DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
venerdì 30 dicembre 2016
giovedì 22 dicembre 2016
--immersioni: "CONTROCORRENTE"
Arrivato subito dopo il sorgere del sole sulle sponde del fiume, un'atmosfera invernale con almeno un paio di gradi sotto dello zero mi accoglie.
Tutto: l'erba, le foglie, i rami ed il canneto, è brinato e ricoperto da una fredda patina.
L'acqua che scorre poco sotto di me fuma di vapori.
Indosso velocemente la muta stagna e nonstante ciò il freddo si fa sentire ancora, tant'è che quando m'infilo nell'acqua a 9°C, che comunque è una temperatura da non sottovalutare anche per un sub adeguatamente protetto, per contrasto mi pare quasi d'entrare in una vasca d'acqua tiepida!
Parto con un energico e costante movimento di gambe per pinneggiare "CONTROCORRENTE", ad osservare il fluttuante ambiente sommerso fluviale.
lunedì 19 dicembre 2016
^^montagna: "ASSAGGIO D'INVERNO"
In quest'inverno fin'ora avaro di precipitazioni bianche, perlomeno sull'Appennino Abruzzese, il 17 dicembre avevamo programmato un bel giro lungo sulla Majella.
Se non che una spolverata di neve tanto attesa ed ahi noi non rimossa dagli spazzaneve, paradossalmente ha fatto inciampare le nostre belle intenzioni.
Salendo con l'auto, anche se attrezzata con gomme termiche, da Scafa(PE) verso Passo Lanciano sulla provinciale abbiamo trovato il primo intoppo: la neve fresca non pulita alle 7.00 del mattino ci ha costretto a montare le catene da neve, con conseguente naturale ritardo sulla tabella di marcia.
Con questa premessa eravamo ben consapevoli di quello che ci avrrebbe atteso più in alto.
E come volevasi dimostrare, subito dopo il piazzale dell'albergo Mamma Rosa, l'ultimo tratto da percorrere per giungere al Rifugio Pomilio era ricoperto di uno strato di una ventina di centimetri di neve fresca non rimossa dagli appositi mezzi.
Siamo alle solite: in Abruzzo le strade di montagna che raggiungono posti frequentati da turisti, spesso non sono spazzate per tempo ... sich.
Arrivati a quel punto, per le cause di cui sopra sulle quali la nostra voglia e passione di montagna poco potevano, fattosi tardi siamo stati costretti a fare una corposa tara ai progetti che avevamo in mente.
Nonostante ciò, comunque, come sempre ne è valsa la pena!
martedì 13 dicembre 2016
^^montagna: "MONTE ACQUAVIVA"
Partiti dal livello del mare di Pescara con una temperatura di 1°C, arriviamo dopo un'oretta di auto ai poco meno 2000 metri di quota del "Rifugio Pomilio" alla Majelletta.
Scendendo dall'auto pensavamo di trovare temperature abbondantemente al di sotto dello zero, invece a causa dell'inversione termica di questo 10 dicembre 2016, con sorpresa siamo stati accolti dall'aria a 4°C.
Queste temperature gradevoli unite alla splendida giornata abbondantemente soleggiata, hanno reso magnifica questa nostra salita al Monte Acquaviva, la seconda cima per altezza del massiccio della Majella (2737 mt).
Nonostante il dislivello da affrontare sia solamente di 700 metri circa, i 17 km. di sviluppo tra andate e ritorno dell'itinerario che abbiamo percorso, ne fanno un'uscita di montagna di buon impegno fisico da non sottovalutare, in special modo per quello che riguarda i tempi di percorrenza in relazione a queste giornate di dicembre che sono quelle dell'anno con il minor arco diurno.
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Monte Acquaviva
mercoledì 7 dicembre 2016
--immersioni: "LE SCULTURE SOMMERSE"
Grazie agli amici del gruppo sub "CONTROCORRENTE", il 4 dicembre 2016 dopo 35 anni, ritorno ad immergermi nelle acque del Lago di Bracciano dove nel giugno del 1981 effettuavo la mia prima immersione con autorespiratore.
Nonostante il lungo tempo trascorso, non solo il ricordo di quel lontano giorno mi è rimasto indelebilmente impresso, ma immutato oggi come allora è il mio entusiasmo per la pratica di questa affascinante attività d'esplorazione sott'acqua.
Le "SCULTURE SOMMERSE" sono delle singolari e creative opere in metallo a tema d'interesse subacqueo, poste sul fondo del lago fino ad una profondità massima di 47-48 metri, il cui giro completo di tutte comporta dei tempi di fondo da non sottovalutare a profondità che vanno ben oltre i limiti delle così dette immersioni "ricreative", con conseguenti lunghi tempi di decompressione.
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Lago di Bracciano
domenica 4 dicembre 2016
--immersioni: "IL MAGGIOLINO"
Nonostante m'immerga nel Lago di Castelgandolfo da tanti anni, non mi era mai capitato di tuffarmi in un sito subacqueo molto frequentato dai "locali" conosciuto come il "Maggiolino", e con un accesso più che comodo.
Da "non locale" che ogni volta che arriva su queste sponde deve sciropparsi un paio d'ore e passa di automobile, contrariamente a quello che si sarebbe portati a fare, cioè trovarsi un'agevole calata verso il lago, ho sempre preferito tutt'altre locations sommerse che si proponevano con "avvicinamenti" all'acqua sempre molto lavorati, e non tanto per desiderio di complicarsi le cose con discese su ripidi e sdrucciolevoli viottoli terrosi a mala pena tracciati, tra l'altro fatti con addosso il peso dell'autorespiratore, zavorra ed altre attrezzature subacquee, ma dalla spinta di andare a soddisfare la mia perenne curiosità di posare gli occhi su posti poco, anzi per nulla frequentati da altri, insomma fuori dai soliti giri.
Detto questo, comunque sono stato ben lieto di fare questo tuffo quando i simpatici e caciaroni amici del gruppo subacqueo "CONTROCORRENTE" mi hanno proposto l'immersione sul Wolkswagen "MAGGIOLINO", una classica di questo lago che mi mancava.
Scesi sulla cima di un pedagno di superficie, e dopo una sostenuta pinneggiata attorno ai 40 metri di fondo, finalmente ci compariva dinanzi quet'automobile persa tra la scura fanghiglia del fondo.
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Lago di Castelgandolfo,
Maggiolino
mercoledì 30 novembre 2016
--immersioni: "SQUALI MARTELLO E LONGIMANUS ... CONTROCORRENTE"
Durante la settimana da girovaghi del Mar Rosso per le varie scogliere coralline spesso lontane dalla costa, più volte abbiamo avuto modo di incontrare nel corso delle immersioni squali.
In particolare gli squali martello (Sphyrnidae), e Longimano (Carcharhinus Longimanus), sono stati quelli che si sono fatti avvicinare.
Nonostante abbia già visto chissà quante volte innumerevoli documentari che trattavano di questi animali marini, ogni volta che mi capita l'occasione d'incontrarli a qualche metro di distanza dal vivo, rimango sempre colpito dall'estrema elenganza ed efficienza dei loro movimenti grazie ai quali, ondeggiando lentamente le loro grandi code a forma di falce asimmetrica a destra ed a sinistra, riescono a spingere in avanti i loro lunghi corpi quasi senza sforzo alcuno.
Per vedere gli squali martello, la mattina dovevamo entrare in acqua prestissimo, quasi subito dopo il sorgere del sole. Una volta tuffati dal piccolo gommone di appoggio, in immersione ci portavamo ad una profondità di circa 25-30 metri discostati dalla scogliera corallina, o come si dice in gergo nel blu, ed iniziare pazietentemente ad attendere, a volte anche per 25 minuti, sperando nel loro arrivo.
E' successo di trascorrere intere immersioni e non vederne alcuno, oppure di riuscire a scorgerli molto in lontananza e mimetizzati nell'azzurro-grigio del mare.
Le lunghe e pazienti attese però sono state ben ripagate quando, rompendo gli indugi, si avvicinavano per controllarci.
Allora, nuotando vicinissimi potevamo osservarli con attenzione, colpiti dalla strana forma a martello delle loro teste.
Nessuna tattica d'avvicinamento invece abbiamo adottato con gli squali Longimano in quanto loro, con una puntialità quasi perfetta, d'abitudine tranquillamente bighellonavano spesso a pelo d'acqua sotto lo scafo della nostra barca. Noi non dovevamo far altro che attenderli lì.
Questo è il "filmetto" con il quale ho riassunto questi emozionanti "appuntamenti".
lunedì 28 novembre 2016
--immersioni: "ELPHINSTONE SUD"
Un altro interessantissimo reef corallino nel quale ci siamo immersi durante l'itinerario settimanale a bordo della "Planet One", è stato quello di "ELPHINSTONE".
