DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
venerdì 31 dicembre 2021
^^montagna: "CANALONE DI PESCHIOMACELLO"
Partiti dai circa 500 metri s.l.m. di Roccavivi, piccola frazione di San Vincenzo Valle Roveto (AQ) e superando un dislivello di quasi 1500 metri, in un'ascensione che richiede un notevole impegno fisico con seguente lunga discesa per altra linea da non sottovalutare, siamo saliti sul versante di nord/nord-est del Pizzo Deta (2041 mt) per il Canalone di Peschiomacello.
Un nostro errore d'itinerario nell'avvicinamento per l'imbocco al canale, ci ha allungato le fatiche nelle gambe di almeno un'ora e mezza e nel computo totale una volta rientrati a sera alla macchina le gambe giustamente protestavano.
Dai 1300 metri di quota abbiamo iniziato la progressione con gli attrezzi, piccozze e ramponi, sulla neve che abbiamo trovato un po' di tutte le consistenze, da molle e sfondante a dura e portante.
Sulla nostra sinistra (destra orografica del vallone), potevamo osservare panorami di imponenti quinte rocciose che ci hanno fatto compagnia praticamente fino all'uscita delle difficoltà alpinistiche che abbiamo scelto di fare su di un tratto ripido e senza cornici.
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Canalone di Peschiomacello,
Pizzo Deta
giovedì 23 dicembre 2021
--immersioni: "S'E' FATTO GIORNO""
_91 metri_180 minuti_e.c.c.r.
In genere, quando certe situazioni si tirano un po' per le lunghe si dice che "si fa notte".
Però in questa mia profonda immersione lacustre con doppio apparato a circuito chiuso, dopo quasi tre ore sott'acqua la faccenda è andata si lunga: però invece di farsi notte, "s'è fatto giorno".
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Lago di Castelgandolfo
lunedì 6 dicembre 2021
^^montagna: "ARGAT HORN"
Prima salita su neve della stagione: da Bisegna(AQ), nel gruppo della Montagna Grande di Scanno, fino all'Argatone (2148mt), per boschi, radure ed infine per ventosa e fredda cresta.
lunedì 22 novembre 2021
^^montagna: "IL CANALINO DEL VELINO"
Tra tutte le vie per salire sui 2487 metri della vetta del Velino nell'Appennino Abruzzese, quella per il "Canalino" o Direttissima del suo versante sud è di sicuro la più sfiziosa.
Partendo infatti da Massa d'Albe a 900 metri di quota, bisogna affrontare un importante dislivello pari a poco meno di 1600 metri su di una traccia sempre molto ripida che nel suo tratto più stretto, il Canalino, va superata anche con alcuni passi d'arrampicata non difficili, che eventualmente potrebbero creare disagi a chi non è avvezzo a muoversi su quel tipo di terreno.
In una soleggiata giornata d'autunno e con l'ambiente ancora completamente asciutto di neve, abbiamo asceso questa montagna che ingannevolmente se vista da lontano appare come un erboso e grande panettone, ma che poi vista da "dentro" regala scorci rocciosi fatti di pareti anche strapiombanti, canali, torri e pinnacoli lavorati dall'erosioine del ghiaccio e dell'acqua.
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Canalino del Velino
giovedì 14 ottobre 2021
--immersioni: "FRONTE AL MURO"
_95 metri_130 minuti_e.c.c.r._
A parte la scogliera sommersa parallela alla costa situata a 6-7 metri di profondità, ed ad un tiro di sasso dal bagnasciuga, di seguito fino alla batimetrica dei cinquanta metri lungamente sono sceso nell'acqua sempre molto luminosa sul pendente fondale di sedimento sabbioso, un po' monotono.
Poi, poco sotto, ho iniziato a vedere una continua linea di massi che non era altro che l'orlo superiore di una serie di enormi gradoni che si perdono verso il fondo.
