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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

giovedì 1 maggio 2025

^^montagna: "PICCHIA SULLA CHIGIA ROMAGNINI !"





In vista di Gallo Matese(CE) e del suo omonimo piccolo lago c'è La Preucia, una struttura calcarea che svetta a 1149 metri s.l.m. e fortemente caratterizzata dal fenomeno del carsismo, sul cui sperone centrale posto appena a destra (orografica) del suo canalone boschivo, sale la via "Picchia sulla chigia Romagnini!".
In uno sviluppo totale di 260 metri, l'ottima qualità della roccia lavorata dall'erosione carsica ci ha regalato una bella scalata con super grip su 6 dei 7 tiri, e solo nella quarta lunghezza l'erba ci ha dato un po' fastidio.
All'uscita della via in breve siamo giunti sulla dolinica vetta boscosa.
Per traccia evidente siamo poi scesi ad un'ampia sella con abbeveratoio, quindi per comodo e bel sentiero in vista lago, giù al parcheggio.


Near Gallo Matese(CE) and its small lake, there is the "Preucia", a karst limestone structure 1149 meters hight above sea level, on whose central spur located near the orographic righ of its wooded gully, the mountaineering route called "Picchia sulla chigia Romagnini!" goes up.
In a total lenght of 260 meters, the excellent quality of the rock gaves us a nice climb with super grip on six of seven rope pitches, and only on fourth pitch was the grass a little disturbing.
At the exit of the mountaneering route we arrived at the wooded peak characterized by karst depressions, and then on a clear path went down to the car park.

giovedì 24 aprile 2025

--immersioni: "LA GIULIETTA"


Quando in Italia uscì sul mercato a metà degli anni '50, l'Alfa Romeo "GIULIETTA" era considerata una Signora automobile e tale è rimasta anche poi, segno di successo, sebbene con le naturali modifiche del design che i tempi, il mercato e le mode del momento richiedevano (e richiedono).
Sotto il Lago di Garda poco a nord di Malcesine(VR), ad una profondità di 59 metri giace il relitto di una di loro molto probabilmente datata inizio anni '60, e come la maggior parte dei relitti sommersi di macchine dopo essere stata rubata ed adoperata per faccende di malavita, affondata sotto le acque per farne perdere le tracce, fin quando qualche sub un giorno la ritrovò.
Nell'acqua limpida tipica dell'inverno di questo grande lago, ho iniziato da una comoda spiaggia a due passi dal parcheggio, quindi sono andato nel buio si è materializzata alla luce della mia torcia.
Le ho nuotato attorno osservandola con attenzione, mentre riprendendo quelle sue "linee" che, sebbene passate secondo i canoni attuali, rimangono comunque eleganti.


When in Italy l'Alfa Romeo "GIULIETTA" first marketed in the mid-1950s, it was considered a car Lady, and so it remained afterwards even with subsequent trend modifications, a sign of success.
Few after Malcesine(VR) in north direction, under Garda Lake is located the wreck of one of them at 59 meters depth, with hight probability of the begine of 1960, and like all wrecks of cars under the lakes used for criminal business and then sunk to hide them, until a day some diver found it.
In the clear winter water of this large lake, from an easy shore near the park car I started. So I went down in the darkness until I have illuminated it with my dive torch.
I swam very slowly to watch the "Giulietta", while i was taking video to those "lines" currently out of fashion, but still elegant. (Giacinto Marchionni)




domenica 13 aprile 2025

^^montagna: "LAMETTADOMO"





Anche se la roccia di questa via Appenninistica va da mediocre a discreta e può essere considerata buona solamente per brevissimi tratti, questa scalata sulla strettissima cresta delle Lisce del Monte Moresco a Pennadomo(CH), è da considerarsi spettacolare per l'eposizione al vuoto che lo scalatore ha a destra e sinistra su praticamente ogni metro dei suoi 200 di sviluppo.
Il singolare e caratteristico panorama attorno non è assolutamente di second'ordine. Però si possono osservare brevemente solamente durante le soste tra le sfilate di corda, perchè durante l'arrampicata richiede concentrazione fin quando non si è fuori dalle difficoltà.


