DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
lunedì 21 luglio 2025
--immersioni: "HER"
E' da quasi un anno che non ci ritorno, allora mi decido per un profondo tuffo fino alla Sirena del lago.
Inizio nell'acqua calda a 27°C della superficie che con addosso muta stagna e sottomuta è persino fastidiosa.
In una ventina di minuti di spostamento sommerso sottocosta, raggiungo la cima guida, quindi la seguo.
Superati gli otto metri, lascio il caldo e sento la temperatura che cala all'aumentare della profondità. Oggi alla mia massima quota il termometro indicherà 10°C, diciassette in meno rispetto al bassofondo; una differenza non da poco da gestire nell'intera durata dell'immersione. Il sottomuta che nei primi minuti mi faceva sudare abbondantemente, mi protegge dal freddo.
Oltrepasso una zona con visibilità lattiginosa, ma dopo i 30 metri è tutto limpido.
Guadagnando metri, vado facendo luce sulla pendente scogliera vulcanica di massi scuri, che termina a 70 metri.
Sollevato di un metro abbondante dalla melma e dosando i colpi delle pinne, nuoto sul fondale oramai quasi in piano seguendo la linea guida, sulla quale sono sospesi alcuni millimetri d'impalbabile sedimento.
Mentre sempre senza mai forzare mi spingo ancora avanti sul profondo pianoro, si dilata la distanza e di conseguenza la decompressione.
Prima dei 90 metri, nel buio inizio ad intravederla.
Quando la raggiungo non mi ci fermo, ma continuo oltre fino alla barchetta in legno affondata in assetto di navigazione a 94 metri. È il capolinea basso della linea che qui ho tesato tre anni fa.
Giro attorno al piccolo scafo, lo osservo e lo videoriprendo, poi torno alla statuina metallica della Sirena.
Anche su di Lei c'è del sedimento che quando spolvero muovendo l'acqua con la mano, lentamente sfarfalla verso il basso.
Rimarrei ancora ad aspettare che questa nevicata sommersa in caduta al rallentatore si esaurisca per poter fare altre riprese con l'acqua pulita, ma a questo punto il tempo di decompressione è già corposo.
Comincio a risalire, non prima di averLa salutata.
_Giacinto Marchionni_
94mt. / 2h 40min / e.c.c.r. / 27°C-10°C
It's almost a year that I do not dive at the Mermaid of the Lake, so I decide to return to Her.
I begine in the hot water at 27°C on the surface, too much with dry suit and undersuit.
Swimming slowly underwater the shore, I reach the Guide-line of the Mermaid in about twenty minutes, then I follow it.
Below eight meters, the water temperature goes down at the increase of the depht. At the maximum deep it will be 10°C, seventeen less than the surface. With my undersuit, I was sweating a lot in the hot shallow water; while in the cold water it's a good protection for me.
I across a zone of cloudy water that ends at thirty meters, beyond it's ever clean.
While I descend I illuminate the black, steep volcanic cliff that dieds at 70 meters on the mud where I continue, and with calm I push with my legs on the fins to go on the bottom, now almost flat, while the distance and the deco-time dilate them.
Just before ninety meters I begin to see the Mermaid, but when I reach it I do not stop me and I continue up to the woody wreck of the little boat in sailing trim at 94 meters: terminus of this guide-line that I lied here three years ago for training at the deep-dive.
I swim around it, observe it and take videos of it, then I return to the metallic figurine of the Mermaid.
With my hand I remove the thin sediment on it, that falls down slowly like snow, but I don't wait this underwater snowfall ends to take a video into the clean water, because at this point I have an important decompression-time to respect, so I say goodby to Her and I begin the reascent.
_Giacinto Marchionni_
94 meters / 2h 40min / e.c.c.r. / water temperature 27°C-10°C
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-90 metri,
La Sirena del Lago
martedì 8 luglio 2025
^^montagna: "ISKRA"
Era già da qualche anno che non ripetevo questa via.
Lasciamo Pescara con temperature caldissime, sapendo di trovare sul versante nord del Corno Piccolo un po' di fresco.
Altro che fresco: abbiamo dovuto indossare tutto quello che avevamo perchè l'aria era freddissima!
Bella è la scalata nel lungo ed elegante diedro dell'Iskra sulla nord del Corno Piccolo.
I don't remember when I climbed this route the last time.
We leave Pescara with its summer very hot air, well knowing to find a fresh atmosphere on the mountain.
During our climbing on ISKRA and its elegant mountaineering dihedral in the "Corno Piccolo" north face, we find not only a little fresh, but a very cold air!
martedì 1 luglio 2025
--immersioni: "IL MARCIAPIDE"
Sponda Bresciana del Lago di Garda: IL MARCIAPIEDE
110 metri / 130 minuti / doppio e.c.c.r.
Quello che sulla sponda occidentale del Lago di Garda viene detto "IL MARCIAPIEDE", o anche "I GRADONI", è un tuffo su una verticale muraglia sommersa che sprofonda dritta ben oltre i 250 metri di fondo.
Senza fretta mi preparo e trasporto gli apparati ed il resto dell'attrezzatura all'acqua. Ricontrollo ancora una volta tutto, quindi agganciati ai lati i rebreathers comincio.