Raggiunto quel punto d'ingresso è iniziata la parte fonda, fino a 95 metri, dell'immersione in questa intrigante morfologia subacquea, ulteriormente arricchita da purtroppo rari rametti di Corallo Rosso (Corallium rubrum), un grande ceppo in piombo d'ancora romana, un'altra ancora d'epoca più recente e tante spaccature ed antri sommersi ricchi di vita marina in questo profondo tuffo in circuito chiuso nello Ionio Calabrese, poco a sud dello Stretto di Messina.
domenica 10 ottobre 2021
--immersioni: "IL CORALLO NERO DEL MEDITERRANEO"
Profondo tuffo sull'estesa colonia di Antipatella subpinnata, il Corallo Nero del Mediterraneo, che si trova alla Secca dei Francesi proprio al largo della costa di Favazzina di Scilla (RC).
Dato che il cappello della secca, il suo punto più elevato, si trova a 48 metri sotto la superficie del mare, chiaramente non ci sono problemi per le barche in transito di finire eventualmente, appunto, in "secca".
In problemi, ed anche seri, invece possono incorrere i sub nel caso in cui decidano d'immergersi senza tener conto della ciclicità dei flussi impetuosi delle correnti dello Stretto di Messina che in certi momenti possono raggiungere anche i 5 nodi. Le masse d'acqua in movimento a quelle velocità, ma anche a molto meno, diventano assolutamente impossibili e pericolose per il sommozzatore.
Per immergersi in tutta tranquillità e poter così assaporare la bellezza dei bianchissimi e vaporosi rami del Corallo Nero del Mediterraneo che contrastano con il blu scuro del mare, è necessario attendere la così detta "stanca", il periodo di riposo tra la corrente "scendente" e la "montante".
Come al solito per la nostra profonda discesa su questo stupendo sito ci siamo affidati alla competenza sulle correnti di Franco Amadeo. Durante un'impegnativa immersione sapere poi che in superficie c'è un barcaiolo esperto, aiuta non poco il sub a concentrarsi quasi esclusivamente sugli spettacoli naturali che ha la fortuna di poter osservare.
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Secca dei Francesi
venerdì 8 ottobre 2021
--immersioni: "CON UN FILO DI MONTANTE"
L'appuntamento sotto le onde con la Montagna sommersa di Scilla (RC), l'ho rispettato.
Dai 30 metri in giù a perdita d'occhio le dominatrici incontrastate del panorama subacqueo sono le paramuricee (gorgonie), gialle e rosse che nel mio tuffo erano sventolate da una residuo di "rema" di montante, la corrente dello Stretto di Messina, nei confronti della quale in certi momenti del profondo tuffo ho dovuto ingaggiarmi progredendo aggrappandomi con le mani agli scogli. Si nota chiaramente la faccenda al minuto 1 e 44 secondi del "filmetto".
mercoledì 6 ottobre 2021
--immersioni: "IL RELITTO DI LAZZARO"
Il piccolo relitto situato sullo Ionio Calabrese in prossimità della costa di Lazzàro (RC), più conosciuto come la "bettolina", con le spaccatture, antri e pertugi delle sue stive parzialmente invase dal sedimento ed aperte al mare, spesso offre tana o rifugio per fitti branchi di saraghi ed anthias. In questo nostro tuffo inoltre abbiamo incrociato una musdea (Phycis phycis) ed una torpedine (Torpedo marmorata).
martedì 21 settembre 2021
^^montagna: "SPIGOLO GERVASUTTI"
Scalata entrata nella storia alpinistica del Gran Sasso d'Italia.
Il conte Aldo Bonacossa, che spesso frequentava il Gran Sasso, dalle Alpi si porta in Abruzzo il "fortissimo" Giusto Gervasutti che come capo cordata il 3 ottobre del 1934 risolve il problema dello spigolo sud della Punta dei Due alle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo.
