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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea e dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.); e sin da ragazzo frequentatore della montagna, davanti a lei costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

lunedì 24 ottobre 2022

^^montagna: "VIA ANTONELLA"



Abbiamo scalato sulla parete di nord-est del Terminillo (RI) la "Via Antonella" (Bruchetti e Catini estate 1977), di un'ottantina di metri di lunghezza, pari cioè ad un paio di tiri di corda.
Al termine, poi abbiamo continuato con ineccepibile logica alpinistica ed inaspettati scorci, tra creste, paretine, incisi canali d'erosione ed un bellissimo tiro verticale nella sezione alta della scalata, in una linea che si snoda sulla cresta a mancina dello Spalto di destra, con uno sviluppo totale di cordata di circa 200 metri.
Tutta la salita l'abbiamo effetutata valutando sempre attentamente prese ed appoggi.
Con breve avvicinamento di una mezz'oretta dal Rifugio Sebastiani, abbiamo risalito l'erta del ghiaione morenico fino al punto in cui la cresta d'attacco arriva più in basso, per poi risalire qualche metro a sinistra fino ad una rientranza erbosa, proprio sotto un breve camino appena accennato che rimonta verso destra.
Risalito il camino per 8 metri, abbiamo guadagnato la cresta per andare verticali su fessura/camino, IV°+, e superato un rimonto delicato attrezziamo sosta dopo 40 metri.
Per 30 metri poi siamo andati su un'esile crestina, III°, con ai lati profondi canaloni per sostare sull'erosa parete a sinistra su spit e chiodo.
Verso destra quindi per un canalino detritico fino ad un aerea selletta (qui termina la via Antonella), quindi piegando a sinistra abbiamo scalato un bella cresta per tutta la sua lunghezza, III°, ed attrezzare sosta dopo 50 metri sotto un tozzo spuntone.
Da questo punto siamo scesi un paio di metri, chiodo, per risalire successivamente tutto il canale detritico,III°, chiuso tra alti spalti fin dove esso muore, sfilando 40 metri di corda e montare sosta.
Con attenzione su terreno esposto e non difficile, II°, però improteggibile, abbiamo traversato a sinistra per 8-10 metri a riguadagnare il corpo principale della cresta per ritrovare roccia decisamente migliore e scalare verticali sul tratto più bello della via, IV°+/V°-; superato quindi dei ginepri, abbiamo attrezzato la sosta dopo 50 metri.
Tra rocce ed erbe ripide, III°-, tenendoci sempre poco a destra del filo di cresta, oramai meno delineato, dopo 40 metri siamo giunti sul culmine tondeggiante.
Con attenzione per una ventina di metri, II°-, siamo poi scesi all'evidente e comoda sella sottostante.
Da qui, vicini alla vetta del Terminillo, la prima possibile soluzione sarebbe stata quella di scalare per una sfilata di corda le rocce che avevamo di fronte, ad occhio stimate non difficili oppure, come abbiamo preferito, salire per breve ed ampio canale detritico ed erboso alla nostra sinistra, per giungere velocemente in punta.
Essendo tutta la via rivolta a nord, per tutta la salita siamo praticamente rimasti a ridosso dei forti venti di sud-ovest, per altro indicati dalle previsioni meteo, che ci hanno investito solamente una volta giunti al cippo sommitale e durante la veloce discesa per la cresta di nord-est.

venerdì 21 ottobre 2022

--immersioni: "UNA BARCA"




Anche l'anonimo relitto di una piccola barca da sempre persa a 76 metri di profondità nel Lago di Castelgandolfo, suscita curiosità. Continuo poi la discesa fino ad un'ottantina di metri incontrando un sedile semisepolto dal fango.

giovedì 13 ottobre 2022

--immersioni: "PRENDERE O LASCIARE"




_ 110 metri _ 153 minuti _ temperatura acqua 24°C-15°C _ e.c.c.r - diluente trimix 10/51 _

A volte il tempo è tiranno.
Sarei dovuto partire poco dopo mezzogiorno di venerdì da Pescara.
Guidare per 750 chilometri.
Cenare ed andare a nanna.
Sabato mattina immergermi.
Il pomeriggio rimettermi in strada per i 750 chilometri del rientro.
Avevo a disposizione solamente 36 ore.
O questo o niente.
Prendere o lasciare.
Acchiappo tutto.
Profondo tuffo solitario nello Ionio Calabrese in località Lazzàro, poco a sud dello Stretto di Messina.
Nell'acqua con ottima visibilità inizio l'immersione andando oltre una linea di massi sommersi per atterrare ad 8 metri.
Continuo sopra un fondale di sabbia grossa.
Ad una cinquantina di metri supero il netto bordo che delimita un gradone.
Scendo così fino a 70 metri, poi accosto verso sinistra per guadagnare una costola di roccia la cui direttrice è esattamente sulla massima pendenza.
Lungamente la seguo ed esploro verso il basso.
Via via che la profondità aumenta, la luce gradatamente ma costantemente diminuisce.
Aggiro uno scoglio e vedo centinaia, no migliaia di gamberetti semitrasparenti parapandalus narval che sciamano sul fondo e formano un vasto tappeto brulicante che ondeggia scartando impaurito quando investito dall'improvvisa luce del mio faro sub.
Arrivo a 110 metri.

Giacinto Marchionni

giovedì 6 ottobre 2022

--immersioni: "QUEL MAZZOLIN DI FIORI"




... che non vien dalla montagna.
Immersione lacustre con doppio e.c.c.r. / 91 mt. / 145 min.