La mia foto
PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

mercoledì 27 dicembre 2023

^^montagna: "SAPORE UNICO !"




(Monte) AMARO ABBRUZZESE !
Sebbene analcolico, dopo averlo assaporato taglia sempre le gambe!
1500 metri di dislivello su neve non portante per quasi tutta la traccia per salire in cima alla vetta più alta del massiccio della Majella, il Monte Amaro a 2793 metri s.l.m.

lunedì 11 dicembre 2023

^^montagna: "GLI SPERONI DELLA MENTORELLA"


Concatenamento alpinistico (450 metri di sviluppo totali con difficoltà fino al V°/D), nei Monti Caprini dell'Appennino Laziale sui così detti Speroni della Mentorella; delle costole rocciose incastonate nel bosco di lecci che fittissimo ricopre questi versanti.
Lasciato il Santuario della Mentorella, siamo secesi nella Valle Streppara per raggiungere alla base del quinto sperone l'attacco della via "Verso le nuove stagioni", (Abbate-Frezza; 25 agosto 1981) che si snoda su di un'aerea cresta stratificata.
Usciti da questa via quindi siamo ancora ridiscesi per la stessa valle per spostarci poi sul quarto sperone ed andare a scalare "Uomini dei boschi", (Abbate-Risi; 9 giugno 1988) che sale per una successioine di placche e paretine con calcare che regalava alle scarpette un "grip" fantastico!
Solo nella prima sfilata di corda di ognuna delle due ascensioni ci siamo mossi con delicatezza a causa dell'umidità residua presente sulle rocce nelle zone in ombra proprio in corrispondenza dei metri iniziali, per il resto il vero piacere dell'arrampicata unito al piacere di stare in mezzo a monti che regalano atmosfere solitarie e rilassanti panorami a 360°.
Terminate le difficoltà alpinistiche abbiamo risalito nel bosco la ripida erta verso il piccolo ed arroccato Santuario della Mentorella dove siamo rientrati dopo aver scalato a braccia su di una corda fissa l'ultimo tratto verticale.



martedì 21 novembre 2023

--immersioni: "SEXBOMB"




Tutte le curve al posto giusto che con perfetto raggio sembrano essere state tirate con un compasso!
W O W !
Cos'altro aggiungere?
Profondo tuffo lacustre a 94 metri per 135 minuti in totale, effettuato con doppio apparato a circuito chiuso nel Lago di Albano/Castelgandolfo (Roma).

domenica 22 ottobre 2023

^^montagna: "P.E.C."




In una ventosa giornata d'ottobre saliamo al monte Prena (2561 mt), per la Via Brancadoro.
Scesi con la via Normale al Vado di Ferruccio (2233 mt), ci dividiamo.
L'amica prosegue verso il basso mentre io percorro l'articolato saliscendi verso il Camicia che offre bellissime visuali.
Scalato quindi l'incassato ed un po' rotto canalino di nord-ovest, giungo in vetta del Camicia (2564 mt).
Sulla linea della discesa scialpinistica invernale del Paginone, in alto tra ghiaie un po' ripide ed in basso tra erbe gradinate, scendo fino al sentiero della vecchia Miniera di bitume dove ci rincontriamo.

giovedì 12 ottobre 2023

^^montagna: "PER CIAMMARICHE"




Sulla Majella Orientale, alla Cima della Stretta di Fara San Martino (CH), non avevamo di meglio da fare che andare per ciammariche!

lunedì 9 ottobre 2023

--immersioni: "IL RELITTO DI TORRE FARO"




Arrivato sul relitto volevo scendere sul suo lato di sinistra, la nave è appoggiata sul fondo in assetto di navigazione con la prua rivolta verso terra, ma un fastidioso residuo di "montante", la corrente che dal Mar Ionio risale verso nord al Tirreno, mi avrebbe reso la sommozzata più lavorata nonostante mi aggrappassi con le mani al fondale.
Allora mi sono ridossato dal flusso dell'acqua a dritta della nave riparato dalla struttura metallica, e così sono giunto nella zona poppiera a 70 metri, transitando al lato alla boscaglia di paramuricee cresciute sulle lamiere.

domenica 1 ottobre 2023

--immersioni: "ALLA TURCA"




Il relitto tedesco affondato nella II^ Guerra Mondiale, conosciuto come la "Bettolina" di Lazzàro, giace parallelo alla linea del bagnasciuga, adagiato appena alla sua mancina su grosso sedimento sabbioso ad una quarantina di metri di profondità.
Seppur di dimensioni ridotte rispetto ad altri e più interessanti navigli sommersi che ho visitato, ho sempre un ottimo colpo d'occhio quando lo vedo spuntare di prua nell'azzuro del mare.
Lasciandomelo sfilare sulla sua sinistra passo davanti al piccolo bagno di bordo alla turca per la precisione e che, manco a dirlo, è sempre libero nel caso del bisogno!"

