DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
martedì 11 aprile 2017
^^montagna: "VIA DEL CANALONE"
Se, come l'abbiamo effettuata noi, l'ascensione alla vetta del Corno Piccolo (2655 mt) la si affronta partendo direttamente dal Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo (1450 mt) e senza l'ausilio della cabinovia, allora la salita, e la relativa discesa, diventano al contempo lunghe, faticose, tecniche e di grande soddisfazione!
Calzati i ramponi praticamente a pochi metri dalla macchina, all'inizio rimontiamo il pendio camminando sotto i pali delle deserte seggiovie e poi, avendo in alto e davanti agli occhi l'inciso canale alpinistico che andremo a percorrere, per arrivare alla sua base ci troviamo la via più logica tra rocce sparse, valloncelli e nevai, con pendenze in costante aumento.
Raggiunti i primi spalti di calcare della parete nord del Corno Piccolo, con un "aleatorio traverso" su neve nuova e non ancora coesa con il manto sottostante già trasformato, con decisa impennata della pandenza guadagnamo il centro dello sperone roccioso che fa da spartiacque tra il Canale Sivitilli a destra, e la via a sinistra che andremo a scalare, detta del Canalone.
Questa, con andamento livemento obliquo che va da destra a sinistra, si fa strada tra rocce strette stracolme di neve, oggi non durissima ma comunque salibile.
Con calma, misurando e pensando ogni passo ed ogni gesto, lentamente e con costanza guadagnamo metri verticali dentro questa stretta gola di ghiacci e sassi fino ad arrivare ad un bivio, se così si può dire, dove la relazione scritta propone una soluzione a destra, più frequentata e sulla quale possiamo vedere passi di misto, ed un'uscita a sinistra che noi scegliamo perchè osserviamo più innevata, ma sulla quale troveremo un tratto più impegnativo a 70 gradi di pendenza.
In alcuni passi obbligati dalla morfologia del canale che si devono per forza effettuare vicino ai massi, i piedi sprofondano più del dovuto nella neve, obbligandondoci così ad essere ancora più attenti.
Superata questa difficoltà andiamo quindi ancora su sull'ampia ed inclinata comba che sorregge la cupola rocciosa della vetta del Corno Piccolo alla cui base, prima di arrivare in cima, ci fermiamo per qualche minuto per riprendere un po' fiato, e poi via ancora con un ultimo sforzo per giungere finalmente alla meritata croce a 2655 metri.
Giusto il tempo di riposare qualche momento, ed iniziamo la discesa, anch'essa impegnativa, che scegliamo di effettuare disarrampicando per il Camino di Mezzo, sfruttando ed adoperando le peste di altra cordata che da lì era salita.
Affrontata quindi con estrema circospezione l'ultima strettoia in basso del "Camino", per altro eventualmente assicurabile ed "azzerabile" con uno spit e più sotto da altro ancoraggio, siamo fuori dalle difficoltà ed allora ci concediamo una pausa di beveraggi rifocillatori prima di rientrare, su declivi meno inclinati, di passo al piazzale "Amorocchi" dei Prati di Tivo dal quale eravamo partiti.
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