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giovedì 16 settembre 2021
^^montagna: "MONTE CAPANNE"
Dalla cima del Monte Capanne seppur non altissima a 1019 metri, comunque la più alta di tutta l'Elba, si può osservare un panorama a 360° che copre quasi tutto il perimetro dell'isola e non solo, infatti all'orizzonte si riescono a scorgere le coste della Corsica, dell'Isola di Capraia e dell'Isola di Pianosa, queste ultime due facenti parti dell'arcipelago Toscano.
Per reggiungerne la vetta ho percorso circa 600 metri di dislivello dentro un bel bosco di pini e di macchia mediterranea.
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Monte Capanne
--immersioni: "PUNTA POLVERAIA"
Gruppo familiare in rilassante immersione sotto le luminose acque alla Punta Polveraia all'Isola d'Elba (LI).
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lunedì 30 agosto 2021
--immersioni: "RAY & BAN"
Invariabilmente, anche con le temperature caldissime che si sono avute in questo mese di agosto '21, il Lago di Scanno (AQ) sotto le sue onde mostra sempre una doppia personalità: nei primi metri di profondità acqua a 24°C, contro i 6°C del fondo.
Immersione con apparato a circuito chiuso LIBERTY SIDE MOUNT (diluente aria).
Conficcati nella melma trovo l'ennesimo paio di occhiali persi, stavolta dei Ray-Ban.
lunedì 16 agosto 2021
^^montagna: "VIA DELLO SPIGOLO AL GRAN PILASTRO DELLE MURELLE"
Era il 29 agosto del 1937 quando i forti Ciro Manzini, Arnaldo Acetoso ed Antonio Migliorati pionieristicamente aprirono dentro lo spettacolare anfiteatro fossilifero calcareo della parete nord-nord/ovest del Gran Pilastro delle Murelle, una montagna aspra e solitaria nel cuore della Majella che molto probabilmente all'epoca era conosciuta solamente ai pastori della zona, la splendida e logica Via dello Spigolo che a tutt'oggi conta non molte ripetizioni.
Materialmente supportati dalle attrezzature alpinistiche di 84 anni fa, ben lontane da quelle molto più tecniche e leggere odierne, nel loro "zaino" doveva esserci qualcos'altro.
Spesso nella nostra scalata abbiamo ripensato a loro: grandi Alpinisti, anzi grandi Appenninisti con la "A" maiuscola che se avessero operato nello stesso periodo sulle catena Alpina, sicuramente avrebbero avuto più ampia notorietà:
CHAPEAU !
Il 23 dicembre 1940 Ciro Manzini, il primo scalatore della parete nord-ovest delle Murelle, cade in guerra sul fronte greco-albanese in un'azione che gli valse la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Gli è stato dedicato un bellissimo rifugio a 2522 metri di quota sotto il Monte Amaro (2793mt), la vetta più alta del massiccio della Majella.
lunedì 9 agosto 2021
^^montagna: "TUTTA UNA TIRATA: 2912 METRI DI DISLIVELLO"
Vivendo a Pescara, dalla riva del mare ho sempre osservato il profilo della così detta Bella Addormentata, il massiccio del Gran Sasso d'Italia con la vetta più alta d'Abruzzo e degli Appennini sulla quale più volte sono salito.
Praticante di acqua, di monti e fornito di fervida fantasia, una costante delle mie idee era però quella di partire dal mare ed in giornata e solamente con la forza delle mie gambe raggiungerla a 2912 metri.
Dato che anche nella testa dell'amico Massimo albeggiavano gli stessi pensieri, nel momento stesso in cui chiacchierando ce li siamo esternati è nato il nostro progetto.
Dall'immaginazione all'azione.
Con volontà, costanza, allenamento, fatica, ma sempre con entusiasmo siamo riusciti a raggiungere il nostro obbiettivo.
Per soffrir meno il caldo d'agosto siamo partiti alle quattro del mattino, che era ancora notte, pedalando nel silenzio delle campagne con le luci frontali accese sul casco a schiarirci la strada.