Even if the rock of this "Appennino" mountaineering route called "Lamettadomo" is bad or fair, and only good for short stretches, this climb on the very narrow ridge of the "Lisce del Monte Moresco" at Pennadomo(CH), must be considered spectacular due to the exposure to the void that the climber has on the right and left side on every meter of the 200 of total lenght.
The singular and characteristic panorama around is not absolutely no exception. But it can only be observed during the stops between the rope pitches, because the climb requires concentration until the end of the mountaineering difficulties.

giovedì 27 marzo 2025

^^montagna: "NORMALE AL RESEGONE"


In localita Pennadomo(CH), si elevano delle caratteristiche, slanciate e stratificate lame di calcare che creano un paesaggio unico negli Appennini, dove abbiamo scalato sulla "Normale al Resegone" sulla sua aerea e panoramica cresta nord.


In Pennadomo(CH), characteristic slender limestone blades rise, creating a unique landscape in the Appennini mountain range, where we climbed on the normal route to Resegone, on aerial and panoramic north ridge.


lunedì 24 marzo 2025

^^montagna: "CRESTA DEL REDENTORE"


Alle cinque del pomeriggio da Forca di Presta(AP), a 1536 metri nei Monti Sibillini, prima per prati e poi per neve pure ghiacciata siamo andati con in spalla gli zaini carichi di materiale anche per cena, pernotto e colazione, alla volta del rinnovato Rifugio Tito Zilioli (2240mt), che abbiamo raggiunto un paio d'ore e mezza dopo. Nell'accogliente locale invernale della struttura abbiamo fatto cena, e poi a nanna nei sacchi a pelo sulle brande in legno.
Svegliati alle quattro e mezza del mattino, il tempo di fare colazione e prepararci, ed un'ora dopo con le lampade frontali accese abbiamo iniziato a percorrere sulla neve resa dura dal rigelo notturno il saliscendi a semicerchio della bella Cresta del Redentore.
Mentre dal buio gradatamente la luce crepuscolare si faceva strada verso l'alba, salivamo sulla Punta di Prato Pulito(2372mt), la Cima del Lago(2423mt) e la Cima del Redentore(2448mt), in una linea che costantemente alla sinistra ci offriva la Piana di Castelluccio ed a destra valloni e canali dell'anfiteatro glaciale che chiude il Lago di Pilato.
Io poi proseguivo fino alla Punta del Diavolo(2410mt), calcando per logica di scalata un metro a mancina/nord neve molle e da valutare, ed un metro a dritta/sud neve trasformatissima sfiziosamente tosta per ramponi e picche, andando con attenzione su tutta quella cresta molto esposta.
Intanto Fausto aveva ripreso la via del rifugio Zilioli dove, quando ci ritornavo, non lo trovavo perchè nel frattempo aveva guadagnato la Cima del Vettore.
Quindi, riuniti noi e rimessi negli zaini gli ammennicoli parcheggiati al rifugio, abbiamo iniziato a scendere verso Forca di Presta, raggiunta a mezzogiorno.


At five in the afternoon from "Forca di Presta(AP)" at 1536 meters above sea level in the "Monti Sibillini", first throught meadows and then also throught frozen snow we went with backpacks loaded with material on our shoulders also for dinner, to sleep and breakfast, towards the Tito Zilioli Refuge (2240 meters a.s.l.), which we reached two and half hours later. In the winter room of the refuge we had dinner, and then we went to sleep in sleeping bags.
Woken up at half past four in the morning, an hour later we started to walk the Redentore ridge on the hard snow of the night.
As it dawned, we climbed on the "Punta di Prato Pulito" (2372 meters a.s.l.), the "Cima del Lago" (2423 meters a.s.l.) and the "Cima del Redentore" (2448 meters a.s.l.), with on the left side the "Piana di Castelluccio", and on right valleys and gullies of the glacial amphitheater that close the "Lago di Pilato".
Alone I continued until the "Punta del Diavolo" (2410 meters a.s.l.) along its very exposed ridge, climbing one meter on my left/north on bad soft snow, and one meter to my right/south on hard snow excellent for ice axes and crampons, while my friend Fausto climbed on Vettore Peak.
Then, we went down to "Forca di Presta", where we arrived at noon.


lunedì 17 marzo 2025

--immersioni: "PARETI"


