MONTAGNESOMMERSE
DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
martedì 1 luglio 2025
--immersioni: "IL MARCIAPIDE"
Sponda Bresciana del Lago di Garda: IL MARCIAPIEDE
110 metri / 130 minuti / doppio e.c.c.r.
Quello che sulla sponda occidentale del Lago di Garda viene detto "IL MARCIAPIEDE", o anche "I GRADONI", è un tuffo su una verticale muraglia sommersa che sprofonda dritta ben oltre i 250 metri di fondo.
Senza fretta mi preparo e trasporto gli apparati ed il resto dell'attrezzatura all'acqua. Ricontrollo ancora una volta tutto, quindi agganciati ai lati i rebreathers comincio.
Da come mi ero documentato, subito avrei nuotato su di un tratto con blanda pendenza fino a circa 27 metri per trovarmi di colpo sopra il profondissimo salto, come quando ci si affaccia da un balcone a grande altezza.
E tanto è stato.
Scavalco quindi l'immaginaria ringhiera, mi pongo a mezz'acqua di fronte alla parete e mi lascio andare.
In quest'immersione è vertiginosa non solo la geometria, ma anche l'idea di muoversi nel buio con sotto le pinne il vuoto.
Appena dopo la ringhiera, la roccia rientrando su se stessa a strapiombare forma una gran volta. Poi riprende la sua articolata verticalità fatta di pareti, salti, fessure, massi, detriti e pilastri, uguali a quelli che caratterizzano una parete in montagna.
Grazie a questa morfologia incremento la profondità velocemente. Misurando ogni mio movimento muscolare scendo monitorando me stesso, il mio respiro, i parametri indicati dagli strumenti ed osservando quel panorama diviso a metà, con da un lato il paretone e dall'altro l'acqua nera.
In questo scalata sommersa fatta al contrario, la falesia mi sfila di fianco in altezza per quasi una novantina di metri.
Prima di continuare faccio una breve "sosta", poi scarico un filo di gas dalla muta stagna per rendere l'assetto appena negativo e raggiungo i 110 metri.
Per quello che può nel buio l'illuminatore sub, cerco con gli occhi di sbirciare e registrare il più possibile attorno e soprattutto sotto le pinne dove, senza variazioni, la linea va ancora alternando salti verticali a zone con pendenza minore, i "Gradoni" appunto. Rispetto a quote più basse così a prima vista mi sembra che qui dove mi trovo la presenza della Dreissena, il mollusco bivalve invasivo, non locale e d'aspetto simile ad una piccola cozza, sia minore.
Sto sospeso a 110 metri di fronte a questa muraglia, e sono solo ad un terzo della sua estensione.
Mi basterebbe scaricare ancora pochissima aria dalla muta per continuare a scendere metri senza sforzo. Però per questa prima immersione mi fermo. Attentamente illumino ed osservo attorno e poi senza fretta inizio a risalire.
Causa la verticalità posso guardare sopra solo estendendo al massimo indietro il collo, e da questa prospettiva la ripidezza si esalta ancora di più.
Sento anche una lieve corrente proveniente dalla mia destra/nord, che in sospensione trasporta nuvole di sedimento, fatto non insolito per questo lago.
Metro dopo metro, passo dopo passo, studio la conformazione delle rocce, e mi viene naturale "gradarle" in difficoltà di arrampicata. V°superiore continuo e sostenuto e sotto lo strapiombo come minimo un impossibile VIII° in artificiale: insomma cazzi acidi per l'alpinista! Ma siccome da sub sott'acqua ora sono a gravità zero, lo strapiombo me lo fumo!
Queste considerazioni per un attimo mi fanno fare una risata, poi immediatamente torno molto attento. Monitorizzo la frequenza respiratoria, il set point dell'ossigeno, il ceiling decompressivo, l'assetto che in una risalita diretta come questa va costantemente regolato nella stagna e negli apparati, e continuo ad osservare ogni cosa.
Ritorno alla ringhiera.
La riscavalco.
Entro i venti metri di fondo trascorro gran parte della lunga decompressione curiosando tra le verdi piante lacustri e la scogliera del bassofondo.
Esco. (Giacinto Marchionni)
Grada Lake west coast: "IL MARCIAPIEDE"
110 meters / 130 minutes / double e.c.c.r.
On the Garda Lake west side, the divers call "IL MARCIAPIEDE (THE WALKSIDE)", or "I GRADONI (THE STEPS)", a very particular dive site: a vertical submerged wall that from the surface descends straight to more than 250 meters of depht.
With short path, I carry my two side-mount close circuit rebreathers and the rest of scuba equipment on the confortable shore near the water where I do the last checks, than clipp them to my sides and start my dive.