Dopo Loreto Aprutino abbiamo osservato il crepuscolo dell'alba ed il sorgere del sole. Oramai giorno fatto, a Penne abbiamo fatto una pausa per un caffè.
Risaliti in sella della bicicletta siamo giunti al bivio per Farindola e Campo Imperatore punto d'inizio della continua salita di 20 chilometri che con una serie di tornanti e sotto un bellissimo bosco di faggi, ci ha condotto a Vado di Sole a 1620 metri di quota.
Questo tratto di strada parecchie volte l'ho percorso guidando in automobile, ed ogni volta che affrontavo una delle numerose strette svolte riducendo la velocità e scalando le marce fino alla seconda, non potevo fare a meno di immedesimarmi e riflettere sui pensieri di quelli che facevano le stesse curve spingendo sui pedali.
Con 4 chilometri in discesa abbiamo raggiunto l'altopiano, o più correttamente sarebbe dire falsopiano, di Campo Imperatore dove abbiamo trovato un fastidiosissimo vento teso proprio contrario alla nostra direzione di marcia. Più che la precedente lunga salita, questo è stato il tratto più duro e dispendioso di tutta la frazione in sella.
Dopo l'ultimo rettilineo con sullo sfondo la massiccia vetta calcarea del Corno Grande, abbiamo imboccato la salita finale dove abbiamo un po' pagato lo sforzo della pedalata controvento. Solo proprio sugli ultimi tornanti, quelli situati poco sotto dove termina la strada, le nostre gambe hanno ripreso il costante ritmo precedente portandoci al piazzale dello storico Albergo di Campo Imperatore a 2130 metri di quota.
Soddisfatti, abbiamo ripreso fiato mentre ci preparavamo per l'ascensione zaino in spalla. Così abbiamo iniziato la seconda parte sull'evidente traccia che a mezzacosta traversa a destra sopra l'osservatorio astronomico.
Siamo andati con passo dosato ben consci del fatto che dopo la Sella di Monte Aquila a 2335 metri, la traccia impennava decisa sul pietrisco franoso fino al Sassone a 2500 metri circa di quota. Lì per qualche minuto abbiamo sostato alla sua ombra.
Poi sul filo di cresta fino al bivio a 2600 dove verso destra ci si instrada per via ferrata al Bivacco Bafile.
La stanchezza iniziava a farsi sentire nei muscoli delle nostre gambe che dal livello del mare della notte ci avevano spinti prima, pedalata dopo pedalata, e poi passo dopo passo, fino a 2600 metri.
Se avessimo visto il bicchiere mezzo vuoto avremmo detto che c'erano ancora 300 metri di dislivello da scalare.
Arrivati a quel punto il bicchiere lo potevamo vedere solamente non mezzo pieno, ma quasi pieno ed allora ci siamo detti che mancavano solo 300 metri di dislivello da salire e così ci siamo avviati verso la vetta sulla linea di massima pendenza del canale della Direttissima.
Dentro il ripido ambiente roccioso lavorato dal ghiaccio e tra guglie di calcare, attentamente osservando e misurando ogni passo per i piedi e le gambe affaticate, lentamente, silenziosamente ma sempre con costanza siamo arrivati al termine sulla punta della Vetta Occidentale del Corno Grande a 2912 metri sul livello del mare.
L'essenza del viaggio è il viaggio stesso.
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giovedì 15 luglio 2021
^^montagna: "KIKOS"
Sulla parete nord del Corno Piccolo la via KIKOS propone un tiro d'attacco che non regala nulla: una verticale fessura con difficoltà continue ed un paio di passi aggettanti. Nelle lunghezze successive poi diedri ed ancora fessure. L'uscita è su una placca poco proteggibile ma molto bella.
