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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

venerdì 14 novembre 2025

--immersioni: "CALCAROLLE"


Appena a sud di Torbole-Nago, sulla sponda est del Lago di Garda il delineato spigolo roccioso della Punta di Calcarolle deciso si protende verso l'acqua.
Con un sottopassaggio a gradoni raggiungo la riva che è al ridosso e senza onde dal tipico e costante vento del mattino proveniente dal primo quadrante.
Vicino a destra c'è la parete rocciosa che però tralascio, perchè in questa prima esplorazione preferisco andare direttamente dall'accesso in acqua dove mi trovo sulla massima pendenza, per 270°/ovest dove abbastanza velocemente guadagno profondità sul sedimento con scogli sparsi.
Dopo la fascia d'acqua più luminosa e meno fonda, noto che il mio faro sub penetra parecchio il buio che ho davanti. C'è una straordinaria visibilità, addirittura con dominante blu, tanto che a 90 metri provo anche a spegnerlo riuscendo a vedere distintamente attorno a me nel crepuscolo! Cosa rara in un lago, ed allora nell'acqua limpida vado ancora.
Oltrepasso i 100 metri e nel buio pulito intorno osservo. Sul fondale un po' monotono che continua giù con la stessa pendenza non c'è nulla di particolare, eppure quel suo profilo in discesa che non si sa dove vada, non poco m'affascina.
Non ho fretta, guardo ancora e poi con ampia accostata inverto la direzione.
In una prima fase della risalita rimonto la china sommersa curiosando tra le poche e basse rocce che mi vengono incontro, poi allontanandomi dall'ideale linea di massima pendenza sulla quale mi trovo devio un po' alla mia sinistra/nord, dove a poco più di 50 metri ritrovo lo sperone roccioso che affonda nel sedimento, e che da lì seguo.
Ancorata al calcare, a 12 metri vedo una piccola piattaforma metallica da addestramento, dalla quale mi allontano di poco a destra/sud, per ritrovare le rocce già superate ad inizio immersione e terminare la decompressione.
(104 metri/140 minuti/doppio e.c.c.r.)


After Torbole-Nago, eastern coast of Lake Garda, few kilometers towards south there is a rock spure called "Punta Calcarolle".
By a subway with steps I reach the shore, today with the surface completly calm.
Near on my right the rock wall drops into tha lake water. But for my this first deep dive exploration, I prefer proceed streight on the maximum slope from the little shore where I'm.
So I swimming on the sandy and muddy bottom with few rocks on. There is a very good visibility, infact at 90 meters deep i can see around me in the darckness with the lights off! Rare in a lake.
I arrive at 104 meters, then I ascent and I head myself to my left/north, where at 50 meters I reach and explore the submerged rock wall of Calcarolle. I go up on it completing the decompression.
(104 meters/ 140 minutes/ double side mount e.c.c.r.)



domenica 9 novembre 2025

--immersioni: "CORRENTE CONTINUA ... "


ATTENZIONE:
Corrente continua e mai alternata.

WARNING:
Direct current, but never alternating current.


lunedì 27 ottobre 2025

^^montagna: "TRENTANNI"


Le prime arie fresche d'autunno arrivano sull'Abruzzo e sul Gran Sasso d'Italia, ed allora scegliamo di scalare la via TRENTANNI (V°+ / D /200 mt), all'assolata parete est del Corno Piccolo, che esce tra il piramidale Torrione Aquila e la Torre Cichetti.
Solo alla fine della scalata e per parte della discesa le nuvole avvolgevano le vette del massiccio.
Dedicato a mia sorella.


The first autumn airs arrive on the "Abruzzo" and on the "Gran Sasso Massif", and so we choose to climb the mountaineering route "TRENTANNI" (V°+ / D / 200 meters), at the warmth of the sunny "Corno Piccolo" east face, that ends between the "Torrione Aquila"/Aquila Tower and the "Torrione Cichetti"/Cichetti Tower.
The clouds cover us and the high peaks of the massif, only at the exit of our climbing and in a part of the descent.
Dedicated to my sister.



martedì 16 settembre 2025

^^montagna: "ANTELAO"


