DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
sabato 31 agosto 2013
^^montagna: "UNA FESSURA NEL TIRO FINALE CHE VALE TUTTA LA VIA"
Sulla parete est del Corno Piccolo al Gran Sasso d'Italia, proprio nell'ultimo tiro della "via NAUDANDA", una spettacolare fessura incide, la Torre Cichetti da parte a parte.
Vuoi per la spaccatura e vuoi per la stupenda roccia ruvida al punto giusto da consentire un'aderenza strepitosa alle scarpette d'arrampicata, che la scalata di quest'ultimo tratto di parete diventa esaltante.
L'avevamo salita ad ottobre del 2011 e tanto ci era piaciuta che ci eravamo ripromessi di ripercorrerla appena se ne fosse presentata l'occasione.
domenica 25 agosto 2013
^^montagna: "Via GIGINO BARBIZZI"
Per sabato 24 agosto i metereologi erano concordi nel prevedere sul Gran Sasso d'Italia possibili piogge nel corso delle prime ore del pomeriggio.
Per questo motivo abbiamo scelto di effettuare una scalata su una via con un avvicinamento abbastanza rapido dalla "Madonnina" (stazione di monte della funivia dei Prati di Tivo) in maniera d'avere poi, una volta usciti dalla traccia alpinistica, un buon margine di tempo prima dell'arrivo di eventuali perturbazioni.
Il fresco della parete nord del Corno Piccolo è rinomato d'estate, e questo lo sapevamo, ma trovare nel primo tiro una roccia tanto gelata da intorpidire totalmente la sensibilità dei polpastrelli delle dita, questo non ce l'aspettavamo.
Nella parte più alta, poi, il sole riusciva a fare capolino almeno per qualche momento stemperando il contatto delle mani sul calcare.
Etichette:
via GIGINO BARBIZZI
martedì 20 agosto 2013
--mare: "LU TRAVOCCHE"
Un bel tratto della costa Abruzzese tra San Vito Chietino e Fossacesia, è chiamato "Costa dei Trabocchi".
I trabocchi, Travocchi, sono delle tipiche e particolari costruzioni locali in legno a travature molto intrecciate e protese verso il mare, che venivano usate per pescare calando in mare da lunghi pennoni grandi reti a sagoma quadra.
lunedì 19 agosto 2013
^^montagna: "SPIGOLO DI PAOLETTO"
Ombra e vento oggi su questo "Spigolo" situato sulla parete nord del Corno Piccolo al Gran Sasso d'Italia.
Etichette:
via Spigolo di Paoletto
domenica 18 agosto 2013
-- immersioni: "BRODO CON DADO"
Dai 26° C. di temperatura dell'acqua in superficie e poi a 52 metri (batimetrica raggiunta nell'immersione odierna), con una variazione di ben sedici in meno avvenuta tutto sommato in poche braccia, passare alla fredda doccia dei 10° C.
Sbirciare con gli occhi in un buio e nero panorama composto di rocce vulcaniche scurissime e quindi, con una sfanalata delle torce subacquee sul fondo di sabbia e limo, vederlo rischiararsi di un sottilissimo ed impalpabile strato bianchissimo generato da qualche batterio.
Sorvolare tranquilli e bassi fondali composti di cataste di grandi rocce generanti caotiche strutture, che improvvisamente, di colpo, inauditamente cambiano vertiginosamente pendenza.
Muoversi, o meglio, forzatamente strisciare al rallentatore a causa dell'acqua dalla consistenza lattiginosa e scesi di soli pochi metri fluttuare in un ambiente limpidissimo.
Questo è il lago di Castelgandolfo sotto le onde: un panorama sommerso che offre grandissimi contrasti assaporabili nel corso di una singola immersione da sommozzatori fortemente motivati.
Etichette:
Lago di Castelgandolfo
martedì 13 agosto 2013
^^montagna: "CRESTA NORD DELL'ANTICIMA DELLA VETTA ORIENT. DEL CORNO GRANDE"
Escluso il tratto di avvicinamento effettuato sulla Cengia dei Fiori, dove non si cammina ma si scala in orizzontale, con i suoi circa 700 metri di sviluppo la salita di questa storica lunga via di cresta è stata proprio viaggio verticale in un ambiente d'alta montagna di severa bellezza.
Un accennato sbuffo di vapore presente sul "Paretone" alle otto di mattina, ben presto si è trasformato in una densa foschia che ci ha fatto compagnia per quasi tutta la salita, e solo a tratti il nuvolone nel quale eravamo immersi si diradava.
La via è gradata di IV° superiore ma noi che l'abbiamo ripetuta possiamo affermare che per un bel tratto del tiro d'attacco il V° superiore c'era tutto. Al di là della valutazione sui passaggi tecnici, la qualità della roccia mai compatta e la lunghezza rendono l'itinerario difficile.
Nella parte alta a causa delle nebbie che andavano e venivano, un errore di itinerario ci ha fatto compiere un eccessivo traverso a destra e quindi finire "fuori via". Avendo io e mio fratello effettuato un'altra ascensione in zona un anno fa sulla via Nebbia del Paretone (azzeccatissimo il nome !), ci siamo resi immediatamente conto che il canalone che ci stavamo accingendo a percorrere non aveva nulla a che vedere con i ricordi, quindi abbiamo preso la decisione di ritornare con la massima attenzione a ritroso, mentre i minuti iniziavano ad andare più velocemente, e la luce del pomeriggio iniziava a calare, tant'è che m'iniziava a balenare nella testa un quanto mai imprevisto bivacco.