domenica 24 settembre 2023

--immersioni: "BLU"




103 metri per 140 minuti:
dentro un blu intenso che ammantava tutto, non solo gli occhi, solitaria e profonda immersione in circuito chiuso nel Mar Ionio della Calabria.
Arrivato a 70 metri ho seguito ed esplorato una costola di roccia, di poco elevata dal pavimento sabbioso, che indirizzandosi verso il basso sulla massima inclinazione mi faceva guadagnare decisamente quota.
Un fitto sciame di gamberetti stazionava nei pressi delle rocce alla massima profondità che ho raggiunto.
Interessante è stato curiosare abbarbicato agli scogli il "coralligeno" Mediterraneo.
Mentre dai 70 metri rimonto un alto gradone che mi condurrà a 50 metri, osservo un intreccio di cime, lenze e nasse oramai incrostate e per sempre perse qui sotto e che, anche se innaturali, creano alla vista piacevoli giochi geometrici ai quali dedico videoriprese.
Continuo la risalita e la decompressione, nonostante lunga, mai noiosa, anzi. Mi diverto infatti ad osservare nella colorata luminosità del bassofondo la scogliera sottocosta.

mercoledì 13 settembre 2023

^^montagna: "MONTE CRISTALLO"




Per il suo versasnte di sud-est solitaria ascensione al Cristallo, imponente cima delle Dolomiti Ampezzane che poco regala.
Sulla poco frequentata Normale, via Grohmann, si riesce a respirare ancora l'atmosfera dell'epoca pionieristica dell'esplorazione dolomitica. Pareti verticali, incassati canaloni, guglie erose decorati da silenzi che saziano l'alpinista.
Anche se indicata da numerosi ometti, che in certi punti sono troppi e fuorvianti, la via normale è una salita alpinistica con passaggi fino al III° che richiede sia un ottimo allenamento per affrontare i suoi 1400 metri di dislivello, che l'abitudine a muoversi su roccia non sempre solida e cengie cosparse di ghiaia.
Alle sei del mattino sono partito dal Passo Tre Croci (1808mt), e dopo essere transitato per bosco e pini mughi un'oretta dopo raggiungevo il Col de Varda.
Da qui traversavo alla mia destra, sinistra orografica, per entrare e faticosamente risalire la ripida e cedevole Grava delle Cerigeres, la valle morenica tra il Cristallo ed il Piz Popena che nell'ultimo centinaio di metri diventa ancora più inclinata e sdrucciolevole. Con movimenti ragionati superavo il tratto, al momento ricacciando indietro il pensiero di come più tardi sarebbe stato scenderci, e guadagnavo l'incassato Passo del Cristallo a 2808 metri.
Il tempo di riprendere fiato mentre osservavo abbarbicato alla parete un diroccato avamposto Italiano della Grande Guerra, che sopraggiungeva un altro alpinista solitario.
Dopo veloce presentazione, per anticipare e non avere sopra la testa altri tre austriaci che nel frattempo stavano arrivando al valico, abbiamo deciso di ripartire assieme, approfittandone così anche per scambiarci foto.
Dopo aver aggirato un vecchio ed inaffidabile ponticello in legno marcio che supera un intaglio, si entra e si percorre la Grande Cengia Inferiore che traversa il versante sud-orientale del Cristallo, quindi per canalini, camini e gradoni di roccia, in un percorso d'arrampicata serpeggiante si arriva sulla Grande Cengia Superiore, o Cengia Collare.
Per un tratto non lungo e molto panoramico, su questa ci si sposta a sinistra fino a dover effettuare passi in traverso sotto un piccolo tetto che conducono ad un comodo pulpito posto sul filo di uno sperone, dal quale giù in basso si vede Cortina d'Ampezzo.
Oramai si è sui 3000 metri, e si intuisce che questa è la lunga, bella ed aerea cresta finale, però da non prendere sotto gamba.
Dal pulpito dritti si rimontano alcuni metri sul non intuitivo muro di fronte, poi si scala lungamente prima un camino ben appigliato e di seguito in esposizione totale placche, diedrini e risalti con a destra e sinistra spettacolari affacci su rocce verticali fin quando, oramai in vista della vetta, la pendenza abbatte consentendo di raggiungerla camminando.
Finalmente in punta di questo Cristallo a 3221 metri di quota da cui si gode una splendida visione a 360° sui monti lontani, ed a breve sulla sottostante vetta del Popena, le Tofane, i Cadini di Misurina, la Croda Rossa d'Ampezzo e le Tre Cime.
Dopo praticamente 5 ore continue di movimento, scalata e fatiche, stare anche pochi munuti immobile e seduto mentre mi rifocillavo era una ricarica.
Mi sono goduto ed ho memorizzato a pieno quell'indelebile manciata di tempo.
La giornata soleggiata, senza nuvole né vento e la piacevole temperatura m'invitavano a dilatare la pausa, ma il pensiero della discesa lunga ed articolata faceva tornare alla realtà dell'azione concreta, ed allora dopo aver firmato il libro di vetta mi lasciavo alle spalle la sua croce metallica.
La discesa è per forza sulla stessa linea di salita, mettendo in conto nel caso anche l'eventualità di alcune calate in corda doppia.
Cautamente, con grande attenzione e concentrazione ho dissarrampicato tutta la via verso il basso, prendendomi anche le necessarie pause.
Incrocio gli austriaci che intanto stavano ancora venendo su.
Ripercorsa quindi la Cengia Inferiore e raggirate le traballanti assi di legno si ritorna al Passo del Cristallo.
Proprio sotto di questo come all'andata c'era l'ultima difficoltà, che anche se affrontata camminando è il pezzo più insidioso perchè in discesa, in traverso, su terreno ripido, scivoloso e praticamente improteggibile a causa della pessima qualità della roccia.
Con movimenti lenti, valutati e d'equilibrio, conditi anche con parolacce e qualche santo, superavo anche questa.
Con le gambe che iniziavano ad essere pesanti e sotto il sole in vetta piacevole ma in basso veramente caldo, rimanevano ancora da scendere l'estesa pietraia della grava ed il sentiero verso il Passo Tre Croci.