Approcciare la Normale all'Antelao con sufficienza tenendo conto solo delle basse difficoltà tecniche dei singoli passaggi di scalata seppur non pochi e massimo di II°, sarebbe un errore perché l'impegno per affrontare il notevole dislivello di 2200 metri verso l'alto ed in discesa mentre ci si muove sempre in un ambiente esposto, ripido e sdrucciolevole richiede sia un'ottimo allenamento che l'abitudine a questo tipo di terreno d'alta montagna.
Dopo Punta Penia e Punta Rocca nella Marmolada, l'ANTELAO con i suoi 3264 metri è la terza cima per altezza di tutte le Dolomiti, quota che gli vale l'appellativo di "Re del Cadore".
Poco sopra S.Vito di Cadore(BL)/1100 metri, che è ancora buio parto per l'ascensione prima risalendo la sterrata forestale fino al Rifugio Scotter-Palatini/1580mt, e dopo per sentiero alla Forcella Piccola/2100 metri.
Da qui all'inizio ci si saluta come usa in montagna e poi presentandoci, con Gianni ed Igor ci faremo compagnia per tutto il resto dell'intensa giornata.
Immediatamente sopra la forcella su sfasciumi rimontiamo il vallone glaciale-morenico a nord dell'Antelao e, per guadagnare a 2582 metri l'accesso alla cresta nord, risaliamo a zig zag con i primi passaggi esposti le sue lunghe ed inclinate stratificazioni basali che formano una serie di cengie oblique.
Continuiamo prima per cresta e poi appena ad ovest/destra di questa per la caratteristica Lasta Inferiore che è la prima e più bassa placconata inclinata a 25° letteralmente tutta cosparsa di ghiaia di un crollo di qualche anno fa, sfasciumi che da qui in punta ci obbligano ad una progressione accorta.
Finita questa, scendiamo di qualche metro e poi traversiamo a destra per arrivare alla base della Lasta Superiore, quando udiamo un prolungato boato in lontananza. Alle nostre spalle sulla Croda Marcora osserviamo in diretta una frana rocciosa accompagnata da una nuvola bianca di polvere, che per parecchio rimane sospesa sulle pareti (minuto 2:30 del video).
La Lasta Superiore è caratterizzata da una lunga fessura per tutta la sua lunghezza e da pendenze che proprio alla fine arrivano anche a 40°. Il suo calcare avrebbe anche un eccellente grip, se non fosse per la ghiaia di tutte le dimensioni che sembra essere stata depositata con metodo ed ovunque sulla roccia.
Quasi al termine per tornare vicini al filo di cresta e sempre sul pietrisco appoggiato sul fondo duro, traversiamo a sinistra ed arriviamo alla sua fine attrezzato con una corda fissa sul tratto più inclinato.
Risalita questa siamo alla base di un breve e verticale canalino con successiva paretina/II,° ma per qualità della roccia su prese ed appoggi da valutare.
Oramai siamo a più di 3100 metri ed in dislivello non manca molto alla vetta, però la cresta seppur tecnicamente non difficile, al massimo II°, offre ancora articolati saliscendi che alternano rocce compatte e friabili con ai lati scivoli sempre ripidissimi ed esposti.
Verso sinistra scaliamo una paretina ed arriviamo su una bella cengia che in breve aggirandola da est ritorna sulla cresta oramai diventata sottile, da dove scendiamo all'intaglio finale. Da qui scaliamo l'ultimo canalino/II°, al cui termine possiamo ormai vedere la croce di vetta che velocemente raggiungiamo per una stratificazione scendendo e poi risalendo di qualche metro alla nostra sinistra.
Finalmente dopo 2200 metri di dislivello e più di sei ore in movimento siamo sull'Antelao a 3264 metri da dove, mentre recuperiamo, possiamo ammirare a 360° un panorama grandioso con il vicino Pelmo, la Marmolada, il Cristallo, il Popena, le Marmarole e gli altri gruppi dolomitici.
Dopo le foto ricordo e firmato il libro di vetta ci prepariamo per iniziare il lungo rientro che richiederà fino alla Forcella Piccola ancora costante attenzione in tutti quei tratti già descritti in salita.
Più in basso sostiamo al Rifugio Scotter-Palatini e sulla pista forestale ritorniamo ai 1100 metri da dove eravamo partiti, a chiudere un'altra giornata di montagna da incorniciare. _Giacinto Marchionni_



It could be an error to go on this mountain with in mind the idea to climb ONLY on a II° of mountaineering difficulties. The fatigue on the 2200 meters of difference altitude during not only the ascent, but also in the descent, while the climber moves him on steep, exposed and slidery grounds not for some minutes but for several hours, require him to have a very good fisical training and a habit to go on this tipical hight mountain bad ground.
After "Punta Penia" and "Punta Rocca" on the Marmolada, the Antelao with its 3264 meters a.s.l., is the third mountain of all Dolomities, and so it's called "Il Re"/The King of the Cadore.
It's still night when, from about 1100 meters a.s.l. from San Vito di Cadore, I start to my climbing on the King. I walk on the large path of the dirt road up to "Scotter-Palatini" Refuge/1580 meters, and after on the classic mountain steep path up to "Forcella Piccola"/2100 meters.
Here I meet and greet two climbers wich have mine same target, as for courtesy and good manners on the mountains.
We chat and introduce ourselves. They are Gianni and Igor, and in company we will go together for all the long and intense mountain day.
On the gravel of the glacier moraine at the base of the Antelao, we reach its north ridge at 2582 meters a.s.l. by the first mountain climbing movements on inclined and exposed rocky ledges. On this, we go towards the first and lower "Lasta", a rocky slab at 25° inclinated with a lot of grivel above, that oblige us to take care on every single step for all the rest of the ascent.
After the first "Lasta", with attention we descent some meters in exposition and traverse on right up to the base of upper "Lasta", when at our shulder we hear a long gloomy noise. We see live a rocky landslide falls from the "Croda Marcora", that leaves a white cloud of rocky powder all around (min. 2:30 in the video).
A very inclinated up to 40° slab with a long split on and the omnipresent gravel, characterize the upper "Lasta", and on it we think a lot on every our single movement.
On the steeper meters on its hight end, there's a fixed rope thanks we reach the base of a short cheminee wich we climb, II° mountaineering difficulties, observing with care where we can put our hands and feet.
By now we stay near the top at about 3100 meters a.s.l., but although the mountaineering climbing difficulties continue to be only about II°, the ridge is still exposed, steep and on slidery ground, so we still must to take care.
With some up and down on this delicate ridge, after 2200 meters of altitude difference and more six hours of climbing in the legs, finally with satisfaction we reach the top of the Antelao at 3264 meters a.s.l., from where we can admire a fantastic panorama while we take some minutes of rest.
Then we sign the "Libro di Vetta"/Top Book of the Antelao, and we prepare us for the long descent which logically will claim us still more care in all those same steps already overcome with attention during the ascent.
On the way down, we take another short rest at the "Scotter-Palatini" Refuge, then we return to the starting point at 1100 meters a.s.l. to conclude another beautiful day on the mountain, to put into a cornice. (Giacinto Marchionni)