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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, e dal 1981 con autorespiratori A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.; sin da ragazzo frequentatore della montagna, davanti a lei costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 29 maggio 2018

^^montagna: "TRE PER TRE"


I vari canali dei versanti settentrionali del Terminillo sono ancora pieni di neve oramai trasformata ed alla fine di questo mese di maggio '18 offrono opportunità per belle uscite scialpinistiche.
Partiti nei pressi del rifugio Sebastiani andiamo in vetta per l'asciutta cresta est e poi affrontiamo la prima discesa con gli sci (difficoltà O.S.A.) nel canale alla destra orografica del Canalone Centrale e, ramponi ai piedi, per questo torniamo per la seconda volta in cima.
Dal geografico cippo sommitale la seconda sciata l'andiamo invece a fare con divertimento assoluto nel non lontano canalone nord (difficoltà B.S.A), tantè che arrivati giù in basso per quanto ci era piaciuto decidevamo di riscalarlo nuovamente tutto e, visto che c'eravamo, perchè non andare per la terza volta sul punto più alto del massiccio?
Ed allora via così con la successiva ancora più sfiziosa sciata sempre per il canale nord.
Alla base di questo brevemente rimontiamo alla selletta sopra "Le Scangive", dando uno sguardo in alto alle oramai secche vie invernali e quindi con sopra la testa il panorama di tutto il versante nord della montagna, rientriamo per la meritata birra.

mercoledì 23 maggio 2018

^^montagna: "PUNTA TRENTO"


Bella salita con i ramponi alla Punta Trento (2242mt) nel gruppo del Velino passando prima per lo Iaccetto di Capo Pezza, con uscita a 45° sulla cresta, e poi per il Colle dell'Orso.
Ho quindi raggiunto la croce di vetta del non lontano Costone situato proprio sopra il rifugio Sebastiani, nei pressi del quale sono sceso sciando sopra un "firn" eccezionale!
Ricalzati i ramponi sono risalito al Costone e dopo aver ripercorso i passi fatti all'andata, esattamente nel ripido punto dove avevo scollinato in salita ho iniziato la bella e continua sciata fino al limite inferiore della neve a 1800 metri circa di quota.

lunedì 21 maggio 2018

^^montagna: "VIA IMPESTATA"




Gruppo del Velino: cresta a nord-est di Punta Trieste.
"VIA IMPESTATA" (Giacinto Marchionni 19 maggio '18; AD+/III°/50°/sv.220 mt)

Arrivando al termine della strada sterrata che conduce ai Piani di Pezza, davanti si prospetta uno sfondo di montagne rocciose con in primo piano, al centro e poco distante una montarozzo che da questo punto di vista appare completamente ricoperto da faggi detto Colle delle Trincere.
A destra di questo colle e su sentiero segnato ci s'indirizza per la Valle Cerchiata ed il Rifugio Sebastiani mentre a sinistra, per libera traccia, si va a finire alla base degli spalti di roccia che sostengono una variegata e rotta linea di cresta che con direzione nord-est allinea la Punta Trieste con un'altra decisamente più bassa detta La Castelluccia.
Per guadagnarsi queste pareti il dazio da pagare è stato quello di orientarsi in una faggeta a tratti anche molto fitta, definita da noi "impestata" appunto, che comunque abbiamo deciso di affrontare e dalla quale siamo usciti a 1750 metri circa, oggi stessa quota d'inizio della bella e dura neve trasformata di primavera.
Calzati i ramponi salgo quindi prima verso destra e poi verticalmente sulla massima pendenza individuando il punto debole di questa prima fascia di calcare verticale: un camino/canale che interrompe la continuità della parete.
Con attenzione passo dal culmine del cono nevoso alle rocce e dopo aver tolto i ramponi, preferisco così, continuo la scalata dentro questa struttura completamente asciutta che per una lunghezza di una trentina di metri mi "offre" su roccia poco compatta e zolle passaggi di III°-, ma da me vissuti in maniera più "impestata" in quanto arrampicati slegato, con in più ai piedi gli scarponi da scialpinismo, bastoncini e sci dietro lo zaino. Per ciò già dopo esser progredito qualche metro in alto nel camino arrivo ad un punto nel quale l'idea di disarrampicare in queste condizioni per tornare giù non mi sfiora neppure, devo continuare ad andar sopra.
L'ultimo delicato movimento prima di uscire da questo pezzo "impestato" è un breve traverso a dritta di qualche metro con i piedi in equilibrio su roccette incastonate nella terra, e ciuffi d'erba come prese per le mani.
Pestando di nuovo con gli scarponi la ritrovata neve mi ricavo una piccola ma stabile piazzola sulla quale, con più che oculati movimenti, ricalzo i ramponi che con le loro punte fortemente aggrappate nel solido "firn" appenninico di primavera, finalmente mi fanno tornare a vedere in maniera meno "impestata sia gli orizzonti di fuori, cioè il pendio nevoso che mi manca ancora da scalare, che quelli di dentro.
Un'inclinata rampa a 45/50° sempre a destra infatti è l'unica zona libera di una compatta e verticale parete che su tutto il lato sinistro non lascia alcuna possibilità.
Senza fretta e misurando ogni passo mi c'indirizzo fino ad uscire sulla linea di cresta a quota 1950 metri circa.
Dopo essermi riposato un po', aggancio gli sci per fare qualche divertente curva nell'ampia conca che si forma tra la cresta sulla quale mi trovo e l'altura di Capo di Pezza fino al termine della neve al limitare del bosco e poi di passo ai Piani di Pezza.

domenica 13 maggio 2018

--immersioni: "INSOLITI GIRI"


Mentre sto "sommozzando" da solo dentro l'acqua fredda, profonda e buia di un lago, è lo stretto e penetrante fascio di chiarore emanato della mia torcia subacquea ad illuminare non solo la strada che di lì a poco percorrerò, ma soprattutto la curiosità, la voglia d'esplorazione e la fantasia.

lunedì 7 maggio 2018

--immersioni: "CHIARI E SCURI"


In quest'immersione d'inizio maggio nel Lago di Scanno (AQ), nei primi metri sotto la superficie stranamente trovo buona visibilità e temperatura di 13°. Conoscendo però le peculiarità del sito non m'illudo, immaginando già perfettamente a cosa andrò incontro.
Difatti sul fondo attraverso fasce d'acqua buia e torbida che si aprono appena per 20-30 centimetri davanti al vetro della maschera con temperatura di 6°C nelle quali, comunque, riesco ad orientarmi per ritrovare una solitaria paretina rocciosa che in questo deserto sommerso di limo e di fango diventa motivo di curiosità.
Più su, invece, sempre tra i chiari e gli scuri delle nuvolaglie di sedimenti lacustri che vanno e vengono, la mia attenzione è catturata da una serie di relitti di barche in legno ed anche, purtroppo, da altri residuati gettati nel lago incivilmente utilizzato così come pattumiera.
Riemerso, poi all'aria mi godo il chiaro piacere per gli occhi delle sponde di un bel posto d'Abruzzo tra monti e boschi.