Poco a sud di Campione del Garda, frazione di Tremosine(BS), per traccia scoscesa avevo terminato il lavoro di saliscendi per trasportare dall'auto fino alla riva del lago gli apparati.
Nel punto d'ingresso di questo piccolo spazio tra rocce ed arbusti, il pavimento del fondo non è il massimo per l'entrata subacquea perché composto da sassi squadrati ed appuntiti molto scomodi, però almeno quando iniziavo c'era solo una bavetta di vento da nord-est che increspava appena la superficie.
La spiaggetta sommersa continuava con blanda pendenza fino a 4-5 metri, dopo di colpo l'inclinazione cambiava, e così guadagnavo con decisione in basso.
Fino ad una quarantina di metri mi sono mosso su un fondale di sedimento dissemiato di scogli sparsi, che all'aumentare della profondità via via prendevano il sopravvento fino a diventare gli unici protagonisti.
Nel buio degli 85-90 metri, infatti mi sono trovato a scendere di fronte ad una parete verticale a malapena schiarita dalle mie luci che per quanto potenti erano barlumi che consentivano solo di intuirne e non di osservarne l'effettiva estensione. Concentrato andavo ancora giù indirizzando sotto le pinne il fascio luminoso su quel muro che proseguiva, ad occhio, almeno per una decina di metri appoggiandosi poi su un altro tratto in fortissima pendenza. Oltre non riuscivo a sbirciare. A 106 metri nello scuro, mi sono stoppato sospeso a mezz'acqua.
Dopo aver immaginato queste conosciute strutture sommerse tipiche di molti tratti di fondale del Lago di Garda, ero lì ad osservarne una.
Attentamente studiavo quella parete chiara, praticamente uguale a quelle che vedo in montagna, tutta speroni, spigoli, rientranze, stratificazioni, spaccature e cosparsa di massi, detriti e pietre di tutte le dimensioni alcune delle quali anche in bilico.
Cominciata l'ascesa ed ancora che ero molto fondo, 90 metri, netto ho sentito il caratteristico rumore di una catena che sferragliava immaginando che sotto costa qualche natante stava dando fondo all'ancora, rumore che però normalmente cessa quando questa arriva.
Quel tintinnio, che in certi momenti pareva anche ritmato, invece mi ha fatto compagnia per tutta la durata della lunga risalita con la relativa decompressione e mi domandavo da cosa poteva essere generato, fin quando ad una decina di metri di profondità sono arrivato a vedere.
Era la catena che collegava uno scoglio che fungeva da corpo morto ad un grande bidone di plastica bianco, che all'inizio avevo notata galleggiare a poca distanza da me, e che a causa del moto ondoso aumentato sbatteva sulle rocce.
Quelle stesse onde, non grandi ma frangenti, mi sono costate un'uscita dall'acqua con gli apparati accorta perchè mentre gattonavo passo passo sulle pietre verso la spiaggetta, senza tregua mi sballottavano. (Giacinto Marchionni)

Pareti di Campione del Garda(BS) _ 106 metri _ 110 minuti _ doppio side mount e.c.c.r. _ temp. acqua 10°C


On south of "Campione del Garda", west side Garda Lake, up a steep path I had finished carring down mine double e.c.c.r.
For me to walk on the low bottom in that point was very unconfortable, duo its pointed stones, at least the water surface was calm, without waves.
The submerged shore continued with low slope until 4-5 metrs depht, than suddenly it changed and so I descended decisively.
Until about 40 meters depht I have shonw on a sand and mud bottom with rare rocks on, but at the increase of the meters they became unique protagonists. Infact in the dark at 90 meters depht I was in front of a vertical rock wall.
Concentrated I went still down, directing my light under the fins, and I saw that wall to continue at least ten meters. I could not see beyond that.
At 106 meters I stopped myself.
After immagining these known submerged structures, I was here looking at one. I carefully looked the wall and its clear rocks, pratically identical at those that I see on mountain during climbing. Everywhere edges, stratifications, stones, splits, debris, overhangs and butresses.
I had begane the ascent, and I still was at 90 meters depht when I listened a clear noise of a chain, immediatily thinking at a boat and its anchor.
Normally this tipical noise finishes when the anchor reaches the bottom. I listened to it continuosily the long ascension and decompression, asking myself what it was.
At 10 meters depht I have seen and I have understood.
It was the connecting chain between the bottom and a white buoy, and the noise was caused by breaking waves.
The same waves shake me a lot during exit from the water at the end of my dive.




