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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

lunedì 10 ottobre 2011

--immersioni: "IN SOLITARIA ALL'ACQUACETOSA"


Attento a non far rumore per non svegliare chi sta ancora dormendo, cercando d’attutire lo scatto piano mi chiudo alle spalle la porta di casa e scendo la rampa di scale.
Nonostante l’ampia pensilina di protezione posizionata sopra l’ingresso, aprendo il portone al pianterreno sono investito dagli schizzi di pioggia portati dentro da folate di vento dal sapore salmastro. Il temporale iniziato in piena notte sta continuando senza voler accennare a diminuire d’intensità, anzi: pare che le raffiche si facciano più intense. Osservo la fine della caduta delle grosse gocce d’acqua sull’ampio pantano che si è formato poco più in là, è illuminato da una luce al neon dal riflesso verdastro che si esalta ancor di più in contrasto con il buio attorno. Con rapidi passi mi dirigo verso il furgone al di là della strada, mi c’infilo dentro. Parto.
Percorro la strada lungo mare dove percepisco ancora meglio l’intensità del forte vento, il furgone a momenti pare scosso da una gigantesca mano sui suoi lati. Accosto, mi fermo per un attimo ed abbasso il finestrino.
Il potente urlo del vento di Grecale che ha ingrossato oltre modo l’Adriatico distante qualche decina di metri, la fa da padrone incontrastato.
Osservo ed ascolto mentre vortici d’aria in tumulto irrompono con il loro freddo soffio nell’abitacolo dell’automezzo. Rialzo il finestrino e rimetto in moto.
Percorro deserte strade cittadine strapazzate da acqua a vento prima di imboccare superstrade ed autostrade che mi condurranno alla meta in questo mio solitario viaggio nella notte, nel quale sono accompagnato dall’ipnotico andirivieni dei tergicristalli, dalla musica della radio e da vari pensieri che liberamente attraversano la mia mente.
Albeggia quando giungo sulle sponde di un altro bacino d’acqua. Questo però è un lago la cui superficie è appena increspata da un lieve e fresco refolo mattutino che si muove appena in un cielo terso libero da nubi. Nulla a che vedere con il tempaccio lasciato un paio d’ore fa alla partenza.

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