La mia foto
PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

venerdì 27 maggio 2016

^^montagna: "ANFITEATRO DELLE MURELLE"


Una gita nel remoto ed aspro Anfiteatro delle Murelle nel cuore della Majella vale sempre la pena, pur sapendo di doversi sobbarcare un'ora e mezza all'andata ed altrettanto smazzo al ritorno, quando le gambe sono oramai appesantite dal lavorio ininterrotto di ore di saliscendi in falsopiano tra la ramaglia dei pini mughi (tratto dal rifugio Pomilio alla sella dell'Acquaviva). E tutto questo, si badi bene, prima di iniziare la sudata e la fatica per la vera e propria salita verso il Focalone prima e poi sulla testata dell'anfiteatro delle Murelle.
La montagna ci ha accolto a braccia aperte con temperatura ideale, ne' troppo calda e neanche tanto fredda, neve abbondante e soprattutto di qualità "trasformata" per tutta la discesa!
Quindi, cosa desiderare di più? Con l'amico Fausto molto ci siamo sfiziati a serpeggiare nello splendido vallone glaciale, chiuso per più dei tre quarti del suo orizzonte da rocce verticali e frantumate, per poi brevemente risalire al piccolo bivacco Fusco e quindi andare ancora giù a terminare la strepitosa sciata nel valloncello della Grotta del Cavone.
A quel punto, come dicevo prima, ci attendeva l'ultima fatica ulteriormente condita dagli sci orami inservibile e stipati dietro gli zaini che costantemente s'intrecciavano con l'endemico Pini Mugo.

martedì 24 maggio 2016

^^montagna: "NEL VENTO"


Viste da lontano, le strutture delle pale eoliche sembrano essere di altezza normale, quando invece poi le si osservano da vicino, ci si rende conto che sono davvero enormi, gigantesche.
Così è stato nel nostro lungo giro di una quindicina di chilometri Nel Vento del Parco Eolico di Cocullo(AQ), con sempre davanti agli occhi all'orizzonte i maggiori gruppi montuosi Abruzzesi ed anche un numerosissimo branco di cinghiali dal quale ci siamo prudentemente tenuti alla larga.

giovedì 19 maggio 2016

--immersioni: "ACQUA CHE VIENE, ACQUA CHE VA"


Osservare da una prospettiva diversa l'acqua di una sorgente, che viene e che va.

lunedì 16 maggio 2016

^^montagna: "IL VALLONE DI PALOMBARO"


Salita nel selvaggio Vallone di Palombaro, incastonato tra ripidissime quinte rocciose in un angolo della Majella Orientale, fino alla Montagna d'Ugni ed al Martellese.
Appena iniziata la discesa, un gruppetto di agilissimi camosci (Rupicapra Ornata) catturava la mia attenzione.
Allora, seduto su di un masso, mi sono fermato ad osservarli per quasi un'ora.

martedì 10 maggio 2016

--immersioni: "SECCA DEI PIEMONTESI"


Lasciandoci scivolare dal cappello della Secca dei Piemontesi (Isola di Giannutri al largo del promontorio dell'Argentario) verso il mare aperto, abbiamo superato una prateria di posidonia che si estendeva fino a circa 26 metri di profondità e delimitata a nord-ovest dalla cigliata rocciosa di una parete sommersa che ha le sue basi sulle batimetriche dei 45-50 metri.
Nell'acqua azzurrina che offriva un'ottima vibilità e luminotsità, arrivati a quel punto nonostante il fondale che ci si prospettava dinanzi avevesse una lieve pendenza e nessuno spunto che poteva solleticare la mia naturale curiosità esplorativa, come mi succede spesso, spinto da un ignoto irresistibile, mi decidevo di continuare su quella rotta che ci stava facendo lentamente allontanare dall'isola.
E così andando senza nessuna meta precisa, dapprima sfumate agli occhi e poi via via sempre più definite, in alternanza con il sedimento del fondale che comunque rimaneva l'occupante in assoluto con quote percentuali maggiori, notavamo una serie di piccoli aspri rocciosi distanziati tra loro e che in sequenza erano posizionati uno più in basso dell'altro.
Tra il vederli ed andarci è stato tutt'uno ed allora via giù verso quello più lontano e profondo che si elevava di poco dalla sabbia dei 70 metri.
In questo gratificante viaggio che poteva sembrare essere senza scopo apparente, oltre ad avere incontrato una murena intanata ed uno scorfano, abbiamo avuto un altro paio di stimolanti incontri con dei bianchi cespugli di celenterati, che molto probabilmente erano colonie di ANTIPATHELLA SUBPINNATA, più semplicemente conosciuto come corallo nero, ed alcune strane stelle ofiuridi comunemente chiamate Stelle Gorgone (ASTROSPARTUS MEDITERRANEUS), che tenacemente s'abbarbicavano sopra rossissime gorgonie Paramuricea Clavata.
Se qualcuno mi chiedesse qual'è stato il fine concreto di quest'immersione, o più in generale di qualsiasi mia altra, in prima battuta forse direi quello d'aver visto qualcosa d'interessante. Approfondendo la riflessione, invece senza ombra di dubbio, risponderei che la mia vera motivazione primaria sia sempre la stessa: quella di esplorsre luoghi nuovi.

lunedì 2 maggio 2016

--immersioni: "FORTI CONTRASTI"



Sappia il sommozzatore che decide di cimentarsi con un'immersione nel Lago di Scanno di prepararsi ad affrontare dei forti contrasti ambientali, che per forza di cose si rifletteranno anche dentro di lui.
Le sue acque, infatti, sanno offrire sia atmosfere gradevoli, amene e rilassanti sopra la loro superficie, che quantomai forti e crude emozioni che descriverei al limite dello scuro, dell'opprimente e del repulsivo nelle loro torbide profondità.
Nel caso poi il sommozzatore abbia scelto come"compagna" d'immersione "anche" la solitudine, si renda conto che queste primitive ed elementari intense emozioni saranno ulteriormente amplificate, pur se a mala pena stiepidite dal flebile alone luminoso generato dalla sua torcia sub, che con grande fatica si farà strada nel fangoso buio.
"Sommozzare" dentro queste acque diventa un delicatissimo gioco di equilibrio, fatto dalle sensazioni fisiche percepite del freddo e del nero impenetrabile che avviluppa ogni cosa di fuori, e la fortissima motivazione dell'esplorazione, dell'andare.
Di sottofondo a questo funambolismo c'è la colonna sonora di gorgoglianti bolle d'aria, ritmante dal lento e percepibilissimo tambureggiare del cuore.
Basta però un semplice contatto, o sfioramento casuale ed involontario del sommozzatore con un qualsiasi oggetto non visto, come per esempio un comunissimo ramo d'albero scivolato nel fondo del lago, a rompere l'equilibrio di cui sopra.
Allora con un click, di colpo, respiro e cuore aumenteranno il numero dei loro giri.
In ogni istante della sua immersione abbia sempre ben in mente questo quel sommozzatore che si decida d'immergersi quaggiù.