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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

mercoledì 25 giugno 2003

--immersioni: "RELITTO DEL "SIRMIONE"

Il relitto del SIRMIONE è situato poco al largo del porto di Civitavecchia, su di un fondale di sabbia e fango a 41 metri di profondità ed in assetto di navigazione. Arrivati in gommone sulla verticale della nave, una volta preparati ci siamo tuffati seguendo la cima di un pedagno incontrando, dai 15 metri in giù, un'acqua con scarsa visibilità a causa della fittissima sospensione... Il cavo ci guidò dritti fino alle prime strutture a mezza nave che incontrammo a 34-35 metri. Eravamo tutti e tre vicini con le torce subacquee accese non tanto per penetrare con le luci la fosca nebbia subacquea, sarebbe stato inutile, ma per non perderci di vista. Sotto le mie pinne c'era la rettangolare apertura di un boccaporto nel quale m'infilai trovandomi dentro un piccolo ambiente che però era occupato da un inquilino: un grosso grongo ondeggiava l'enorme testa guardandomi con i suoi piccoli occhietti. Per un poco l'osservai, poi mi tirai fuori dal buco e, nuotando lungo la fiancata di dritta, raggiungemmo la zona prodiera. Sotto la coperta ci ritrovammo in un ambiente caotico pieno zeppo di cavi, lamiere, pezzi di ferro e quant'altro ricoperti di fanghiglia. In un angolo Paolo scovò un gigantesco astice che allargò nella nostra direzione le sue minacciose chele che avevano il diametro di una lattina di coca-cola! Muovendoci con cautela e facendo molta attenzione a non sollevare lo spesso strato di sedimento, continuiammo la breve perlustrazione del basso locale nel quale ci trovavamo senza però mai perdere di vista il chiarore dell'aperura dalla quale eravamo entrati, lo scopo dell'immersione non era quello di effettuare una penetrazione all'interno della nave. Svicolammo fuori del relitto sul lato di sinistra che percorremmo andando sulla poppa dove c'erano due grandi verricelli dentati con ancora avvolti sui tamburi dei cavi, il SIRMIONE, infatti, era una nave posacavi. Facendo attenzione all'intreccio di lunghi spezzoni di reti di pescherecci incocciati guaggiù, ci godemmo gli ultimi minuti di tempo di fondo osservando tanti saraghi pizzuti che con calma vagavano intorno a noi. Dopodichè inziammo la lenta arrampicata di risalita verso l'aria sul cavo del pedagno dove, alla sua estremità a pelo d'acqua, era ormeggiato il gommone con il quale eravamo arrivati. In quest'immersione del giugno 2003, con me c'erano Cerlo e Paolo.

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