Io, Mauro e Gino abbiamo arrampicato questa via alpinistica sull'anticima della Vetta Orientale del Corno Grande, aperta il 30 settembre del '56 dalla cordata dei due forti scalatori che le diedero il nome.
Osservandola dal basso la via è caratterizzata nella parte inferiore da un inciso e ben individuabile camino verso il quale bisogna mirare.
Superato il Rifugio Franchetti e poco prima che inizi la ferrata "Ricci", per sfasciumi bisogna salire fino ad un caratteristico buco circolare nella roccia sempre ben individuabile, pochi metri alla sua destra è l'attacco.
All'inizio piegando lievemente a sinistra e poi a riprendere la verticale, ho risalito per circa due tiri di corda delle placche erose sulle quali s'incontrano dei chiodi.
Ho continuato superando sulla sua sinistra, con un aereo passaggio, un masso sporgente con sosta appena dopo.
Quindi siamo giunti proprio sotto il camino che caratterizza la via, un classico colatoio nel quale l'alternarsi del gelo e del disgelo ha "lavorato" la roccia a dovere.
Via via che salivo l'imbuto si faceva più stetto. Valutando attentamente ogni singola presa ed appoggio, sempre in verticale ho continuato ad andare in alto fino ad uscirne e sostare.
Ho percorso quindi una bella e non difficile rampa/cengia in salita a destra.
Arrivati in quel punto, a circa metà parete, gli "apritori" intuirono un aereo traverso a sinistra (tratto chiave della via) con alcuni passi da percorrere anche in discesa, che evita aggirandola dal basso una pronunciata fascia di rocce strapiombanti.
Proprio alla fine dell'esposto traverso ho sostato con chiodo per recuperare Mauro e Gino.
Ripartito non ho scalato la struttura sovrastante, uno camino nero, ma in diagonale ascendente a dritta per placca ho raggiunto una minuscola sella, esattamente sopra lo strapiombo evitato con il traverso.
Con due verticali sfilate di corda, per fessure sono poi giunto ad un comodo terrazzo sormontato da liscio e difficile calcare.
Allora mi sono spostato a sinistra verso la direttrice del camino nero che avevamo lasciato dopo il traverso, ed una volta riguadagnata la sua linea mi ci sono arrampicato dentro fino alla sua fine.
Arrivati a quel punto le pendenze si abbattevano, e con un paio di facili tiri abbiamo concluso con soddisfazione la via sulla sommità dell'Anticima della Vetta Orientale del Corno Grande.
Epilogo:
complice mia moglie, dei miei amici avevano organizzato a Pescara una cena con festa a sorpresa per il mio compleanno da qualche giorno appena trascorso.
La sorpresa però sicuramente è stata più la loro che mia perchè, ignaro di tutto, rientravo assieme ai miei compagni di scalata al Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo che era buio e quindi a casa a baldoria bella che finita.
Solo aprendo il frigorifero per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, notavo veramente con grande meraviglia la torta della mia festa alla qualle sono mancato!...Che figura.
DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
giovedì 18 agosto 2011
^^montagna: "VIA ALLETTO-CRAVINO"
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