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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 26 giugno 2012

^^montagna: "LA PRIMA IMPRESSIONE E' QUELLA CHE CONTA"

Lo "Spigolo di Paoletto" (via alpinistica aperta il 17 agosto 1974 da Piergiorgio Coccia, Marco Florio ed Angelino Passariello) percorre un ben distinto sperone molto arrotondato che delimita sulla destra il lungo contrafforte roccioso della parete nord del Corno Piccolo.
La salita alpinistica si svolge sempre su roccia ottima... Seduto direttamente sull’asfalto del piazzale dei Prati di Tivo, tolte le scarpe mi sto massaggiando l’arco plantare del piede sinistro dolorante.
Intorno a me, sparsi alla bella e buona, per terra ci sono i nostri vari attrezzi da scalata.
Un po’ accaldati, sfruttiamo l’ombra di un albero per riordinare e dividere il materiale che fino a poco tempo prima era stivato dentro gli zaini.
Poco distante da me Gino, lavorando con simmetrica geometria e personalissimo metodo, sta riattaccando i suoi moschettoni ad una fettuccia colorata a formare così una strana catena.
Un anziano signore avvicinandosi gli chiede se la sua “collana” d’alluminio sia in vendita e, nel caso, quale ne sia il prezzo. Nel fare ciò, questo signore piccolo di statura e dall’aspetto distinto, si sfila gli occhiali da sole dal naso.
La prima impressione è quella che conta!
Lui non è la classica persona completamente all’asciutto di cose alpinistiche che, osservando per la prima volta le matasse di corde, fettucce e ferramenta varia che si adoperano per quest’attività ha un’espressione di genuina curiosità ed interesse per cose sconosciute. Il viso del nuovo arrivato mi dice tutt'altro ed i suoi occhi, che "sento" saperla lunga, sorridono.
L’amico Gino, stando al gioco, risponde che il prezzo dipende se il compratore vuole un solo moschettone o tutta la catena.
In questo breve scambio di battute mi capita di osservare le mani del nuovo arrivato: queste, anche se hanno oramai la pelle morbida e liscia tipica delle persone di una certa età, sono state mani d’alpinista, non ho alcun dubbio.
Gino, rivolgendosi al signore, gli dice che a lui sembra d’averlo già visto da qualche parte e gli chiede il cognome. A questo punto la signora che accompagna il signore, e che fino a questo momento era rimasta discretamente in disparte silenziosa, sorridendo si fa avanti e dice:
“D’Angelo, Lino D’angelo.”
Lo stupore si stampa nei nostri visi!
Stiamo chiacchierando con un signore novantenne che è stato decisamente un attivo protagonista di rilievo della storia alpinistica del Gran Sasso! Uno della vecchia guardia il cui nome compare più volte sulla piccola, ma solo di dimensioni fisiche, guida alpinistica del grande massiccio roccioso abruzzese.
Con vero piacere stringiamo la mano all'AQUILOTTO Lino D’angelo che, da quel momento, con garbo s'intrattiene per un po' con noi, facendoci così concludere in manier ancor più gradevole una giornata di montagna e di alpinismo sul Gran Sasso.

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