In particolare, ci si tuffa sul suo plateau meridionale che per morfologia la si può assimilare ad una grande chiglia rovesciata di un'imbarcazione che va a formare, grazie ad un'apertura che l'attraversa da un lato all'altro, un enorme arco roccioso brulicante di vita.
Oltre alla evidente e naturale bellezza di questo sito sommerso, c'è anche un'esotica leggenda che alimenta ed infiamma l'immaginario collettivo e che spinge ulteriormente i sub a venire a darci un'occhiata.
Proprio sotto ed al centro dell'arco e ad una profondità di una sessantina di metri, adagiato sul fondo c'è quello che, la leggenda appunto dice essere, un antico sarcofago di un faraone di questa terra antica del quale il Mar Rosso fa parte, misteriosamente scivolato (non si sa come!), quaggiù qualche migliaio di anni fa! Pragmaticamente, trattasi più semplicemente di un grande blocco corallino di forma parallelepipeda regolare, crollato in basso dalla volta superiore.
Leggenda a parte, personalmente questo arco mi suscita il ricordo di un altro arco di un altro sito subacqueo esattamente identico per dimensioni, forma ed esposizione: quello presente alle Isole Tremiti in Italia, alla Secca di Punta Secca di Capraia.
Naturalmente i due "archi" sono molto simili tra di loro, soprattutto per la bellezza che la natura sommersa, seppur diversa per tipologia di specie, ha generosamente elargito ad entrambi.
Subacqueamente "configurati" con aria da adoperare come gas di fondo e nitrox 40 per decompressione, siamo scivolati ad osservare l'arco alla cui base, sul pavimento di sedimento e rocce coralline, c'era una fitta colonia di gorgonie a frusta bianche tutte piegate nella stessa direzione, quasi a darci il benvenuto.
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Elphinstone,
MAR ROSSO
domenica 27 novembre 2016
--immersioni: "IL CARICO DELLO ZEALOT"
Il 14 ottobre del 1887, la nave "ZEALOT", in seguito all'urto con la scogliera corallina di Daedalus Reef, affondò perdendo il suo carico composto da materiale ferroviario.
La nave scivolò sulla ripida erta sommersa in profondità depositando, però, parte dei binari che trasportava a circa 65 metri di quota.
Nel corso dei lunghi anni trascorsi sotto le ricche acque del Mar Rosso, i binari si sono per così dire integrati con la scogliera, diventandone parte. Su di loro, infatti, ha attecchito una fitta vita marina, ed oggi osservarli ricoperti di vari organismi incrostanti e di alcionari è uno spettacolo che vale bene un'immersione.
Vista la profondità alla quale dovevamo scendere, abbiamo gestito la logistica della discesa portando sulle spalle un monobombola da 12 litri caricato ad aria con l'aggiunta, sul fianco, sempre un 12 litri con Nitrox 40 da adoperare come gas decompressivo.
Veramente bello è stato scendere, scivolando nell'acqua, quasi verticalmente dritti giù sopra il ripidissimo scivolo che si stagliava con un azzuro, appena un po' più stemperato, contro il blu scuro del mare profondo delle 7 del mattino.
Una volta "atterrati", lo spettacolo dell'intrico geometrico e disordinato dei binari ricoperti di macchie di colore, ha calamitato totalmente la nostra attenzione.
Durante la risalita, sotto le nostre pinne abbiamo potuto osservare un singolo esemplare di squalo martello che, scodando pigramente, percorreva i suoi tridimensionali sentieri.
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relitto ZEALOT
giovedì 24 novembre 2016
--immersioni: "UN FILO INVISIBILE CI UNISCE"
Solo una scogliera corallina sommersa del Mar Rosso, può offrire un'esplosione così intensa di vita sottomarina.
Qui in una ubriacante babele, si intrecciano, si accavallano e si sovrappongono una miriade di orgasnismi di tutti i tipi, colori, forme, dimensioni e quantità!
Alla base di tutto c'è il minuscolo "polipo" del corallo che, in una colonia di suoi consimili, cresce costruendo la sua solida casa in dura pietra.
Questi "sassi" possono essere piccoli come biglie o giganteschi come vagoni o anche più, e diventano la base sulla quale attecchiscono e si convogliano le molteplici specie viventi nei loro equilibri vitali e naturali.
Quando ci si immerge in questi paraggi si rimane esterrefatti da quello che si può osservare al di là del vetro della maschera. Girovagare grazie all'autorespiratore sotto le onde davanti a tale spettacolo brulicante, vivente, multiforme e multicolore, risulta essere un'intensa e sbalorditiva esperienza per tutti.
Questo video è stato girato durante la sosta della nostra crociera presso la scogliera chiamata "DAEDALUS REEF".
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MAR ROSSO
martedì 22 novembre 2016
--immersioni: "GLI ALCIONARI DI SHAAB MAKSUR"
Gli alcionari, o coralli molli, sono animali marini.
Hanno consistenza carnosa, colori sfumati e tenui, ed all'apparenza sembrano a tutti gli effetti delle strane piante con infiorescenze
Il plateau meridionale di Shaab Maksur è rinomato per la fittissima colonia di questi orgasnismi, ed allora nella nostra crociera non potevamo non far tappa in questo sito d'immersione, che alla fine ha ampiamente ripagato le nostre aspettative riempendoci gli occhi grazie ad un fondale totalmente ricoperto di un tappeto animale coloratissimo.
domenica 20 novembre 2016
--immersioni: "DOLPHIN REEF"
Altra tappa del "viaggio" nel Mar Rosso Egiziano, ed altro emozionante incontro ravvicinato con un numeroso branco di delfini (stenella) !
Mentre elegantemente e giocosamente ondeggiando le loro code ci giravano intorno, si poteva nettamente ascoltare il loro "vociare" fatto di sibili, fischi, squittii e ticchetii.
sabato 19 novembre 2016
--immersioni: "SHAAB CLAUDIO"
Nei numerosi "reef" (scogliere) corallini presenti nel Mar Rosso Egiziano, "SHAAB CLAUDIO" ha la particolarità di essere attraversato da una serie di tunnell, canali e grotte comunicanti tra di loro.
La nostra "crociera subacquea" prevedeva una sosta anche in questi paraggi, che davvero meritavano di essere osservati da una diversa prospettiva da sotto le onde.
Immergersi in questo sito è molto suggestivo perchè si ha la strana sensazione di trovarsi all'interno di un dedalo di incroci in una strana città sommersa, nella quale gli alti palazzi non sono altro che gigantesce costruzioni naturali coralline tra le quali spiovono dall'alto i raggi del sole che creano singolari giochi di luce.
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Shaab Claudio
giovedì 17 novembre 2016
--immersioni: "NOTTURNA A GOTA SEGHIR"
Il modo migliore per "viaggiare" nel Mar Rosso sotto le onde, in questo caso quello egiziano, è mollare gli ormeggi !
Mollare gli ormeggi nel vero senso della parola: navigando, girovagando e vivendo per un'intera settimana su di una barca attrezzata per subacquei per le varie e numerose scogliere coralline (reef) i cui limiti superiori sono appena affioranti, con lo scopo di esplorarle in immersione.
In quei paraggi i motivi di interresse per un sommozzatore appassionato, a dir poco sono molteplici ed ubriacanti per forme, colori, dimensioni e quantità!
Le protagoniste indiscusse di questa immersione notturna nella scogliera corallina di GOTA SEGHIR, sono state le numerose "stelle canestro" incontrate, che distendevano le loro sottilissime braccia pluritentacolate alla ricerca di sostanze nutritive.
Essendo fotosensibili, non appena venivano da noi illuminate, immediatamente iniziavano a chiudersi su se stesse diventando come palle di fili aggrovigliati.
giovedì 27 ottobre 2016
--immersioni: "IL LAGO SEMPREVERDE"
Verde: questo è il colore dominante sopra e sotto le acque del Lago di Scanno, che immancabilmente si propone con severe condizioni di temperature dell'acqua, illuminazione e visilbilità.
martedì 25 ottobre 2016
^^montagna: "VIA DEI LAGHETTI"
Bel giro alpinistico sul Monte Prena nel massiccio del Gran Sasso d'Italia.
Percorrendo un tratto della piana di Campo Imperatore, passando quindi per la così detta "Canala", largo ed in questo periodo arso canale d'erosione generato dallo scorrimento delle acque di scioglimento delle nevi e che nella morfologia ricorda un canyon nordamericano, siamo saliti fino alla vetta scalando, passi e tratti di II° e III° grado, la "Via dei Laghetti", chiamata così a causa delle numerose pozze d'acqua che intervallate si formano nelle numerose piccole depressioni rocciose caratteristiche di questa parte di montagna ricca di guglie calcaree modellate dall'erosione.
