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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

mercoledì 22 dicembre 1993

--immersioni: "ISOLA DEL GIGLIO"


Sull'estremità settentrionale dell'ISOLA DEL GIGLIO, in Toscana, c'è la PUNTA DEL FENAIO. Sott'acqua in quella zona si possono effettuare diverse immersioni. Con Paolo scegliemmo quella che era caratterizzata da un fondale composto da una bellissima franata, riccamente popolata di forme di vita subacquea. Era piena di rocce accatastate che creavano un'infinità di spacche, cunicoli, passaggi e grotticine. Quel giorno sott'acqua non trovammo un'eccellente visibilità, cosa peraltro che non ci condizionò affatto vista comunque la bellezza del posto. Nella prima fascia di profondità incontrammo una "prateria" di piccole gorgonie bianche, le eunicelle stricta, che man mano che aumentava la profondità lasciavano il posto alle dominatrici in assoluto dell'orizzonte sommerso: le gorgonie rosse. Spettacolo assoluto! Popolavano letteralmente ogni anfratto possibile dov'era possibile radicarsi ed erano di tutte le dimensioni, da quelle simili a piccoli ventaglietti a quelle grandi come alberelli. I loro rami sembravano gonfi a dismisura a causa dei polipi espansi, solo alcune avevano le braccia rosse asciutte perchè le colonie tentacolate che vivevano al loro interno si erano per qualche motivo ritirate dentro. La lieve corrente presente, loro apportatrice di sostanze nutritive, investendole, elasticamente le faceva elegantemente flettere ed ondeggiare. Noi due cautamente scivolavamo tra questa sterpaglia rossastra che diveniva tale solo quando la illuminavamo, altrimenti appariva di color nero. Così trascorremmo tutto il nostro tempo fino a raggiungere la massima profondità che per quell'immersione fu di una cinquantina di metri circa. Risalendo incontrammo una bella GRANSEOLA, un grosso crostceo con le lunghissime chele, con la quale giocammo un po' prima di riprendere la strada verso la superficie.