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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

giovedì 16 agosto 2012

^^montagna: "VIA DELL'INCONTRO"

Salendo nel Vallone delle Cornacchie dalla Madonnina (Prati di Tivo-Gran Sasso), proprio alle spalle del rifugio "Carlo Franchetti" c'è la caratteristica forma triangolare della parete ovest dell'anticima settentrionale della vetta orientale del Corno Grande.
Su questa parete con "linee" da alpinismo classico si snodano due "vie" vicine tra loro.
Ad agosto del 2011 scalammo quella più a sinistra, l'ALLETTO-CRAVINO (anche su questo sito). Oggi invece saliamo sull'altra, la VIA DELL'INCONTRO aperta da Massimo Marcheggiani e Roberto Mancini il 29 agosto del 1981.
I primi due tiri di corda sono caratterizzati da una linea tutto sommato verticale, con alla base un'evidente fessura-camino che porta sulla grande cengia che taglia la parete.
Abbiamo seguito poi un breve muretto ricco di appigli dal quale s'intuisce un camino-canale verticale molto bello da risalire. Alla sua fine ho sostato su una selletta che forma un pulpito.
Da questo punto chiaramente ci siamo indirizzati a destra su una marcata cengia in lieve ascesa.
Proseguendo ancora per poco su questa stessa struttura, una volta superato uno spigoletto appena pronunciato si va a sinistra in verticale fino ad un comodo terrazzo.
Solo dopo essere ripartiti da questo, ancora dritti in alto per placche finalmente riusciamo a scorgere il punto di riferimento di questa via, cioè un caratteristico tetto ad arco. Si sosta quindi su una rampa inclinata già vista quando arrampicammo lo scorso anno sull'Alletto-Cravino.
Ci siamo spostati per poco verso destra su questa rampa fino a trovarci proprio sotto il tetto che deve essere aggirato alla sua sinistra. Questo è il primo tratto chiave della via. Su rocce un po' instabili, in forte esposizione verticale si rimonta il tetto arcuato per arrivare su un comodo ripiano. Bello!
Segue subito dopo il secondo tratto chiave. Prima ho scalato una paretina appigliata con rocce ancora instabili, e poi quando la verticalità sopra la mia testa è diventata troppo impegnativa, sono andato sull'unica linea da seguire che è quella di una diagonale a sinistra. In un terreno "smontabile con le mani", molto cautamente ho aggirato da vicino un dolmen semovente. Quindi ancora alcuni passi su una cengia espostissima e poi finalmente sono giunto in sosta.
Da qui sono ripartito per l'ultima lunga (60 metri) sfilata di corda. Ancora in diagonale a sinistra, ma su rocce che si abbattono in pendenza. Di seguito per la linea più diretta verso l'alto e, superati dei muretti da non sottovalutare assolutamente, siamo usciti dalle difficoltà alpinistiche.


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