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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 10 gennaio 1995

--immersioni: "CAPODANNO SUBACQUEO 1995"

DICEMBRE '94 - GENNAIO '95



A dir la verità i festeggiamenti dei vari capodanni con cenoni, feste e cose simili non è che poi mi abbiano mai divertito più di tanto anzi, a dirla tutta, spesso in quegli interminabili veglioni impazientemente osservavo, ed osservo, l'orologio non nell'attesa dello scoccare della mezzanotte per dar inizio a brinidisi, falsi auguri e baldorie varie, ma sperando che il tempo iniziasse a scorrere più velocemente per far finire quanto prima quelle ore che trascorrevano tra gli sbadigli, i miei, figli dell'unione tra noia e sonno.
Un capodanno, però, ad essere sincero è stato particolare ed è l'unico tra quelli trascorsi ad avermi lasciato un gradevole ricordo... Con pochissimi "cari", infatti abbiamo atteso la mezzanotte in immersione per stappare la bottiglia sott'acqua.
Avevamo deciso di aspettare il passaggio dal 31 dicembre al primo gennaio sull'isola di Capraia in Toscana, che in quel periodo era animata appena da poche persone per le feste di Natale. Indossammo le mute che eravamo ancora nella piccola ed accogliente casa che avevamo affittato ed infilammo gli autorespiratori e l'altra roba da immersione in macchina per trasportarla al porto.
L'aria notturna invernale era fredda, condita anche da una lieve pioggerellina. Mentre scaricavamo le attrezzature due pescatori ci osservavano, erano le 23 e 40.
A vicenda ci aiutammo ad indossare gli autorespiratori in spalla per essere pronti tutti assieme a saltare in acqua senza naturalmente dimenticare la bottiglia di spumante, rigorosamente moscato, alla quale preventivamente togliemmo la gabbietta metallica di protezione del tappo di sughero, in immersione con le mani foderate con dei guanti di spesso neoprene la cosa sarebbe stata quasi impossibile da attuare.
Ore 23 e 50. Ci lasciammo andare in acqua proprio su quel fronte di banchina dove di giorno attraccava il traghetto che collega l'isola a Livorno. Ad una profondità di 5 metri, ci disponemmo in circolo ed alternammo tra noi le torce sub che illuminarono la scena. Eravamo in cinque: Carla, Mariaelena, Paolo, Italo ed io. Le luci accese attirarono una miriade di pesciolini che saettarono in tutte le direzioni in quel piccolo circo subacqueo.
Erano le 23 e 57. A causa dello scuotimento durante il tuffo saltò il tappo dalla bottiglia, sostituito prontamente dal pollice destro di Paolo. Quasi era l'ora, controllai l'orologio e numerando con le dita scolasticamente conteggiammo alla rovesia l'inizio di quel 1995.
Meno 10, meno 9, 8, 7 ... , 2, 1 ... e vai!
Paolo mimò il tappo che saltava ed invece di brindare con calici, ci attaccammo uno dopo l'altro a canna alla bottiglia di moscato!
Finita la fase di brindisi e di baci iperbarici andammo via per la nostra immersione. Scendemmo fino a 27 metri di profondità incontrando un infinito numero di pesci San Pietro, quello col "buco", e la solita appariscente espolsione di vita animale che, come sempre accade, ravviva il fondo del mare la notte.
Riemersi, un po' infreddoliti, passamo davanti l'unico locale aperto, illuminato da lampioncini colorati, dov'erano in corso i "normali" festeggiamenti di rito.
Filammo di gran carriera verso la nostra base dove, asciugati e riscaldati, divorammo il nostro cenone a base di lenticchie, zampone, frutta, spumante e dolci natalizi a volontà!

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