoi occhi si pareranno amene e rilassanti atmosfere.
Se invece vi giunge un "sommozzatore" che abbia intenzione d'esplorare il piccolo lago è meglio che dimentichi ben presto il bucolico panorama e si prepari ad affrontare una realtà di gran lunga ben diversa: buio, fango e freddo è il massimo che si può aspettare sotto le acque di questo piccolo laghetto d'origine carsica già conosciuto all'epoca dei Romani.
Con queste condizioni ci siamo immersi scendendo prima su una parete a gradoni con volte strapiombanti, e poi su un declivio limoso fino ad una cinquantina di metri di profondità.
lunedì 10 ottobre 2011
--immersioni: "IN SOLITARIA ALL'ACQUACETOSA"
Attento a non far rumore per non svegliare chi sta ancora dormendo, cercando d’attutire lo scatto piano mi chiudo alle spalle la porta di casa e scendo la rampa di scale.
Nonostante l’ampia pensilina di protezione posizionata sopra l’ingresso, aprendo il portone al pianterreno sono investito dagli schizzi di pioggia portati dentro da folate di vento dal sapore salmastro. Il temporale iniziato in piena notte sta continuando senza voler accennare a diminuire d’intensità, anzi: pare che le raffiche si facciano più intense. Osservo la fine della caduta delle grosse gocce d’acqua sull’ampio pantano che si è formato poco più in là, è illuminato da una luce al neon dal riflesso verdastro che si esalta ancor di più in contrasto con il buio attorno. Con rapidi passi mi dirigo verso il furgone al di là della strada, mi c’infilo dentro. Parto.
Percorro la strada lungo mare dove percepisco ancora meglio l’intensità del forte vento, il furgone a momenti pare scosso da una gigantesca mano sui suoi lati. Accosto, mi fermo per un attimo ed abbasso il finestrino.
Il potente urlo del vento di Grecale che ha ingrossato oltre modo l’Adriatico distante qualche decina di metri, la fa da padrone incontrastato.
Osservo ed ascolto mentre vortici d’aria in tumulto irrompono con il loro freddo soffio nell’abitacolo dell’automezzo. Rialzo il finestrino e rimetto in moto.
Percorro deserte strade cittadine strapazzate da acqua a vento prima di imboccare superstrade ed autostrade che mi condurranno alla meta in questo mio solitario viaggio nella notte, nel quale sono accompagnato dall’ipnotico andirivieni dei tergicristalli, dalla musica della radio e da vari pensieri che liberamente attraversano la mia mente.
Albeggia quando giungo sulle sponde di un altro bacino d’acqua. Questo però è un lago la cui superficie è appena increspata da un lieve e fresco refolo mattutino che si muove appena in un cielo terso libero da nubi. Nulla a che vedere con il tempaccio lasciato un paio d’ore fa alla partenza.
lunedì 3 ottobre 2011
^^montagna: "NAUDANDA"
Ancora sulla parete est del Corno Piccolo su questa via aperta nell'agosto del 1981 da Massimo Marcheggiani, che grazie ad un sistema di fessure e diedri ci fa arrivare fino alla base della Torre Cichetti.
Qui con un tiro di corda in una spettacolare fenditura che spacca il gigantesco monolito roccioso da parte a parte, ne abbiamo raggiunto la cima in una giornata soleggiata ma caratterizzata dai primi freddi refoli autunnali d'alta quota.
Qui con un tiro di corda in una spettacolare fenditura che spacca il gigantesco monolito roccioso da parte a parte, ne abbiamo raggiunto la cima in una giornata soleggiata ma caratterizzata dai primi freddi refoli autunnali d'alta quota.
mercoledì 28 settembre 2011
--immersioni: "TERAPIA DI RINFORZO"
Continua il riaddatamento alle "dolci" acque lacustri dopo la parentesi con le "salate e limpide" acque marine calabresi.
mercoledì 21 settembre 2011
^^montagna: "CIAI-PASQUALI ALLA PUNTA DEI DUE"
SETTEMBRE 2011
Con i primi refoli di venti autunnali in due cordate (io, Marcello ed Italo nella prima e Mauro, Gino e Michele nella seconda), raggiungiamo l'apice della Punta dei Due del Corno Piccolo su questa via che offre una bella scalata di difficoltà fino al IV°sup./ V°sup., sul suo versante est poco sotto la Sella dei due Corni.
L'ascensione della "CIAI-PASQUALI" praticamente segue un'ipotetica linea diagonale che va dalla sinistra in basso a destra in alto.
Gli ultimi due "tiri di corda" si effettuano nel camino che delimita a destra la Punta dei Due (logicamente con punto di vista dal Vallone delle Cornacchie), ed è il tratto che in assoluto offre le maggiori difficoltà proprio a pochi metri dall'uscita.
Con i primi refoli di venti autunnali in due cordate (io, Marcello ed Italo nella prima e Mauro, Gino e Michele nella seconda), raggiungiamo l'apice della Punta dei Due del Corno Piccolo su questa via che offre una bella scalata di difficoltà fino al IV°sup./ V°sup., sul suo versante est poco sotto la Sella dei due Corni.
L'ascensione della "CIAI-PASQUALI" praticamente segue un'ipotetica linea diagonale che va dalla sinistra in basso a destra in alto.
