DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
giovedì 26 dicembre 2024
^^montagna: "A DORSO D' ELEFANTE"
Con temperatura sotto lo zero e con il vento che già dal mattino presto soffiava teso, dal Rifugio Sebastiani al Terminillo abbiamo raggiunto a 1920 metri la vicinissima selletta del Pratorecchia che svalicavamo per andare, senza mai perdere troppa quota, sotto il versante nord del Monte Elefante.
Superato questo abbiamo piegato a destra e su pendenza che decisamente incrementava guadagnavamo il punto d'inizio dell'elegante Cresta di nord-est dell'Elefante, dove siamo stati investiti in pieno dal vento che con folate improvvise e forti ci costringeva anche a fermarci ed accucciarci per non perdere l'equilibrio.
Giunti ad un esile intaglio seguito poi da un'impennata della cresta, con sotto i ramponi e picche rocce rotte e neve molle, a causa del vento che in certi momenti riusciva persino a spostarci abbiamo preferito la progressione in cordata seppur solo per una breve sfilata.
Scalato il tratto e salito poi l'amico, abbiamo riposto la corda proseguendo sull'esposta e panoramica cresta colpita in pieno dal fortissimo vento che sollevando nuvole di polvere di neve gelata, ci ha tartassati non solo fino in vetta all'Elefante a 2015 metri, ma anche per tutta la discesa.
With air temperature below "zero" and very strong wind, from Refuge "Sebastiani" in Terminillo Massif we walked first on "Pratorecchia" pass, then below "Monte Elefante" north face. After we went up on our right side towards the elegant "Monte Elefante" north-est ridge.
During all climbing, the very strong wind often forced us to stop and crouch down, so as not fall.
In a short stretch of very thin ridge, with little snow and bad rock under the crampons for one pitch we prefered the rope.
In the continuous strong wind that raised clouds of frozen dust, first we reached the top of "Monte Elefante" at 2015 meters a.s.l.; and then we went down.
Etichette:
Monte Terminillo,
via Cresta nord-est dell'Elefante
lunedì 23 dicembre 2024
--immersioni: "PER TRE POLENTE"
Solitaria discesa sotto il lago di Paterno (RI), che sott'acqua manifesta sempre il suo caratteraccio.
Sulla spianata del fondo forte sentivo l'odore dello zolfo anche dentro la maschera tanto che, riemerso, i moschettoni ed i piombi della zavorra a contatto con l'acqua s'erano scuriti. Queste emissioni sono da sempre conosciute in tutta la zona, vicine infatti ci sono le Terme di Cotilia.
Non potevano mancare nel post immersione amici e polente.
Solitary dive in the Lake Paterno(RI), with below the surface welcomes me with its usual bad temper.
When I reached the lower plateau, into the mask the smell of sulfur was strong, in fact at the end the carabiners and the ballast had become dark. These sulfur emissions have always been known, nearby are the Cotilia thermal water.
In the post dive, very good "polenta" and friends.
venerdì 20 dicembre 2024
^^montagna: "CHI SI CONTENTA ... GODI"
Le previsioni meteo riconsultate poco prima di mettermi in macchina, confermavano che in tutto l'Abruzzo interno montano ci sarebbe stata una finestra di bel tempo solo fino a mezzogiorno circa, poi sarebbero arrivati fitta copertura nuvolosa e nevischio.
Presa la decisione, al mio solito sono partito molto prima della buon'ora ed alle sette del mattino arrivavo e parcheggiavo immediatamente dopo il Valico di Monte Godi a poco più di 1600 metri di quota dove, ad un'ottima temperatura di -4°C per salire, ho iniziato pestando neve crostosa che per tutta la traccia alternava tratti portanti e sfondanti.
Divagandomi con ramponi e picche sono salito per il fianco di nord-est della montagna, e su pendenze attorno ai 40° con alcuni passi più inclinati tra le rocce, al sole che intanto s'era levato, ho raggiunto il crinale sommitale.
Con giro a semicerchio che offre bei panorami sui monti imbiancati del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, arrivavo ai 2011 metri della cima di Monte Godi.
Come da previsioni, le vette verso est erano già coperte da spessi nuvoloni scuri che avanzavano iniziando anche a velare il sole sopra di me, quindi dopo qualche minuto di relax ho preso la via per scendere.
Già nevischiava mentre accendevo il motore.
The forecast said that in Abruzzo there would be sun until midday, after clouds and snow.
At the seven in the morning I was at 1600 meters above sea level at "Monte Godi" pass, where I started at an exelent temperature of 4 degrees below zero on crusty snow.
Having fun, I climbed on 40° slope between some rocks the north-est side of the mountain within the sommital edge, while the sun rised.
With a semi circulare route I arrived at the top of "Monte Godi" (2011 meters a.s.l.), looking at the white panoramas of "Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise".
