DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
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lunedì 21 ottobre 2024
^^montagna: "LE QUATTRO VETTE"
Articolato, lungo, panoramico e bell'itinerario alpinistico che nel massiccio del Gran Sasso d'Italia percorre le quattro vette più alte del Corno Grande, e di tutti gli Appennini.
Partiti molto presto dal piazzale dell'albergo di Campo Imperatore (2130mt.), passando per il Passo del Cannone e con breve tratto attrezzato abbiamo raggiunto la morena alla base dell'ex ghiacciaio del Calderone, che a seguito del riscaldamento globale è ridotto anch'esso ad una macchia nevosa di non più di qualche metro quadrato.
Da qui, prima su corde fisse e poi per traccia aerea siamo arrivati sulla prima cima, l'Orientale del Corno Grande a 2903 metri.
Su terreno ripido ed a tratti franoso, con attenzione abbiamo perso quota fino alla Forchetta Sivitilli, l'intaglio posto tra la cima dalla quale arriviamo e la Vetta Centrale.
La risalita verso questa avviene poi poco sotto ed appena a destra della cresta, sul versante ovest della montagna con il colpo d'occhio dell'imponente circo glaciale-morenico dell'ex ghiacciaio. Sebbene si debbano affrontare elementari passi di scalata, l'esposizione, la forte inclinazione ed il calcare tutt'altro che solido impongono attenzione fino ai 2893 metri delle punta.
Raggiunta la quale, siamo andati giù dentro un canale per passare sotto un grosso masso incastato che forma un breve tunnel, qualche movimento di disarrampicata di II° con faccia a valle, arrivando alla Forcella Gualerzi sotto il Torrione Mario Cambi.
Idem per la breve scalata fino alla vetta del Torrione a 2875 metri: basse difficoltà tecniche ma esposizione e roccia da valutare sempre.
Sul Cambi abbiamo fatto una pausa per mangiare qualcosa. La giornata era soleggiata, lievemente ventilata e decisamente autunnale, infatti all'ombra la temperatura dei 2800 metri di quota calava di colpo, ed allora abbiamo indossato le giacche a vento.
La discesa dal Torrione Cambi è avvenuta con manovre di due corde doppie successive che ci hanno fatto atterrare in prossimità della Forchetta del Calderone, dalla quale ci siamo legati in cordata per affrontare tutta l'ultima parte di salita alla cima dell'Occidentale.
Subito, con tecnica d'opposizione di schiena e piedi, a mezz'altezza abbiamo scalato scomodamente dentro uno stretto corridoio formato da due enormi lame di roccia ravvicinate alla cui uscita bisogna disarrampicare in verticale alcuni metri. Qualcuno pare che affronti il passaggio del corridoio sul suo fondo, a me però sembra molto più stretto ed ancora più scomodo.
Di seguito, in ombra e con splendido affaccio a nord-ovest sul lato teramano della montagna, abbiamo traversato verso destra fino al punto in cui con bella scalata verticale e continua abbiamo riguadagnato la cresta alla nostra mancina.
Da questo punto la croce della vetta era orami in linea d'aria vicina alla vista, ma materialmente separata da alcuni saliscendi da non sottovalutare.
In uno di questi, ripartendo da una sosta su di un masso piatto, abbiamo superato prima un ennesimo esposto intaglio, seguito poi da paretina verticale che terminava abbastanza comodamente con altra sosta in piano, dalla quale siamo quindi scesi delicatamente su roccia da valutare fino all'ultima forcella.
Ripartiti, con ancora qualche passo di arrampicata proprio davanti a noi, infreddoliti siamo arrivati ai 2912 metri della Vetta Occidentale del Corno Grande.
Dalla cima nella parte alta per ovest siamo scesi per la Via delle Creste fino alla Sella del Brecciaio, e nella parte bassa verso sud alla Sella di Monte Aquila ed al Piazzale dell'Albergo.
In the "Gran Sasso" massif, very long, varied and panoramic mountaneering route on the four highest peaks of the "Corno Grande" and the "Appennini".
We left early in the morning from "Campo Imperatore", and trought the "Passo del Cannone" we reached the moraine of "Calderone" glacier, in this year unfortunately without snow due to global warming.
From the moraine before on "via ferrata" (iron path), and after on aerial ridge we went up on the first peak at 2903 meters above sea level: the "Vetta Orientale del Corno Grande".
On steep and crumbly terrain we descended to "Forchetta Sivitilli", a very narrow pass between the "Vetta Orientale" and the "Vetta Centrale".
The climb towards the "Vetta Centrale" takes place on the right side of the ridge, observing down the imposing glacial moraine circle of the glacier. The climb is not difficult but the broken rocks and the steep slope require maximum attention up to on the top of this second peak at 2893 meters.
Always with great attention, then we went down first to the "Forchetta Gualerzi", passing with some vertical movements under a large bulder that formed a tunnel, and after going up the "Torrione Mario Cambi" with some exposed rock passages. On the top of this third peak at 2875 meters a.s.l. we stopped to eat something and we wore windbreakers beacuse in the shade the temperature dropped.
