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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 30 aprile 2019

^^montagna: "CANALONE EST ALL' ACQUAVIVA"


Con la scalata in condizioni invernali al Canalone Est del Monte Acquaviva (2737 metri), abbiamo intrapreso un vero e proprio "viaggio" durato due giorni in un angolo isolat e remoto della Majella.
Chi decide di venire a scalare da queste parti lo fa sicuramente non per cercare l'estetica nelle difficoltà tecniche dei singoli passaggi o tratti della progressione, ma per vivere un'immersione totale di alpinismo esplorativo.
Dai circa 800 metri di quota della base dell'incassato Vallone di Palombaro (tra salita e discesa supereremo in totale più di 4000 metri di dislivello), stracarichi oltre che del normale equipaggiamento da scalata anche del necessario per rimanere fuori due giorni, siamo partiti alle 10 e mezza della mattina per risalirlo tutto ed arrivare all'accogliente Rifugio Martellese (2034 mt), dove abbiamo trascorso il resto della giornata accendendo il fuoco del camino, cucinando, e la notte appisolandoci sui tavolacci in legno delle brande a castello.
Per primo come d'abitudine, che era ancora scuro ho aperto gli occhi ed ho dato la sveglia a Fausto e Marcello, quindi al sorgere del sole ci siamo mossi per iniziare l'avvicinamento alla parete di nord-est del Monte Acquaviva.
Abbiamo così prima rimontato il Monte Martellese (2259 mt), quindi siamo scesi alla caratteristica sella della Carrozza (circa 2150 mt.) naturale spartiacque tra la Valle dell'Inferno e la Val Forcone, per poi immetterci nella parte alta di quest'ultima che abbiamo costeggiato fino ad arrivare all'attacco della via.
A dir la verità il programma iniziale era quello di scalare il Canalone Claudia, però una volta arrivati e constatato che un suo tratto era a secco di neve ci siamo decisi per il vicino Canalone Est, o Via del Nevaio, superando proprio all'attacco l'unico tratto scoperto con passi di II° su rocce sparse ed erbe, seguiti poi dalla continuità del manto fino all'uscita che, su neve durissima, abbiamo variato alla nostra sinistra per goulotte più pendente. Al termine delle difficoltà è seguito il rimonto sulla tondeggiante cupola sommitale dell'Acquaviva che già di per se estesa, con la pesantezza delle gambe che iniziava a farsi sentire a noi pareva allungata ancor di più.
Nonostante poi i 33 centilitri di birra contenuti nella lattina siano stati davvero pochini per dissetare le nostre gole prosciugate, sono comunque bastati per fare la solita caciara di soddisfazione per l'obbiettivo raggiunto.
La parte finale è stata poi la lunghissima discesa, con tappa al rifugio per recuperare sacchi a pelo e vettovaglie varie. A valle giungevamo stanchissimi ma gratificati.
La discreta e continua presenza dei camosci, i veri padroni di questi monti, ci ha fatto compagnia in questi due giorni immersi nella Majella.

lunedì 22 aprile 2019

^^montagna: "VALLONE BIANCO"


Il Vallone Bianco è un inciso canale che dalla vetta del Monte Porrara (2136 mt) scende dritto in direzione ovest fino ai 1200 metri di quota dove incrocia la strada che congiunge Campo di Giove a Rivisondoli.
Durante l'inverno, spesso le valanghe che partono proprio dalle creste sommitali spazzano con la loro forza l'intero versante giungendo non di rado fino alla strada che per motivi di sicurezza viene interdetta al transito.
Per effettuare quindi una scialpinistica in questa zona, bisogna assolutamente attendere che le cornici nevose sommitali siano cadute giù ed avere la certezza che tutto il pendio sia ben assestato.
Queste sono state le condizioni che abbiamo trovato nell'uscita al Vallone Bianco (scialpinisticamente classificato B.S.A.), per il quale siamo saliti e scesi.

domenica 21 aprile 2019

--immersioni: "IL ROSPO"


Nel Lago di Bracciano una piccola statua di rospo è stata posizionata alla batimetrica dei 53 metri, sulla spiaggia prospicente la località di Trevignano Romano.
Dato che i fondali di questo specchio d'acqua degradano in maniera lievissima, raggiungere in immersione il sito del batrace partendo dalla spiaggia come di norma si procede, fa diventare la faccenda da non sottovalutare per ciò che concerne i tempi di permanenza alla massima quota, e di conseguenza per la relativa decompressione e scorte di gas.
Di per se la visione della seppur simpatica statuetta dell'anfibio tutto sommato è poca cosa, però essa diviene la scusa per una discesa d'interesse nel lago, sempre naturalmente per chi sia motivato all'atmosfera crepuscolare che questo particolare ambiente sommerso sà offrire.
L'acqua aveva una visibilità più che discreta e con temperatura di una quindicina di gradi in superficie, rispetto alla decina del fondo. Ho incontrato poggiati sul fango anche una paio di lucci ai quali, grazie alla silenziosità dell'apparato a circuito chiuso, sono riuscito ad avvicinarmi fino a qualche spanna. Per un po' mi hanno osservato poi, infastiditi più che spaventati, scodando si sono allontanati sollevando una nuvola di mota.

venerdì 12 aprile 2019

domenica 7 aprile 2019

^^montagna: "INVERNALE (o primaverile?) SUL PIZZO CEFALONE"


Il programma di massima era quello di andare a scalare un canale sulla vetta occidentale del Corno Grande. Durante l'avvicinamento alla sella di Monte Aquila, però gli accumuli di neve ventata caduta il giorno precedente ed assolutamente non coesa con il manto già assestato, in certi punti sprofondavamo ben oltre la caviglia, mi facevano scegliere di variare decidendo quindi di raggiungere la vetta del Pizzo Cefalone(2533 mt).
Nel lungo e bellissimo saliscendi di cresta, abbiamo riguadagnato prima il rifugio Duca degli Abruzzi e poi la base rocciosa della nostra meta, raggiunta andandoci a cercare decise rampe di neve dura in un panorama di rocce ricoperte di un'insolita, per il periodo, galaverna.