Gli ultimi due "tiri di corda" si effettuano nel camino che delimita a destra la Punta dei Due (logicamente con punto di vista dal Vallone delle Cornacchie), ed è il tratto che in assoluto offre le maggiori difficoltà proprio a pochi metri dall'uscita.
martedì 20 settembre 2011
--immersioni: "TERAPIA D'URTO"
Appena rientrati da una settimana d'immersioni in limpide, azzurre, colorate e profonde acque marine dello Stretto di Messina, per tornare alla realtà e non sognarle troppo a lungo c'indirizziamo verso fondali dai colori e dalla luce decisamente diversi, ma sempre intriganti, di questo lago nel quale oggi siamo scesi fino ad una settantina di metri.
domenica 18 settembre 2011
--immersioni: "GIARDINO SEGRETO"
Spettacolare la foresta di paramuricee gialle e rosse che si estende sulle batimetriche attorno ai 70 metri sotto quel gigantesco scoglio sommerso detto "LA MONTAGNA" di Scilla(RC).
Normalmente l'immersione viene effettuata intorno a questo monolito subacqueo. Noi invece ci siamo spinti più in basso senza riuscire a vedere il confine di questo magico e "segreto giardino" sommerso che qualsiasi parola non riuscirebbe a descrivere.
Ci ho provato con un video.
Normalmente l'immersione viene effettuata intorno a questo monolito subacqueo. Noi invece ci siamo spinti più in basso senza riuscire a vedere il confine di questo magico e "segreto giardino" sommerso che qualsiasi parola non riuscirebbe a descrivere.
Ci ho provato con un video.
sabato 17 settembre 2011
--immersioni: "LE PARETI DI BAGNARA CALABRA"
A nord di Bagnara Calabra (RC), inizia quella che è chiamata Costa Viola e che finisce a Palmi (RC).
Questa è un lungo tratto di litorale caratterizzato da un'alta e vertiginosa linea costiera rocciosa che sprofonda nel mare con immutata pendenza.
I panorami subacquei offrono verticali pareti fittamente popolate dalle paramuricee clavate, le indiscusse regine della zona. Da Cannitello (RC) con un piccolo gommone e sopra un mare formato che un po' ci ha fatto tribolare, abbiamo raggiunto questa parete che abbiamo esplorato in profondità.
Questa è un lungo tratto di litorale caratterizzato da un'alta e vertiginosa linea costiera rocciosa che sprofonda nel mare con immutata pendenza.
I panorami subacquei offrono verticali pareti fittamente popolate dalle paramuricee clavate, le indiscusse regine della zona. Da Cannitello (RC) con un piccolo gommone e sopra un mare formato che un po' ci ha fatto tribolare, abbiamo raggiunto questa parete che abbiamo esplorato in profondità.
giovedì 15 settembre 2011
--immersioni: "IL VAPORE DI CANNITELLO"
Da un secolo quasi capovolto del tutto, giace nei fondali presso Cannitello (RC), il relitto di una nave conosciuta dai locale come il "Vapore".
Anche se il relitto oramai è spoglio merita sempre un'immersione ricca di spunti grazie alle innumerevoli forme di vita che gravitano attorno ad esso ed agli scorci che offre l'interno della nave. Come in tutta la zona, naturalmente per il sub che si accinge ad un'immersione in questo sito è d'obbligo la consultazione delle tavole delle correnti che in certi momenti possono essere davvero impetuose. Dopo uno sguardo alla sezione poppiera a 53 metri, ci siamo infilati dentro il relitto per effettuare una lenta risalita osservando le strutture dall'interno.
Anche se il relitto oramai è spoglio merita sempre un'immersione ricca di spunti grazie alle innumerevoli forme di vita che gravitano attorno ad esso ed agli scorci che offre l'interno della nave. Come in tutta la zona, naturalmente per il sub che si accinge ad un'immersione in questo sito è d'obbligo la consultazione delle tavole delle correnti che in certi momenti possono essere davvero impetuose. Dopo uno sguardo alla sezione poppiera a 53 metri, ci siamo infilati dentro il relitto per effettuare una lenta risalita osservando le strutture dall'interno.
mercoledì 14 settembre 2011
--immersioni: "LO SCALONE"
Un fondale con rocce gradinate, detto appunto Lo Scalone, situato nel mare siciliano poco a nord di Messina è caratterizzato dalla presenza di una colonia di falso corallo nero (Gerardia Savaglia) grosso modo a circa 45 merti di fondo.
Il sito in mare aperto, spazzato spesso dalle forti correnti dello stretto di Messina, richiede assolutamente sempre attente valutazioni da fare prima d'effettuare il tuffo.
Il sito in mare aperto, spazzato spesso dalle forti correnti dello stretto di Messina, richiede assolutamente sempre attente valutazioni da fare prima d'effettuare il tuffo.
lunedì 12 settembre 2011
--immersioni: "MARINELLA: PASSIONE PROFONDA"
Oramai da diversi anni frequento la punta dello stivale per fare immersioni.
Con "LA MARINELLA" di Palmi (RC), però, ho un particolare feeling, infatti già all'epoca della mia prima visita, con "Lei", fu passione a prima vista.
E' un piccolo gioiello, per fortuna poco frequentato, che evoca magiche atmosfere. Un antico borgo di pescatori formato da casupole e raggiungibile via terra da una strada tutta a stretti tornanti, incastrato da ripidissime rocce scoscese che scendono dal Monte S.Elia.
