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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

giovedì 10 febbraio 2022

^^montagna: "VIA DELLA RIVOLUZIONE"




Dalla quota di 1244 metri siamo partiti per l'avvicinamento alla parete nord-ovest del Monte Viglio (2156 mt), nei Simbruini, senza seguire alcuna traccia di sentiero ma tirando la linea dritta che ci ha portato direttamente sotto il cosidetto "circo della parete", la variegata struttura rocciosa che in alto sostiene la cima vera e propria.
Già a poche centinaia di metri dall'automobile abbiamo iniziato a fare le peste nella neve che a causa delle temperature alte abbiamo trovato sprofondante ad ogni passo. In una zona dell'alta faggeta c'erano anche parecchi alberi abbattuti, la maggior parte dei quali non spezzati a mezz'altezza ma caduti di schianto perché sradicati dal terreno, che ci hanno obbligato a zigzagare per superarli.
Continuando a salire sempre sulla massima pendenza e continuando ad alternarci nel battere la traccia, siamo usciti dal bosco a poco più di 1900 metri di quota proprio sotto il semicerchio roccioso nel quale si snodano alcuni storici itinerari d'alpinismo invernale.
Noi abbiamo ripetuto la "Via della Rivoluzione", aperta il 14 gennaio del 1979 dalla cordata Abbate, Marcheggiani e Vasselli.
Tra belle rocce erose, così ci siamo infilati nella goulotte della via che nel primo terzo ci ha fatto sbuffare ad ogni passo perchè a volte sprofondavamo anche quasi fin poco sotto il ginocchio, mentre nei restanti due terzi fatti in cordata, ci ha concesso una neve dura/ghiacciata dove le punte dei ramponi e delle piccozze anche entrando di poco garantivano una bella scalata.
Con uno chiodo d'epoca tutto arrugginito, chissà forse degli apritori, ci siamo protetti proprio sotto i verticali passi "magri" che spezzavano un lungo tratto ghiacciato, al termine del quale ho sostato sotto la bassa volta appena strapiombante di un grande masso.
Una volta poi aggirato il masso alla sua sinistra, raggiungendo alcuni isolotti rocciosi ed ancora sulla massima pendenza tra la nebbia fredda che alle quote più alte intanto aveva smorzato la vista, siamo usciti in cresta e poco dopo alla metallica croce blu in punta al Viglio.

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