lunedì 11 settembre 2023

--immersioni: "LAVORI IN CORSO"




Albano Lake
_91 metri
_2 ore e 20 minuti
_doppio e.c.c.r.
Al lavoro, e c'è anche il cartello indicatore!

domenica 27 agosto 2023

^^montagna: "TUTTA UNA TIRATA 2"



2793 metri di dislivello sono stati quelli che abbiamo salito in un'unica tirata.
Partiti in bicicletta da Pescara, nella notte abbiamo pedalato per 70 chilometri fino a Passo San Leonardo a 1280 metri di quota.
Scesi quindi di sella, dopo aver mangiato, bevuto qualcosa e recuperate un po' di energie, messi gli zaini in spalla prima dell'albeggiare abbiamo iniziato l'ascensione dei 1500 metri verso il tetto del Massiccio della Majella, il Monte Amaro a 2793 metri sul livello del mare.
Usciti dal bosco, invece di andare al centro della Rava della Giumenta Bianca, o Direttissima, abbiamo preferito rimontare sulla cresta che ripidamente la chiude alla sua destra orografica, e per questa metro dopo metro fino in vetta.
L'essenza del viaggio è il viaggio stesso.

mercoledì 23 agosto 2023

^^montagna: "CRESTA OVEST DELLA TERZA SPALLA"



Nonostante abbia già ripetuto questa via alpinistica, che dalla Val Maone risale tutta la Terza Spalla del Corno Piccolo al Gran Sasso d'Italia fino ad uscire dove questa si spegne in prossimità della sella del Canale del Tesoro Nascosto. Le atmosfere solitarie, remote e silenziose, quelle che da sempre preferisco, mi spingono a percorrerla ancora.
Visto lo sviluppo di 550 metri, scegliamo di lasciare il Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo alle sei del mattino ed alle otto siamo all'attacco che è praticamente nascosto alla vista, dopo aver risalito per sfasciumi e prati inclinati sopra la Fonte Popone, che in questa stagione risulta essere meno di un rigagnolo d'acqua quasi asciutto.
Scalando qui, ancora una volta ammiro gli Aquilotti Ernesto Sivitilli ed Osvaldo Trinetti in quell'eplorazione alpinistica, per l'epoca di tutto rispetto, che li portò a trovare questa logica linea che si dipana su terreno da valutare in ogni movimento tra rocce ed erbe ripide.
A mezza via opto di variare la linea verso destra, in affaccio sul Vallone dei Ginepri, su di un tiro di 40 metri che iniziato docilmente con una semplice rampetta appoggiata, via via impennava sempre più fino a diventare verticale con bei passaggi fino al IV°+, protetti a friends, a ricongiugersi con la traccia originale.

domenica 6 agosto 2023

^^montagna: "ANELLO D'INTERMESOLI"