After the break with two rope abseil descents we arrived to the "Forchetta del Calderone", the pass between the "Torrione Mario Cambi" and the last peak: the "Vetta Occidentale".
To reach the fourth and final peak of this very long mountaineering itinerary we climbed with rope pitches.
We immediately climbed a very narrow chimney formed by two large blades of rock. Then with a bit of tiredness and cold in the body, to the right and left of the ridge but always in maximum exposure, we climbed gullies, small walls and ledges up to the top of the "Vetta Occidentale del Corno Grande" at 2912 meters.
We descended on the "Via delle Creste", the "Sella del Brecciaio", the "Sella di Monte Aquila", to arrive at "Campo Imperatore" were we started from.
This mountaineering route, although with moderate technical difficulties, requires: firstly, good training to cover long distances in an alpine environment on loose rock; and secondly, excellent geographical knowledge of the massif.
lunedì 12 settembre 2022
^^montagna: "VIA DELLA PARETE"
Quando nel luglio del 1933 gli "Aquilotti" di Pietracamela, pionieri dell'esplorazione alpinistica del massiccio, aprirono quest'itinerario sulla parete nord-ovest della Vetta Orientale del Corno Grande, lo valutarono di difficoltà PD+, con passaggi di III° su roccia (Gran sasso d'Italia-Grazzini-Abbate-CAI TCI-1992).
Dopo averne effettuato la ripetizione, era da tempo un nostro progetto, afermiamo invece che il IV° superiore è anche abbastanza striminzito. Conoscendo la bravura degli Aquilotti, non ci siamo però meravigliati più di tanto della discrepanza tra difficoltà relazionate e difficoltà incontrate sul terreno.
La via nella sua prima metà risale verticalmente un sistema di fessure seguite da camini strapiombanti, poi fino in punta rimonta in successione i gradoni e le ampie terrazze inclinate che sono l'evidente caratteristica visibile da lontano della parte medio alta di questo versante della Vetta Orientale.
Mentre scalavamo su roccia, che per lunghi tratti era più che delicata a causa di sfasciumi e detriti, spettacolari erano i colpi d'occhio sulle strutture vicino a noi e sulle restanti vette del Corno Grande, mentre in basso vedevamo solamente la pietraia della morena del ghiacciaio del Calderone totalmente scomparso.
In July 1933, the pioneers of the Gran Sasso Massif called "Aquilotti di Pietracamenla", on the north-east face of the "Vetta Orientale del Corno Grande", climbed for the first time the "Via della Parete", and they assigned it a difficulty PD+ and III°.
At the time they had been very good and very modest, because last September 2022 we climbed it, assigning it difficulty D and V°.
In the first half, the climbing route ascends vertically through cracks and an overhanging chimney. Then it passes over wide rocky steps to reach the top of the "Vetta Orientale".
While the view around us was spectacular, we had to be very careful during the climb because there were cracked rocks and debris.
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Vetta Orientale del Corno Grande,
Via della Parete
mercoledì 22 agosto 2012
^^montagna: "LA NEBBIA DEL PARETONE"
Dal piano di Laghetto di Cima Alta, località Prati di Tivo (TE), ancora notte c'indirizziamo nel vallone delle Cornacchie dal quale deviamo all'altezza del Passo delle Scalette per la Cengia dei Fiori sulla quale a tutti gli effetti si pratica "alpinismo in orizzontale".
Stiamo andando a scalare la Via "Nebbia del Paretone" di circa 350 metri di svilpuppo sulla parete nord-est dell'anticima della vetta orientale del Corno Grande, aperta il 26 giugno 1983 da Tiziano Cantalamessa e Massimo Marcheggiani.
Nonostante la vicinanza "in linea d'aria" con paesi, strade, autostrada che si possono vedere proprio giù in basso ed dei quali ci giungono ovattati i rumori e suoni, ci si trova in un ambiente solitario e severo.
Questa via offre un affaccio di rilievo sull'articolato, aspro e vasto "Paretone".
Percorse tutte le lunghezze di corda della via su rocce per lunhi tratti poco compatte, e con passaggi fino al V° superiore, ci ricongiungiamo alla Cresta Nord con ancora 350 metri da salire in cordata, andando quindi ad uscire sulla ferrata "Ricci", poco sopra il tratto attrezzato inferiore, per un totale di circa 700 metri di terreno alpinistico.
All'imbrunire transitiamo al rifugio Franchetti dove ci prendiamo una pausa giusto il tempo di riprendere il fiato e mangiare qualcosa.
E' stata davvero una giornata piena, lunga ed intensa della quale il breve "filmetto" non rende completamente giustizia.
giovedì 16 agosto 2012
^^montagna: "VIA DELL'INCONTRO"
Salendo nel Vallone delle Cornacchie dalla Madonnina (Prati di Tivo-Gran Sasso), proprio alle spalle del rifugio "Carlo Franchetti" c'è la caratteristica forma triangolare della parete ovest dell'anticima settentrionale della vetta orientale del Corno Grande.