Arrivando dall'afa, ci siamo trovati tra le nebbie fresche che ci hanno accompagnato per tutta la scalata.
giovedì 8 luglio 2021
^^montagna: "LA BORRACCIA DELL' AMORE"
Sulla parete nord del Corno Piccolo al Gran Sasso d'Italia, ho sempre scalato la via Saladini-Alesi per la sua variante d'uscita che si ricongiunge alla principale cresta di nord-est della montagna sulla parte alta del così detto "secondo risalto", poche decine di metri sotto le catene di calata.
In questa ascensione arrivati sotto una verticale fessura sulla quale inizia appunto la variante, abbiamo deciso di indirizzarci a destra a seguire la linea originale della via.
I "Gransassisti" dell'epoca quando su queste rocce scalando aprivano le loro vie alpinistiche non scherzavano affatto. Davano invece sfogo al loro spiccato senso dell'umorismo quando invece relazionavano e gradavano, o per meglio dire, sottogradavano le loro opere. I successivi due tiri infatti noi quattro li abbiamo giudicati ben oltre le difficoltà che si possono leggere sulla storica guida del CAI-TCI edizione 1992.
domenica 4 luglio 2021
--immersioni: "EAST SIDE"
(84mt _ 120min _ temp. acqua 21°-10°)
Diversamente da tutto il resto del Lago di Albano dove il fondale è prevalentemente di fango e con poca pendenza, in questa zona invece è composto da una costola di roccia vulcanica che con inclinazione maggiore scende verso il basso.
Tante volte sono tornato a tuffarmi in questo sito da quando anni fa ci sono capitato, ed in particolare l'ho fatto quasi sempre seguendo il centro del canale sommerso che lo delimita alla sua destra orografica.
Però non mi sono mai soffermato a controllare a che profondità terminasse la struttura, perchè arrivato ad un certo punto volontariamente me ne allontanavo per continuare la discesa sulla massima pendenza. Oggi verifichero` a quanti metri si poggiano le più basse propaggini di questa cresta.
Finita tutta la preparazione finalmente inizio la prima fase dell'immersione nella quale pinneggiando sulla batimetrica dei 10 metri mi avvicino al vero e proprio punto di discesa che non si trova sotto il viottolo d'accesso all'acqua. Arrivato per precisa direzione vado giù deciso planando sopra la ripida franata.
A 20 metri però devo quasi fermarmi perchè entro in una fascia di acqua molto torbida che mi obbliga ad andare fronte alla scogliera vulcanica appoggiandoci sopra le mani. Le pinne in basso mi fanno capire se sono sulla parte superiore di un grande blocco oppure sul suo lato verticale, con la vista che mi concede solamente di leggere gli strumenti ai polsi, e solo verso i 32-33 metri ritrovo decente visibilità.
Ho la conferma di aver seguito la corretta linea perchè passo di fianco ad una sedia di plastica bianca caduta qui sotto ed incastrata tra dei massi: è da anni che mi fa da segnavia.
Ora alla mia sinistra ho il costolone roccioso da esplorare sul quale mi vado a posizionare riprendendo a planare verso il basso.
Grandi massi si alternano a paretine. Tutto è ricoperto di una bianca patina causata da emissione solforosa che di colpo si accende quando l'illumino.
A 50 metri ancora rocce sotto di me. E'così anche a 60 metri dove intanto l'acqua ha perso la sua limpidezza per lasciare spazio ad un opacizzante alone biancastro, ancora emissioni solforose.
A 65 metri l'alone è diventato più corposo ed un po' fastidioso, non come l'acqua torbida che ho attraversato prima, ma più che altro per il riverbero che genera ai fari che per forza devo avere accesi nel buio.
Supero i 70 metri costeggiando la base delle rocce che mi fanno compagnia ancora per qualche colpo di pinna fino a 75 metri, dove definitivamente scompaiono nel fango.
Illumino intorno per vedere se più in basso la linea dei massi riprende, ma così a prima vista mi pare di no, ma per esserne sicuro proseguo.
