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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

giovedì 10 agosto 2017

^^montagna: "CHI HA ALZATO LA CRESTA?"

Era l'agosto del 2014 e con l'amico Massimo stavamo scalando la "Diretta alla Prima Cresta del Monte Camicia", quando proprio nell'ultimo tiro ci trovammo d'improvviso dentro un temporale con la pioggia che in pochi attimi trasformò quella bella placca in un ruscello d'acqua, con l'aggiunta anche di lampi e tuoni vicinissimi. Terminare quelle poche decine di metri della lunga scalata in quel momento era diventato l'ultimo pensiero, dovevamo immediatamente toglierci da quel punto così in alto, aereo ed esposto che praticamente era un naturale parafulmini.
Con attenzione, in due discese in corda doppia svalicammo un paio di canali paralleli alla linea di salita andando a finire in una zona un po' più tranquilla. Poi, con senso d'orientamento lungamente risalimmo pietraie e ripidi prati per arrivare finalmente fuori da ogni tipo di difficoltà.
In quest'agosto del 2017, torno assieme ad Italo a scalare la Diretta.
Non ancora che albeggia lasciamo Fonte Vetica per arrivare alla Forchetta di Penne, la sella tra il Dente del Lupo e la parete nord del Camicia. Dopo aver disceso alla base della parete per un tratto un ripido canale di ghiaie mobili di tutte le dimensioni derapando in equilibrio precario su zone terrose aiutandoci con le mani a ciuffi d'erba, giungiamo all'attacco della Diretta dopo tre ore.
Iniziamo. Andiamo su nei tiri di corda. Tutto è apparentemente identico come tante altre volte in montagna, ma allo stesso tempo nuovo ed inebriante. La cordata rodata da tempo, è affiatata e le manovre sono ottimizzate al meglio anche quando si verificano dei normali intoppi.
Giungiamo nel tratto finale dove tre anni fa con Massimo ci ritirammo, e dopo averlo superato di venti metri usciamo dalla via e dalle difficoltà, tra l'altro una bellissima placca.
C'è quindi l'immancabile birretta e l'ultima fatica per rientrare alla piana di Fonte Vetica, ferita, deturpata da un incendio causato da balordi e da una gestione approssimativa, che ferisce gli occhi.

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