In questo lungo Anello del Pizzo d'Intermesoli di 24 chilometri e 1700 metri di dislivello positivi nel massiccio del Gran Sasso, sono partito dal paese di Pietracamela (1100mt), quindi brevemente nel bosco e di fianco al Rio Arno per attraversarlo e rimontare verso il Colle dell'Asino a 1400 metri di quota.
Lasciati gli ultimi alberi, per ripide erbe e pietraie ho deviato guadagnato prima il Picco dei Caprai (1947mt), e di seguito passando al lato della solitaria e morenica Conca del Sambuco raggiungo il Picco Pio XII° (2282mt).
Ridisceso da questo, riprendo la linea e per bella cresta panoramica salgo sulla Vetta Settentrionale dell'Intermesoli (2483mt), non prima di aver superato poco sotto la cima un breve tratto sdrucciolevole.
Per lunghe pietraie, con davanti agli occhi le bellississime pareti delle spalle del Corno Piccolo e dello scrimone del Corno Grande, raggiungo il Pizzo d'Intermesoli, culmine altimetrico del tour, a 2635 metri.
Iniziata la discesa, per ripide erbe gradinate e sfasciumi di calcare e transitando dentro un paio di strettoie tra roccie erose, arrivo alla Sella dei Grilli (2200mt), che mi ha immesso nella Val Maone che, percorsa tutta verso il basso con alla sinistra gli imponenti Pilastri dell'Intermesoli, mi ha fatto perdere quota fino a farmi rientrare a Pietracamela dieci ore dopo averla lasciata.

venerdì 28 luglio 2023

^^montagna: "MOVIDA NOTTURNA A MONTE AMARO"


Certo è che sulla Majella di movimento ne abbiamo fatto ed anche parecchio per completare questa lunga traversata in notturna, 21 Km e 1800 metri di dislivello positivi.
Partiti alle 23.00 del 22 luglio '23 da Guado S.Antonio (1225mt), siamo transitati per il Monte Rapina (2137mt), Monte Pescofalcone (2567mt), Monte Amaro (2793 mt), Fondo di Femmina Morta (2500mt) e Forchetta Majella (2390mt), arrivando la mattina dopo ai 1234 metri di Fonte Romana.
Lasciando i caldi umidi asfissianti a 35°C della pianura, sapevamo di trovare sulle creste più elevate del massiccio rinfrescanti temperature più o meno attorno ai 14°C, e tanto è stato.
Però il vento che costantemente sibilava sulla montagna con raffiche fino ad 80 Km/ora, ci ha fatto sentire persino freddo, costringendoci così ad indossare giacca a vento, cappello e guanti.
Mentre al buio tra i pini mughi salivamo la lunga cresta del Pescofalcone, a paia come fantasmi ci comparivano dei fanali rossi, erano i grandi occhi dei camosci e dei cervi che silenziosamente ci spiavano.
All'interno del Bivacco Pelino di Monte Amaro, abbiamo recuperato energie con salsiccie, birra, prosecco, riuscendo ad appisolarci sulle brande in legno anche per qualche minuto prima della lunga discesa, effettuata muovendoci sul lunare e chilometrico altopiano di Fondo di Femmina Morta e per Forchetta Majella.



mercoledì 26 luglio 2023

--immersioni: "TERRE SCONOSCIUTE"




92mt/170 min. _ doppio e.c.c.r. _ temperatura: acqua 27°C/10°C; aria 32°C

Profonda e lunga esplorazione in una nuova zona sotto la sponda sud-sud/ovest del Lago di Albano.
Vista l'alta temperature all'aria di 32°C mi preparo ed inizio l'immersione prima del sorgere del sole trovando in superficie l'acqua a 27°C.
Posizionatomi a 10-12 metri, lungamente pinneggio per circa un chilometro prima di raggiungere la direttrice dell'area sommersa che ho prescelto, quindi mi lascio andare giù sulla massima pendenza.
Il fondale è composto da scogli un po' di tutte le dimensioni appoggiati sullo scuro e pendente sedimento lavico sui quali con costanza di progressione guadagno metri su metri.
Con attenzione mi muovo ed illumino queste "terre sconosciute" che, come sempre, assai mi solleticano la fantasia.
Al tempo stesso uguale e diverso, è appunto quella lieve, piccola ed appena percettibile sfumatura di diversità che mi spinge ad esplorare ed andare ogni volta oltre.
Attraverso una fascia d'acqua verticale di una decina di metri praticamente con visibilità nulla nella quale progredisco a tentoni.
Con un orizzonte di quasi zero centimetri, per forza aro il fondale perché di stare in assetto ben sollevato dal fango mi è impossibile, ed in questo modo smuovo altre nuvole di mota ed in questa scivolata nell'orizzonte nullo, rocce appuntite che non vedo mi toccano i fianchi.
Di colpo ritrovo la visibilità e lo stretto fascio della mia luce mi permette di vedere diversi metri in avanti ed in basso.
Anche nello scuro riesco a percepire la pendenza, e la cosa mi è confermata dalla presenza di un netto solco d'erosione scavato nel fango causato dai detriti che scivolano in basso nelle giornate di forti piogge.
Oltrepasso un'isolata scogliera che di poco si alza dal fondo e proseguo.