I fondali morfologicamente ricalcano le ripide geometrie disegnate dalla natura su all'aria.
A circa un'ottantina di metri trovarsi dentro un intrico di paramuriceee, che poi ci hanno accompagnato nella risalita rimane sempre un'emozione indimenticabile.
Immergersi sotto le sue acque per me è "passione profonda".
Con "LA MARINELLA" di Palmi (RC), però, ho un particolare feeling, infatti già all'epoca della mia prima visita, con "Lei", fu passione a prima vista.
E' un piccolo gioiello, per fortuna poco frequentato, che evoca magiche atmosfere. Un antico borgo di pescatori formato da casupole e raggiungibile via terra da una strada tutta a stretti tornanti, incastrato da ripidissime rocce scoscese che scendono dal Monte S.Elia.
I fondali morfologicamente ricalcano le ripide geometrie disegnate dalla natura su all'aria.
A circa un'ottantina di metri trovarsi dentro un intrico di paramuriceee, che poi ci hanno accompagnato nella risalita rimane sempre un'emozione indimenticabile.
Immergersi sotto le sue acque per me è "passione profonda".
venerdì 2 settembre 2011
^^montagna: "SPIGOLO DI SUD-SUDEST AL CORNO GRANDE"
Quando sorge il sole la mattina da Campo Imperatore la vetta occidentale del Corno Grande appare divisa in due zone distinte: una illuminata e quella di fianco a sinistra in ombra.
Esattamente questo confine tra ombra e luce individua nettamente lo "Spigolo di Sud, Sud-Est" della Vetta Occidentale del Corno Grande sul quale si snoda una storica "via" del Gran Sasso d'Italia aperta il 26 luglio del 1933 da Antonio Giancola, Emilio Tomassi e Domenico D'Armi.
La scalata, intervallata da ampie e panoramicissime terrazzate di roccia generate dalla stratificazione parallela delle fasce calcaree, si sviluppa per 300 metri e la vista può spaziare ampiamente su un grande ambiente caratterizzato da un'infinità di tormentate guglie e pinnacoli erosi.
Finite le difficoltà alpinistiche, ancora per belle rocce si esce proprio sulla punta più alta del massiccio del Gran Sasso e degli Appennini a 2912 metri d'altezza sul livello mare.
Esattamente questo confine tra ombra e luce individua nettamente lo "Spigolo di Sud, Sud-Est" della Vetta Occidentale del Corno Grande sul quale si snoda una storica "via" del Gran Sasso d'Italia aperta il 26 luglio del 1933 da Antonio Giancola, Emilio Tomassi e Domenico D'Armi.
La scalata, intervallata da ampie e panoramicissime terrazzate di roccia generate dalla stratificazione parallela delle fasce calcaree, si sviluppa per 300 metri e la vista può spaziare ampiamente su un grande ambiente caratterizzato da un'infinità di tormentate guglie e pinnacoli erosi.
Finite le difficoltà alpinistiche, ancora per belle rocce si esce proprio sulla punta più alta del massiccio del Gran Sasso e degli Appennini a 2912 metri d'altezza sul livello mare.
mercoledì 31 agosto 2011
^^montagna: "DIRETTISSIMA D'ARMI AL CAMBI"
La "DIRETTISSIMA" da sud fu aperta il 16 luglio 1933 dai fratelli Domenico e Dario D'Armi, assieme a Stanislao Pietrostefani e Angelo Maurizi.
In passato denominato Torrione Centrale, fu ribattezzato con l'attuale nome in memoria dell'alpinista che nel febbraio del 1929 perì durante una tremenda bufera nel primo tentativo invernale alpinistico al Corno Piccolo.
Dagli apritori, che sono stati dei veri pionieri della scoperta alpinistica del massiccio, fu all'epoca gradata di III° superiore. Noi ripetitori di oggi invece diciamo passi di V°. "Quelli" erano davvero forti, scalavano con scarponi e corda di canapa legata alla vita.
Durante la salita, nonostante ci si trovi sempre all'interno del camino, si godono sempre degli scorci splendidi.
Dall'uscita della "via" ci siamo calati con due "corde doppie" nel camino della Via Riebeling-Schmidt (conosciuto anche come camino Jannetta; a tal proposito vedere su questo sito il post del 2 agosto 2010), fino alla Forchetta del Calderone, situata tra il Torrione stesso e la vetta occidentale del Corno Grande. Quindi abbiamo proseguito su sentiero alpinistico (passi di II° in discesa), che ci ha ricondotti sulla comba ghiaiosa sotto il bivacco Bafile.
In passato denominato Torrione Centrale, fu ribattezzato con l'attuale nome in memoria dell'alpinista che nel febbraio del 1929 perì durante una tremenda bufera nel primo tentativo invernale alpinistico al Corno Piccolo.
Dagli apritori, che sono stati dei veri pionieri della scoperta alpinistica del massiccio, fu all'epoca gradata di III° superiore. Noi ripetitori di oggi invece diciamo passi di V°. "Quelli" erano davvero forti, scalavano con scarponi e corda di canapa legata alla vita.
Durante la salita, nonostante ci si trovi sempre all'interno del camino, si godono sempre degli scorci splendidi.