Siamo scesi per la "Via Brancadoro" che oltre a bei panorami, ci ha regalato anche un paio di scomodi, esposti e scivolosi passi di II° in disarrampicata, che nel caso in cui avessimo avuto con noi uno spezzone di corda non sarebbero stati ne' scomodi, esposti e tantomeno scivolosi.
ATTENZIONE !
Non ci si faccia ingannare dall'itinerario alpinistico al contempo semplice nei passaggi d'arrampicata, suggestivo e bello, perchè se le indicazioni meteorologiche prima della salita dovessero prevedere precipitazioni piovose nella zona si sconsiglia vivamente di percorrere queste vie del Monte Prena, che all'improvviso potrebbero trasformarsi in pericolose strettoie SENZA VIE DI FUGA nelle quali l'acqua in piena scorrerebbe ad alta velocità trasportando con se detriti rocciosi di tutte le dimensioni. La levigatezza del calcare in diversi tratti del percorso causata dallo sfregamento delle pietre nell'acqua vorticosa, ne è testimonianza.
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martedì 18 ottobre 2016
--immersioni: "BASSO LIVELLO"
Il livello dell'acqua del lago dipende dalle manovre effettuate sulle "saracinesche" della diga posta a valle, e da qualche tempo il bacino è al di sotto dell norma di 3-4 metri.
lunedì 10 ottobre 2016
^^montagna: "CERVI E CAMOSCI"
Partendo dal pianoro di Campitelli, per boschi e radure raggiungiamo prima la cima del Monte Tartaro, che congiungiamo poi alla vetta della Meta, passando per una divertente e frastagliata linea di cresta, scendendo quindi per il suo Canalone Centrale .
In questo lungo giro con temperature ed atmosfere decisamente autunnali, immersi nella natura appenninica del "Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, abbiamo incontrato interi branchi di maestosi cervi ed agilissimi camosci.
martedì 4 ottobre 2016
--immersioni: "RELITTO FFSS CARIDDI"
Immersione nel relitto del traghetto delle Ferrovie dello Stato "CARIDDI", affondato nella rada San Francesco del Porto di Messina.
La pendenza in tale tratto di mare è sostenuta, tant'è che la poppa di questa nave affiora di poco sulla superficie del mare, mentre la prua è situata a circa 42 metri di profondità.
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sabato 1 ottobre 2016
--immersioni: "LE STIVE DEL VALFIORITA"
Come ho già scritto su questo stesso sito, per un relitto sommerso esteso come il "VALFIORITA" situato a profondità ben oltre i 50 metri, occorrerebbe fare davvero un gran numero d'immersioni prima di poter affermare di averlo girato e conoscerlo veramente tutto.
Solo un appassionato e motivato sub della zona calabro-siciliana, oppure qualcuno che ha smisurate possibilità di tempo libero a disposizione, beato lui, potrebbe effettuare un'attività del genere. A me, sommozzatore abruzzese proveniente da quasi 750 km. di distanza non rimane altro che esplorare questa gigantesca nave una sezione alla volta, e solo quando mi capita l'opportunità per un viaggio fuori regione.
Ed allora in questo soggiorno settembrino di appena tre immersioni nelle acque dello Stretto di Messina, con l'appoggio logistico di "UN TUFFO NEL BLU" di Cannitello torniamo sul "VALFIORITA", da alcuni definito il più bel relitto del Mediterraneo.
Al di là del valore di improbabili ed impossibili classifiche d'interesse e bellezza dei vari siti sommersi, di sicuro un tuffo su una nave affondata come questa stimola sempre l'appetito del sommozzatore. E così il 24 settembre 2016 ci troviamo ancora una volta a scivolare verso il basso lungo l'algoso filo guida del pedagno che collega la boa di superficie alle strutture più elevate del bastimento affondato.
A secco avevamo stabilito di effettuare una perlustrazione nelle stive situate a poppavia di quello che rimane del castello di plancia, dove tra l'altro è agganciata la "linea" di discesa e risalita, e man mano che ci avviciniamo verso il basso il relitto inizia a materializzarsi ai nostri sguardi con un effetto di sfumata dissolvenza visiva.
Così entriamo nelle aperture rettangolari superiori che sono gli accessi delle stive della grande nave affondata dal sommergibile inglese "H.M.S. HULTOR", l'otto luglio del 1943 in località Mortelle (ME).
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mercoledì 28 settembre 2016
--immersioni: "BANCO DELLA 'MPARDATA"
IL banco sommerso della 'Mpardata situato poco al largo del piccolo porticciolo di Scilla (RC), offre ai sommozzatori che hanno l'oppotunita di immergersi lì una variegata ed estesa morfologia rocciosa completamente ammantata di gorgonie paramuricee gialle e rosse.
Il nome deriva da un particolare tipo di rete a circuizione che i locali usavano in passato per pescare proprio su questa larga secca.
mercoledì 7 settembre 2016
^^montagna: "MONVISO: CRESTA EST"
Anche se per circa 150 metri il Monviso (3841 mt.) non entra nella cerchia dei 4000 delle Alpi, la sua sagoma piramidale per linea seconda solamente al Cervino e la sua storia alpinistica ne fanno una montagna che, almeno per quello che mi riguarda, ha infiammato la curiosità di salirla.
Sulla bella e logica Cresta Est si snoda un itinerario alpinistico di media difficoltà (1200 metri di dislivello/AD/IV°), assolutamente da non prendere sotto gamba a causa della sua lunghezza, della quota e della non eccelsa qualità della roccia.
Dopo la sveglia alle quattro del mattino, ancora che è notte non solo fuori lasciamo il rifugio Quintino Sella, e con il piccolo cono di luce delle lampade frontali poste sul casco ci facciamo strada brevemente e comodamente fino al Colle di Viso. Poi via via sempre più faticosamente sulla ripida e sdrucciolevole morena detritica di instabili sfasciumi formata dalla confluenza dei due inclinatissimi canali che delimitano questo versante della montagna: a destra il Canale del Lago Grande, ed a sinistra il canale Baracco.
Puntiamo verso quello di sinistra alla cui base dovrebbero esserci della tracce di vernice gialla o rossa, a seconda delle relazioni reperite, ad indicare l'attacco della "via". In fondo a questa "goulotte" ad oggi 3 settembre 2016, c'è ancora una lingua di neve ghiacciata che dobbiamo rimontare sul suo lato sinistro. Con lo scuro ancora presente e scivolando ripetutamente, sforzandoci inutilmente di trovare le invisibili sverniciate, saliamo troppo.
Con circa un centinaio e passa di metri dislivello fatti, di ridiscendere non se ne parla e decidiamo quindi di seguire la cordata che ci precede che ha commesso il nostro stesso errore, e così troviamo un unico varco accessibile posto proprio in un punto in cui la larghezza della lingua di neve è ridotta al minimo e che, con un paio di delicati movimenti in verticale su terreno semovente e franoso, ci fa giungere su una larga cengia erbosa. Finalmente siamo sulla cresta proprio quando il sole sta sorgendo.
Mentre ci rifocilliamo sgranocchiando qualcosa e bevendo un po', ci leghiamo ed iniziamo decidendo di effettuare la scalata in conserva, lunga o corta a seconda del terreno, ma sempre con protezioni intermedie tra di noi e nei tratti più esposti anche con soste e tiri di corda.
Il panorama sotto di noi è da cartolina: da un ovattato mare di nuvole, come isole vengono fuori i monti tutt'attorno ed in primo piano, in basso, il Lago Grande di Viso ed il rifugio Sella.
Guadagnamo metri sulla cresta stando a volte alla sua destra (nord), o alla sua sinistra (sud), superando cengie erbose, paretine appigliate ed esposti ma brevi traversi, con difficoltà alpinistiche al massimo di III° grado.
La via è sporadicamente segnata a tratti da rare spennellate di vernice rossa che spesso si mimetizzano con i licheni delle rocce, da pochi chiodi di via, ed un telaio di bicicletta arrugginito, chissà chi si sarà mai preso la briga di portalo quassù?
Sopra di noi vediamo sempre l'imponente struttura rocciosa del Torrione Saint Robert verso il quale dobbiamo puntare, per arrivarci dobbiamo salire su terreno che inizia a divenire un po' infido con passaggi tecnicamente non difficili, ma estremamente delicati per quanto riguarda l'instabilità delle rocce.
Arrivati sotto il torrione noi lo aggiriamo a sinistra, prima traversando su una breve e solida cengia e poi risalendo per un lunghissimo e ripidissimo canale al cui interno scavalliamo crestine, salti e paretine, ma su terreno roccioso ostico perchè costantemente per nulla solido se non a tratti al limite del franoso e che, per prudenza, nei rari punti dove poter far sosta ci imponiamo di fare con sfilate in progressione di cordata.