domenica 16 luglio 2023

^^montagna: "SE SON FIORI, SON FIORITI"




Nell'avvicinamento alla parete nord del Corno Piccolo, sui ripidi prati che la sostengono abbiamo trovato un'esplosiva e colorata fioritura che personalmente non avevo mai incontrato e se non fosse stato per il fatto che stavamo andando a scalare, mi sarei fermato più tempo per fotografare le varie specie floreali.
Abbiamo variato l'attacco della Gigino Barbizzi salendo le prime due sfilate della Carmela, una lunga fessura inclinata che poi decisamente impenna.

martedì 11 luglio 2023

^^montagna: "VIA DELLO SPERONE CENTRALE AL TERMINILLO"




La prima vera e propria vampata torrida dell'estate ce la becchiamo in pieno durante la salita alla Via dello Sperone Centrale sulla parete di nord-est del Terminillo.
Fortunatamente per noi, però, il sole ed il caldo intenso erano attenuati da una brezza costante che ci ha fatto respirare un po' durante l'intera giornata.
La linea della via alpinistica che si svolge praticamente quasi sempre sul filo dello dello Sperone o nei pressi, è molto logica ma con roccia di tutti i tipi che richiede continua concentrazione.
Sulla terza sfilata di corda proprio poco prima di arrivare in sosta, con alcuni passi esposti si aggira un piccolo pinnacolo in un bel tratto di molto aereo e panoramico.

domenica 25 giugno 2023

--immersioni: "LAGO PLACIDO"




101 metri _ 227 minuti _ doppio e.c.c.r.

Contrariamente alle condizioni di lago agitato con ondate frangenti che ho travato al termine dello scorso tuffo in questo posto, oggi all'albeggiare lo specchio d'acqua era placido ed il silenzio del primo mattino era rotto solamente dai lontani richiami di qualche uccello di palude.
Preparati i due autorespiratori a circuito chiuso, alle sei sono quindi pronto per iniziare la profonda discesa.
L'impegno di questo tuffo fondo in questo ben preciso punto è dato da due fattori.
Accumulo dei tempi di decompressione che si incrementano notevolmente quando a causa della pendenza che decrementa, giunto a circa 90 metri per raggiure la batimetrica a tre cifre e spinto solo dalle pinne, ho dovuto percorrere molta distanza aumentando così il "bottom-time".
Non da meno, poi, qui è d'obbligo orientarsi con la bussola perché a vista sarebbe impossibile capire la giusta direzione verso la riva. Senza di essa, la severa eventualità di trovarsi a girare in tondo diventerebbe un fatto concreto.

lunedì 5 giugno 2023

--immersioni: "LAGO AGITATO"




Alla riemersione da un profondo e lungo tuffo (91 metri _ 145 minuti _ doppio e.c.c.r. _ diluente 10/53), trovo la superficie del Lago di Albano agitata da cavalloni frangenti generati da vento forte e teso.
Quando avevo iniziato era praticamente piatto e senza una bava di vento.

lunedì 15 maggio 2023

--immersione: "PENTOLAME ANTIADERENTE"




In fase decompressiva di un profondo tuffo nel Lago di Albano, trovavo un fantastico set di pentolame antiaderente!
Qui sotto dopo aver visto praticamente quasi di tutto, queste effettivamente mi mancavano!

_ 91mt. _ 122min. _ temp.acqua 16°-9°C _

lunedì 8 maggio 2023

^^montagna: "SCIALPINISMO SUL FOCALONE"




Agli inizi di questo maggio troviamo su tutta la nostra lunga traccia scialpinistica dal Rifugio Pomilio fino al Monte Focalone, importanti accumuli di neve che stimiamo anche di un metro e mezzo abbondante che, non ancora "trasformata", in discesa era pesante e delicata da sciare.
L'intenzione iniziale era quella di scendere nell'anfiteatro delle Murelle. Giunti però sul suo ripido imbocco gonfio di imponenti accumuli nevosi, abbiamo preferito variare il programma decidendo di sciare sulla stessa traccia di salita.
Sul costone del Monte Pescofalcone abbiamo notato netto, un esteso distacco da slavina.

martedì 2 maggio 2023

--immersioni: "SPONDA EST"