Riguadagnavo allora verso sinistra, e con sollevazione dello spirito riconoscevo senza ombra di dubbio quei singoli passaggi superati l'anno passato. Via quindi su alla massima velocità consentita senza perder tempo e meno male senza intoppi della corda. Con cinque sfilate di corda nelle quali le mani metro dopo metro continuavano a toccare rocce amiche perchè conosciute, siamo finalmente usciti dalla via sulla Ferrata Ricci. Poi giù al rifugio Franchetti per una breve pausa mentre iniziava ad imbrunire.
Finita la giornata di montagna, una volta giunti al piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo abbiamo avuto un ultimo fuori programma: la mia macchina non ne ha voluto proprio sapere di rimettersi in moto. Questa però è un'altra storia ...
venerdì 9 agosto 2013
^^montagna: "6 AGOSTO 2013 - PIZZO SAN GABRIELE"
La "Spedizione familiare zeta zeta" ha incontrato camosci, aquile e tante stelle alpine nella salita al Pizzo San Gabriele che fa parte del ben più lungo "Sentiero del Centenario".
Etichette:
Pizzo San Gabriele
martedì 6 agosto 2013
^^montagna: "CRESTA MALLUCCI"
Per il versante sud della vetta centrale del Corno Grande partendo proprio alle spalle del "Bivacco Bafile", si snoda questa via che percorre una lunga cresta molto articolata che nella conformazione ricorda i denti di una gigantesca sega.
Su calcare spesso rotto e marcio e con costantemente davanti agli occhi un ambiente solitario, di rocce rotte e caotiche ma allo stesso tempo di selvaggia bellezza, abbiamo scalato e ridisceso diverse guglie molto eleganti, sottili ed aeree crestine, un bel diedro di una trentina di metri (il tiro chiave V°), fino ad arrivare dopo un panoramico ed esposto tratto in discesa ad un caratteristico intaglio.
Da qui passando alla base di alti spalti di roccia compatta, decisamente abbiamo traversato a sinistra allontanandoci un po' dalla linea di cresta seguita, andando a puntare una ben visibile ed inconfondibile rampa da salire, fare attenzione però di non andare a finire nel profondo canale ancora più a sinistra.
Rimontata questa rampa, sempre in progressione con la corda siamo saliti prima per un lungo canale di sfasciumi non difficile ma delicato e molto instabile, e successivamente per le placche finali siamo arrivati in vetta alla Centrale del Corno Grande, prosciugati dal caldo perchè tutta la scalata è esposta al sole e dopo aver percorso in tutto 500 metri in cordata.
Dalla cima quindi, passando sotto un caratteristico grosso masso incastrato che forma un piccolo tunnel (passi di II° in disarrampicata), siamo andati giù fin poco a valle della Forchetta Gualerzi da dove con una "doppia" da 50 metri ci siamo calati sulla "Coppitana" che transita sulla bellissima grande balconata del versante nord del Torrione Cambi, detto Balcone d'Abruzzo.
In breve ma sempre in grande esposizione con questa torniamo sulla Forchetta del Calderone da dove, riaffacciati nuovamente sul versante meridionale della montagna, siamo andati lungamente giù per sentiero alpinistico (tratti di II° in disarrampicata), fino a ritornare sulla traccia dove si tornava a camminare.
A conclusione di un'intensa giornata di montagna, all'imbrunire abbiamo preferito deviare verso il Bivacco Bafile dove abbiamo trascorso la notte. All'alba del giorno successivo, riposati, siamo rientrati di buon passo al Piazzale di Campo Imperatore.
Le indicazioni relative a sviluppo della Mallucci-Monti e le difficoltà della stessa di alcune guide alpinistiche sono molto pressapochistiche. Nella nostra ascensione abbiamo potuto riscontrare che:
a) lo sviluppo del tratto in cordata è in totale di 500 metri contro i 350 metri grossolanamente indicati.
Viste le lunghezze degli avvicinamenti e dei rientri che inoltre sono anche molto articolati e lavorati, la qualità della roccia che su lunghi tratti seppur con difficoltà non elevate richiede un'andatura circospetta, a chi dovesse dar retta a quegli scritti fortemente inesatti potrebbe avere dei fuori programma sui tempi di percorrenza totali che diverrebbero imprevedibilmente ed inaspettatamente lunghi;
b) il grado di difficoltà, dichiarato di IV° inferiore, contro la realtà del V° trovato nel tratto chiave della scalata, potrebbe essere un ulteriore fattore di rallentamento della cordata.
Etichette:
Cresta Mallucci,
Via Mallucci-Monti
sabato 3 agosto 2013
--immersioni: "BRODO MAGRO"
Immergersi in "opulente" acque con gradevoli temperature, ottime visibilità e coloratissime forme di vita animale e vegetale, è innegabilmente sicuramente cosa piacevole.
Farlo, però, in un'acqua scura e limacciosa che in alcuni momenti offre oltre il vetro della maschera al massimo 10 centimetri allo sguardo e con 8°C di temperatura sul fondo, è faccenda da sommozzatori affamati che trovano appetibile così anche un "Brodo Magro".
Iscriviti a:
Post (Atom)