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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 22 febbraio 2022

^^montagna: "NASTRO DI GHIACCIO"




Partiti dalla fine dei Piani di Pezza praticamente sgombri di neve, sotto un vento teso e su neve molle dovuta al netto rialzo termico di questo fine settimana, abbiamo risalito verso sud il fondo del fosso d'impluvio posto tra la boscosa cimetta della Castelluccia e tutta l'articolata ed erosa parete ovest della Costa della Tavola che assieme a Capo Pezza e Punta Trieste forma un circo glaciale non visibile dal basso.
All'uscita del bosco ed all'altezza di un piccolo falsopiano, alla nostra sinistra si apriva un ampio canalone che sempre su neve pesante abbiamo risalito per un centinaio di metri.
Quindi faticosamente, sprofondando a volte anche fino al ginocchio, abbiamo piegato a destra verso un'evidente ripida rampa situata proprio sotto un bastione roccioso al cui culmine, con una paio di passi di misto su rocce ad 80°, ci siamo ritrovati alla base dell'evidente linea del "Nastro di Ghiaccio" aperta da Abbate e Risi nel gennaio del 1988, che però noi abbiamo scalato su di una neve solo per brevi tratti portante, ma nonostante ciò le prospettive che potevamo osservare quando volgevamo lo sguardo in basso ci hanno ripagato dalla fatica.
Risalita tutta la bellissima linea del "nastro" usciamo a pochi metri dalla cima della Costa ancora spazzata dal fastidioso vento.

venerdì 18 febbraio 2022

--immersioni: "ALLA SAGRA DELLE ANGUILLE"




Nel Lago di Castelgandolfo in una singola immersione mai mi era capitato d'incontrare tante anguille tutte assieme come invece m'è successo in questo tuffo (80mt / 140min / temp. acqua 10° / e.c.c.r.).
Quasi non finivo di videoriprenderne una che ne compariva un'altra. E così è stato praticamente per tutta la fase fonda.
Alcune di loro fuggivano impaurite non appena mi vedevano, mentre altre rimanevano ferme, imbambolate dalla forte luce tanto che potevo arrivare anche a sfiorare i loro musi.
Le anguille sono animali dal comportamento fin'ora inspiegato. Arrivato infatti il momento della riproduzione questi pesci partono per una migrazione lunga migliaia di chilometri della durata di mesi, fino al Mar dei Sargassi nell'Oceano Atlantico alla latitudine del Tropico del Cancro dove, nelle profondità depositano milioni di uova dalla quale nasceranno i piccoli. Esaurito quindi questo compito muoiono.
Il fatto strordinario è che il novellame appena venuto alla luce ripercorre al contrario la migrazione appena finita da chi li ha messi alla luce, e guidati dal loro istinto tornano in quei luoghi dai quali erano partiti i loro genitori perpetuando un naturale ciclo biologico.

giovedì 10 febbraio 2022

^^montagna: "VIA DELLA RIVOLUZIONE"




Dalla quota di 1244 metri siamo partiti per l'avvicinamento alla parete nord-ovest del Monte Viglio (2156 mt), nei Simbruini, senza seguire alcuna traccia di sentiero ma tirando la linea dritta che ci ha portato direttamente sotto il cosidetto "circo della parete", la variegata struttura rocciosa che in alto sostiene la cima vera e propria.
Già a poche centinaia di metri dall'automobile abbiamo iniziato a fare le peste nella neve che a causa delle temperature alte abbiamo trovato sprofondante ad ogni passo. In una zona dell'alta faggeta c'erano anche parecchi alberi abbattuti, la maggior parte dei quali non spezzati a mezz'altezza ma caduti di schianto perché sradicati dal terreno, che ci hanno obbligato a zigzagare per superarli.
Continuando a salire sempre sulla massima pendenza e continuando ad alternarci nel battere la traccia, siamo usciti dal bosco a poco più di 1900 metri di quota proprio sotto il semicerchio roccioso nel quale si snodano alcuni storici itinerari d'alpinismo invernale.
Noi abbiamo ripetuto la "Via della Rivoluzione", aperta il 14 gennaio del 1979 dalla cordata Abbate, Marcheggiani e Vasselli.
Tra belle rocce erose, così ci siamo infilati nella goulotte della via che nel primo terzo ci ha fatto sbuffare ad ogni passo perchè a volte sprofondavamo anche quasi fin poco sotto il ginocchio, mentre nei restanti due terzi fatti in cordata, ci ha concesso una neve dura/ghiacciata dove le punte dei ramponi e delle piccozze anche entrando di poco garantivano una bella scalata.
Con uno chiodo d'epoca tutto arrugginito, chissà forse degli apritori, ci siamo protetti proprio sotto i verticali passi "magri" che spezzavano un lungo tratto ghiacciato, al termine del quale ho sostato sotto la bassa volta appena strapiombante di un grande masso.
Una volta poi aggirato il masso alla sua sinistra, raggiungendo alcuni isolotti rocciosi ed ancora sulla massima pendenza tra la nebbia fredda che alle quote più alte intanto aveva smorzato la vista, siamo usciti in cresta e poco dopo alla metallica croce blu in punta al Viglio.