_ 101 mt. /4h 45min. / temp. acqua 15-9°C _

Era da tempo che m'era venuta la curiosità di esplorare il fondale sotto la sponda orientale del Lago di Castelgandolfo/Albano (Roma), oltre la Sirena. Già il fatto di arrivare fino alla statuina a 90 metri è un bel lavoro, andare quindi più in là avrebbe richiesto decisamente maggior impegno.
Agli inizi del marzo scorso avevo già superato la quota spingendomi fino a 96 metri, scoprendo in risalita a 94 metri il relitto di una barchetta in legno affondata. Per guardare allora oltre la barca mi sono preparato alla discesa che sapevo essere dispendiosa da tutti i punti di vista, sempre da effettuare con la ridondanza del doppio rebreather.
Fatta un'abbondante e calorica colazione, stava albeggiando quando sono arrivato ed alle sette ed un quarto mi sono infilato sott'acqua.
Dopo aver traversato immerso sotto costa per raggiungere la linea guida, su di essa sono sceso verso il basso fino a sorvolare le ultime rocce e sempre guidato dal sottile filo bianco ho raggiunto la Sirena e poi la barca.
Da questo punto in poi sono state le indicazioni della bussola a farmi strada sul fondale sconosciuto, fondale che oramai era divetato un lieve falsopiano con pendenza non percepibile. Con colpi di pinne cadenzati e mai affrettati, nel ristretto orizzonte visivo generato dall'illuminatore, avanzavo con attenzione.
Osservavo "dentro" il mio respiro ed osservavo fuori il buio deserto piatto di melma.
Centouno metri al 44° minuto stanno a significare decompressione corposa: era il momento di voltarmi di 180° per la risalita.
Come all'andata, anche nel ritorno verso le lontane rocce site tra i 70 ed i 60 metri, la quota diminuiva pianissimo. Se poi da questa linea retta che stavo seguendo divagavo anche di poco, come ho fatto perchè incuriosito da un solitario scoglio sul quale ho voluto dare un'occhiata più da vicino, allora è stato normale che ho dovuto scontare un run-time finale di 4 ore e 45 minuti.
Riemerso alle tredici esatte, ero nello stesso momento soddisfatto, stanco ed affamato.
Il tempo di cambiarmi e mettere a posto l'equipaggiamento, e via in uno dei chioschi a bordo lago dove mi sono fatto preparare uno sfilatino di pane abbondantemente riempito con porchetta.

lunedì 10 aprile 2023

--immersioni: "LAGO DI COTILIA"




Il Lago di Cotilia, o Paterno, è un piccolo bacino di origine dolinica (sinkhole) di forma ovoidale che si è formato per il crollo e lo sprofondamento del soffitto della grotta che occupava quello spazio, successivamente colmato da acqua di falda.
La fitta vegetazione che circonda il laghetto e la tranquillità del posto, rendono l'atmosfera fuori dell'acqua piacevole per una classica scampagnata.
Iniziato il tuffo, però, di colpo la musica cambia.
Le condizioni d'immersione sono severe sia per la visibilità appena sufficiente a causa di sospensione fangosa, che dalla temperatura dell'acqua che nel punto di massima profondità a 56 metri tocca all'incirca i 6°C, a volte anche meno, a prescindere dalla stagione.
Una volta con la testa sott'acqua siamo scesi fronte alla parete che da verticale in breve è divenuta strapiombante, a testimonianza dell'origine carsica della grotta.

lunedì 3 aprile 2023

^^montagna: "SUPERCANALETA"




Logicissimo ed elegante itenerario d'alpinismo invernale sulla parete nord di Punta Macerola nel Massiccio del Sirente, che con i suoi 500 metri di dislivello (totali 1100 metri), ed i più di 900 metri di sviluppo, richiede un buon impegno fisico.
Nella parte bassa la via prima parte dritta, per poi sfruttare una stretta goulotte che diagonale sale da destra a sinistra tra verticali pareti rocciose. In questo tratto abbiamo trovato l'unica interruzione del manto nevoso, un salto di un paio di metri che abbiamo superato alla sua destra.
Questo corridoio, quando esce dalle pareti incassate, termina su di un'aerea e panoramica selletta da dove prosegue piegando a destra per risalire lungamente un'ampio canalone che noi abbiamo trovato in gran parte con neve pesante che ci ha rallentato ed affaticato.
Siamo quindi giunti nella sezione alta della scalata, alla base dell'anfiteatro che sorregge la linea di cresta, dove abbiamo cercato in alto il punto libero dalle cornici sommitali dal quale siamo usciti dalla via, mentre all'estrema destra del semiarco vedevamo e sentivamo gli effetti di un importante slavinamento.
Abbiamo riguadagnato la base della parete nord scendendo per il Canale Gemello di sinistra, quindi successivamente giù per la bella faggeta.