Da come mi ero documentato, subito avrei nuotato su di un tratto con blanda pendenza fino a circa 27 metri per trovarmi di colpo sopra il profondissimo salto, come quando ci si affaccia da un balcone a grande altezza.
E tanto è stato.
Scavalco quindi l'immaginaria ringhiera, mi pongo a mezz'acqua di fronte alla parete e mi lascio andare.
In quest'immersione è vertiginosa non solo la geometria, ma anche l'idea di muoversi nel buio con sotto le pinne il vuoto.
Appena dopo la ringhiera, la roccia rientrando su se stessa a strapiombare forma una gran volta. Poi riprende la sua articolata verticalità fatta di salti, fessure, massi, detriti e pilastri, uguali a quelli che caratterizzano una parete in montagna.
Grazie a ciò incremento la profondità velocemente. Misurando ogni mio movimento muscolare scendo monitorando me stesso, il mio respiro, i parametri indicati dagli strumenti ed osservando quel panorama diviso a metà, con da un lato il paretone e dall'altro l'acqua nera.
In questo scalata sommersa fatta al contrario, la falesia mi sfila di fianco in altezza per novanta metri.
Prima di continuare faccio una breve "sosta", poi scarico un filo di gas dalla muta stagna per rendere l'assetto lievemente negativo e raggiungo i 110 metri.
Per quello che può nel buio l'illuminatore sub, cerco con gli occhi di sbirciare e registrare il più possibile attorno e soprattutto sotto le pinne dove, senza variazioni, la linea va ancora alternando salti verticali a zone con pendenza minore, i "Gradoni" appunto. Rispetto a quote più basse, così a prima vista mi sembra che qui la presenza della Dreissena (mollusco bivalve invasivo, non locale e d'aspetto simile ad una piccola cozza), sia minore.
Sto sospeso a 110 metri di fronte a questa muraglia, e sono solo ad un terzo della sua estensione.
Mi basterebbe scaricare ancora pochissima aria dalla muta per continuare a scendere metri senza sforzo. Però per questa prima immersione mi fermo. Attentamente illumino ed osservo attorno e poi senza fretta inizio a risalire.
Causa la verticalità posso guardare sopra solo estendendo al massimo indietro il collo, e da questa prospettiva la ripidezza si esalta ancora di più.
Sento anche una lieve corrente proveniente dalla mia destra/nord, che in sospensione trasporta nuvole di sedimento, fatto non insolito per questo lago.
Metro dopo metro, passo dopo passo, studio la conformazione delle rocce, e mi viene naturale "gradarle" in difficoltà di arrampicata. V°superiore continuo e sostenuto e sotto lo strapiombo come minimo un impossibile VIII° in artificiale: insomma cazzi acidi per l'alpinista! Ma siccome da sub sott'acqua ora sono a gravità zero, lo strapiombo me lo fumo!
Queste considerazioni per un attimo mi fanno sorridere, poi immediatamente torno molto attento. Monitorizzo la frequenza respiratoria, il set-point dell'ossigeno, il ceiling decompressivo, l'assetto che in una risalita diretta come questa va costantemente regolato nella stagna e negli apparati, e continuo ad osservare attentamente tutto.
Ritorno alla ringhiera.
La riscavalco.
Entro i venti metri di fondo trascorro gran parte della lunga decompressione curiosando tra le verdi piante lacustri e la scogliera del bassofondo.
Esco. (Giacinto Marchionni)
Grada Lake west coast: "IL MARCIAPIEDE"
110 meters / 130 minutes / double e.c.c.r.
On the Garda Lake west side, the divers call "IL MARCIAPIEDE (THE WALKSIDE)", or "I GRADONI (THE STEPS)", a very particular dive site: a vertical submerged wall that from the surface descends straight to more than 250 meters of depht.
With short path, I carry my two side-mount close circuit rebreathers and the rest of scuba equipment on the confortable shore near the water where I do the last checks, than clipp them to my sides and start my dive.
First I swim on a short stratch with little slope up to 27 meters of deep, than suddenly I am on the very deep drop, like when you look out from a pulpit at great hight.
Very concentrated I position myself close to the wall and I go.
In this dive not only the geometry is dizzyng, but also the idea of having a deep void under the fins.
In a zone this submerged wall forms also a big overhang.
I continue talking to myself, cecking me and the istrumentes minute by minute. At the same time I look at tha mysterious panorama around me. It is divided perpendicularly in two: on a side the vertical rock and on the other the black water, and so the cliff had passed me by for a hundred meters.
At that point I release gas from the drysuit to have a little negative buoyancy to arrive to the target depth, 110 meters.
I try to observe everything around and belowe me beyond my underwater light.
I'm 110 meters deep, and I'm only on a third of the total extention of this particular submerged structure.
For a few seconds I also think to continue below, but then I tell me "Stop yourself, for this your first dive here it's OK so.", and I begine the reascent.
From my right/north, there is little courrent with cloudy water. It's normal for this lake.
Meters by meters, step by step I attently study the cliff. It's like to be on a mountaineering route, and for me is natural to value its difficulties: V° and below the overhang at least a very impossible VIII° in artificial climbing! But since I'm a diver at "zero gravity", I easily go up without problems!
At this for a short time I smile with myself, then return me necessary concentration to continue.
I check my breath, the oxigen set-point, the buoyancy and the decompression ceiling.
In this mode I return to that pulpit where I started.
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