Su questa parete con "linee" da alpinismo classico si snodano due "vie" vicine tra loro.
Ad agosto del 2011 scalammo quella più a sinistra, l'ALLETTO-CRAVINO (anche su questo sito). Oggi invece saliamo sull'altra, la VIA DELL'INCONTRO aperta da Massimo Marcheggiani e Roberto Mancini il 29 agosto del 1981.
I primi due tiri di corda sono caratterizzati da una linea tutto sommato verticale, con alla base un'evidente fessura-camino che porta sulla grande cengia che taglia la parete.
Abbiamo seguito poi un breve muretto ricco di appigli dal quale s'intuisce un camino-canale verticale molto bello da risalire. Alla sua fine ho sostato su una selletta che forma un pulpito.
Da questo punto chiaramente ci siamo indirizzati a destra su una marcata cengia in lieve ascesa.
Proseguendo ancora per poco su questa stessa struttura, una volta superato uno spigoletto appena pronunciato si va a sinistra in verticale fino ad un comodo terrazzo.
Solo dopo essere ripartiti da questo, ancora dritti in alto per placche finalmente riusciamo a scorgere il punto di riferimento di questa via, cioè un caratteristico tetto ad arco. Si sosta quindi su una rampa inclinata già vista quando arrampicammo lo scorso anno sull'Alletto-Cravino.
Ci siamo spostati per poco verso destra su questa rampa fino a trovarci proprio sotto il tetto che deve essere aggirato alla sua sinistra. Questo è il primo tratto chiave della via. Su rocce un po' instabili, in forte esposizione verticale si rimonta il tetto arcuato per arrivare su un comodo ripiano. Bello!
Segue subito dopo il secondo tratto chiave. Prima ho scalato una paretina appigliata con rocce ancora instabili, e poi quando la verticalità sopra la mia testa è diventata troppo impegnativa, sono andato sull'unica linea da seguire che è quella di una diagonale a sinistra. In un terreno "smontabile con le mani", molto cautamente ho aggirato da vicino un dolmen semovente. Quindi ancora alcuni passi su una cengia espostissima e poi finalmente sono giunto in sosta.
Da qui sono ripartito per l'ultima lunga (60 metri) sfilata di corda. Ancora in diagonale a sinistra, ma su rocce che si abbattono in pendenza. Di seguito per la linea più diretta verso l'alto e, superati dei muretti da non sottovalutare assolutamente, siamo usciti dalle difficoltà alpinistiche.
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mercoledì 26 ottobre 2011
^^montagna: "A.V.G.S. - LA CENGIA DEI FIORI"
Nel gruppo del Gran Sasso d'Italia la Cengia dei Fiori è un'esposta e ripida balconata che consente di introdursi nel paretone della Vetta Orientale del Corno Grande.
In tutte le guide alpinistiche scritte la descrizione per arrivarci è sempre poco particolareggiata, e penso che ciò sia dovuto al fatto che nonostante su di essa per lunghi tratti si cammini, rimane un "sentiero" da affrontare in ogni metro con le dovute cautele e tecniche di progressione.
Grazie alla visione approfondita di foto che ho reperito e stampato, ho inquadrato dei punti notevoli da seguire per raggiungerla, e così con le immagini fisicamente sotto gli occhi siamo andati a fare la ricognizione che ci ha fatto individuare con certezza la sua "porta d'ingresso".
Passata questa, quindi ne abbiamo percorso un breve tratto giungendo fino ad una targa metallica con la scritta "A.V.G.S." (Alta Via Gran Sasso), con lo scopo di conoscere il terreno e l'ambiente per eventuali future scalate nella zona.
In tutte le guide alpinistiche scritte la descrizione per arrivarci è sempre poco particolareggiata, e penso che ciò sia dovuto al fatto che nonostante su di essa per lunghi tratti si cammini, rimane un "sentiero" da affrontare in ogni metro con le dovute cautele e tecniche di progressione.
Grazie alla visione approfondita di foto che ho reperito e stampato, ho inquadrato dei punti notevoli da seguire per raggiungerla, e così con le immagini fisicamente sotto gli occhi siamo andati a fare la ricognizione che ci ha fatto individuare con certezza la sua "porta d'ingresso".
Passata questa, quindi ne abbiamo percorso un breve tratto giungendo fino ad una targa metallica con la scritta "A.V.G.S." (Alta Via Gran Sasso), con lo scopo di conoscere il terreno e l'ambiente per eventuali future scalate nella zona.
giovedì 18 agosto 2011
^^montagna: "VIA ALLETTO-CRAVINO"
Io, Mauro e Gino abbiamo arrampicato questa via alpinistica sull'anticima della Vetta Orientale del Corno Grande, aperta il 30 settembre del '56 dalla cordata dei due forti scalatori che le diedero il nome.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
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