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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 24 luglio 2012

--immersioni: "IL CANNETO"

In genere il "sommozzatore" è ammaliato dal fascino dalla "profondità", però anche in un chiaro bassofondo d'acqua dolce girovagando tra i fitti sottili fusti di canne si possono trovare degli interessanti spunti.




Report di un'immersione del febbraio '95
Appena sgorgate da diverse polle tra le rocce, le acque formano un lago di bassofondo che tutt'intorno è incorniciato da un fitto canneto il quale da rifugio a tante tipiche specie di pennuti acquatici. Le acque pure e cristalline più volte mi hanno invogliato a fare un tuffo in quei paraggi, ma essendo tutta la zona protetta dal punto di vista naturalstico, prima bisognava avere i vari permessi. Lungamente, difficilmente e stressantemente disbrigate le formalità burocratiche, finalmente assieme al mio compagno, fummo pronti ad infilarci tra quelle invitanti ondine che ci attendevano a circa 10° di temperatura. Capitammo in una bella giornata di sole che, accoppiata alla bianca rena calcarea del fondo, con la sua luce esaltava ancor di più l'acqua tersa. I giochi di chiaroscuri che si potevano osservare tra il fitto canneto incantavano la vista come quando si osserva un caleidoscopio. Tante trote sgattaiolavano a destra e a manca, mentre non era raro vedere delle piccole folaghe fare dei tuffi in apnea per andare a procacciarsi qualcosa da mangiare nel sedimento. La bassa profondità, 3 metri circa, ci consentì un lungo tempo d'immersione. Transitammo sotto un piccolo isolotto galleggiante formato da ramaglie sulle quali erano cresciute delle canne. Allontanadoci dalle polle sorgive si sentiva la corrente del fiume che da lì iniziava la sua strada verso il mare, ed infatti proprio dove il bacino si restringeva bisognava pinneggiere di lena decisa quando bisognava rimontare contro il fluido.
Nuotando a mezz'acqua vedevamo le nostre ombre grigie stagliarsi sopra la morbida sabbia. Prima di riemergere abbiamo infilato il braccio una ribollente polla senza, peraltro, riuscire di sentirne la fine.
Riemergendo portammo su all'aria dei vecchi "piattelli", la zona infatti una volta faceva parte di un campo di tiro al volo, che facemmo notare al "concessore" della nostra immersione.
A questo stesso posto è legato un altro mio ricordo risalente ai tempi dell'infanzia.
In una gita di famiglia in una domenica d'inverno, mentre scorrazzavo e giocavo vicino l'acqua, d'improvviso scivolai finendo completamente a mollo con il sedere, bagnando completamente i pantaloni. Mia madre me le suonò di santa ragione e, ripensandoci adesso, in senso statistico quella fu effettivamente la mia prima vera immersione in queste sorgenti.

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