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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

domenica 24 marzo 2024

^^montagna: "NASTRO DI GHIACCIO"




Ripeto per la seconda volta sulla parete ovest della Costa della Tavola (Massiccio del Velino nell'Appennino Abruzzese), la via invernale Nastro di ghiaccio (Abbate-Risi; AD+; 55°/65°).
Contrariamente alle condizioni trovate nella scorsa scalata del febbraio 2022 quando, con neve molto pesante, affondavamo ad ogni passo anche fin quasi al ginocchio, questa volta un buon fondo portante per gli attrezzi ci ha consentito una salita spedita.
Lasciata all'albeggiare l'auto ai Piani di Pezza, abbiamo rimontato la fitta e ripida faggeta posta tra la parete ovest della Tavola ed il cocuzzolo della Castelluccia. Usciti dal bosco sulle sassose morene basali di questo articolato versante della montagna, a circa 1900 metri abbiamo trovato la neve che da lì in poi abbiamo pestato fino in punta.
Con la costante pendenza a più di 50° per tutta la salita, alcuni tratti anche più inclinati, grosso modo a metà ascensione muovendoci sul misto d'Appennino in cordata abbiamo superato un traverso molto esposto su di una stretta cengia ricoperta da neve vuota sotto, andando a sostare immediatamente dopo.
Subito dopo la ripartenza passi a 65° di misto, e poi via dritti dentro un bellissimo canale continuo che ci ha condotto sulla cupola sommitale ed in vetta sulla Costa della Tavola (2182mt).
Dopo la pausa, velocemente siamo scesi verso sud alla sella sottostante per poi rimontare al Capo di Pezza a 2177 metri.

lunedì 18 marzo 2024

--immersioni: "UNICO POSTO"




Ionio Calabrese
Lazzaro (RC) _ La Castelluccia _ 127mt _ 216 min _ e.c.c.r.

Dopo aver superato a circa 40 metri il bordo superiore di una bellissima parete sommersa parallela alla spiaggia, sono arrivato alla sua base sulla settantina. Ho quindi seguito una poco distante e bassa crestina di rocce orientata proprio sulla massima pendenza che già in una passata immersione costeggiai fino a 107 metri. Allora, vedendo che la scogliera proseguiva, progettai di tornarci ed esplorarla un po' più giù.
Raggiunto e superato il punto della scorsa volta, ho continuato fin dove definitivamente a 112 metri la cresta si spegne sul vuoto sedimento sabbioso.
Spinto dalla curiosità, nonostante il fondale brullo ho deciso comunque di andare oltre e, sempre sull'inclinazione massima, con misurati colpi di pinne ho raggiunto i 127 metri di profondità.
Nonostante la quota, la luminosità trovata era relativamente buona perchè avrei anche potuto non accendere il faro sub, che ho usato solo per le videoriprese.
All'inizio della risalita, sulla cresta alla mia dritta ho visto una specie di breve corridoio tra le rocce che avrebbe meritato di essere visitato, ma ho preferito non soffermarmi vista la lunga decompressione segnalata dagli strumenti.
Più su, un paio di ceppi in piombo d'epoca romana persi da allora, il notevole scorcio dal basso della parete ed una moltitudine di pesci hanno ulteriormente decorato il tuffo in questo unico e splendido sito.
Oramai a quote basse c'era un refolo di corrente proveniente da ovest, la mia sinistra, davvero fastidioso che cercavo di evitare dietro gli scogli.

Giacinto Marchionni