As I started the car engine, it was already snowing.
domenica 8 dicembre 2024
--immersioni: "OPERAZIONE CONGIUNTA"
Grazie a Max, amico di scalate ma non sub, che ho coinvolto e che materialmente mi ha aiutato nel trasporto degli equipaggiamenti da immersione, sono riuscito a realizzare il progetto di una prolungata esplorazione sotto la sponda sud-occidentale del Lago di Albano/Castelgandolfo(Roma).
Arrivato che mancava poco all'alba, vedevo che la superficie era spazzata dal previsto vento teso e freddo che formava piccole onde, però non fastidiose.
Finito tutto il pre-dive sull'apparato ed ultimato il resto, non appena Massimo mi raggiungeva caricavamo e legavamo per bene il rebreather e la bombola di bail-out sui due carrellini portamateriali apposta approntati per lo spostamento di un chilometro e seicento metri dal parcheggio fino al sito d'inizio immersione, che da tempo con ricognizioni avevo scelto per verificarne distanza e comodità di accesso all'acqua.
Caricati poi in spalla lui uno zaino con pinne, maschera ed altri accessori sub, ed io il g.a.v. side-mount dedicato, con passo tranquillo ci siamo mossi in senso antiorario attorno all'ovale del lago trainando i carrellini che si sono comportati in maniera egregia anche sul sentiero. Manovra non da meno agevolata anche dal peso e volume ridotto del rebreather Liberty side-mount rispetto ad un tipico e.c.c.r. ad indossaggio posteriore.
Con andatura da montagna e chiacchiere intervallate da brevi pause, in poco più di mezz'ora raggiungevamo la spiaggetta d'inizio sulla costa meridionale del lago.
Dopo aver posato tutta l'attrezzatura al bagnasciuga, prima di incominciare mi prendevo un breve riposo comodamente seduto mentre sgranocchiavo cioccolata.
Ripreso fiato entravo in acqua, agganciavo il reb. ed il bail-out a destra ed a sinistra, salutavo Max e m'infilavo sotto il lago.
Come diluente aria nel circuito chiuso e la minima ridondanza di una 11 litri in aperto, il mio programma logicamente non era quello di fare un'immersione profonda, ma dopo una veloce capatina sui cinquanta metri effettuare la lungha perlustrazione di un chilometro e mezzo in senso orario a batimetriche tra i venti e dieci metri, spingendo con le pinne.
Sul fondale di modesta pendenza composto da sedimento fangoso con sopra pochi sassi e scogli distanti tra loro, mi lasciavo alle spalle la sponda guadagnando con molta lentezza metri verso il basso per raggiungere il target della quota programmata. Poi ho invertito indirizzandomi verso l'alto attraversando fasce d'acqua con visibilità, a parte per qualche tratto, tutto sommato sufficiente.
Ad un certo momento della risalita, in una zona non estesa di fango molto compatto, mi colpiva un singolare tipo d'erosione mai notato prima, o per lo meno non in modo così marcato. Erano delle nette scanalature scavate verticalmente e parallele tra loro che mi hanno fatto subito pensare potessero essere state causate da emissioni di gas o fluidi che sgorgando dal fondale di consistenza di tipo coeso-argilloso, risalivano dritte dal basso verso l'alto, ed in un preciso punto c'erano anche dei profondi buchi circolari generati allo stesso modo.
Se invece fossero state erosioni in caduta dall'alto verso il basso come a seguito di forti piogge che trascinano sul fondo piccole frane di detriti, avrebbero creato dei solchi diversi, che qui ho già visto però più sottocosta e su pendenza decisamente maggiore rispetto a quella di dove mi trovavo.
Naturalmente queste sono solo mie considerazioni fatte al momento, magari qualcuno più competente di laghi vulcanici potrebbe spiegare meglio. Comunque in questo bacino sono note da moltissimo tempo emissioni, e per mia esperienza diretta mi capita di attraversare zone d'acqua non limpida ma biancastra dovute a fuoriuscite solforose che se dovessero trafilarne alcune gocce all'interno della maschera se ne sentirebbe subito il caratteristico odore di uova marce.
Mi sono fermato per registrare il video, poi ho ripreso la rotta in senso orario.
Dal fango sono passato a nuotare su scogli e massi del fondo inclinato, in mezzo ad un intreccio di rami e tronchi d'alberi giganteschi sradicati all'aria e dopo affondati. Sono transitato al lato di una rete da pesca incagliata ed attorcigliata su se stessa che sembrava un albero di natale.
I minuti che scorrevano sono diventati un'ora. Come pietra miliare delle distanze avevo, ed ho, il relitto di una Fiat 500 che normalmente si raggiunge in mezz'ora d'immersione a pinne partendo da sotto il parcheggio ed in direzione opposta a quella che seguivo.
Non l'ho mai immaginato come un percorso con tabella oraria, ma esattamente il contrario: un lento viaggio per avere il tempo di osservare con calma, quindi non mi sono mai affrettato. Se c'era qualcosa che m'interessava mi prendevo i minuti occorrenti, altrimenti proseguivo con ritmo lento, comunque senza mai forzare l'andatura subacquea.