First I swim on a short stratch with little slope up to 27 meters of deep, than suddenly I am on the very deep drop, like when you look out from a pulpit at great hight.
Very concentrated I position myself close to the wall and I go.
In this dive not only the geometry is dizzyng, but also the idea of having a deep void under the fins.
In a zone this submerged wall forms also a big overhang.
I continue talking to myself, cecking me and the istrumentes minute by minute. At the same time I look at tha mysterious panorama around me. It is divided perpendicularly in two: on a side the vertical rock and on the other the black water, and so the cliff had passed me by for a hundred meters.
At that point I release gas from the drysuit to have a little negative buoyancy to arrive to the target depth, 110 meters.
I try to observe everything around and belowe me beyond my underwater light.
I'm 110 meters deep, and I'm only on a third of the total extention of this particular submerged structure.
For a few seconds I also think to continue below, but then I tell me "Stop yourself, for this your first dive here it's OK so.", and I begine the reascent.
From my right/north, there is little courrent with cloudy water. It's normal for this lake.
Meters by meters, step by step I attently study the cliff. It's like to be on a mountaineering route, and for me is natural to value its difficulties: V° and below the overhang at least a very impossible VIII° in artificial climbing! But since I'm a diver at "zero gravity", I easily go up without problems!
At this for a short time I smile with myself, then return me necessary concentration to continue.
I check my breath, the oxigen partial pression, the buoyancy and the decompression ceiling.
In this mode I return to that pulpit where I started.
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giovedì 19 giugno 2025
^^montagna: "SOLITARIA AL RESEGONE"
Solitaria sulla cresta nord al Resegone, la spettacolare lama di roccia di Pennadomo(CH).
Solitary climbing on the north ridge mountaineering route at the Resegone, the spectacular limestone blade in Pennadomo(CH).
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Via Normale al Resegone
giovedì 12 giugno 2025
^^montagna: "VIA GEOMETRIA FRATTALE"
Appennino Centrale Molisano _ Gruppo delle Mainarde _ Sperone Mozzo di Monte di Castelnuovo al Volturno (1050mt).
Abbiamo trovato non solo aderenza superlativa sul calcare della "GEOMETRIA FRATTALE" (V°/AD+/sv.350mt/V.Abbate e M.Ranieri/agosto 2000), ma grazie alla roccia lavoratissima dall'erosione anche clessidre, lame e fessure a iosa per proteggersi.
In una giornata calda ma ventilata, abbiamo scalato per otto sfilate di corda lo sperone sempre poco a destra del suo filo superando alcune zone di vegetazione che nel complesso però non ci hanno disturbato, a parte quando siamo dovuti passare attraversato il pungente ginepro.
Poi, i panorami ampi e silenziosi che qust'angolo di Appennino poco frequentato regala, hanno arricchito la giornata di montagna.
Usciti dalla via, per labili tracce siamo andati giù per il ripido canalone di sfasciumi di roccia e boscaglia posto alla destra orografica dello Sperone Mozzo.
Central Apennines of Molise, Mainarde Massif, "Sperone Mozzo" of Mount of Castelnuovo al Volturno (1050mt).
In this silent and little frequented corner of the Apennines, we climbed with eight pitches of ropes on the super limestone-grip of the mountaineer route "Geometria Frattale" (V°/AD+/development 350 meters/V.Abbate e M.Ranieri/2000 august), just a few meters to right of the ridge; also passing through areas of vegetation that, apart from some junipers (Juniperus), did not disturb us.
At the end of the mountaineering route, without path we went down on the steep gully at the orographic right of the Sperone Mozzo.
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Via GEOMETRIA FRATTALE
venerdì 6 giugno 2025
--immersioni: "FIAT 600 e 1400"
Nello scorso aprile 2025 a Malcesine (VR), mi immersi (vedere su questo sito ad aprile 2025), sul bel relitto dell'ALFA ROMEO GIULIETTA.
Nelle sue vicinanze, a 50 e 53 metri di profondità ci sono altri due relitti di automobili: due FIAT modello 600 e 1400, macchine oramai d'epoca che dagli anni cinquanta e sessanta sono diventate parte del costume e della storia italiana.
Della "600 FIAT" ho un ricordo personale perche era l'automobile del mio caro zio Checchino.
In the last april 2025 at Malcesine (VR), I dived on this site at 59 meters deep on the beautiful "ALFA ROMEO GIULIETTA" car wreck (on this web-site you see 2025 april).
Nearby, at 51 and 53 meters, there are others two cars wrecks. Precisely these are two Fiat models: the "600" and the "1400".
From the past of the fifties and sixties, they arrived in the Italian culture and history.
On the "FIAT 600" I have a personal memory, because it was the car of "Checchino", mine dear uncle.
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