Con pazienza finalmente giungiamo al colletto posto sopra il Saint Robert che visto dall'alto con i suoi scurissimi appicchi verticali che cadono nel vuoto sul versante nord, ed il triturato inclinatissimo canalone a sud dal quale siamo appena giunti, fa impressione.
Appena riprendiamo la salita sentiamo sotto di noi un cupo ed interminabile frastuono di frana pietrosa, che amplificato a dismisura dalla pareti del canale, rimbombando ripetutamente, ci ammutolisce.
Continuiamo silenziosi e sempre in conserva per esili fessure e passaggi esposti, ma almeno la roccia pare iniziare ad essere più stabile sotto le mani ed i piedi. Superato uno di questi, tra di me lo valuto di IV°... in conserva sulla cresta est del Monviso? ... Abbiamo materiale, si fa sosta. Poi si continua. Mio fratello ed io abbiamo una discussione: lui vuole essere più veloce ed io essere più sicuro, abbiamo tutti e due ragione. E' la stanchezza, non solo fisica, che viene a galla.
Visto che la lunga e non banale discesa dalla vetta sul versante sud per la "via normale" passa per il bivacco "Andreotti" (3225 metri), iniziamo quindi a prendere concretamente in considerazione l'ipotesi di un eventuale pernotto lì, quindi continuiamo la scalata senza aver più in testa l'assillo della lunga discesa dalla vetta fino al rifugio Sella entro sera.
Ancora in cordata scaliamo dentro uno stretto camino/fessura formato dal corpo principale del monte ed una grande lama di roccia, subito seguita da breve parete sulla quale ci si può proteggere grazie ad un cordino metallico, però poco visibile. Poi con passi delicati su pietrisco, leggermente in discesa per filo di cresta ed osservando poco sotto di noi sul versante nord un profondo canale detritico, che è fastidioso solamente da guardare. Meno male che non si doveva salir da lì penso tra di me.
Siamo in alto ed ora le enormi rocce sopra di noi assumono un aspetto decisamente rossastro, bene, la relazione che ho tra le mani testualmente dice: "... si percorre un breve tratto in discesa portandosi alla base di un ultimo torrione di rocce rosse, che si aggira in diagonale ascendente verso destra ... ecc. ecc. ". E così andiamo pure sopra quest'altro torrione. Fin'ora abbiamo perso il conto di non so quante torri di roccia abbiamo superato.
Un ultimo passaggio tecnico: paretina, fessura e cengia. Siamo stanchi, la vetta è vicina e lo dice anche l'altimetro, però anche sul non difficile non serve la fretta ma solo non allentare l'attenzione, oggi quarta compagna di cordata. Con sollievo vediamo, era ora, i bolli gialli della via normale perchè l'ultimissimo tratto della "via della Cresta Est" si ricongiunge alla "Normale da Sud". Ed allora noi a cercare il bollo giallo successivo a quello che abbiamo a pochi centimetri dal naso. Ma c'è ancora da salire ancora fino ad intravedere finalmente la croce di vetta, che un po' alla volta si fa sempre più grande.
E' fatta, siamo contenti e molto stanchi, e la solita caciara fatta di birretta e risate la rimandiamo ad altro momento.
Non c'è nessun altro, siamo soli e finalmente seduti e non in movimento per una ventina di minuti ci godiamo la vetta del Viso.
Poi giù a perdere quota sulla lunghissima normale superando ancora con attenzione numerosi passaggi di II° in disarrampicata, fino al bivacco "Andreotti" per trascorrere la notte. Qui incontriamo tre alpinisti locali che il giorno successivo sarebbero a loro volta saliti sul Viso. Uno di loro, il gentilissimo Teresio, fornito di fornelletto ed acqua ci offre una quanto mai graditissima cena a base di lenticchie cotte al momento!
Sulla branda del piccolo ricovero trascorro la notte svegliato, che è sempre buio fuori, dai preparativi per la salita di Teresio ed i suoi due amici. Lo saluto ringraziandolo nuovamente.
Fattosi giorno a nostra volta riprendiamo la discesa lungamente dentro una grandiosa valle morenica fino al colle delle Sagnette, dove ci attende l'ultimo tratto tecnico sull'omonima e non banale ferrata, e quindi via verso il rifugio Sella e poi al Pian del Re dove arriviamo nel primo pomeriggio.
L'ultima nota è di carattere, se si vuole, storico. La montagna del logo della famosa casa cinematografica "PARAMOUNT" è il Monviso. Il suo proprietario si trovava in Piemonte presso delle cantine per comprare del vino, quando rimanendo colpito dalla sagoma del Viso che imponente si stagliava all'orizzonte, decise che quella splendida cartolina sarebbe diventata la sua icona.
mercoledì 31 agosto 2016
^^montagna: "ODINO E LA BISTECCA"
Dovevamo andare a scalare sulla parete nord del Corno Piccolo, ma una volta arrivati alla sua base abbiamo visto che era umidissima ed impregnata d'acqua, evidentemente caduta con una pioggia notturna che non ci aspettavamo visto il cielo sereno della giornata precedente.
Data la situazione allora decidevamo d'indirizzarci al versante nord-est della prima spalla che già dalle prime ore del mattino riceve i raggi del sole utilisimmi alla causa, perchè riescono ad asciugare la roccia.
Le nostre due cordate iniziano una dietro l'altra sulle "Placche di Odino" per poi dopo due tiri dividersi, con quella di Nadir ed Italo ancora sulle "placche", e la nostra (Fausto, Raimondo ed il sottoscritto) deviata su "Concetto di Bistecca", via che si difende con passaggi abbastanza continui di V° e V° superiore.
Usciti tutti quanti sulla cresta della prima spalla, siamo scesi poi per ilo Canalone da nord al Corno Piccolo che abbastanza celermente, un paio di passi di I°-II° in disarrampicata, ci consente di scendere in basso.
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via PLACCHE DI ODINO
venerdì 26 agosto 2016
--immersioni: "ARDEOLA 3"
"ARDEOLA 3" o "ADERNO' " è il nome di un relitto che giace ad un paio di miglia nautiche al largo di Civitavecchia (Roma), sul quale sono sceso la prima volta nello scorso novembre 2015.
Nell'immersione del 22 agosto abbiamo trovato visibilità meno buona rispetto a quella del precedente tuffo, cosa che comunque non ha influenzato la nostra perlustrazione su questa nave affondata a 60 metri di profondità, che è capace di offrire sempre spunti di curiosità.
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relitto ARDEOLA 3
martedì 23 agosto 2016
^^montagna: "VIA DELL'INCONTRO"
In questa mia seconda ripetizione della via dell'Incontro sulla faccia ovest dell'anticima della Vetta Orientale del Corno Grande al Gran Sasso d'Italia (la prima ad agosto del 2012, sempre su questo blog), ho potuto apprezzare ancora meglio il grande intuito alpinistico che Massimo Marcheggiani, l'apritore, nell'agosto del 1981 è riuscito ad avere individuando su un'ampia e variegata parete dalla roccia tutt'altro che compatta, un itinerario bello e lungo che va a sfruttare quelle che sono le zone di "minor resistenza", scalatoriamente parlando, della grande muraglia di calcare.
Sulle dieci sfilate di corda che sviluppano circa 350-400 metri, a causa della già sottolineata poca compatezza della pietra su cui ci si muove non bisogna mai mollare l'ettenzione, e non solo quando ci si trova in prima persona a scalarla, ma anche nelle varie manovre dove il semplice scorrimento delle corde sul calcare può causare caduta di pietrisco e sassi.
Con grande attenzione, soddisfazione, entusiasmo e nei momenti opportuni, perchè no, anche di caciara, in due cordate di Daniel con Mauro ed io assieme a Fausto, la scaliamo andando ad incasellare nell'archivio dei ricordi un'altro piacevole momento di bella montagna e di amicizia.
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via DELL'INCONTRO
mercoledì 17 agosto 2016
^^montagna: "GRUVIER"
Sul versante nord-ovest del Campanile Livia al Corno Piccolo del Gran Sasso d'Italia, per intendere quello rivolto alla via ferrata "Danesi", proprio nell'estrema sezione a sinistra di roccia sfruttabile per la scalata, sale la linea delle via Gruvier che si snoda tutta in prossimità dello spigolo, con difficoltà omogenee con passi di V° per poi, nell'ultimo tiro, ricongiungersi con la classicissima via "Valeria".
Per essere quasi alla metà del mese di agosto, grazie ad un brusco abbassamento delle temperature su tutta l'Italia centrale accoppiato alle nebbie fitte che troviamo all'attacco, nei primi tiri della scalata dobbiamo coprirci veramente bene ed abbiamo le estremità delle dita raffreddate.