Dall'uscita della "via" ci siamo calati con due "corde doppie" nel camino della Via Riebeling-Schmidt (conosciuto anche come camino Jannetta; a tal proposito vedere su questo sito il post del 2 agosto 2010), fino alla Forchetta del Calderone, situata tra il Torrione stesso e la vetta occidentale del Corno Grande. Quindi abbiamo proseguito su sentiero alpinistico (passi di II° in discesa), che ci ha ricondotti sulla comba ghiaiosa sotto il bivacco Bafile.
martedì 23 agosto 2011
^^montagna: "V.V.R."
Sulla parete nord del Corno Piccolo al Gran Sasso, la morfologia rocciosa disegna un caratteristico arco che con "logiche alpinistiche" diventa una via da scalare, con il suo tratto chiave culminante in un aereo passaggio lievemente strapiombante protetto da uno storico chiodo ad anello.
Di seguito si prosegue per rampe e canali fin sul fil di cresta.
La via (V°/D) è stata aperta il 10 agosto 1969 da Francesco Bachetti, Angelino Passariello, Alessio Alesi ed Attanasio De Felice
giovedì 18 agosto 2011
^^montagna: "VIA ALLETTO-CRAVINO"
Io, Mauro e Gino abbiamo arrampicato questa via alpinistica sull'anticima della Vetta Orientale del Corno Grande, aperta il 30 settembre del '56 dalla cordata dei due forti scalatori che le diedero il nome.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
martedì 16 agosto 2011
--immersioni: "ACQUACETOSA"
Arrivati a quota impegnative ed osservare il fondo del lago scuro che con RIPIDA pendenza si perde non si sa dove con balze infinite sotto le nostre pinne, è l'essenza del nostro partire incondizionatamente da Pescara alle quattro del mattino ed arrivare fin quaggiù.
Questi minuti bastano per gratificare una giornata dedicata alle immersioni.
Questi minuti bastano per gratificare una giornata dedicata alle immersioni.
giovedì 11 agosto 2011
^^montagna: "VIA BAFILE AL TORRIONE CAMBI"
Abbiamo scalato sul Torrione Cambi questa breve "via" rivolta sul ghiacciaio del Calderone.
Fu aperta il 4 agosto del 1947 dall'alpinista aquilano Andrea Bafile assieme ad Angelo Rivera, Marcello Vittorini e Luciano Del Bufalo.
E' una breve ascensione di 90-100 metri di sviluppo che subito sopra l'attacco propone un "tiro di corda" continuo dentro un camino aggettante in fuori, che sottolinea in pieno la personalità alpinistica del forte Bafile, infatti all'epoca lo gradò come un "IV° inferiore". Mentre lo scalavo posso dire, non per sopravvalutarmi, essere di un grado più elevato: V°. Un classico quarto grado del Gran Sasso.
I notevoli panorami spaziano a 360° nelle impervie zone della parti più alte del gruppo, e proprio dall'uscita della "via (al minuto 3.00 del video) si può osservare un gigantesco macigno spettacolarmente in bilico del quale ci siamo resi conto della sua precarietà solo quando l'abbiamo inquadrato dall'alto e non nel momento in cui ci siamo passati di fianco.
--immersioni: "LAGO DI PATERNO"
Nel giorno del compimento del mio decimo lustro, m'immergo in questo piccolo lago profondo 54 metri, scendendo su una parete a tratti strapiombante e in un'acqua torbida.
lunedì 8 agosto 2011
^^montagna: "SPEDIZIONE AL RIFUGIO"
Una "spedizione" in montagna verso il Rifugio con allegri e vocianti bambini, meticolosamente pianificata fino all'ultimo panino con la frittata!
domenica 31 luglio 2011
--immersioni: "UNA SETTIMANA DOPO: RISORGENZA LA FOCE"
UNA SETTIMANA DOPO.
Viste le quanto mai ottime ed irripetibili condizioni di visibilità in acqua trovate in grotta sette giorni fa, Massimo propone di "battere il ferro fin quando è caldo", e quindi di approffitarne per un nuovo tuffo.
Per movimentare tutte le attrezzature sub caricate in spalla ci siamo sobbarcati, sudando e faticando non poco, in tutto ben 6 viaggi in salita ed altrettanti in discesa, camminando su un ripido sentierino più, logicamente, la nuotata subacquea lunga ad occhio e croce circa 800 metri dentro un budello allagato...
lunedì 25 luglio 2011
--immersioni: Risorgenza "LA FOCE"
Speleosubacquea nei monti Simbruini. Con una strada tutte curve e tornanti, attraverso il boscoso Appennino dei monti Simbruini, scendiamo sul versante laziale in direzione di Trevi(FR). Superato il paese percorriamo ancora qualche chilometro prima di immetterci su una carrareccia ghiaiosa per fare l'ultimo breve tratto verso la meta del nostro viaggio iniziato qualche ora prima da Pescara.
In uno slargo accostiamo e scendiamo dalle auto. Finalmente possiamo sgranchirci un po' le gambe costrette in anomale posizioni a causa della diverse sacche e borse, contenenti voluminose attrezzature subacquee varie stipate in ogni angolo possibile per ottimizzare i già ristretti spazi interni dell'abitacolo del veicolo.
Scarichiamo tutte le attrezzature, formano un bella catasta di roba che con pazienza e fatica dovrà essere trasportata per circa 500 metri con almeno un paio di viaggi a testa all'andata ed altrettanti a ritorno, fino all'ingresso dell'antro sommerso che andremo ad esplorare.