venerdì 14 marzo 2025

--immersioni: "IL RELITTO DI NAVENE"


Il piccolo relitto di Navene, sulla sponda veronese del Lago di Garda, è ciò che rimane di un barcone da trasporto che agli inizi del '900 assieme ad altri simili veniva usato per movimentare legname tra Riva del Garda e Peschiera.
Quando la rete stradale attorno al lago si sviluppò, logicamente la via d'acqua venne a perdere d'importanza decretando la fine di quel tipo di trasporto.
Il modo più normale per disfarsi di quei natanti era di affondarli, è così fece anche Guglielmo Della Pila di Navene, il proprietario di quella che allora fu sua fonte di sostentamento, ed oggi testimonianza sommersa di un'economia ed un modo di vivere che non ci sono più.
Il piccolo relitto si trova ad una profondità compresa tra i 50 metri delle prua ed i 55 metri della poppa, ed è adagiato sul fondo sedimentoso in assetto di navigazione. Le sue strutture lignee, oramai anche loro ricoperte dall'onnipresente, invasiva, piccola e non autoctona cozza Dreissena, offrono bei colpi d'occhio e spunti per foto e video riprese. (Giacinto Marchionni)


The Navene wreck, under the east coast of Garda Lake, is what ramains of an old wood boat used to transport wood between Riva del Garda and Peschiera, like many others boats for the same purpose.
When the road network around at the lake was complety, logically that type of transport was forgotten, ad the most natural way to eliminate them, was to sink them.
So did Guglielmo Della Pila, the owner who lived on the lake in the small village of Navene, of that who was his source of life, and today only the memory of a disappeard economy.
The little wreck, in sailing trim, has the bow at 50 meters depth, and the stern at 55.
Its structure, completly colonized by "Dreissena" a small and invasive non-native bivalve mollusc, is a subject for underwater photos and videos.



lunedì 10 marzo 2025

--immersioni: "K 91"





Non avevo voglia di sfacchinare scendendo e riasalendo per scomodi viottoli che dalla strada statale Gardesana Occidentale consentono l'accesso all'acqua del Lago di Garda, quindi mi sono cercato uno slargo dove parcheggiare che era distante una ventina di metri dalla riva, ma soprattutto al suo stesso livello. Volevo insomma si fare una discesa fonda con partenza da terra, diversi siti di questo lago possono garantire ciò a chi sa rinunciare all'indubbia comodità di una barca appoggio, ma volevo soprattutto un sito dalla logistica pre e post tuffo meno lavorata del solito.
Alle 8 e 30 del mattino di una giornata grigia, c'era foschia tanto che la sponda opposta si nascondeva alla vista, ho iniziato accolto dall'ottima visibilità, qui propria dell'inverno, rimasta invariata fino alla massima profondità, come anche la temperatura sempre a 10°C.
Superate le iniziali rocce e piante lacustri del fondale, mi ci sono posizionato sopra a mezz'acqua sollevato di poco più di un metro, muovendomi dentro il suo accogliente celeste-azzurro.
A 60 metri, a causa di un lieve incoveniente di compensazione ad un orecchio, dovevo momentaneamente stoppare la discesa e quindi risalire per decongestionare la relativa tuba di Eustachio.
Risolta la faccenda ho potuto poi continuare la calata sapendo perfettamente però che quei pochi minuti di ritardo sulla tabella di marcia programmata, in decompressione mi sarebbero costati non poco in termini di tempo.
Tra i settanta e gli ottanta metri ho incrociato una moltitudine di persici e lucci che fino a quel momento erano fermi, appoggiati sul fondo, ma che all'improvvisa comparsa delle mie luci scappavano via.
Così sul quel panorama solo falsamente monotono di dune orientate verso il basso che con gli occhi curiosavo, ho continuato fino a 102 metri da dove, dopo un'accostata di 180°, mi sono posizionato sulla rotta di risalita.

