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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

lunedì 10 aprile 2023

--immersioni: "LAGO DI COTILIA"




Il Lago di Cotilia, o Paterno, è un piccolo bacino di origine dolinica (sinkhole) di forma ovoidale che si è formato per il crollo e lo sprofondamento del soffitto della grotta che occupava quello spazio, successivamente colmato da acqua di falda.
La fitta vegetazione che circonda il laghetto e la tranquillità del posto, rendono l'atmosfera fuori dell'acqua piacevole per una classica scampagnata.
Iniziato il tuffo, però, di colpo la musica cambia.
Le condizioni d'immersione sono severe sia per la visibilità appena sufficiente a causa di sospensione fangosa, che dalla temperatura dell'acqua che nel punto di massima profondità a 56 metri tocca all'incirca i 6°C, a volte anche meno, a prescindere dalla stagione.
Una volta con la testa sott'acqua siamo scesi fronte alla parete che da verticale in breve è divenuta strapiombante, a testimonianza dell'origine carsica della grotta.

lunedì 3 aprile 2023

^^montagna: "SUPERCANALETA"




Logicissimo ed elegante itenerario d'alpinismo invernale sulla parete nord di Punta Macerola nel Massiccio del Sirente, che con i suoi 500 metri di dislivello (totali 1100 metri), ed i più di 900 metri di sviluppo, richiede un buon impegno fisico.
Nella parte bassa la via prima parte dritta, per poi sfruttare una stretta goulotte che diagonale sale da destra a sinistra tra verticali pareti rocciose. In questo tratto abbiamo trovato l'unica interruzione del manto nevoso, un salto di un paio di metri che abbiamo superato alla sua destra.
Questo corridoio, quando esce dalle pareti incassate, termina su di un'aerea e panoramica selletta da dove prosegue piegando a destra per risalire lungamente un'ampio canalone che noi abbiamo trovato in gran parte con neve pesante che ci ha rallentato ed affaticato.
Siamo quindi giunti nella sezione alta della scalata, alla base dell'anfiteatro che sorregge la linea di cresta, dove abbiamo cercato in alto il punto libero dalle cornici sommitali dal quale siamo usciti dalla via, mentre all'estrema destra del semiarco vedevamo e sentivamo gli effetti di un importante slavinamento.
Abbiamo riguadagnato la base della parete nord scendendo per il Canale Gemello di sinistra, quindi successivamente giù per la bella faggeta.