DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
martedì 17 maggio 2022
^^montagna: "CANALE SIVITILLI"
Alla metà di maggio con i rialzi termici che hanno portato le temperature al di sopra della media del periodo di 7 gradi, per trovare buona neve da salire necessariamente siamo dovuti partiti dal Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo (1450mt), che albeggiava.
Poco più in alto, a destra delle seggiovie ci siamo infilati in una residua lingua di neve incassata dall'ombra di un dosso del prato, che ancora resiste al caldo, alla quota ed al calendario.
Grazie a questa dei 1200 metri totali di dislivello che abbiamo percorso, 1100 sono stati con i ramponi ai piedi.
Con le pendenze che costantemente incrementavano abbiamo superato le quote del sentiero Pier Paolo Ventricini sommerso dalla neve, e così abbiamo rimontato la ripida erta tra questo ed il canale Sivitilli che netto delimita sulla destra orografica, la bella placconata calcarea della parete di nord-est della Prima Spalla del Corno Piccolo, che già in alto colpita dal sole dalle prime ore del mattino era tutta un ruscellare d'acqua di scioglimento dei nevai.
Poco prima del nostro passaggio alle otto, l'ombroso Canale Sivitilli per un lungo tratto ci ha regalato una rapida progressione da punte anteriori dei ramponi e su neve che per diversi metri era anche al limite del ghiacciato. Non male, però per trovare queste condizioni la "condicio sine qua non è stata la sveglia notturna. Solo in alto, in uscita dalla goulotte, la era neve ammollata dal sole. Quindi la vetta.
Mentre bevevamo e mettevamo qualcosa sotto i denti, siamo stati gratificati dal giro di vista sulle vette più alte del gruppo ancora bianchissime.
Neve tutto sommato buona anche in discesa nel Camino di Mezzo, che va affrontato comunque sempre con accortezza. Più giù per prati al piazzale.
mercoledì 4 maggio 2022
^^montagna: "SULLO SPERONE CENTRALE DEL SIRENTE"
Alla fine di aprile per trovare neve dura sui canali alpinistici, necessariamente bisogna iniziare l'avvicinamento molto presto, e così alle 4.00 del mattino lasciamo lo "Chalet".
Rispetto a qualche giorno fa fortunatamente, meglio per noi, lo zero termico si è abbassato infatti sentiamo i ramponi crepitare sulla neve tosta a 1600 metri di quota.
Appena la luce del crepuscolo dell'alba ce lo consente fuori dal bosco ed in vista delle pareti del massiccio, ne approfittiamo per una pausa, e con qualche dolcetto ed un caffè facciamo un richiamo alla prima colazione.
Quindi iniziamo a risalire il canalone San Vincenzo ed ad un suo terzo, quasi sotto la Barriera, ci instradiamo alla nostra destra nell'incassato ed un po' più ripido Canalino della Neviera che vista l'ora e nonostante la sua esposizione ad oriente è ancora tutto in ombra: nell'alpinismo invernale è una necessità partirer in piena notte.
Il canalino è cosparso di pietre e sassi caduti dalle ripide pareti laterali nelle ore più assolate delle giornate precedenti: questo è un altro motivo per le partenze al chiaro di luna.
Lo risaliamo tutto fino alla sella superiore, punto in cui lo Sperone Centrale del Sirente si appoggia all'articolata fascia calcarea terminale sulla sinistra orografica della Barriera.
Dalla sella e prima di ripartire vediamo uno splendido esemplare di camoscio che da padrone osserva tranquillo la sua valle e noi.
Per un non lungo traverso in leggera salita verso destra siamo riscaldati dal sole, infatti sarà l'unico tratto di scalata nella quale con ritmo forzatamente rallentato pestiamo neve molle che ci fa affondare. Immediatamente dopo, oltrepassata con attenzione ed in discesa una costola rocciosa, ritroviamo la neve dura sulla quale è un piacere salire dritti su verso l'alto gli ultimi 120 metri dove prima scaliamo in una strettoia fra rocce e poi, aggirato uno spigoletto, affrontiamo in cordata l'ultima ripida ed esposta erta per uscire in cresta alle 9 e 20.
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