Per questo motivo Max ed io ci eravamo accordati per un orario di riemersione di massima e non fisso per evitare nel probabile caso di prolungamento della durata dell'immersione: pensieri a lui che aspettava all'aria, ed a me la fretta di arrivare ad orario spaccato.
Osservavo con attenzione il panorama che allo stesso tempo era uguale e diverso, e che perciò come sempre mi incuriosiva parecchio.
Alla mia silenziosa apparizione due tozze carpe scure velocemente mi sfilavano di fianco.
Incastrato tra grandi i massi vulcanici vedevo il relitto di una canoa, dopo transitavo sotto l'ennesimo grande tronco d'albero affondato, un suo ramo curvo formava un arco.
Nella penombra dell'acqua, non limpidissima per la sospensione presente, al 120° minuto vedevo quello che da lontano pareva essere uno scoglio, ma che poi invece da vicino si materializzava nel piccolo "Cinquino" FIAT ricoperto di alghe.
Ne avevo ancora per una trentina di minuti alla riemersione, e se pure dovevo ancora sgambettare oramai ero nei paraggi di "casa" perchè sul bassofondo riconoscevo, visti e rivisti, un paio di pedalò e diverse barchette, come pure purtroppo il ciarpame di scarto indifferenziato per la maggior parte volutamente gettato oppure, ma in parte davvero minima, perso.
Pneumatici e cerchioni di automobili a iosa, pentole, bottiglie di vetro e plastica, un carello per natanti sfasciato, tubi spaccati di grandezze e materiali diversi, stivali di gomma, scarpe e ciabatte spaiate, blocchi di cemento, mattonelle, pezzi di guard-rail, posate, bicchieri, piatti, cartelli stradali, pezzi di ferro, lamiere, un water, e poi ... ecc. ecc. Ciò perché in questa zona del lago la strada accessibile alle macchine è vicinissima all'acqua. Oggi ho verificato di persona che sotto gran parte della sponda sud-ovest, dove all'aria si snoda solo un sentiero e per di più non vicino al greto dell'acqua, per la stessa logica (incivile), di pattume sommerso ce n'è praticamente niente.
Come previsto, nel finale dalla bassa profondità ho lanciato il pedagnetto in superficie per segnalare ed avvisare all'amico che aspettava su a riva che ero rientrato in zona.
Con una voragine nello stomaco per la fame e nelle gambe due ore e quaranta minuti di scorrere del timer sub, ero arrivato al termine del viaggio iniziato però nella mia testa non ricordo quando.
Thanks to Max, climbing friend but not diving friend, who helped me carry the diving equipment, I realized a my old idea: a long underwater exploration below the south-west coast of "Lago di Castelgandolfo".
From park cars, on two trolleys and backpacks we trasported the equipment (a side-mount e.c.c.r., one eleven liters bail-out open circuit thank, a side-mount B.C.D., fins, mask and other), slowly walking along the lake shore for one kilometer and six hundred meters, reaching the starting point in just over half an hour.
After a bit of rest, I eneterd the water, clipped up the equipment, said goodby Max and I went down.
With that dive equipment setup I had, logically I could not have a deep dive but after a fast descent within about 50 meters of depht, a long exploration between 20 and 10 meters, swimming calmly to clockwise.
So, after reaching maximum depht, I slowly ascented.
In this fase on the very compact sediment bottom, I saw a type of erosion never seen before. There were grooves and holes most likely created by emissions of fluids that rose upwards from the bottom. In that moment so I tought, and now I think, it could be. During a lot of dives in this lake often I have seen, and I see, whitish water emissions due to sulphur.
I stopped to film them, and after continued on my clockwise route.
Then i swam near rocks, among fallen trees, next to a lost fishing net.
I arrived at a known dive point for me, the wreck of the "Fiat 500" (a popular little italian car of the past), so in that moment I knewn how many minutes remained to end my dive.
I continued my slowly travel watching around me without hast, and in case I saw interesting thinks with calm take videos. With Max I had not set a specific time to finish, so he did not worry and i did not have to run.
I was home now and I saw familiar thinks rudely thrown into the lake like little boats, tyres, pots, broken pipes, road signs, rubber boots, glasses ... a toilet. Evidece of human incivility.
At the end of the dive to show Max where I was, from the shallows I launched the "cazzillo". So italian divers named the narrow, long and red in color, inflatable signaling buoy.
With a big hole in the stomach, I finished this dive after two hours and forty minutes in my legs, but I had this project in my head for such a long time that ... I forgot it.
domenica 1 dicembre 2024
^^montagna: "CIMA POMILIO"
In una ventosa giornata, lungo tour invernale sulla Majella, andata e ritorno di 18 km. e 900 metri di dislivello, con i ramponi su neve che, sebbene pochina, era per lunghi tratti ghiacciata.
On a windy day, long winter tour in the Majella massif: round trip of 18 kilometers and 900 meters of altitude difference. With crampons on little snow, but frozen for long stretches.
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