Completiamo la giornata di montagna, scalando la cresta delle Fiamme di Pietra fino alla Punta dei Due.
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campanile Livia,
via GRUVIER
lunedì 8 agosto 2016
^^montagna: "LE TRE VETTE"
Il giro delle tre vette del Corno Grande al Gran Sasso d'Italia, è un bellissimo e lungo periplo alpinistico che supera le tre principali cime del Corno Grande: l'Orientale, la Centrale e l'Occidentale della montagna più alta dell'Appennino.
Anche se le difficoltà tecniche della scalata non sono elevate, è stata buona cosa per noi affrontarle tenendo bene a mente che molto spesso ci muovevamo per diverse ore su terreno roccioso d'alta montagna, delicato e frantumato, sul quale costantemente abbiamo sempre prestato la massima attenzione e concentrazione, comunque "addolcita" sia grazie ai vasti e bei panorami a 360 gradi su tutto il massiccio ed oltre, che dal contorno dalle nostre risate, chiacchiere e buon umore.
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traversata delle tre vette
domenica 24 luglio 2016
^^montagna: "BEN HUR"
In queste ore è impossibile il "non" pensare ai due alpinisti Roberto Iannilli con Luca D'Andrea ed ai loro cari.
martedì 19 luglio 2016
--immersioni: "SWEET WATERS"
Nell'immersione del 16 luglio scorso, ho incontrato acque insolitamente limpide rispetto agli standard medi della visibilità del lago di Castelgandolfo.
A parte una zona che andava da circa 25 a 35 metri quasi lattiginosa, comunque nella regola come sempre, poi fino alla massima quota che ho toccato oggi di 81 metri, grazie al "trimix" utilizzato come miscela di fondo, la luce della mia torcia sub non trovava ostacolo alcuno, a parte il naturale buio perenne di queste batimetriche.
venerdì 15 luglio 2016
^^montagna: "LA LUNGA CRESTA DEL CORNO PICCOLO"
Lunga, intensa e calda giornata di montagna iniziata da Cima Alta per raggiungere il Corno Piccolo scalando la sua cresta di nord-est, appena stemperata dalle nebbie vaganti che durante la salita per qualche tratto ci hanno almeno un po' rinfrescati.
Dalla vetta con l'amico Fausto siamo scesi per la ferrata "Danesi", qundi Sella dei Due Corni e Vallone delle Cornacchie dove ancora una volta a pochi metri da noi hanno incrociato degli agilissimi camosci che oramai, dopo la loro reintroduzione, sono presenti in ogni versante dell'esteso gruppo del Gran Sasso d'Italia.
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via della Cresta nord-est del Corno Piccolo
domenica 10 luglio 2016
^^montagna: "MA. IR. EL."
Sulla parete nord del Corno Piccolo la via MA. IR. EL. si propone a chi la vuol arrampicare, con una bella scalata su di una linea logica sull'ottica dell'alpinismo classico, e con lunghi tratti continui di V° grado.
Vista l'esposizione di questa sezione di parete che per sua naturale conformazione poco sole prende, alla base del suo attacco in questa mia seconda ripetizione, era ancora presente un piccolo nevaio che comunque abbiamo aggirato agevolmente. Per il resto della salita, siamo stati sempre in ombra che ha stemperato un po' le alte temperature di questo inizio di luglio 2016.
La scalata termina poco sotto l'anticima del Corno Piccolo, da quel punto oggi abbiamo deciso di scendere, procedendo in conserva protetta, percorrendo disarrampicando a ritroso la sua cresta di nord-est, chiudendo così un anello alpinistico iniziato, a causa della inoperatività della funivia dei Prati di Tivo, dalla località detta Cima Alta.
mercoledì 6 luglio 2016
--immersioni: "UNA MONTAGNA SOTTO IL MARE"
Caleidoscopica immersione tra il rosso ed il giallo sotto la così detta "montagna sommersa" di Scilla (RC), che a partire da circa una trentina di metri in giù, e non si sa dove finisca, si apre con una sterminata foresta di gorgonie che mi lascia di stucco ogni volta che ci torno.
La nostra discesa, ulteriormente abbellita dalla suggestiva luce crepuscalare che abbiano trovato sott'acqua alle 6.00 del mattino, si è fermata a circa 66-67 metri.
lunedì 4 luglio 2016
--immersioni: "RELITTO DEL VALFIORITA"
Il "Valfiorita" è un relitto talmente grande che ogni volta che ci torno ad immergermi, trovo sempre nuovi spunti d'osservazione.
Quando l'otto luglio del 1943 fu colpito da un siluro del sommergibile inglese H.M.S. Ultor, il comandante per tentare di salvare la nave cambiò rotta indirizzandosi decisamente verso terra nella speranza di fare incagliare il grosso bastimento.
Evidentemente la falla prodotta dal siluro aveva causato danni strutturali importanti perchè durante questa manovra la nave letteralmente si spezzò in due tronconi.
Il grosso del relitto è poggiato sul fondo in assetto di navigazione mentre la sua sezione prodiera, staccata dal resto di qualche decina di metri, è adagiata sulla sua fiancata di sinistra.
Una volta raggiunto il "Valfiorita", dalla linea guida del pedagno abbiano pinneggiato verso il punto dove la nave si è spezzata, e qui mi sono lasciato cadere sul fondale detritico a circa 66-67 metri.
Da quel punto osservare la sezione spezzata del bastimento verso "poppavia" in tutta la sua altezza, offriva un colpo d'occhio unico.
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relitto Valfiorita
venerdì 1 luglio 2016
^^montagna: "MBRINAVICCHIE, CELLCAVALL' & ZOMPAFINESTRE"
Durante la nostra scalata sulla parete nord del Corno Piccolo della via "La compagnia bella", per stemperare un po' la fatica, la stanchezza e l'attenzione continua, abbiamo ricordato le romantiche gesta di personaggi epici, ma veri, che compivano le loro scorribande armati di arco e frecce di Cupido nell'entroterra rupestre e rurale pescarese.
Mbrinavicchie, Cellcavall' & Zompafinestre sono gli ultimi e puri cavalieri del cuore!
giovedì 30 giugno 2016
^^montagna: "MA VOI, CE L'AVETE LA BIRRA?"
Tra amenità varie, cori da stadio, birra ed altro ... abbiamo anche scalato sulla Nord del Corno Piccolo la Saladini-Alesi.
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via SALADINI-ALESI
lunedì 27 giugno 2016
--immersioni: "LA NEVE SOTTO IL MARE - CORALLO NERO"
Impegnativa e suggestiva immersione alla Secca dei Francesi in località Favazzina di Scilla(RC), un articolato pinnacolo roccioso le cui propaggini più elevate sono situate a più di 40 metri sotto la superficie.
Sui lati dei suoi contrafforti che scendono in profondità dimora una quanto mai rara e fitta colonia di "Antipathes Subpinnata o Antipatella subpinnata", meglio conosciuto come "Corallo nero".
Con i suoi micropolipi estroflessi questo "antipataro" dall'aspetto candido e vaporoso, dove ricopre gli scogli sommersi sembra che li ammanti con una surreale nevicata.
La logistica dell'immersione è delicata vuoi per le profondità che per forza di cose bisogna raggiungere per poter osservare questi organismi e sia per le necessarie ed indispensabili condizioni di calma assoluta di corrente da trovare nel corso del tuffo, perchè bisogna sempre tener a mente che ci si trova nello Stretto di Messina dove i flussi ed i riflussi delle masse d'acqua possono raggiungere velocità con punte anche di 5 nodi.
Inoltre per poter assaporare al meglio l'immersione senza dover dunque essere obbligati per forza a ritornare sulla linea di discesa seguita nella prima parte, abbiamo effettuato la risalita in libera dopo aver lanciato la boetta-segnasub gonfiabile e sagolata che, una volta giunta in superficie, indicava la nostra posizione sommersa all'amico Franco, il competente barcaiolo che ci ha forniti dell'esperto ed indispensabile supporto di superficie.
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Corallo Nero,
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sabato 25 giugno 2016
--immersioni: "SOTTO LA GROTTA"
In località Lazzàro (RC), nella Calabria Jonica, la monotonia di un pendio ghiaioso sommerso d'improvviso, a circa 50 mt. di profondità, s'interrompe con una paretina alla cui base si apre una basso antro nel quale entro e transito abbastanza celermente.
Uscito da questa naturale rientranza, mi indirizzo verso il basso lasciandomi guidare da una continua costolatura rocciosa che decisamente mi fa guadagnare profondità. Oggi grazie alla miscela Trimix (Helair) che ho caricato nel bibombola, scenderò un po' più fondo per esplorare questa zona a me sconosciuta.
Il colore azzurro cupo del mare quaggiù inonda tutto l'orizzonte di una luce crepuscolare, ma gli occhi possono spaziare ed osservare anche a parecchie decine di metri di distanza ed oltre grazie alla buona visibilità che questi fondali oggi regalano.