Vedo solo qualche basso sasso isolato e nulla più. Ad 84 metri, sempre dentro l'alone biancastro, decido di risalire.
Ritornato sulla struttura rocciosa ed osservandola dal basso percepisco meglio la sua forte inclinazione.
Sui massi pendono come moccoli di cera quelle che paiono essere alghe scure, ma visto il buio perenne nel quale si trovano mi sorge il forte dubbio se effettivamente lo siano.
A 20 metri riattraversato il limite superiori delle acque torbide e fino alla riemersione, dopo due ore, mi muovo nella luminosità del bassofondo
lunedì 21 giugno 2021
^^montagna: "SPIGOLO SUD-OVEST DI PIETRA CERNAIA"
Mentre percorrevamo i silenziosi boschi che si estendono tra i paesi di Roccaraso/Pietransieri(AQ) e Pescocostanzo(AQ), in un'atmosfera quasi magica tipica degli Appennini, di prepotenza nella faggeta ci si è parato alla vista un impressionante muro verticale, a tratti anche strapiombante, alto un centinaio di metri: l'appicco di sud-est della così detta Pietra Cernaia della quale, naturalmente, eravamo a conoscenza.
Rimasti colpiti dalla parete, il nostro sguardo si è spostato verso la sua estremità di sinistra alpinisticamente più abbordabile, dove si snoda la via "Spigolo di sud-ovest" che abbiamo deciso di salire.
A parte un solo tratto di collegamento nel quale praticamente si cammina in orizzontale sopra strapiombi, per il resto la salita è sempre continua nelle difficoltà su ogni singolo passo di ogni sfilata di corda. In particolare nella sua sezione alta dove una placca bordata da erbe e solo apparentemente appoggiata, per una cinquantina di metri "offre" difficoltà continue senza possibilità di poter riprendere fiato.
Appenninismo
giovedì 10 giugno 2021
--immersioni: "DIVIETO DI BALNEAZIONE ... MA PARCHEGGIO LIBERO !"
Immersione (82 mt / 120 min / e.c.c.r.) sotto la sponda ovest del Lago di Castelgandolfo.
Al tempo stesso vedo un cartello metallico perso sott'acqua che vieta la balneazione e automobili ... chiaramente parcheggiate abusivamente sul fondo!
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Lago di Castelgandolfo
lunedì 31 maggio 2021
^^montagna: "NGHI 'SSA' CROCE DI SPALLE E NGHI SSA' CANNA FUMARIA !"
Il 29 maggio di questo 2021 il Canalone Centrale sull'occidentale del Corno Grande è ancora quasi tutto completamente innevato. Non abbiamo perso l'opportunità di salirlo.
mercoledì 19 maggio 2021
^^montagna: "ESSE"
Tra vento teso e nebbie che andavano e venivano, alla metà di maggio salita alpinistica invernale nel massiccio della Majella.
venerdì 14 maggio 2021
--immersioni: "LA BAMBOLA"
Mentre ero in decompressione dopo una tuffo (89 mt/120 min /e.c.c.r.) sotto la sponda ovest del Lago di Castelgandolfo, notavo l'inquietante pezzo di una bambola perso tra le rocce ad un tiro di sasso dalla riva.
Al di là però dell'insolito ritrovamento, durante il tempo della discesa di sicuro ho avuto molti altri stimolanti spunti d'interesse e curiosità, e non ultimo il fatto che il "viaggio" sommerso verso l'obbiettivo al tempo stesso era viaggio e meta.
La visibilità sott'acqua, a parte una zona tra gli 11 ed i 16 metri, continua ad essere ottima: praticamente fino ai 40 metri si riesce a scendere senza dover usare l'illuminatore!
Faccenda assai rara.
