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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

venerdì 30 settembre 1994

--immersioni: SARDEGNA e LAVEZZI

Il fotovideoalbum con le immagini di un'immersione con le cernie dell'isola di Lavezzi, nella Corsica meridionale.

mercoledì 31 agosto 1994

--immersioni: "ISOLA D'ELBA-RELITTO DI POMONTE"



Nell'agosto del '94 c'immergemmo nei pressi di POMONTE (località situata sulla costa sud-occidentale dell'ISOLA D'ELBA), dove sopra un basso fondale di sabbia detritica, adagiato sulla sua murata di sinistra, c'è il relitto dell'ELVISCOTT.
Questo piccolo cargo navigava da Napoli verso la Francia imbarcando un carico di legname quando, a causa di una violenta mareggiata nel gennaio del 1972 fece naufragio nei pressi di uno scoglio detto dell'OGLIERA (nome locale di un celenterato della famiglia delle attinie), prima incagliandosi e poi affondando.
Bello il colpo d'occhio che avemmo durante l'immersione. All'inizio osservammo tutt'intorno la nave dall'esterno, poi entrando visitammo la sala macchine dove ancora in buono stato dopo 22 anni si notavano tutto il sistema delle valvole del cuore propulsivo del motore.

mercoledì 22 dicembre 1993

--immersioni: "ISOLA DEL GIGLIO"


Sull'estremità settentrionale dell'ISOLA DEL GIGLIO, in Toscana, c'è la PUNTA DEL FENAIO. Sott'acqua in quella zona si possono effettuare diverse immersioni. Con Paolo scegliemmo quella che era caratterizzata da un fondale composto da una bellissima franata, riccamente popolata di forme di vita subacquea. Era piena di rocce accatastate che creavano un'infinità di spacche, cunicoli, passaggi e grotticine. Quel giorno sott'acqua non trovammo un'eccellente visibilità, cosa peraltro che non ci condizionò affatto vista comunque la bellezza del posto. Nella prima fascia di profondità incontrammo una "prateria" di piccole gorgonie bianche, le eunicelle stricta, che man mano che aumentava la profondità lasciavano il posto alle dominatrici in assoluto dell'orizzonte sommerso: le gorgonie rosse. Spettacolo assoluto! Popolavano letteralmente ogni anfratto possibile dov'era possibile radicarsi ed erano di tutte le dimensioni, da quelle simili a piccoli ventaglietti a quelle grandi come alberelli. I loro rami sembravano gonfi a dismisura a causa dei polipi espansi, solo alcune avevano le braccia rosse asciutte perchè le colonie tentacolate che vivevano al loro interno si erano per qualche motivo ritirate dentro. La lieve corrente presente, loro apportatrice di sostanze nutritive, investendole, elasticamente le faceva elegantemente flettere ed ondeggiare. Noi due cautamente scivolavamo tra questa sterpaglia rossastra che diveniva tale solo quando la illuminavamo, altrimenti appariva di color nero. Così trascorremmo tutto il nostro tempo fino a raggiungere la massima profondità che per quell'immersione fu di una cinquantina di metri circa. Risalendo incontrammo una bella GRANSEOLA, un grosso crostceo con le lunghissime chele, con la quale giocammo un po' prima di riprendere la strada verso la superficie.

domenica 19 settembre 1993

--immersioni: ISOLA DI CAPRERA


A nord della Sardegna c'è l'ISOLA DI CAPRERA, quella sulla quale è sepolto Garibaldi, che fa parte dell'arcipelago della Maddalena. Partiti da Palau con due piccoli gommni, raggiungemmo una tranquilla e ridossata insenatura posizionata nel versante nord dell'isola. Morfologicamente ricorda un piccolo fiordo che, insinuandosi verso l'interno, si è scavato la strada tra le tipiche rocce che caratterizzano questa parte della regione. Tra gli erosi e tondeggianti graniti, tra l'altro, ben mimetizzate ci sono delle vecchie postazioni di tiro per cannoni utilizzate durante la seconda guerra mondiale, il posto era chiamato la BATTERIA DI CANDEO. Ormeggiati i nostri battellini, che galleggiavano sopra un'acqua di color turchese, senza aspettare gli altri, che decisero di trascorrere la giornata a rosolarsi al sole, Io ed Italo vestimmo le mute ed attrezzatura iniziando l'immersione praticamente infilandoci sott'acqua dal punto di ancoraggio dei nostri mezzi nautici, senza sapere assolutamente cosa avremmo trovato. Nuotammo in direzione nord, verso l'uscita della cala. Passammo sopra un ondeggiante prato di verdissima posidonia che ci accompagnò fino ad una profondità di 15 metri. Intanto compimmo un'accostata verso la nostra dritta seguendo il naturale profilo sommerso della costa. Come isole, due scogli un po' distanti tra loro, fecero capolino dal verde dalle piante acquatiche. Non appena fummo loro vicini, ci rendemmo subito conto che non erano altro che le propaggini superiori delle balze rocciose che formavano le sponde di un kanion sommerso il cui centro era caratterizzato da un fondale di sabbia bianca a grossa granulometria. Senza esitazione andammo giù nel mezzo dello stretto vallone. C'erano gorgonie gialle dappertutto e nelle mille spaccature delle rocce dimoravano i puntiformi e sempre gialli leptosamia. Da questo canalone principale si aprivano delle diramazioni laterali. Grazie all'acqua molto limpida con lo sguardo si poteva osservare questa forra per intero, riuscendo a sbirciarne la fine verso il basso che raggiungemmo in breve tempo. A 35 metri, i muri rocciosi ai nostri lati avevano le loro fondamenta e fu lì, in quel punto, che quel giorno notammo una bella murena vagare insolitamente solitaria di giorno fuori della sua tana. Per un po' la seguimmo senza disturbarla nel suo serpeggiante procedere, poi ad un nostro accenno di farci più vicini, fulmineamente scappò lontana a rintanarsi dentro una bassa volta di uno scoglio. Iniziammo la risalita nell'imbuto sommerso appena percorso e notando anche un'ancora tutta concrezionata poggiato sopra un risalto del fondo. Riguadagnammo il lungo tratto coperto di posidonia per riemergere proprio di fianco i gommoni arancioni. Gli altri su all'aria erano oramai cotti dal sole.