La mia discesa si ferma ad 83 metri. Da questo punto compio un'ampia accostata alla mia sinistra per andare a curiosare l'ennesimo aspro di roccia e quindi fermarmi ad osservare il fondale che verso il basso non si vede dove vada a finire.
Ho oramai raggiunto i limiti di quota e di tempo d'immersione pianificati, e mi decido d'iniziare la risalita seguendo un'ideale linea parallela a quella percorsa in discesa.
Così me ne vado verso l'alto riguadagnado con blandi e costanti colpi di pinna metri e continuando il mio "lento viaggio" nel quale i miei occhi continuano avidamente a saziarsi delle emozioni che il panorama sommerso, anche se apparentemente brullo, è capace di regalarmi sempre.
giovedì 23 giugno 2016
--immersioni: "ALVAH: IL VAPORE DI CANNITELLO"
L'immersione sul relitto di Cannitello(RC), è una "classica" dello Stretto.
Non ci si lasci ingannare dalla sua ubicazione sommersa, davvero vicino alla costa, perchè tuffarsi e penetrare dentro questa nave quasi completamente capovoltà, deve assolutamente essere fatto nei momenti di "stanca" della corrente che nello stretto di Messina, in particolari condizioni, notoriamente può raggiungere anche picchi di 5 e passa nodi, per il sub più di un fiume in piena.
martedì 21 giugno 2016
--immersioni: "LA BETTOLINA"
Piccolo ma sempre interessante il relitto della così detta "BETTOLINA", in località Lazzàro (RC).
Partendo da riva con il pesante autorespiratore in spalla, per entrare ed uscire dall'acqua, in questa immersione in solitaria ho dovuto anche "ingaggiare" una schermaglia "contro" la risacca creata dalle onde frangenti sulla spiaggia ghiaiosa.
All'ingresso me le ha suonate un po' lei mentre all'uscita, capita la musica, glie le ho restituite io.
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relitto bettolina di Lazzàro
lunedì 6 giugno 2016
--immersioni: "ZUCCHERO NERO"
Discesa in miscele all'Acquacetosa del lago di Castelgandolfo, che in quest'immersione offriva ottima visibilità per quasi tutta la "batimetrica" percorsa.
Solamente tra circa i 65 ed i 70 metri, c'era una zona d'acqua ricca di finissimo particolato, simile ad un appena accennato fumo sparso, che però non mi ha disturbato più di tanto.
Nel punto più fondo che ho raggiunto oggi, poco meno d'una ottantina di metri, sotto di me vedevo la franata di giganteschi massi scuri vulcanici scendere ancora fin dove i miei occhi potevano sbirciare, aiutati dallo stretto e penetrante fascio di luce che brandivo dal casco.
venerdì 3 giugno 2016
^^montagna: "ESPRESSO CALDERONE"
Veloce uscita scialpinistica fatta sabato 28 maggio '15.
Alle 7.00 siamo partiti dalla così detta Cima Alta della Piana di Laghetto vicino ai Prati di Tivo (TE).
Fino al Passo delle Scalette, nel Vallone delle Cornacchie, l'avvicinamento è in condizioni estive, poi via sulla neve. Superata l'ultima ripida impennata, alle 10.00 siamo sulla conca-depressione del Ghiacciaio del Calderone.
In discesa il Vallone delle Cornacchie, che è esposto ad est, diventa un naturale convogliatoio di luce e calore e si trasforma in una fornace che macera la neve e gli ... scialpinisti!
In alcuni tratti le nostre normalissime scivolate con gli sci, nonostante le contenute pendenze, fanno partire piccole lastre di slavinamenti di neve molliccia e sfatta. Noi, con gli attrezzi ai piedi, andiamo a cercarci zone più compatte.
Nonostante ciò ad orari impossibili, nella direzione opposta a quella della nostra scivolata, incrociamo folle di scialpinisti ritardatari che, sudando come fontane e con i visi paonazzi al limite del colpo di calore, con fatiche disumane lentissimamente s'innalzano verso l'alto. Solo ad osservarli è una sofferenza!
Più scendiamo e più il caldo diventa afoso, tant'è che una volta rientrati alle macchine a Cima Alta è impossibile non rimanere in mutande!
mercoledì 1 giugno 2016
--immersioni: "FALESIE SOMMERSE"
Girovagare di fronte a verticali pareti rocciose sommerse, similmente a quando lo si fa su tra le montagne all'aria.
Spaccature, spigoli, sfasciumi, diedri, camini, buchi, strapiombi, fessure, massi, placche, rampe.
Stesse identiche morfologie e stessi, identici colpi d'occhio.
venerdì 27 maggio 2016
^^montagna: "ANFITEATRO DELLE MURELLE"
Una gita nel remoto ed aspro Anfiteatro delle Murelle nel cuore della Majella vale sempre la pena, pur sapendo di doversi sobbarcare un'ora e mezza all'andata ed altrettanto smazzo al ritorno, quando le gambe sono oramai appesantite dal lavorio ininterrotto di ore di saliscendi in falsopiano tra la ramaglia dei pini mughi (tratto dal rifugio Pomilio alla sella dell'Acquaviva). E tutto questo, si badi bene, prima di iniziare la sudata e la fatica per la vera e propria salita verso il Focalone prima e poi sulla testata dell'anfiteatro delle Murelle.
La montagna ci ha accolto a braccia aperte con temperatura ideale, ne' troppo calda e neanche tanto fredda, neve abbondante e soprattutto di qualità "trasformata" per tutta la discesa!
Quindi, cosa desiderare di più?
Con l'amico Fausto molto ci siamo sfiziati a serpeggiare nello splendido vallone glaciale, chiuso per più dei tre quarti del suo orizzonte da rocce verticali e frantumate, per poi brevemente risalire al piccolo bivacco Fusco e quindi andare ancora giù a terminare la strepitosa sciata nel valloncello della Grotta del Cavone.
A quel punto, come dicevo prima, ci attendeva l'ultima fatica ulteriormente condita dagli sci orami inservibile e stipati dietro gli zaini che costantemente s'intrecciavano con l'endemico Pini Mugo.
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martedì 24 maggio 2016
^^montagna: "NEL VENTO"
Viste da lontano, le strutture delle pale eoliche sembrano essere di altezza normale, quando invece poi le si osservano da vicino, ci si rende conto che sono davvero enormi, gigantesche.
Così è stato nel nostro lungo giro di una quindicina di chilometri Nel Vento del Parco Eolico di Cocullo(AQ), con sempre davanti agli occhi all'orizzonte i maggiori gruppi montuosi Abruzzesi ed anche un numerosissimo branco di cinghiali dal quale ci siamo prudentemente tenuti alla larga.
giovedì 19 maggio 2016
--immersioni: "ACQUA CHE VIENE, ACQUA CHE VA"
Osservare da una prospettiva diversa l'acqua di una sorgente, che viene e che va.
lunedì 16 maggio 2016
^^montagna: "IL VALLONE DI PALOMBARO"
Salita nel selvaggio Vallone di Palombaro, incastonato tra ripidissime quinte rocciose in un angolo della Majella Orientale, fino alla Montagna d'Ugni ed al Martellese.
Appena iniziata la discesa, un gruppetto di agilissimi camosci (Rupicapra Ornata) catturava la mia attenzione.
Allora, seduto su di un masso, mi sono fermato ad osservarli per quasi un'ora.
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Il Vallone di Palombaro
martedì 10 maggio 2016
--immersioni: "SECCA DEI PIEMONTESI"
Lasciandoci scivolare dal cappello della Secca dei Piemontesi (Isola di Giannutri al largo del promontorio dell'Argentario) verso il mare aperto, abbiamo superato una prateria di posidonia che si estendeva fino a circa 26 metri di profondità e delimitata a nord-ovest dalla cigliata rocciosa di una parete sommersa che ha le sue basi sulle batimetriche dei 45-50 metri.
Nell'acqua azzurrina che offriva un'ottima vibilità e luminotsità, arrivati a quel punto nonostante il fondale che ci si prospettava dinanzi avevesse una lieve pendenza e nessuno spunto che poteva solleticare la mia naturale curiosità esplorativa, come mi succede spesso, spinto da un ignoto irresistibile, mi decidevo di continuare su quella rotta che ci stava facendo lentamente allontanare dall'isola.
E così andando senza nessuna meta precisa, dapprima sfumate agli occhi e poi via via sempre più definite, in alternanza con il sedimento del fondale che comunque rimaneva l'occupante in assoluto con quote percentuali maggiori, notavamo una serie di piccoli aspri rocciosi distanziati tra loro e che in sequenza erano posizionati uno più in basso dell'altro.
