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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 26 gennaio 2010

--immersioni: I PICCHI DI ELENA

Isole Tremiti

L'acqua straordinariamente pulita e tersa è davvero invitante. Dalla sommità più elevata della Secca delle Vedove, invece di seguire il solito itinerario... ci dirigiamo verso il mare aperto in direzione grosso modo nord. Sotto di noi, lentamente, scivola un bel panorama di un lungo e massiccio dosso roccioso che degrada lentamente, senza un'elevata inclinazione, ma costantemente. Questo aereo tratto dell'immersione ci riserva un incontro con una nutritissima pattuglia di argentei palamiti che ci sfreciano davanti alle maschere in tutte le direzioni. Prima s'avvicinano curiosi, poi, così come s'erano materializzati scompaiono in un baleno. Proseguiamo verso la fine di questa penisola sommersa incrementando sempre la nostra profondità. Il tepore dei 25° della superficie dai venti metri in giù diventa una freschetta acqua a 15°. Atterriamo sulla sabbia chiara, oltre l'ultimo limite delle rocce, e vi compiamo un'ampio semicerchio prima d'incontrare i "picchi". Più che picchi sono due panettoni rocciosi che appoggiano le loro fondamenta a 53-54 metri. Alcune aragostine, numerosissime musdee spesso sorprese fuori delle spacche, loro naturali ripari, e saraghi fasciati e pizzuti, sono i padroni della scena. Esploriamo i due picchi mai sazi dello spettacolo che offre una scogliera sommersa con la miriade dei piccolisimi organismi che ci vivono sopra, fino a quando a malincuore, sempre, iniziamo l'ascesa del dosso sommerso, però dal lato opposto a quello percorso nell'andata. Due dentici d'interessante stazza interrompono il loro fare e si allontanano da noi guardinghi. Man mano che si risale il brulichio dei pesci aumenta. Le salpe, a branchi, brucano sulle rocce. Ci infiliamo in una spaccatura dalla quale spiove luce dall'alto, la percorriamo tutta ed usciamo sul lato opposto della scogliera. C'è ancora da vedere, infatti una serie di antri e grotticine esplodono di leptosamia, le pareti sembrano verniciate di giallo. Il chiarore e l'acqua tiepida rendono quest'ultima parte dell'immersione gradevole e rilassante mentre siamo cullati a mezz'acqua da una lunga onda di risacca sul cappello della secca. In questo dondolio sono in compagnia di tre piccole occhiate che si sono posizionate sotto di me assecondando perfettamente i miei involontari e combinati movimenti verticali ed orizzontali.

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