DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
domenica 24 settembre 2023
--immersioni: "BLU"
103 metri per 140 minuti con doppio e.c.c.r.
Dentro un blu intenso che ammantava tutto, non solo gli occhi, solitaria e profonda immersione nel Mar Ionio della Calabria.
Arrivato a 70 metri ho seguito ed esplorato una costola di roccia, di poco elevata dal pavimento sabbioso, che indirizzandosi verso il basso mi faceva guadagnare decisamente quota.
Un fitto sciame di gamberetti stazionava nei pressi delle rocce alla massima profondità che ho raggiunto.
Interessante è stato curiosare sugli scogli il "coralligeno" Mediterraneo.
Mentre dai 70 metri rimonto l'alto gradone che mi condurrà a 50 metri, osservo un intreccio di cime, lenze e nasse oramai incrostate e per sempre perse qui sotto e che, anche se innaturali, creano alla vista giochi geometrici meritevoli di videoriprese.
Continuo la risalita e la decompressione, nonostante lunga, mai noiosa, anzi: infatti mai ci si stanca ad osservare nella colorata luminosità del bassofondo la scogliera sottocosta.
Inside an intense blue that covers everything and not just the eyes, a solitary and deep dive in Calbrian Ionian Sea.
I reach 70 meters and follow a rocky ridge oriented on the maximum inclination.
There is a large school of shrimp near the rocks at my maximum depth.
From 70 meters I swim on the high step up to 50 meters.
I observe ropes, fishing lines and traps forever lost under the sea. In this place they are unnatural, but they create geometric perspectives good for videos.
The decompression is long but never boring, it is relaxing to be in the brightness of the shallows.
mercoledì 13 settembre 2023
^^montagna: "MONTE CRISTALLO"
Per il suo versasnte di sud-est solitaria ascensione al Cristallo, imponente cima delle Dolomiti Ampezzane che poco regala.
Sulla Normale via Grohmann, di bassa frequentazione, si riesce a respirare ancora l'atmosfera dell'epoca pionieristica dell'esplorazione dolomitica. Pareti verticali, incassati canaloni, guglie erose decorati da silenzi che saziano l'alpinista.
Anche se indicata da numerosi ometti, che in certi punti sono troppi ed anche fuorvianti, la via normale è una salita alpinistica con passaggi fino al III° che richiede sia un ottimo allenamento per affrontare i suoi 1400 metri di dislivello, che l'abitudine a muoversi su roccia non sempre solida e cengie cosparse di ghiaia.
Alle sei del mattino sono partito dal Passo Tre Croci (1808mt), e dopo essere transitato per bosco e pini mughi un'oretta dopo raggiungevo il Col de Varda.
Da qui traversavo alla mia destra, sinistra orografica, per entrare e faticosamente risalire la ripida e cedevole Grava delle Cerigeres, la valle morenica tra il Cristallo ed il Piz Popena che nell'ultimo centinaio di metri diventa ancora più inclinata e sdrucciolevole. Con movimenti ragionati superavo il tratto, al momento ricacciando indietro il pensiero di come più tardi sarebbe stato scenderci, e guadagnavo l'incassato Passo del Cristallo a 2808 metri.
Il tempo di riprendere fiato mentre osservavo abbarbicato alla parete un diroccato avamposto Italiano della Grande Guerra, che sopraggiungeva un altro alpinista solitario.
Dopo veloce presentazione, per anticipare e non avere sopra la testa altri tre austriaci che nel frattempo stavano arrivando al valico, abbiamo deciso di ripartire assieme, approfittandone così anche per scambiarci foto.
Dopo aver aggirato un vecchio ed inaffidabile ponticello in legno marcio che supera un intaglio, si entra e si percorre la Grande Cengia Inferiore che traversa il versante sud-orientale del Cristallo, quindi per canalini, camini e gradoni di roccia, in un percorso d'arrampicata serpeggiante si arriva sulla Grande Cengia Superiore, o Cengia Collare.
Per un tratto non lungo e molto panoramico, su questa ci si sposta a sinistra fino a dover effettuare passi in traverso sotto un piccolo tetto che conducono ad un comodo pulpito posto sul filo di uno sperone, dal quale giù in basso si vede Cortina d'Ampezzo.
Oramai si è sui 3000 metri, e si intuisce che questa è la lunga, bella ed aerea cresta finale, però da non prendere sotto gamba.
Dal pulpito dritti si rimontano alcuni metri sul non intuitivo muro di fronte, poi si scala lungamente prima un camino ben appigliato e di seguito in esposizione totale placche, diedrini e risalti con a destra e sinistra spettacolari affacci su rocce verticali fin quando, oramai in vista della vetta, la pendenza abbatte consentendo di raggiungerla camminando.