Sponda Bresciana del Lago di Garda: 102 metri _ 2h e 40m _ doppio e.c.c.r. _ temp. acqua 10°C

Giacinto Marchionni


I didn't want to work too hard before and after my dive, so I found a car park near the water and at the same lake level.
At thirty past eighty in the morning it was foggy and I couldn't see the opposite shore of the lake, I begane in the clear water that I have had from surface to maximum depth, with water temperature always at 10°C. So I descended into the light blue.
At 60 meters depht I have had a little problem of compensation on mine ear, and I stopped few minutes to solve the problem, then continued the descent, but I knewn that for my deep-dive I would pay for that delay with a lot of decompression.
Between 70 an 80 metrs depht on bottom I have seen a lot of perchs and pikes, but they run away when they saw my dive torch light.
On that debris dunes bottom I went until 102 metrs depht.

lunedì 17 febbraio 2025

--immersioni: "PER MARGHERITE"




Nella profonda discesa incontro acqua a momenti un po' torbida ed a momenti biancastra fin poco dopo i 60 metri. Oltre limpida.
In risalita attorno ai 50 metri sento e vedo la corrente parallela alla costa e proveniente dalla mia destra, decisamente insolita per questo lago per lo meno a queste profondità, che inclina la sagola di ritenuta ed il galleggiante fissati ad uno dei cavi tesati sul fondo.
E poi ... c'erano anche le margherite!

(Lago di Castelgandolfo _ 91 metri _ 133 minuti _ e.c.c.r. _ temp. acqua 10°C)


In this my deep dive I found cloudy and whitish water until 60 meters depth. Beyond, clear water.
During the ascent, about 50 metrs depht, there was a courrent from my right side towards left, very strange for this lake at this depht.
And then ... there were also the daisies!

venerdì 14 febbraio 2025

^^montagna: "CRESTA DI VALL'ORGANO"


Dopo il caratteristico paese di Leonessa(RI) e la stazione sciistica di Campo Stella nel gruppo del Terminillo, al solito prestissimo abbiamo iniziato l'avvicinamento in prossimità di un tornante a quota 1350 metri circa.
Per faggeta siamo arrivati nei pressi degli impianti di risalita che per breve abbiamo costeggiato per poi inerpicarci su pendenze più decise dentro il bosco dove, calzati i ramponi, su neve tosta guadagnavamo quota fino ad uscire dalla vegetazione a circa 1850 metri, punto di inizio della bella e remota Cresta di Vall'Organo.
Con diversi saliscendi, che a parte qualche tratto abbiamo trovati magri, e tra rocce articolate con begli affacci a sinistra sul sottostante vallone, siamo arrivati ad un deciso intaglio.
Superato questo ci sono le maggiori pendenze dell'itinerario invernale, trovate su neve durissima, fino alla Cima dell'Innominata a 2010 metri.
Visti i vicini nuvoloni scuri, veloce è stata la pausa prima d'iniziare la discesa per il Prato dei Sassi, l'anfiteatro glaciale sotto l'Innominata ed il ripido bosco.
Giusto in tempo di tornare alla macchina e pioveva.


In the "Terminillo" mountain massif, after the caratteristic little town of "Leonessa(RI)" and "Campo Stella" ski-resort, at 1350 meters above sea level we have parking the car.
Initially we reached the skilifts under a beech forest, then with crampons and ice axes on hard snow we climbed until about 1850 meters a.s.l. at the begine of the beautiful and solitary "Vall'Organo" ridge wich we went up on, arriving under the final third of the ascent.
In this section on glaced snow we walked the steeper slopes of this winter mountain itinerary until the "Cima dell'Innominata" at 2010 meters a.s.l.
On the top we had a short break due to dark clouds, before begin the descent by "Prato dei Sassi" and the glacial anphiteatre under the peak.
When we reached the car, it was raining.



venerdì 7 febbraio 2025

^^montagna: "PIETROSTEFANI-CHIARETTI"


L'idea iniziale era quella di scalare sulla parete nord del Monte Elefante nel gruppo del Terminillo.
Se non che arrivati in vista, la sua "magrezza" ci faceva tornare indietro e dirottare sulla Pietrostefani-Chiaretti che, su neve da durissima a ghiacciata su tutta la linea e che a memoria non ricordiamo di aver mai trovato così, ci ha condotto in cima al Terminillo per il suo versante di nord-est.