Tra il vederli ed andarci è stato tutt'uno ed allora via giù verso quello più lontano e profondo che si elevava di poco dalla sabbia dei 70 metri.
In questo gratificante viaggio che poteva sembrare essere senza scopo apparente, oltre ad avere incontrato una murena intanata ed uno scorfano, abbiamo avuto un altro paio di stimolanti incontri con dei bianchi cespugli di celenterati, che molto probabilmente erano colonie di ANTIPATHELLA SUBPINNATA, più semplicemente conosciuto come corallo nero, ed alcune strane stelle ofiuridi comunemente chiamate Stelle Gorgone (ASTROSPARTUS MEDITERRANEUS), che tenacemente s'abbarbicavano sopra rossissime gorgonie Paramuricea Clavata.
Se qualcuno mi chiedesse qual'è stato il fine concreto di quest'immersione, o più in generale di qualsiasi mia altra, in prima battuta forse direi quello d'aver visto qualcosa d'interessante. Approfondendo la riflessione, invece senza ombra di dubbio, risponderei che la mia vera motivazione primaria sia sempre la stessa: quella di esplorsre luoghi nuovi.
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lunedì 2 maggio 2016
--immersioni: "FORTI CONTRASTI"
Sappia il sommozzatore che decide di cimentarsi con un'immersione nel Lago di Scanno di prepararsi ad affrontare dei forti contrasti ambientali, che per forza di cose si rifletteranno anche dentro di lui.
Le sue acque, infatti, sanno offrire sia atmosfere gradevoli, amene e rilassanti sopra la loro superficie, che quantomai forti e crude emozioni che descriverei al limite dello scuro, dell'opprimente e del repulsivo nelle loro torbide profondità.
Nel caso poi il sommozzatore abbia scelto come"compagna" d'immersione "anche" la solitudine, si renda conto che queste primitive ed elementari intense emozioni saranno ulteriormente amplificate, pur se a mala pena stiepidite dal flebile alone luminoso generato dalla sua torcia sub, che con grande fatica si farà strada nel fangoso buio.
"Sommozzare" dentro queste acque diventa un delicatissimo gioco di equilibrio, fatto dalle sensazioni fisiche percepite del freddo e del nero impenetrabile che avviluppa ogni cosa di fuori, e la fortissima motivazione dell'esplorazione, dell'andare.
Di sottofondo a questo funambolismo c'è la colonna sonora di gorgoglianti bolle d'aria, ritmante dal lento e percepibilissimo tambureggiare del cuore.
Basta però un semplice contatto, o sfioramento casuale ed involontario del sommozzatore con un qualsiasi oggetto non visto, come per esempio un comunissimo ramo d'albero scivolato nel fondo del lago, a rompere l'equilibrio di cui sopra.
Allora con un click, di colpo, respiro e cuore aumenteranno il numero dei loro giri.
In ogni istante della sua immersione abbia sempre ben in mente questo quel sommozzatore che si decida d'immergersi quaggiù.
lunedì 25 aprile 2016
--immersioni: "VERDEAZZURRO"
Lungo e gratificante giro lacustre in immersione, dentro l'acqua dalle sfumate tonalità di verde ed azzurro, per continuare ad approfondire la conoscenza di zone appena esplorate.
giovedì 21 aprile 2016
^^montagna: "SIRENTE FIRN FESTIVAL"
Il versante settentrionale del massiccio del Sirente è una lunga bastionata rocciosa di una quindicina di chilometri incisa da una serie di spaccature, goulotte, valloni glaciali e canali.
Il 20 aprile ho risalito quello detto canalone di Monte Canale, trovando una neve perfettamente trasformata (firn), sulla quale dopo è stato uno sfizio assoluto sciarvi sopra.
Il piccolo "dazio" da pagare è, una volta arrivati proprio alla sua base, quello di attraversare un fittissimo ed intricatissimo boschetto nel quale la ramaglia crea una naturale barriera per lo scialpinista che con gli sci dietro lo zaino non poco deve lottare per uscirne fuori.
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Monte di Canale
martedì 19 aprile 2016
^^montagna: "CAMICIA CON MACCHIE D'ERBA"
Sarà per la sua particolare esposizione ed inclinazione ma il Paginone del Monte Camicia, nonostante le temperature più che primaverili di aprile mantine ancora neve, seppur macchiata d'erba, che ci consente di salire in vetta molto bene e scendere poi ancora meglio giù con gran divertimento, in questa bella classica scialpinistica dell'Appennino Abruzzese.
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Paginone
lunedì 11 aprile 2016
--immersioni: "LE ROCCE BIANCHE"
Nonostante il fondale del Lago di Castelgandolfo sia caratterizzato da massi, detriti e sedimenti di origine vulcanica di color nero o marrone molto scuro, in special modo in profondità vaste zone sono ricoperte da un strano e, agli occhi, surreale manto niveo che fa apparire bianche le rocce, molto probabilmente generato da qualche elemento biologico che interagisce con alcune sostanze chimiche particolarmente presenti in quelle acque.
La combinazione di questa bianca sostanza e le alghe di profondità genera sugli scogli sommersi degli insoliti effetti che ricordano lunghe colate di cera di candele. La temperatura dell'acqua alla massima profondità di 66 metri raggiunta in quest'immersione era di 11°, mentre in superficie lo strumento ne misurava 14°.
mercoledì 6 aprile 2016
^^montagna: "FOSSO DEL MONTE"
Sul versante nord del Monte Corvo (massiccio del Gran Sasso d'Italia), si diramano due spettacolari ed ampi valloni: quello del Crivellaro e quello di Fosso del Monte che oggi abbiamo risalito.
Partiti da Prato Selva, guadagnamo quota tra faggete e radure ricoperte di neve che già dai primi metri inizia ad opporci resistenza con la sua consistenza molle a causa dell'alta temperatura. Ogni singolo passo fatto, che inesorabilmente affonderà senza interruzione di continuità per tutte le 9 ore della nostra uscita, ci farà accumulare un quantitativo finale di fatica non indifferente.
Passati per il colle Abetone, raggiungiamo quindi la piccola radura di San Pietro a circa 1800 metri da dove pieghiamo a sinistra perdendo quota (andando a destra si va verso il Crivellaro), ad indirizzarci verso il Rifugio del Monte posizionato proprio alla base del Fosso del Monte.
Lungamente risaliamo quest'ampia valle che offre alla vista una montagna aspra fatta di giganteschi gradoni rocciosi che formano larghe cengie ammantate di spesse coltri di neve, e verso la sua fine decisamente pieghiamo a destra a risalire un ripido canale che con un ultimo sforzo ci farà guadagnare la selletta posta immediatamente a sud del così detto Mozzone.
Da questo panoramico punto, su esile cresta, osserviamo da una parte la spettacolare valle risalita, e dall'altra l'altrettanto bel vallone glaciale del Crivellaro.
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lunedì 21 marzo 2016
^^montagna: "MONTE MILETO"
Partiti da Guado San Leonardo (1282 mt.), in questa uscita scialpinistica nelle montagne del Morrone siamo saliti fino al Monte Mileto (1920 mt.), che come una balcone dalla sua sommità offre un affaccio con vista unica su tutto il versante sud-occidentale della Majella.
Le precipitazioni nevose dell'ultima settimana di questo strano ed atipico inverno, ci fanno trovare neve abbondante e sciabilissima su tutta il percorso.
lunedì 14 marzo 2016
--immersioni: "LA STACCIONATA SOMMERSA"
Personalmente ho avuto modo di osservare in immersione questa struttura lignea sommersa da almeno una trentina d'anni, però è posizionata in quel sito da molto tempo prima, di sicuro più di mezzo secolo.
Evidentemente la costante bassa temperatura dell'acqua dolce del lago (massimo 9-10° in estate e 7° in inverno), la preservano dalla naturale decomposizione organica del legno, infatti altri manufatti della stessa materia in ammollo per diversi anni in acqua di mare subiscono un completo disfacimento fino alla loro completa scomparsa.
Inoltre, un paio d'anni, fa volli effettuare una prova e ne prelevai un frammento di una ventina di centimetri di lunghezza, lasciandolo poi per qualche tempo all'aria ad asciugarsi.
Bene, una volta seccatosi completamente non si screpolò e nemmeno si spaccò, contrariamente a quanto mi accade facendo un'analoga prova con una tavoletta di legno recuperata dopo lunghissimo periodo in bagno di mare, che una volta asciutta quasi si polverizzò.
martedì 8 marzo 2016
^^montagna: "IL CANALONE DELLA SLAVINA"
La Neviera del Sirente è una ben definita zona del massiccio caratterizzata da una particolare (vista dal basso) ed imponente struttura rocciosa chiamata "Altare" o "Torretta", alla cui sinistra orografica si trova il così detto Sperone di destra.