martedì 21 marzo 2023

^^montagna: "GRANDE NORD"




La via invernale Grande Nord, tra brevi goulotte, erosi torrioni rocciosi e canalini, risale l'articolato Sperone di Destra della Neviera del Sirente (Peschio dello Scurribile), per uscire a quota 2250 metri circa sulla linea di cresta situata orograficamente a sinistra del caratteristico Altare.
Grazie al fatto d'essere arrivati al suo attacco alle sette del mattino, su tutta la linea di salita abbiamo trovato ottima neve che si alternava al tipico misto d'Appennino, molto ripido in un paio di tratti.

martedì 14 marzo 2023

^^montagna: "SCIALPINISTICA AL BLOKHAUS"




Con sotto gli sci in salita neve molto dura, dai 1310 metri di Passo Lanciano fino alla cimetta del Blokhaus a 2143 metri.
Neve che comunque rimaneva ancora dura nella prima parte della discesa, e che poi nella seconda parte era ottimamente trasformata.

mercoledì 8 marzo 2023

--immersioni: "POI ?"


_ 96 mt. _ 202 min. _ e.c.c.r. _

Già da tempo m'era venuta la curiosità di vedere oltre la statuina della Sirena messa al terminale basso della "linea guida" che ho posato sotto la sponda orientale del Lago di Castelgandolfo.
Preparato il tuffo che vista la quota che prevedevo di raggiungere ed il tipo di fondale stimavo con tempi lunghi, alle sette del mattino iniziavo.
Al 33° minuto arrivavo alla piccola Sirena a 90 metri, la salutavo quindi bussola alla mano sceglievo di "accostare" variando la rotta di discesa da 180°/sud a 135°/sud-est, cioè di 45° alla mia sinistra
Nuotando lentamente nel buio, ed appena sollevato dal piatto fondale melmoso che non offre nessuna possibilità d'orizzontarsi, al 38° minuto raggiungevo i 96 metri dove decidevo di tornare indietro, insomma verso la superficie.
Nella risalita mi ponevo per rotta di 315°/nord-ovest, la rotta inversa dell'ultimo tratto percorso. Logicamente se avessi continuato così sarei tornato dritto alla Sirena, invece dopo un po' per curiosare in un'altra zona ho ulteriormnete variato la mia direzione per rotta 300°. Così facendo sapevo che una volta arrivato al di sopra dei 90 metri, profondità della Sirena, comunque alla mia dritta avrei avuto sempre il riferimento della "linea guida".
Osservavo sempre la bussola davanti a me quando a 94 metri ho scorto una sfumatura chiara, un incuriosente alone appena accennato che da lontano non riuscivo a capire cosa fosse.
Avvicinandomi mi sono reso conto che era la poppa di una una barchetta appoggiata sul fondo in assetto di navigazione.
Dopo tutto quel silenzioso buio fangoso, quel piccolo relitto anonimo e dimenticato rompeva la monotonia del fondale ed in quell'istante mi pareva addirittura ancor più bello dei relitti sui quali fin'ora mi sono immerso.
Essendo in risalita da un tuffo fondo con tempi di decompressione già importanti potevo trattenermi lì solo pochi istanti, giusto per rubare qualche immagine, ripromettendomi di tornarci con più calma.
Per ritrovarlo però dovevo capire quale fosse la sua posizione: dovevo "rilevarla" rispetto o alla Sirena o alla linea guida, ed allora ho accostato e pinneggiato per rotta 0°/nord, dove da qualche parte sapevo fossero più in alto ed a destra.
Un paio di minuti più tardi mi sono ritrovato ad incrociare il bianco e sottile filo-guida ad 88 metri, poco sopra la Sirena. Le mie stime di posizione subacquea avevano, come si dice in navigazione, un campo d'incertezza accettabilmente limitato, in parole semplici avevo capito quala direzione prendere partendo dalla Sirena per raggiungere la barchetta. Nel successivo tuffo infatti ho allungato la linea-guida dalla statuina al più bel relitto di tutti!
... sindacalissimo giudizio il mio.