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Lago di Castelgandolfo
martedì 11 maggio 2021
^^montagna: "SFILATINO & MORTADELLA"
Ed arrivati in punta sull'Occidentale del Corno Grande per la via Moriggia-Acitelli, ci rifocilliamo con uno sfilatino ripieno di mortadella offerto dall'amico Massimo!
lunedì 3 maggio 2021
^^montagna: "VIA DEGLI SCONTRONESI"
Decidiamo d'indirizzarci sulla Via degli Scontronesi nel Parco Nazionale d'Abruzzo, gruppo della Meta, che il primo maggio come tutti gli altri monti della regione è ancora abbondantemente sommersa di neve.
A nostro solito dalla Piana di Campitelli partiamo per l'avvicinamento prestissimo ed alle 8 e 45 iniziamo l'ascensione su pendenze via via crescenti e su neve, sebbene sempre da pestare, comunque con un ottimo fondo per gli attrezzi.
L'uscita per il canalino finale era totalmente scoperta e così abbiamo scalato in cordata con passi molto delicati data la totale franosità delle ripide ed instabili rocce inframezzate a terriccio.
Terminata la via abbiamo proseguito verso il Monte Tartaro (2191mt), che abbiamo raggiunto dentro una fredda e ventosa nuvola di nebbia e pioggia, mentre poco prima per una buona metà della scalata nel canale eravamo stati al caldo del sole grondando di sudore.
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La Meta,
Via degli Scontronesi
lunedì 26 aprile 2021
^^montagna: "CRESTA NORD DI PUNTA TRENTO"
Così senza dare uno sguardo al calendario, osservando le copiose quantità di neve presenti su tutti i rilievi Abruzzesi si sarebbe portati a pensare di essere a febbraio subito dopo il termine di una fredda perturbazione che ha investito la nostra regione per più giorni di seguito ... invece siamo alla fine di aprile!
Ben sapendo che l'avvicinamento ed il rientro sarebbero stati faticosamente lavorati in quanto causa neve in primis avremmo dovuto lasciare l'auto grosso modo a metà dei Piani di Pezza, ed in secondo luogo tracciare su neve per lunghi tratti non ancora trasformata, abbiamo comunque deciso di andare a scalare l'estetica ed elegante Cresta Nord di Punta Trento nel massiccio del Velino, che in una splendida giornata di sole ci ha regalato una gratificante salita che sviluppa circa 600 metri, iniziata con un paio di saliscendi sopra torrioni ed elevazioni, muovendoci per alcuni passi sul delicato e classico "misto" d'Appennino fatto di neve molle, rocce, erbe e sfasciumi, prima di giungere alla base della lunga dorsale sulla quale poi siamo andati in conserva protetta fino in vetta.
Nonostante la stanchezza accumulata nelle gambe diventate pesanti in questo lungo tour di Appenninismo invernale durato otto e passa ore per quattordici chilometri, al termine pur prosciugati eravamo soddisfatti.
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Cresta Nord di Punta Trento
martedì 20 aprile 2021
^^montagna: "CANALE DEL VECCHIO"
Le più che ottime condizioni della neve sul versante nord della Serra di Celano persistono, anzi migliorano, quindi anche noi persistiamo.
Una spolverata di neve il giorno precedente della nostra ascensione, accoppiata alla temperatura sotto lo zero, hanno ulteriormente compattato il fondo della goulotte rendendo così la scalata di questa bella e logica linea del canale Pasquale Del Vecchio già effettuata un paio d'anni fa, sfiziosa con le piccozze ed i ramponi che mordevano benissimo.
Le solite "facili roccette" dichiarate dalla relazione come sempre capita quando spesso si legge ciò sulle relazioni, al solito non erano proprio facili e ci hanno opposto le ultime resistenze poco sotto la cima.
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Canale Del Vecchio
martedì 13 aprile 2021
^^montagna: "CANALE SAN SEBASTIANO"
Data l'ottima consistenza della neve sul versante settentrionale della Serra di Celano, ne abbiamo approfittato ancora per scalare il Canale San Sebastiano che, quando ci sono le condizioni invernali, è una logica linea di salita con gli "attrezzi".