Dal punto nel quale ci troviamo uno stretto viottolo nascosto nel sottobosco con una lunga diagonale in discesa si porta verso il basso fino al torrentello che scorre in fondo a questa valle.
Iniziamo prima con i carichi pesanti. A vicenda ci aiutiamo a mettere in spalla i bibombola e con cauti passi iniziamo il primo viaggio. In un paio di punti il piede deve essere delicato e soppesato a causa di scivolosi e ripidi gradini terrosi. Superati quelli però si tratta solamente di sudare e sgobbare.
Così si arriva fino all'alveo del fiumicello e, grazie a qualche sasso più grande, con sicuri appoggi lo guadiamo. Dalla destra giunge un altro rivolo d'acqua. Andiamo in quella direzione e dopo poco scarichiamo le pesanti bombole a terra, il primo viaggio è andato. Però prima di risalire su all'auto per continuare lo scarico delle attrezzature, superiamo uno piccolo sperone roccioso per buttare uno sguardo al punto nel quale entreremo in acqua. Nel fondo di una piccola e muschiosa grotta in penombra, c'è un minuscola pozza d'acqua cristallina dalla superficie di qualche metro quadrato. E' evidente che il livello è più basso del solito, infatti mettiamo i piedi c'è uno scivolosissimo e sottile strato di sedimento depositato dal ritirarsi delle acque. Un occhio non pratico non riterrebbe possibile che da quella che a prima vista sembrerebbe essere poco più di una pozzanghera inizi un sifone sommerso lungo diverse centinaia di metri che si addentra in profondità nelle viscere del calcare. Ci scambiamo opinioni su come effettuare l'ingresso in acqua e poi via a risalire il sentiero già fatto per continuare il necessario lavoro di facchinaggio.
Su e giù fatichiamo e sudiamo ancora due volte a completare tutto il trasporto.
Poi, all'ombra fresca, sdraiati o seduti riposiamo per recuperare energie, bevendo e mangiando mentre impostiamo il piano della penetrazione che andremo a fare.
Arrivati alle otto del mattino inizieremo l'immersione a mezzogiorno, e questo per dire quale sia stata l'entità del lavoro fin'ora svolto. In genere gli speleosub che visitano questa grotta impiegano due giorni: il primo per compiere il trasporto ed il secondo, dopo avere recuperato con una bella dormita, per l'immersione vera e propria.
Rilassati quel tanto che basta iniziamo quindi a preparaci assemblando prima gli autorespiratori e poi indossando sottomuta e mute stagne. Effettuaiamo un ultimo controllo ai sistemi d'illuminazione che ci porteremo appresso, ed una volta pronti ci avviamo verso il piccolo specchio d'acqua nel quale c'infileremo.
Uno alla volta, dalla piccola spiaggetta di sassi scivolosi, infiliamo le pinne ed entriamo nell'acqua, stretti gli uni agli altri per il poco spazio a disposizione.
Ennesima regolazione e quindi l' O.K.: iniziamo il viaggio.
La luce naturale, seppur attutita dalla penombra del sottobosco, di colpo si spegne e si entra nel regno del buio assoluto che da questo momento sarà rischiarato solamente artificialmente dai nostri illuminatori subacquei.
Come da pianificazione procediamo in fila indiana con Giulio a fare da battistrada, Ugo subito dietro, poi io e Massimo a chiudere.
il filo guida sarà il nostro quinto ed inseparabile compagno d'immersione, il filo d'Arianna. E' un cavetto bianco posizionato dagli abituè di questa grotta sommersa, si snoderà di continuo davanti ai nostri occhi.
Siamo entrati in un mondo onirico: un tunnel sommerso a volte più largo ed a volte più stretto caratterizzato da stalattitti, stalagmiti ed altre strane formazioni causate dal gocciolio dell'acqua ricca di calcare quando l'antro non era allagato, e le torce sub, proiettando i loro fasci su queste strutture, creano degli strani giochi di ombre e luci in continuo movimento e sembra che di colpo tutto l'immobile mondo attorno a noi si animi di vita propria.
Stiamo percorrendo una sezione lunga più o meno circa 350 metri rimanendo ad una quota media, rispetto al livello odierno, di circa 5-6 metri di profondità. In questo tratto naturalmente il tragitto non è lineare. Ci sono delle curve a destra ed a sinistra, delle risalite, delle basse strettoie dove bisogna nuotare con le pinne il più possibile schiacciati sul fondo.
Oggi ci dice bene, infatti l'acqua è di una straordinaria limpidezza che rende ancor più entusiasmante questo viaggio.
Tra le mani stringo le maniglie della custodia della fotovideocamera subacquea con su montato il potente illuminatore. Progredire in questa maniera mi crea un po' più di resistenza all'acqua, però se voglio riportare delle immagini è il piccolo prezzo che personalmente dovrò pagare come pegno all'insolito fantastico panorama che i miei occhi hanno la fortuna di poter osservare.
Tra noi pochissimi ed essenziali segnali, basta vedere reciprocamente tutte le luci per avere, senza specifiche comunicazioni, il quadro della situazione di tutto il gruppo.
Siamo giunti al termine del lungo e tortuoso tunnel prima che questo, con angolo deciso, picchi verso il basso scavalcando una sella di roccia.
