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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

giovedì 20 febbraio 2003

--immersioni: PUNTA DELLO SPIDO

Avevo voglia di cimentarmi con un tuffo decisamente "alternativo" e fuori dai normali tour subacquei, ed allora alle isole Tremiti in un febbraio di qualche tempo fa, quando quelle acque sono praticamente deserte dei vari natanti che invece le solcano a "fittissime flotte" d'estate, ho fatto una solitaria immersione... tra SAN NICOLA e SAN DOMINO percorrendo il braccio di mare che separa il moletto della prima citata, con la PUNTA DELLO SPIDO sulla seconda di queste due. Mi sono parecchio divertito percorrendo quel tragitto subacqueo che, più o meno doveva essere di 1,3 chilometri circa, in un apparente vagabondaggio senza meta, però sempre guidato dalla fidata bussola che con sicurezza m'indicava le giuste "accostate" da seguire nel compiere il periplo che alla fine mi faceva "ri-atterrare" nel preciso punto dal quale ero partito. Tuffatomi proprio dalla moletto di San Nicola, mi sono immerso vicino la sua punta appoggiandomi sopra la sabbia alla base dei grossi scogli che formano la massicciata di protezione. Puntata la bussola sulla rotta precedentemente calcolata a secco sulla carta nautica, vado "alla via così" verso la mia meta, la PUNTA DELLO SPIDO, nuotando senza fretta ad una profondità media di circa 10 metri, sorvolando un pianoro sabbioso sul quale crescono delle sparute macchie di posidonia. Durante questo solitario viaggio subacqueo i miei pensieri vagavano sciolti e, contemporaneamente, alternativamente concentrati sulla rotta e la profondità che dovevo mantenere. Arrivai. Con calma riemersi risalendo la sponda rocciosa. Da quell'ottica la mia prospettiva era cambiata, potevo osservare il punto sulla sponda opposta dal quale ero partito. Per qualche momento ristetti lì in superficie al silenzio del mare deserto, poi via ancora giù da quello sperone roccioso verso il mare aperto andando a finire fino a circa 27-28 meti profondità dove, sopra la perenne sabbia grossa del fondo, c'era un fitto agglomerato di grossi ricci melone (echinus melo) molto vicini gli uni agli altri. Sempre muovendomi cambiai per la terza volta la mia rotta d'immersione che mi fece ritornare sulla batimetrica dei 10-12 metri dove potevo riprendere, dopo la quarta "accostata", la direzione inversa a quella relativa al primo tratto rettilineo che avevo effettuato all'inizio. Ancora così per un altro pezzo fino al momento in cui mi ricomparvero davanti gli scogli sommersi che proteggono il moletto dell'isola di San Nicola. Solo allora ebbe termine la giornata subacquea.

Qualche foto su: http://picasaweb.google.com/murenick/CANALESANNICOLASANDOMINO#

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