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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
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domenica 16 agosto 2020

--immersionI: "CALA MAESTRA"


Al caldo di agosto, da Porto Ercole con la motobarca "Donzella" mentre navighiamo verso l'isola di Giannutri, vediamo un piccolo gruppo di delfini. Una volta giunti, sul versante nord-occidentale ormeggiamo in prossimità della Cala Maestra per prepararci al tuffo sul bel relitto del Nasim affondato a circa sessanta metri.
In immersione, da "poppavia" guido i miei compagni e raggiungo la nave, per poi con calma lasciarcela sfilare per osservarla alla nostra dritta, fino a raggiungerne la prua appoggiata sulla fiancata di sinistra, che è sempre capace di offrire una bella prospettiva.


During the sailing from Porto Ercole to Giannutri Island, we admire some dolphins through the waves.
Reached it, we moor at its north-west side at "Cala Maestra", and we dive on the ship-wreck "Nasim", sixty meters deep.



lunedì 6 novembre 2017

--immersioni: "UNA DONZELLA A GIANNUTRI"


Salpati da Porto Ercole (GR) sul promontorio dell'Argentario, siamo andati all'isola di Giannutri con la comoda motobarca "DONZELLA", ed una volta arrivati ed ormeggiati ci siamo preparati per andare sul relitto del "NASIM".
Con un bel colpo d'occhio, di prua ci compare l'imponente scafo completamente adagiato sulla sinistra.
Ce lo siamo lasciati quindi sfilare di lato dirigendoci verso poppa, osservando così non solo le sue strutture ma anche le automobili trasportate che, cadute fuori bordo durante il naufragio, si trovano sparse sul fondale sabbioso di 60 metri.

martedì 10 maggio 2016

--immersioni: "SECCA DEI PIEMONTESI"


Lasciandoci scivolare dal cappello della Secca dei Piemontesi (Isola di Giannutri al largo del promontorio dell'Argentario) verso il mare aperto, abbiamo superato una prateria di posidonia che si estendeva fino a circa 26 metri di profondità e delimitata a nord-ovest dalla cigliata rocciosa di una parete sommersa che ha le sue basi sulle batimetriche dei 45-50 metri.
Nell'acqua azzurrina che offriva un'ottima vibilità e luminotsità, arrivati a quel punto nonostante il fondale che ci si prospettava dinanzi avevesse una lieve pendenza e nessuno spunto che poteva solleticare la mia naturale curiosità esplorativa, come mi succede spesso, spinto da un ignoto irresistibile, mi decidevo di continuare su quella rotta che ci stava facendo lentamente allontanare dall'isola.
E così andando senza nessuna meta precisa, dapprima sfumate agli occhi e poi via via sempre più definite, in alternanza con il sedimento del fondale che comunque rimaneva l'occupante in assoluto con quote percentuali maggiori, notavamo una serie di piccoli aspri rocciosi distanziati tra loro e che in sequenza erano posizionati uno più in basso dell'altro.
Tra il vederli ed andarci è stato tutt'uno ed allora via giù verso quello più lontano e profondo che si elevava di poco dalla sabbia dei 70 metri.
In questo gratificante viaggio che poteva sembrare essere senza scopo apparente, oltre ad avere incontrato una murena intanata ed uno scorfano, abbiamo avuto un altro paio di stimolanti incontri con dei bianchi cespugli di celenterati, che molto probabilmente erano colonie di ANTIPATHELLA SUBPINNATA, più semplicemente conosciuto come corallo nero, ed alcune strane stelle ofiuridi comunemente chiamate Stelle Gorgone (ASTROSPARTUS MEDITERRANEUS), che tenacemente s'abbarbicavano sopra rossissime gorgonie Paramuricea Clavata.
Se qualcuno mi chiedesse qual'è stato il fine concreto di quest'immersione, o più in generale di qualsiasi mia altra, in prima battuta forse direi quello d'aver visto qualcosa d'interessante. Approfondendo la riflessione, invece senza ombra di dubbio, risponderei che la mia vera motivazione primaria sia sempre la stessa: quella di esplorsre luoghi nuovi.

mercoledì 9 dicembre 2015

--immersioni: "NASIM"


In navigazione da Livorno verso paesi dell'Africa settentrionale il "NASIM", un cargo battente bandiera panamense ma effettivamente inglese, l'11 febbraio del 1976 urtò gli scogli di punta Scaletta dell'Isola di Giannutri (GR).
Per provare a salvare la nave il comandante tentò di farla incagliare volontariamente, ma la manovra non gli riuscì e di lì a poco lo scafo, lungo circa 67 metri, s'inabissò definitivamente a poca distanza da Cala Maestra, adagiandosi sulla sua fiancata di sinistra su di un fondale sabbioso di 60 metri e depositando attorno a se il suo carico di automezzi che sono, poi, la peculiarità e la curiosità dell'immersione.
La "Donzella", partita da Porto Ercole sul promontorio dell'Argentario, è la comoda barca da immersioni grazie alla quale siamo arrivati sul sito, si ormeggia a pochi metri dall'isola, e da quel punto raggiungiamo con una pinneggiata di buona gamba la verticale del relitto segnalata da grossa boa bianca sommersa ad un paio di metri sotto la superficie.
La dritta linea guida ci fa raggiungere giù in basso le eliche nella zona di poppa, da dove abbiamo iniziato l'interessante periplo di tutta la nave inabissata, tecnicamente effettuando un'immersione quadra a 60 metri.