Il corridoio si allarga e sotto di noi possiamo ora osservare il budello che scende invitantemente giù. Sul pavimento c'è una scura sabbia vulcanica. Lo percorriamo per un pezzo verso il basso, poi devo interrompere la discesa perchè un orecchio incomincia a fare i capricci e non lo riesco a compensare. Risalgo qualche metro per decongestionarlo. Niente. Ripeto l'operazione ancora un paio di volte: non se ne parla proprio. I miei amici aspettano lì vicino. Provo per l'ultima volta. No, la tuba di Eustachio è tappata, non va. Segnalo il pollice verso l'alto: si risale, si esce.
Non ci fermiamo a comunicarci il perchè ed il per coome. Questo segnale significa che un componente della squadra ha un inconveniente che non riesce a risolvere e bisogna quindi iniziare il percorso di ritorno.
Come zuccherino, mi consolo dicendomi tra me e me che più o meno tutti eravamo giunti come consumi al punto di ritorno, e che quindi se non mi si fosse presentato il problema la discesa sarebbe durata ancora per poco.
Prima di ripercorrere il lungo tunnel riemergiamo in una bolla d'aria dove ci scambiamo entusiastiche impressioni reciproche e dove posso spiegare il motivo del mio stop al proseguire.
Via ancora giù, abbiamo ancora parecchia strada da percorrere seguendo il fidato filo d'Arianna.
Scatto foto e faccio videoriprese ai miei compagni d'immersione incorniciandoli in quadri surreali sospesi a mezz'acqua tra rocce sommerse pennellate dalle sfumature azzurre, riflesse delle torce subacquee.
Una pinneggiata dietro l'altra senza interruzione, accompagnate dal costante borbottio del rumore delle bolle di scarico dell'autorespiratore ci fanno avanzare verso l'uscita, fin quando il nero che si vede oltre l'alone delle luci artificiali varia in un tenue azzurrino sfumato, siamo giunti all'uscita, il viaggio e terminato.
Una lieve pressione al pulsante di carico del giubbetto ad assetto variabile ci fa perdere l'assetto neutro e ci troviamo così a galleggiare ancora stretti gli uni agli altri in quella stessa pozza che prima ci aveva visti ancora assieme.
E' così sempre per tutti i sub: ogni volta che si riemerge da un'indimenticabile immersione, l'entusiasmo di dentro sgorga fuori in un fiume di inarrestabili parole con le quali ci scambiamo le insolite emozioni vissute.
Indimenticabili, però, saranno anche i tre viaggi con i carichi delle pesanti attrezzature che ci aspettano!
Giacinto Marchionni
lunedì 18 luglio 2011
^^montagna: "via BACHETTI-CALIBANI"
Nel settore di destra della parete nord del Corno Piccolo, sale questa "via" aperta da Francesco Bachetti e Maurizio Calibani il 27 settembre del 1968, che con "linee" di scalata fatte di rampe, fessure e diedri, risale fino in fil di cresta.
Per l'occasione si unisce alla nostra cordata l'amico Mauro, casualmente reincontarto al piazzale dei Prati di Tivo dopo un anno.
Per l'occasione si unisce alla nostra cordata l'amico Mauro, casualmente reincontarto al piazzale dei Prati di Tivo dopo un anno.
domenica 10 luglio 2011
^^montagna: "KONTIKI"
Nel 1947 l'esploratore norvegese Thor Heyerdahl ed un manipolo di uomini attraversò l'oceano Pacifico meridionale in fil di corrente, partendo dalle coste dell'America del sud fino agli atolli della Polinesia.
La cosa straordinaria fu che compirono questa crociera a bordo di una zattera, che chiamarono KONTIKI, costruita in balsa e bambù (gli stessi materiali usati dai trasmigratori alla loro epoca) per dimostrare che quelle sperdute isolette furono colonizzate dalle popolazioni Inca. Fu una straordinaria avventura di mare, di scoperta ed umana.
Nel giugno del 1981 due scalatori, Paolo Abbate e Maurizio Tacchi, sulla parete nord del Corno Piccolo aprirono una via alpinistica su roccia chiamandola "KONTIKI".
La cosa straordinaria fu che compirono questa crociera a bordo di una zattera, che chiamarono KONTIKI, costruita in balsa e bambù (gli stessi materiali usati dai trasmigratori alla loro epoca) per dimostrare che quelle sperdute isolette furono colonizzate dalle popolazioni Inca. Fu una straordinaria avventura di mare, di scoperta ed umana.
Nel giugno del 1981 due scalatori, Paolo Abbate e Maurizio Tacchi, sulla parete nord del Corno Piccolo aprirono una via alpinistica su roccia chiamandola "KONTIKI".
giovedì 7 luglio 2011
--immersioni: "DI NOTTE LE TROTE"
Lo stesso lago, che di giorno sembra un sito sommerso inanimato, la notte si propone con una veste totalmente diversa con le sue trote appoggiate sul fondo.
lunedì 4 luglio 2011
--immersioni: "LIGHTS"
Le lame luminose di potenti torce subacquee, sono le protagoniste e fanno spettacolo nel buio di un bacino di montagna.
martedì 28 giugno 2011
--montagna: "DIEDRI LUCCHESI DI DESTRA E DI SINISTRA"
Due scalate sui due "diedri/camini" (aperti da Gianluigi Barbuscia e Sergio Lucchesi nel settembre del '57), paralleli e vicini tra loro.