Giacinto Marchionni


giovedì 23 febbraio 2023

--immersioni: "ACQUE CHIARE"


In un giorno di febbraio dalle temperature all'aria da primavera, sul piccolo molo dell'Isola di San Nicola alle Tremiti siamo quasi pronti per iniziare l'immersione che ci vedrà scendere nell'acqua luminosa prima su un costone roccioso fino ad una quarantina di metri, e poi proseguire sul fondale sabbioso quasi a sessanta di metri.



venerdì 17 febbraio 2023

--immersioni: "MISCELE RESPIRATORIE PER APPARATO SUBACQUEO A CIRCUITO CHIUSO"



Una delle fasi preparatorie per un apparato subacqueo a circuito chiuso (E.C.C.R. / rebreather), è quella della ricarica delle sue bombole contenenti una esclusivamente ossigeno, e l'altra una miscela gassosa detta "diluente".
In questi sistemi di respirazione a Pressione Parziale di Ossigeno costante, la miscela diluente può essere Aria, nel caso d'immersioni fino ad una cinquantina metri di profondità, oppure Trimix per tuffi a quote maggiori.
Per questa seconda tipologia d'immersioni una volta stabilita la massima profondità operativa (M.O.D.), innanzi tutto si dovrà calcolare la frazione dell'ossigeno (FO2) della miscela Trimix, e poi a seguire le frazioni di Azoto (FN2) e di Elio (FHe).
In una seconda fase con la pompa Booster si caricherà in una bombola del rebreather la miscela ternaria definita, e l'ossigeno nell'altra bombola.
L'ultima operazione sarà la verifica della composizione del Trimix con l'apposito analizzatore di gas.
La miscelazione di gas, gas blending, per composti respiratori d'uso subacqueo diversi dall'aria e definiti binari (NITROX, HELIOX), o ternari (TRIMIX), sia che il loro utilizzo sia previsto per apparati a Circuito Chiuso (C.C.) che per quelli a Circuito Aperto (C.A.), necessita di approfondita conoscenza teorica e di esperienza pratica.
Il video è una breve dimostrazione di tutta la procedura.

giovedì 16 febbraio 2023

^^montagna: "PRIMO MAGGIO"





Veloce e divertente salita invernale nel Canale Primo Maggio al Terminillo in pefette condizioni.

martedì 7 febbraio 2023

^^montagna: " CANALE CHE NON C'E' "





Nella fredda (-10°C) prima domenica di febbraio '23, abbiamo scalato sul versante nord del Massiccio del Terminillo (RI) il "Canale che non c'è". Così detto perchè, nascosto tra due strette costole rocciose, è praticamente per nulla evidente dal basso.
Abbiamo incontrato su tutta la linea di salita neve da ottima a ghiacciata.
Il vento, molto forte e teso, ci ha pestato dal momento in cui per prepararci siamo secesi dalla macchina, sino a quando poi siamo ritornati.

martedì 10 gennaio 2023

^^montagna: "VERSANTE NORD DELL' ACQUAVIVA"


Chilometrico itinerario invernale culminante con la scalata di un canale del versante nord del Monte Acquaviva (2737mt), nel Massiccio della Majella.
Partiti alle 4.00 dal rifugio Pomilio alla Majelletta, su neve sempre ghiacciata abbiamo percorso il lungo saliscendi che all'albeggiare ci fa giungere sul Monte Focalone (2676mt).
Brevemente abbiamo proseguito quindi per la panoramica cresta che in alto chiude l'Anfiteatro glaciale delle Murelle da dove siamo scesi alla sella tra Cima Murelle e l'anticima dell'Acquaviva che ci ha fatto immettere nell'Alta Val Forcone.
Dentro di questa abbiamo perso quota, costeggiando la base dell'articolato versante roccioso della pareti a nord dell'Acquaviva, fino all'attacco della linea scelta.
Poi, sotto lo sguardo vigile dei numerosi camosci omnipresenti, siamo andati via su tra canalini formati da torrioni d'erosione e costole rocciose, sempre su neve durissima e ghiacciata sotto i ramponi che ci ha consentito un'ottima scalata.
Usciti dal canale, abbiamo percorso la tondeggiante ed allungata calotta sommitale prima di arrivare dopo sette ore e mezza in vetta all'Acquaviva, seconda cima del gruppo per altezza, con le gambe che iniziavano a reclamare un po' di meritato riposo che gli abbiamo concesso.
E mentre finalmente seduti mangiavamo e sbevazzavamo, al freddo sole osservavamo i maestosi panorami ghiacciati d'alta quota della Majella che nella sua estensione e grandezza non concede mai facilmente le sue grazie.
Una trentina di minuti fermi dovevano bastare, perchè ci attendeva ancora il lungo rientro su terreno ghiacciato in discesa sopra il quale bisognava muoversi sempre con la massima attenzione.
E con nelle gambe, nella testa e nello zaino 12 ore e 22 chilometri di bellissima montagna invernale, giustamente seduti vicini ad una stufa calda azzannavamo fette di pane con salsiccia alla brace, accompagnate dalla solita birra.