In the "Terminillo" massif, our first idea was a winter climb of the north face of "Monte Elefante", but when we have seen it without snow, we tought to another winter climb on mountaneering route called "Chiaretti-Pietrostefani".
For its entire lenght on north-east face we climbed to the top of "Terminillo", on very frozen snow exelent for crampons and ice-axes.
Never in our past on this mountain, we remember it in so perfect winter conditions for mountaineering.



martedì 28 gennaio 2025

^^montagna: "DIRETTA BARRASSO"


Dai 1580 metri della Piana dell'Aremogna a Roccaraso (AQ), sci ai piedi abbiamo risalito la Valle delle Gravare svalicando a 1991 metri sulla linea di cresta delle Toppe del Tesoro, da dove si apre il vasto altopiano glaciale di Antone Rotondo con in fondo la nostra meta: il Monte Greco (2285mt).
La montagna innevata sembrava una gigantesca meringa che s'ingrandiva alla vista mentre su saliscendi percorrevamo i tre chilometri di pianura per raggiungerne la base. Chilometri che di sicuro nelle gambe si sarebbero allungati se li avessimo attraversati senza sci, che alla fine dopo due ore e mezza di movimento toglievamo e lasciavamo nei pressi di un masso che affiorava dalla neve.
Dopo una breve pausa di recupero, eravamo pronti per scalare la Diretta Barrasso sulla parete Est/Nord-Est del Monte Greco, che esce a pochi metri dalla croce di vetta.
Su neve con ottimo fondo siamo andati su bene per i 3/4 della linea, e poco sotto della prima strettoia attrezzavo sosta con un chiodo, poi tolto, per il superamento di alcuni metri ghiacciati, seguiti poi da ottima neve.
Sul più ripido tratto terminale invece la neve non portante ci obbligava ad una progressione cauta e lenta.
Dopo qualche metro dall'uscita della via, sul crocifisso metallico della vetta che era spazzata da un fastidioso vento attrezzavo la solida sosta per recuperare l'amico sull'ultimo tiro di corda.
Il tempo di riporre il materiale da scalata negli zaini, quindi la discesa per la cresta nord-ovest del Greco a riprendere gli sci per il rientro a valle.


From "Piana dell'Aremogna"(Italy/Abruzzo/Roccaraso) at 1580 above sea level, we went up on skis with sealskins on "Valle delle Gravare" until "Toppe del Tesoro" at 1991 a.s.l.
Still by our skis, from this point on the three kilometres of the "Antone Rotondo" glacial plateau, we walked towards our destination: "Monte Greco" that, loaded with snow, it looked like a large meringue, and after two hour and half we reached the base of the mountain where we left our skis near an isolated rock in the snow.
After a short rest we were ready to climb on the winter mountaineering route called "Diretta Barrasso" (difficulties: AD/50°-60° and some steps 70°) on "Monte Greco" east, north-east face.
For three quarters of the climb the crampons and ice axes gripped exellent snow well. In this section I planted a rock bold to ensure the passage of the first bottleneck.
Instead, in the final steepest of last two rope pitches our climb was very delicate and slow, due the very soft snow wich was absolutely no good for snow tools.
At the end of the mountaineering difficulties on metal crucifix, located at the summit at 2285 meters, I made a safe stop to let my friend climb up.
With an annoyng wind we went down first along "Monte Greco" north-west ridge, and then down to "Aremogna".



lunedì 20 gennaio 2025

--immersioni: "IL CONTRAFFORTE 2"


Il 18 febbraio 2024 qui ho inserito il "filmetto" e lo scritto riguardanti la falesia rocciosa sommersa situata sotto la sponda est del Lago di Castelgandolfo/Albano, che sintetizzavano una serie d'immersioni fatte su quella struttura.
In questo tuffo una volta arrivato alla sua base a circa 75 metri, me la sono lasciata alle spalle per continuare fino ad 82 sul fondale di sedimento fangoso che, sebbene spoglio, come al solito m'incuriosiva.
Arrivato ai target di profondità e tempo programmati ritornavo e risalivo sull'articolata parete dove una lunga rete da pesca, persa non so da quanto tempo, disegna una spezzata tra gli scogli. Sulla ventina di metri incrociavo rottami d'automobili buttati.
_82mt._120min-_e.c.c.r._


On February28, 2024 on this website I inserted the video and writing about the submerged cliff located under Castelgandolfo Lake eastern shore, which summarized a series of dives under that structure.
In this dive I arrived at its base at about 75 meters depth. I left it behind me to continue on mud bottom until 82 meters depth which, despite its emptiness, it intrigued me.
When I returned to the rock structure I saw a fishing net lost between the rocks, while at 20 metrs depth I have seen car scrap.