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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 13 agosto 2013

^^montagna: "CRESTA NORD DELL'ANTICIMA DELLA VETTA ORIENT. DEL CORNO GRANDE"


Escluso il tratto di avvicinamento effettuato sulla Cengia dei Fiori, dove non si cammina ma si scala in orizzontale, con i suoi circa 700 metri di sviluppo la salita di questa storica lunga via di cresta è stata proprio viaggio verticale in un ambiente d'alta montagna di severa bellezza.
Un accennato sbuffo di vapore presente sul "Paretone" alle otto di mattina, ben presto si è trasformato in una densa foschia che ci ha fatto compagnia per quasi tutta la salita, e solo a tratti il nuvolone nel quale eravamo immersi si diradava.
La via è gradata di IV° superiore ma noi che l'abbiamo ripetuta possiamo affermare che per un bel tratto del tiro d'attacco il V° superiore c'era tutto. Al di là della valutazione sui passaggi tecnici, la qualità della roccia mai compatta e la lunghezza rendono l'itinerario difficile.
Nella parte alta a causa delle nebbie che andavano e venivano, un errore di itinerario ci ha fatto compiere un eccessivo traverso a destra e quindi finire "fuori via". Avendo io e mio fratello effettuato un'altra ascensione in zona un anno fa sulla via Nebbia del Paretone (azzeccatissimo il nome !), ci siamo resi immediatamente conto che il canalone che ci stavamo accingendo a percorrere non aveva nulla a che vedere con i ricordi, quindi abbiamo preso la decisione di ritornare con la massima attenzione a ritroso, mentre i minuti iniziavano ad andare più velocemente, e la luce del pomeriggio iniziava a calare, tant'è che m'iniziava a balenare nella testa un quanto mai imprevisto bivacco.
Riguadagnavo allora verso sinistra, e con sollevazione dello spirito riconoscevo senza ombra di dubbio quei singoli passaggi superati l'anno passato. Via quindi su alla massima velocità consentita senza perder tempo e meno male senza intoppi della corda. Con cinque sfilate di corda nelle quali le mani metro dopo metro continuavano a toccare rocce amiche perchè conosciute, siamo finalmente usciti dalla via sulla Ferrata Ricci. Poi giù al rifugio Franchetti per una breve pausa mentre iniziava ad imbrunire.
Finita la giornata di montagna, una volta giunti al piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo abbiamo avuto un ultimo fuori programma: la mia macchina non ne ha voluto proprio sapere di rimettersi in moto. Questa però è un'altra storia ...

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