Oggi, le pareti sud delle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo, erano piacevolmente assolate.
Oggi, le pareti sud delle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo, erano piacevolmente assolate.
domenica 19 giugno 2011
lunedì 13 giugno 2011
--immersioni: "GORGONIE VERDI"
Ossia rami, tronchi e radici caduti nell'acqua del lago di Castelgandolfo ricoperti di filamentose alghe verdastre, formano un intricato paesaggio ricco di spunti per fare fotovideosub.
Tutto questo accade nella fascia sommersa che va da zero a 10 metri. Nel fondo dei 70 metri invece enormi massi lavici color marrone scuro occupano il palcoscenico.
Tutto questo accade nella fascia sommersa che va da zero a 10 metri. Nel fondo dei 70 metri invece enormi massi lavici color marrone scuro occupano il palcoscenico.
domenica 12 giugno 2011
sabato 11 giugno 2011
--immersioni: " PUNTA PACI' "
Poco a sud di Scilla (RC), un promontorio appena accennato detto punta Pacì segna l'inizio della nostra immersione.
Anche qui il fondale si presenta con un'inclinata caduta verso il basso per noi terminata a 75 metri nell'oramai solito, ma non per questo monotono, orizzonte rosso di gorgonie..
Anche qui il fondale si presenta con un'inclinata caduta verso il basso per noi terminata a 75 metri nell'oramai solito, ma non per questo monotono, orizzonte rosso di gorgonie..
venerdì 10 giugno 2011
--immersioni: "Relitto BOWESFIELD"
Immersione sul relitto di Capo Faro (Me), al quale grazie a recenti ricerche storiche navali/marittime d'archivio è stato attribuito il nome di "Bowesfield".
La nave si presente in perfetto assetto di navigazione con la prua che a 30 metri spettacolarmente compare improvvisa e maestosa verso l'alto.
Ma è solamente l'inizio dell'esplorazione del relitto che, nonostante spoglio oramai di tutte le sue sovrastrutture, si propone in maniera unica man mano che si scende verso il basso. Sulla sua fiancata di dritta si è abbarbicata una fitta colonia di belle paramuricee.
La costante da tenere sempre attentamente sotto controllo è la corrente dello Stretto di Messina che in queste zone nelle fasi di massima può essere davvero intensa, anche fino a 6 nodi.
La nave si presente in perfetto assetto di navigazione con la prua che a 30 metri spettacolarmente compare improvvisa e maestosa verso l'alto.
Ma è solamente l'inizio dell'esplorazione del relitto che, nonostante spoglio oramai di tutte le sue sovrastrutture, si propone in maniera unica man mano che si scende verso il basso. Sulla sua fiancata di dritta si è abbarbicata una fitta colonia di belle paramuricee.
La costante da tenere sempre attentamente sotto controllo è la corrente dello Stretto di Messina che in queste zone nelle fasi di massima può essere davvero intensa, anche fino a 6 nodi.
mercoledì 8 giugno 2011
--immersioni: "BLU E ROSSO"
Sono i colori dominanti dello Stretto di Messina sommerso.
Il blu del mare profondo fa da quinta subacquea al rosso fuoco delle paramuricee che bellissime e ovunque in questo lungo tratto di costa sommersa salgono incontrastate protagoniste sul palcoscenico.
Le batimetriche sono da capogiro.
Il blu del mare profondo fa da quinta subacquea al rosso fuoco delle paramuricee che bellissime e ovunque in questo lungo tratto di costa sommersa salgono incontrastate protagoniste sul palcoscenico.
Le batimetriche sono da capogiro.
domenica 5 giugno 2011
--immersioni: "Relitto LAURA C."
In località Saline Joniche (RC), sotto costa ad una profondità di 56 metri giace il relitto di una nave da carico Italiana che nel corso della seconda guerra mondiale mentre trasportava munizionamento ed approvvigionamenti per le truppe Italiane in Africa Orientale, fu silurata ed affondata da un sommergibile inglese.
Per cercare di salvare nave e carico il comandante fece la manovra volontaria di dirigersi direttamente verso la costa, riuscendo così a farla incagliare in modo tale da poter poi in qualche maniera recuperarla.
Il tempo ed il mare però hanno fatto il loro corso, e così il bastimento ferito iniziò a scivolare verso il basso finendo inghiottito definitivamente sotto le onde.
Nelle cronache di qualche tempo fa la nave è tornata a far parlare di se perchè s'era sparsa una voce che diceva che l'esplosivo usato negli attentati di stampo mafioso in cui tristemente perirono i magistrati Falcone e Borsellino assieme ai loro uomini di scorta, fu prelevato dalle stive della "Laura C." (Couselich), e per tale motivo con ordinanze varie della Capitaneria di Porto competente per territorio a più riprese ed intervalli il sito sommerso è stato vietato all'attività subacquea.
Questo relitto dalla variegata storia offre comunque diversi ed ottimi spunti per immersioni e foto/video riprese subacquee.
Per cercare di salvare nave e carico il comandante fece la manovra volontaria di dirigersi direttamente verso la costa, riuscendo così a farla incagliare in modo tale da poter poi in qualche maniera recuperarla.
Il tempo ed il mare però hanno fatto il loro corso, e così il bastimento ferito iniziò a scivolare verso il basso finendo inghiottito definitivamente sotto le onde.
