La mia foto
PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea e dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.); e sin da ragazzo frequentatore della montagna, davanti a lei costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

mercoledì 25 febbraio 2009

--immersioni: "DISPOSITIVO AMPLATZER"

"DISPOSITIVO AMPLATZER"
Questo romanzo di Giacinto Marchionni delinea una storia originale, in cui i veri protagonisti sono forse la passione per le immersioni e il mondo marino, parafrasando l'Autore un vero e proprio "viaggio dentro l'acqua" ricco di risvolti allegorici. L'abilità dell'Autore è proprio nel rendere scorrevole e coinvolgende una narrazione originale e suggestiva, così che le immersioni diventano simbolo delle sfide dell'uomo all'esistenza, componendo un romanzo di grande forza sul piano allegorico. (L'Editore)

febbraio2009
ISBN 978-88-7433-551-0
Edizioni Tracce - Pescara

INTRODUZIONE
A volte parlando d'immersioni con conoscenti ed anche amici di vecchia data mi rendo conto, guardando l'espressione dei loro volti e da quello che mi dicono, che non abbiano ben chiaro perchè e che cosa uno vada a fare sott'acqua. Le loro incomprensioni ed interrogativi si stampano ulteriormente sui loro visi quando, nelle domeniche d'inverno, mi vedono partire per andare sotto i flutti.
Probabilmente nelle loro menti c'è l'immagine stereotipata di sub che s'immergono in caldi mari tropicali, oppure la fotografia di sommozzatori con le bombole sopra le spalle che, sotto le pericolose onde, vanno ad ammazzare pesci da mangiare o mostri marini. Forse quest'icona poteva andar bene negli anni '50, '60 e '70, quando schiere di sub, grazie alla commercializzazione dell'autorespiratore, hanno iniziato a scendere sott'acqua con lo schioppo in mano, riempiendo carnieri pieni di prede.
La realtà odierna è ben lontana da questa cartolina turistica spettacolare che si trova ancora immagazzinata nei pensieri della stragrande maggioranza delle persone che conoscono per sentito dire l'attività subacquea.
I tempi sono cambiati, e quella che una volta poteva essere l'unica motivazione dell'andar sott'acqua, la passione venatoria, ora è soltanto un lontano ricordo evocato alla vista di qualche fotografia in bianco e nero raffigurante un sorridente sommozzatore con muta, bombole in spalla, fucile in mano ed ai suoi piedi una schiera di pesci infilzati dal suo arpione.
Più che mai al giorno d'oggi il tempo è prezioso, è denaro, in ogni attimo della giornata esso deve essere speso bene, deve fruttare, deve dare un tornaconto. Il fatto di fluttuare in un mondo senza peso, placido, onirico, con lenti movimenti, ci allontana almeno per qualche tempo dalla frenesia quotidiana.
Come gli alpinisti e gli escursionisti girovagano sulle montagne, i "sommozzatori sportivi" vanno sott'acqua senza nessuna motivazione utilitaristica, solo per il gusto di farlo e vedere cose inconsuete.
Ho deciso di prenedere carte e penna e raccontare quella che per me è una passione veramente grande.
Per quanto possa esser lunga una discesa, sessanta, cento minuti o più, sembra sempre che il tempo sia volato via e bisogna per forza di cose, purtroppo, risalire per riattraversare la linea di confine tra acqua ed aria.
Ogni tuffo è cosa a sé, e la storia di un "sommozzatore" non è altro che la somma delle tante piccole, ma grandi, storie delle sue immersioni.
... Giacinto Marchionni