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Canale San Sebastiano
mercoledì 7 aprile 2021
^^montagna: "CANALE NORD AL MONTE TINO"
Per non incorrere nella perturbazione metereologica che verso le 10.00 del mattino avrebbe, come dicevano i vari previsori, dovuto investire la zona del Monte Tino dovevamo partire prerstissimo, e così abbiamo fatto tant'è che abbiamo attaccato il canale alle 7 e 30. Su una neve davvero al top, durissima su tutta la linea se non adirittura quasi ghiacciata in alcuni punti, siamo saliti molto veloci immersi a tratti nella nebbia che andava e veniva. Nel tratto di cresta fino alla vetta ci ha accompagnato il vento freddo e puntualissimo, come da programma, in discesa attorno alle 10.30 è arrivato anche un po' di nevischio.
domenica 28 marzo 2021
^^montagna: "MONTE DELLA CORTE"
Nonostante la qualità della neve pesante e bagnata non fosse tutto sommato granchè per sciare, i vasti panorami del Parco Nazionale d'Abruzzo ci hanno invogliato e, partiti dal Torrente Tasso tra Scanno (AQ) e Passo Godi, in questo lungo giro di circa 14-15 chilometri tra andata e ritorno abbiamo raggiunto il Monte della Corte, con sotto gli occhi sempre una prospettiva a 360° tutta ammantata di bianco.
martedì 9 marzo 2021
domenica 7 febbraio 2021
^^montagna: "SULLE BALZE DEL BOLZA"
A quota 1487 metri s.l.m. sulla strada che da Castel Del Monte(AQ) s'indirizza verso il Valico Capo di Serre, tra rocce e canalini innevati per il suo versante sud-est saliamo al Monte Bolza (1904 mt).
Proseguimo quindi per circa un chilometro e mezzo, in direzione nord-ovest e poco sotto la linea principale, fino alla prominenza più elevata detta Cima di monte Bolza (1927mt).
Per rientrare decidiamo invece di effettuare tutto il saliscendi della cresta tra rocce e sfiziose strettoie di neve compatta fino al più ampio canale che si apre a nord-est, dal quale velocemente poi perdiamo quota.
giovedì 14 gennaio 2021
--immersioni: "PIU' O MENO ... 5°"
Per l'ulteriore blocco degli spostamenti nella regione Abruzzo che si sono protratti dai primi di novembre del 2020 agli inizi di gennaio del 2021, effettuati per arginare la propagazione dalla pandemia del virus covid-19, dopo due mesi son potuto tornare ad immergermi nel lago di Scanno.
La sua accoglienza è stata al solito freddina tant'è che quando sono arrivato, all'aria il termometro segnava una temperatura di -5° e con il panorama delle montagne che l'incorniciano imbiancato dalle nevicate dei giorni scorsi.
Gennaio e febbraio sono i mesi nei quali la temperatura dell'acqua del lago raggiunge i valori più bassi di tutto l'anno, e per conoscenza diretta ho stimato che quando mi sarei tuffato l'avrei trovata a 6 o 7°.
Per raggiungerne la sponda più giù di un metro e mezzo circa rispetto al livello normale, con cautela ho camminato con l'autorespiratore in spalla sui sassi, normalmente sommersi, ricoperti di scivolosa brina quindi mi sono lasciato andare in acqua che a modo suo mi ha dato il ben rivisto a +5°. Aprendogli un credito di 1 o 2 gradi in più, ero stato di manica larga.
La sorpresa invece è stata l'insolita buona visibilità incontrata in immersione, in particolare oltre i 9-10 metri e fino ai 23 circa, dove potevo tranquillamente procedere addirittura anche con l'illuminatore spento e riuscire a vedere, seppure in uno scuro crepuscolo. Condizione davvero rarissime per questi fondali dove le normalità è al massimo un orizzonte di due metri nel buoio fangoso.
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