Sotto questa lunga fascia di calcare fatto di guglie, sfasciumi e salti, si trova l'ampio Canalone della Slavina, che con la sua decisa pendenza (scialpinisticamente parlando B.S.A.) rimonta, superando un ultimo strappo più ripido, su di un appena accennato crinale il quale si apre successivamente nel Canalone Abbate.
L'intenzione era quella di risalire anche quest'ultimo, ma gli strati di ghiaccio duro affiornati, il forte vento e la cupa nuvolalglia presenti in cresta, ci hanno fatto desistere a salirlo.
Partiti dallo Chalet del Sirente, prima per il bosco innevato e poi per spazi liberi, abbiamo raggiunto il culmine del "Vallone della Slavina" da dove abbiamo iniziato la sciata di ritorno, la quale nel bosco in basso doveva essere fatta con molta attenzione a causa della neve crostosa e non portante che rendeva le curve non proprio agevoli.
domenica 28 febbraio 2016
^^montagna: "RAVA DELLA GIUMENTA BIANCA"
Nonostante una per nulla invitante fittissima cappa di nebbia scura che incappuccia le cime più alte della Majella e delle altre montagne d'Abruzzo, peraltro segnalata dalle previsioni meteo, partendo alla buon'ora raggiungo e salgo con sci e pelli di foca, la lunga Rava della Giumenta Bianca, conosciuta anche come direttissima di Monte Amaro.
Ai lati della rava le rocce sono avaramente spolverate di precipitazione bianca, ma al suo centro uno strato di una decina di centimetri di neve fresca caduta da poco invita verso l'alto, nonostante la pendenza via via più accentuata e la costante fatica per guadagnare metri di quota.
Con i muscoli delle gambe che reclamano invano riposo per l'incessante lavoro macinato in salita, il cupo tempo di vetta fatto di nebbia e nevischio a vento, mi spinge immediatamente sulla discesa, curveggiando sfiziosamente nella "direttissima".
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Rava della Giumenta Bianca
lunedì 22 febbraio 2016
^^montagna: "SPERONE DEI TIBURTINI"
Decidiamo di salire in una zona poco frequentata del Massiccio del Sirente alla quale si accede praticamente senza sentiero, e per faggeta all'inizio ampia e rada e poi via via che si sale sempre più fitta, se non intricata, giungiamo alla base dell'ampio vallone glaciale del Gemello di destra.
La gimcana tra alberi fitti, tronchi spezzati e ramaglia messa di traverso, è il dazio da pagare prima di affrontare la salita vera e propria.
Poco a destra della linea principale di questo canale se ne diparte un'altro più ripido con un paio di strappi più decisi, di cui uno con un tratto a 60°: è la linea che abbiamo salito che, con i suoi 400 metri di dislivello (dalla macchina dislivello totale 1000 metri) ed i 600 di sviluppo, ci ha fatto giungere sulla vetta di quota 2092 mt. su una neve durissima, quasi ghiacciata.
Inutile dire e ripetere ancora che gli occhi non finiscono mai di saziarsi delle prospettive che il solitario ed aspro Sirente regala sempre.
martedì 16 febbraio 2016
--immersioni: "EPAVES (1943)"
Bellissimo filmato originale dell'epoca (1943), di grande valore "storico subacqueo", realizzato dall'Equipe Cousteau.
Direi veramente una pietra miliare.
Loro sono stati indiscutibilmente i veri pionieri dell'inizio dell'esplorazione dei fondali con lo "Scafandro Autonomo" d'immersione (più conosciuto con l'acronimo di S.C.U.B.A., peraltro coniato da Cousteau stesso):
l'erogatore monostadio Cousteau-Gagnan.
Rivedendole oggi ci si stupisce per l'ottima qualità delle riprese subacquee. Hanno quasi 70 anni, e sono state effettuate con strumentazioni che erano ben lontane dal tecnicismo di quelle attuali.
Ad esempio basti pensare solo al fatto che le scene erano illuminate da grossi e potenti fari alimentati da cavi elettrici collegati con la superficie. Quindi, oltre al sommozzatore che effettuava le riprese ed un secondo che reggeva l'illuminatore, ce n'erano altri che dovevano essere molto attenti a non far ingarbugliare i lunghi fili.
Insomma, girare un filmato sotto le onde, all'epoca davvero non era cosa da poco.
Per gli appassionati ed intenditori della storia della penetrazione dell'uomo sotto l'acqua, una godibilissima mezz'oretta assolutamente da assaporare in un po' scolorito bianco e nero che non disturba affatto, anzi!
martedì 9 febbraio 2016
--immersioni: "ALLA SALUTE !"
Durante una più che estesa perlustrazione lacustre, mai perdere l'occasione per una birretta, anche se "corretta" da infiltrazioni d'acqua dolce al soffuso retrogusto di alghe.
venerdì 29 gennaio 2016
^^montagna: "BLOCKHAUS DA DECONTRA"
Da Decontra, minuscola frazione di Caramanico Terme in provincia di Pescara, seguendo più o meno l'ampissimo dosso di cresta della destra orografica della Valle dell'Orfento, siamo saliti fino al Blockhaus in una lunghissima scialpinistica che tra salita e discesa ci ha fatto percorrere una ventina di chilometri, costantemente immersi nei solitari silenzi di questa magica Majella che, seppur conosciuta, meraviglia sempre.
Su tratti di sentieri, radure, boschetti mai fitti, saliscendi ed ampi panorami si giunge al rifugetto "Di Marco", prima di battere traccia sull'ultima erta più decisa che conduce sull'arrotondata cimetta del Blockhaus (2149 mt).
Questa è una scialpinistica che di sicuro non offre grandi pendenze, ma gratifica comunque per gli scorci, i silenzi e le atmosfere che si possono appieno godere a patto di fare proprio il fatto di dover percorrere distanze davvero lunghe.
mercoledì 27 gennaio 2016
--immersioni: "FLOWWW"
Acque dalle tenui sfumature azzurre, celesti e verdi, ho potuto osservare durante quest'immersione nella fluente corrente.
domenica 17 gennaio 2016
--immersioni: "SPARKLING"
Bassa profondità, acqua freschetta, limpidezza, ottima visibilità, ma soprattutto bolle, tante bolle effervescenti!
mercoledì 13 gennaio 2016
^^montagna: "VENTOSISSIMA CRESTA"
Stranissimo quest'inverno 2016 con le sue temperature ampiamente al di sopra della media, in certi casi addirittura primaverili, che rendono i paesaggi montani innaturalmente e malamente macchiati di neve.
Da Gagliano Aterno (AQ), salendo per la cresta sud-est del massiccio del Sirente, passando prima per il Monte San Nicola, raggiungiamo la non pronunciata cima del Monte di Canale (2151mt), sferzati da un indiavolato vento che in certi momenti parava quasi sbatterci per terra.
Anche se con poca neve, nel versante nord della montagna i ripidi canali che precipitano verso il basso, come al solito magnetizzano gli occhi, lo spirito ed accendono la curiosità del vagabondo sempre avido di nuovi panorami che c'è dentro di me.
La lunga linea che delinea il massiccio del Sirente, a partire dal paese di Gagliano Aterno(AQ), si sviluppa su una direttrice che va da sud-est a nord-ovest per circa 18 chilometri, e termina nel paesino di Rovere(AQ) vicino alla nota stazione sciistica di Ovindoli(AQ).
Di tutta questa bella cresta mi mancava il tratto tra il Monte San Nicola ed il Monte di Canale che oggi ho appunto "chiuso" nel vento impetuoso.
Per un progetto futuro l'idea di compiere l'intera traversata dell'intera linea in un'unica giornata, mi solletica non poco.
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Monte di Canale
martedì 12 gennaio 2016
--immersioni: "COLD MUD"
Anche se comunque ero protetto da muta stagna ed adeguato sottomuta termico la temperatura di 6° dell'acqua del Lago di Scanno (AQ) fa diventare quest'immersione, già di per se impegnativa, veramente severa.
Non ci si lasci fuorviare dalla non elevata massima profondità raggiunta di circa 22 metri. La scarsa visibilità causata da nuvole di mota in sospensione e la bassa temperatura sono aspetti del pessimo carattere di questo lago con i quali il sommozzatore "deve" costantemente confrontarsi quando decide d'essere ospite sotto le "sue" onde per qualche tempo.
lunedì 4 gennaio 2016
--immersioni: "ACQUE CHIARE, DOLCI E FREDDE"
Prima immersione del 2016 in un tranquillo, rilassante, terso e freddo sito d'immersione capace di dare spunti d'interesse anche sulle sue sponde su all'aria, dove una fitta ed estesa zona di piante d'acqua dolce e canneti, crea l'habitat ideale per una ricca e variegata avifauna.
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