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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

lunedì 25 marzo 2019

^^montagna: "GEMELLO CON VARIANTI"


La sezione settentrionale del lungo massiccio del Sirente è caratterizzata da due ampi, evidenti ed inconfondibili canaloni glaciali chiamati "Gemelli", rispettivamente di sinistra e di destra, che interrompono la continuità dell'articolata ed estesa parete nord.
In solitaria dai 1100 metri dei Prati del Sirente sono partito al sorgere del sole, sei del mattino, trovando un'insolita temperatura per il periodo di -5°. Di lena ho rimontato i ripidi pendii boschivi sotto la bellissima faggeta ancora spoglia di foglie ed a quota 1500 metri ho dovuto calzare i ramponi. Proseguendo, sono uscito dal bosco venendomi a trovare sotto l'imponente bastionata rocciosa.
Traversando a destra ho rimontato sopra vecchi slavinamenti e svalangamenti fino a giungere sotto la direttrice del canale Gemello di sinistra.
Da questo punto ho iniziato la vera e propria salita pestando neve molto dura con tratti ghiacciati.
Nella parte superiore, a quota 1850 metri circa, ho deciso d'indirizzarmi sulla sinistra dove si apre un altro canale più ripido di quello già salito, è la variante Iurisci che termina più in alto dell'uscita normale e proprio in vista della cima di Punta Macerola a 2258 metri.
In discesa dopo aver imboccato il Gemello sono andato giù per un tratto, quando a circa 1950 metri di quota prima di incrociare nuovamente la variante Iurisci percorsa, alla mia destra una bella rampa m'invitava nuovamente a scalare.
Salgo fino ad una selletta, 45-50°, dalla quale in basso a mancina notavo le mie peste della precedente ascesa. Piegavo poi decisamente a destra indirizzandomi verso una strettoia tra massi, con inclinazioni via via crescenti dai 55° fino ai 75° e con neve ancora ben solida sotto i ramponi.
Aiutandomi con le mani delicatamente ho superato un muretto di rocce con passi su misto di III°. A quel punto avrei dovuto traversare 2-3 metri a sinistra e poi risalire di poco per andare sul finale speroncino nevoso, visto prima dall'alto, che si ricongiungeva alla linea di vetta principale. La pendenza continuava ad essere sostenuta con l'aggiunta della neve diventata qui marcia.
Mi mancava davvero poco perché al massimo erano 3 i movimenti più impegnativi, poi le difficoltà sarebbero calate. Ero fortemente tentato.
Ho guardato verso il basso le mie lontane peste proprio all'inizio del tratto molto ripido. Slegato, senza protezioni e solo non era il caso, ed ho deciso di scendere.
Anche ripercorrere disarrampicando il pezzo appena salito, però non era uno scherzo.
Concentratissimo nei pensieri e nei singoli movimenti demoltiplicati, al rallentatore sono andato giù centimetro dopo centimetro faccia a monte, fin quando finalmente non ho riguadagnato il più tranquillo scivolo del gemello.
Alpinismo.

2 commenti:

  1. C'è così poca neve? Hai per caso delle foto della parete? Mi interesserebbe capire le condizioni delle vie in zona neviera

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