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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 25 aprile 2017

^^montagna: "LA PAGINA BIANCA"

Una tardiva nevicata d'aprile sui monti d'Abruzzo che non si è compattata con gli strati preesistenti gia trasformati, unita alle temperature decisamente alte per le quote, ci fanno attraversare in questa uscita scialpinistica, neve pesante, bagnata ed anche gessosa.
Nella discesa la nostra abilità è stata quella di andarci a cercare sulle gobbe laterali a certi lievi avvallamenti, evidentemente colpite in maniera indiretta e radente dai raggi solari su quest'ampia "pagina" inclinata, delle strisce sulle quali poter effettuare curve.
Eravamo partiti dall'automobile, parcheggiata nei pressi di Fonte Vetica, per attraversare il pianoro situato sotto il versante meridionale del Monte Camicia, e dopo essere passati per i ruderi della miniera abbandonata abbiamo imboccato uno degli inclinati canali che fanno da naturali corridoi d'accesso al così detto "Paginone".
Superfluo è ricordare che la bellezza dei bianchi panorami osservati e dei silenzi ascoltati, hanno controbilanciato la non ideale qualità della neve.

martedì 11 aprile 2017

^^montagna: "VIA DEL CANALONE"

Se, come l'abbiamo effettuata noi, l'ascensione alla vetta del Corno Piccolo (2655 mt) la si affronta partendo direttamente dal Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo (1450 mt) e senza l'ausilio della cabinovia, allora la salita, e la relativa discesa, diventano al contempo lunghe, faticose, tecniche e di grande soddisfazione!
Calzati i ramponi praticamente a pochi metri dalla macchina, all'inizio rimontiamo il pendio camminando sotto i pali delle deserte seggiovie e poi, avendo in alto e davanti agli occhi l'inciso canale alpinistico che andremo a percorrere, per arrivare alla sua base ci troviamo la via più logica tra rocce sparse, valloncelli e nevai, con pendenze in costante aumento.
Raggiunti i primi spalti di calcare della parete nord del Corno Piccolo, con un "aleatorio traverso" su neve nuova e non ancora coesa con il manto sottostante già trasformato, con decisa impennata della pandenza guadagnamo il centro dello sperone roccioso che fa da spartiacque tra il Canale Sivitilli a destra, e la via a sinistra che andremo a scalare, detta del Canalone.
Questa, con andamento livemento obliquo che va da destra a sinistra, si fa strada tra rocce strette stracolme di neve, oggi non durissima ma comunque salibile.
Con calma, misurando e pensando ogni passo ed ogni gesto, lentamente e con costanza guadagnamo metri verticali dentro questa stretta gola di ghiacci e sassi fino ad arrivare ad un bivio, se così si può dire, dove la relazione scritta propone una soluzione a destra, più frequentata e sulla quale possiamo vedere passi di misto, ed un'uscita a sinistra che noi scegliamo perchè osserviamo più innevata, ma sulla quale troveremo un tratto più impegnativo a 70 gradi di pendenza.
In alcuni passi obbligati dalla morfologia del canale che si devono per forza effettuare vicino ai massi, i piedi sprofondano più del dovuto nella neve, obbligandondoci così ad essere ancora più attenti.
Superata questa difficoltà andiamo quindi ancora su sull'ampia ed inclinata comba che sorregge la cupola rocciosa della vetta del Corno Piccolo alla cui base, prima di arrivare in cima, ci fermiamo per qualche minuto per riprendere un po' fiato, e poi via ancora con un ultimo sforzo per giungere finalmente alla meritata croce a 2655 metri.
Giusto il tempo di riposare qualche momento, ed iniziamo la discesa, anch'essa impegnativa, che scegliamo di effettuare disarrampicando per il Camino di Mezzo, sfruttando ed adoperando le peste di altra cordata che da lì era salita.
Affrontata quindi con estrema circospezione l'ultima strettoia in basso del "Camino", per altro eventualmente assicurabile ed "azzerabile" con uno spit e più sotto da altro ancoraggio, siamo fuori dalle difficoltà ed allora ci concediamo una pausa di beveraggi rifocillatori prima di rientrare, su declivi meno inclinati, di passo al piazzale "Amorocchi" dei Prati di Tivo dal quale eravamo partiti.

lunedì 3 aprile 2017

^^montagna: "INVERNALE SULL'ORIENTALE"

Bella invernale sulla Vetta Orientale del Corno Grande(2903 mt) nonostante il rialzo termico di questi ultimi giorni di marzo 2017, che però a queste quote ed esposizioni risultava essere del tutto "ininfluente".
Dopo aver pernottato nel piccolo ed accogliente ricovero invernale del rifugio "Franchetti", all'albeggiare ci siamo messi in movimento per iniziare l'ascensione sulla panoramicissima ferrata "Ricci". Le corde fisse del primo tratto erano totalmente ricoperte da un accumulo di neve durissima che ha cretao un ripido scivolo, sfizioso da arrampicare con gli attrezzi.
Con costante pendenza e sempre su neve compattissima, abbiamo poi raggiunto l'attacco del secondo tratto attrezzato dal quale, con uno sguardo a sinistra, abbiamo ammirato da vicino la verticale muraglia del "Paretone".
La sezione superiore della ferrata, praticamente quasi tutta pulita dalla neve, l'abbiamo percorsa abbastanza velocemente, per andare quindi sul filo di cresta poco sopra l'anticima che si va a sporgere sulla conca del ghiacciaio del Calderone.
Immediatamente dopo con qualche passo di misto oltrepassiamo una fascia impiastrata di poca neve, e poi con l'ultima fatica raggiungiamo la vetta con la meritata solita birretta.
In discesa ci siamo indirizzati sulla via "normale" che, però, diventa non tanto normale quando è ricoperta come oggi di tanta neve tosta, che in un passaggio tra roccette affioranti si solidificava ulteriormente in ghiaccio quasi lucido, facendoci disarrampicare con cautela faccia a monte e con l'ausilio della corda.
Ripassando dal rifugio Franchetti, per riprendere i sacchi a pelo ed altro materiale che avevamo lì lasciato, naturalmente ne abbiamo approfittato per sorseggiare la seconda birra della giornata.
Giunti giù al Piazzale dei Prati di Tivo, la terza birra è stata come da normale protocollo.