Finalmente in punta di questo Cristallo a 3221 metri di quota da cui si gode una splendida visione a 360° sui monti lontani, ed a breve sulla sottostante vetta del Popena, le Tofane, i Cadini di Misurina, la Croda Rossa d'Ampezzo e le Tre Cime.
Dopo praticamente 5 ore continue di movimento, scalata e fatica, stare anche pochi munuti immobile e seduto mentre mi rifocillavo era una ricarica.
Mi sono goduto ed ho memorizzato a pieno quell'indelebile manciata di tempo.
La giornata soleggiata, senza nuvole né vento e la piacevole temperatura m'invitavano a dilatare la pausa, ma il pensiero della discesa lunga ed articolata faceva tornare alla realtà, ed allora dopo aver firmato il libro di vetta mi lasciavo alle spalle la sua croce metallica.
La discesa è per forza sulla stessa linea di salita, mettendo in conto nel caso anche l'eventualità di alcune calate in corda doppia.
Cautamente, con grande attenzione e concentrazione ho dissarrampicato tutta la via verso il basso, prendendomi anche le necessarie pause.
Incrociavo gli austriaci che intanto stavano ancora venendo su.
Ripercorsa quindi la Cengia Inferiore e raggirate le traballanti assi di legno si ritorna al Passo del Cristallo.
Proprio sotto di questo come all'andata c'era il pezzo più insidioso perchè in discesa, in traverso, su terreno ripido e terroso, praticamente improteggibile a causa della pessima qualità della roccia che oltrepassavo con movimenti lenti e d'equilibrio, accompagnati non solo con parolacce ma anche da qualche santo.
Con le gambe che iniziavano ad essere pesanti e sotto il sole in vetta piacevole ma in basso davvero caldo, rimanevano ancora da scendere l'estesa pietraia della grava ed il sentiero verso il Passo Tre Croci.
Solitary climb on the south-east side of Monte Cristallo, an imposing peak of the Ampezzo Dolomites that absolutely does not give anything away for free.
On the solitary Normal route, or Grohmann route, you can still experience pioneer mountaineering. Vertical walls, deep gullies, eroded pinnacles, broken rocks and silence everywhere.
Even if indicated by too many stone men, the normal route is an alpine climb with passages up to III° that requires both excellent training to tackle its 1400 meters of altitude difference, and the habit of moving on rock that is not always solid and covered in gravel.
At six in the morning I started from Passo Tre Croci (1808m), and through woods and mountain pines an hour later I reached Col de Varda.
Then I crossed to my right, left orographic side, to enter and laboriously climb the steep and landslide-prone Grava delle Cerigeres, the moraine valley between Cristallo and Piz Popena. On its last hundred meters, even more inclined and slippery, I climbed to Passo del Cristallo at 2808 meters.
While I was taking a break, another lone climber arrived at the pass.
We said goodbye and continued together, exchanging photos.
After going around a dangerous wooden bridge, we followed the Grande Cengia Inferiore that crosses the south-eastern side of the Cristallo. Then along gullies, chimneys and rock steps to the Grande Cengia Superiore, or Cengia Collare.
For a short and very panoramic stretch of traverse to the left we arrived under a spur, from which we could see Cortina d'Ampezzo down below.
We were at about 3000 meters. We started straight up the wall in front where we first climbed a chimney and then, in total exposure, a long and beautiful ridge and only in the last movements near the summit did we walk.
Finally at the top of this Cristallo at 3221 meters above sea level from where we had a splendid 360° view of the distant mountains, the nearby peak of Popena, the Tofane, the Cadini di Misurina, the Croda Rossa d'Ampezzo and the Tre Cime.
After 5 hours of continuous movement, I relaxed for a few minutes sitting down.
The sunny day, without clouds or wind and the pleasant temperature invited us to extend the break, but the long and laborious descent made us leave the summit.
The descent is on the same line of ascent.
Carefully, with great attention we downclimbed the entire route downwards, of course also taking breaks.
The beautiful crest at the top, the Collare ledge, the Lower Cengia, the wooden bridge and the Passo del Cristallo.
Right below this was the most insidious passage because it was steep, unprotectable and downhill that I passed with balancing and slow movements, ed also naming ... several saints.
After the long and stony Grava delle Cerigeres, the mountain pines, and finally the end at Passo Tre Croci.
lunedì 11 settembre 2023
--immersioni: "LAVORI IN CORSO"
Albano Lake
_91 metri
_2 ore e 20 minuti
_doppio e.c.c.r.
Al lavoro, e c'è anche il cartello indicatore!
Albano Lake
_91 meters
_2 hours and 20 minutes
_double e.c.c.r.
Work in progress!
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