Nelle cronache di qualche tempo fa la nave è tornata a far parlare di se perchè s'era sparsa una voce che diceva che l'esplosivo usato negli attentati di stampo mafioso in cui tristemente perirono i magistrati Falcone e Borsellino assieme ai loro uomini di scorta, fu prelevato dalle stive della "Laura C." (Couselich), e per tale motivo con ordinanze varie della Capitaneria di Porto competente per territorio a più riprese ed intervalli il sito sommerso è stato vietato all'attività subacquea.
Questo relitto dalla variegata storia offre comunque diversi ed ottimi spunti per immersioni e foto/video riprese subacquee.
lunedì 16 maggio 2011
domenica 15 maggio 2011
^^montagna: "1^ SPEDIZIONE NEL DOPOSCUOLA"
Suona la campanella dell'ultima ora ed invece di tornare a casa ... via di corsa tutti in montagna!
domenica 8 maggio 2011
^^montagna: "MONTE CORVO"
Maggio 2011
Passando per l'ampio anfitearo glaciale del Crivellaro, che forma uno sfondo di rocce davvero imponente, abbiamo raggiunto la vetta del CORVO per poi discenderne i pendii sopra un "firn" (neve trasformata) perfetto!
Passando per l'ampio anfitearo glaciale del Crivellaro, che forma uno sfondo di rocce davvero imponente, abbiamo raggiunto la vetta del CORVO per poi discenderne i pendii sopra un "firn" (neve trasformata) perfetto!
lunedì 2 maggio 2011
--immersioni: "1° MAGGIO"
Instancabili, irriducibili, stacanovisti, i produttori di bolle hanno lavorato anche in questa giornata.
domenica 24 aprile 2011
--immersioni: "TE CORRETTO, COLOMBA E VIDEOSUB"
Buona Pasqua 2011 dalle profondità del Lago di Scanno al sapore di un gustosissimo te corretto e di fette di colombe mandorlate!
domenica 17 aprile 2011
--immersioni: "LA SORGENTE DELLE BOLLE"
Sgorganti da polle sommerse che fanno ribollire il fondale sabbioso, abbiamo effettuato una fiabesca immersione dentro un'acqua cristallina e ... gassata!
lunedì 4 aprile 2011
^^montagna: "CANALINO INTERMEDIO"
Questo ripido e lungo canalino è situato sulla Majella tra le Rave del Ferro e della Vespa, sul versante rivolto al Morrone.
Nonostante la costante fatica nelle quattro e passa ore dell'ascensione, grande è stata la soddisfazione per la piena giornata trascorsa "nella" montagna.
Nonostante la costante fatica nelle quattro e passa ore dell'ascensione, grande è stata la soddisfazione per la piena giornata trascorsa "nella" montagna.
lunedì 28 marzo 2011
^^montagna: "COSTONE DELLA CERASA (2182 mt)"
Scialpinismo ai Piani di Pezza percorrendo lungamente belle creste.
domenica 27 marzo 2011
--immersioni: "FLOW"
In immersione, lasciarsi accompagnare quasi senza batter colpo di pinna, per diventare parte stessa della corrente di un fiume silenzioso.
lunedì 7 marzo 2011
--immersioni: "EVERGREEN"
Perennemente verde quest'acqua profonda che ci ha ospitato fino ad una sessantina di metri.
lunedì 28 febbraio 2011
^^montagna:"SVELTINA !"
Grazie ad una "finestra" di bel tempo ne approfittiamo per una velocissima salita scialpinistica alla cima dello Scalone (2167mt), facente parte della Serra di Rocca Chiarano.
Giusto il tempo di giungere in vetta ed iniziare la discesa, che una fitta e granulosa nevicata chiudeva gli orizzonti e ricopriva le creste del gruppo montuoso.
Giusto il tempo di giungere in vetta ed iniziare la discesa, che una fitta e granulosa nevicata chiudeva gli orizzonti e ricopriva le creste del gruppo montuoso.
lunedì 31 gennaio 2011
--immersioni: "ESAGERATAMENTE LIMPIDA!"
A volte nel lago di San Domenico (AQ), capitano delle eccezionali condizioni di visibilità.
Oggi quasi ci sentivamo in una imbarazzante colpa per aver avuto la fortuna di poterci trovare immersi veramente dentro un cristallo!
Oggi quasi ci sentivamo in una imbarazzante colpa per aver avuto la fortuna di poterci trovare immersi veramente dentro un cristallo!
domenica 23 gennaio 2011
--immersioni:"NEVE"
Freddo, cielo plumbeo, neve, strette dirupi di montagna imbiancati, paesini arrocati sulle rocce.
Fuori all'aria: un paesaggio da favola gotica.
E sott'acqua?
Fuori all'aria: un paesaggio da favola gotica.
E sott'acqua?
lunedì 10 gennaio 2011
^^montagna:"LA NEVIERA DEL SIRENTE"
Un improvviso calo termico di diversi gradi crea le condizioni di neve perfetta, dura e ramponabile che ci hanno consentito di risalire questo ripido scivolo nevoso nel gruppo del Sirente detto "la Neviera".
Traversando poi per creste bianchissime abbiamo completato il soddisfacente anello scendendo su altri canali del massiccio.
Traversando poi per creste bianchissime abbiamo completato il soddisfacente anello scendendo su altri canali del massiccio.