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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

lunedì 28 ottobre 2013

^^montagna: "VIA CHIARAVIGLIO-BERTHELET"

Storico percorso alpinistico "aperto" il 9 settembre del 1918 da Curio Chiaraviglio ed Ettore Berthelet, che consente di girovagare per l'articolata cresta sud del Corno Piccolo al Gran Sasso d'Italia.
In ogni tratto che si attraversa si percorrono caratteristici angoli in un costante saliscendi su un calcare compatissimo.
Buttando lo sguardo un momento sul versante orientale del Corno Piccolo, Vallone delle Cornacchie, ed un attimo dopo su quello occidentale, in continuo si scalano divertenti paretine, crestine, belle placche esposte ma mai difficili, infilandosi anche in caratteristici tunnel formati da giganteschi massi accatastati.
Alte torri, guglie, pinnacoli, la punta di una piramide quasi perfetta (Torrione Aquila), sono il panorama caotico e bello che ci circonda.
Il caldo anche in quota di questa domenica fine ottobre, è stata la ciliegina sulla torta per una perfetta giornata di montagna.

mercoledì 23 ottobre 2013

--immersioni: "OLTRE GLI ARCHI"

Alle Tremiti, l'immersione agli "Archi" di Punta Secca di Capraia è considerata una "chicca" irrinunciabile per gli appassionati di quest'attività.
Nello specifico, il classico tuffo in questo bel sito viene effettuato fondamentalmente attraversando i due archi per poi risalire fin sul cappello della secca.
Questa volta l'abbiamo fatto in modo diverso: siamo affondati direttamente sulla volta più grande.
Poi, attraversatala, invece d'andar su ciamo indirizzati verso il fondo scendendo fino a 67 metri, e con la parete a sinistra abbiamo compiuto successivamente il periplo completo di questo promontorio subacqueo che nella forma ricorda in linea di massima la parte prodiera della carena di una smisurata nave rovesciata.
Notevolissimo è l'intrico di paramuricee clavate bicolori giallo e rosse nel quale si passa.
Abbiamo incontrato una corrente a tratti di media intensità, peraltro frequente nella zona, che ci ha reso più attenti in questo tuffo già di per se impegnativo.
La corposa sospensione presente nell'acqua, creava un naturale filtro alla luce del sole rendendo l'atmosfera alle quote fonde particolarmente crepuscolare.

martedì 22 ottobre 2013

^^montagna: "SULLE TRE VETTE DEL CORNO GRANDE"

Partendo dall'albergo di Campo Imperatore(2130 mt), versante aquilano del massiccio del Gran Sasso d'Italia, passiamo per il Passo del Cannone(2679 mt) e quindi svalichiamo la Sella dei Due Corni(2547 mt), per essere in due ore al Rifugio Franchetti(2433 mt), versante teramano, da dove iniziamo questa "Gran-Tour" escursionistica-alpinistica sulle così dette "tre vette del Corno Grande".
Grazie a lunghi tratti di corde fisse della via ferrata "Ricci", con affacci unici sul "paretone", andiamo sulla prima, la Vetta Orientale, con i suoi 2903 metri di quota.
Con percorso un po' esposto ed a tratti su pietrisco sdrucciolevole, con attenzione scendiamo fino alla Forchetta Sivitilli per scalare un diedro e poi più facilmente per cresta a guadagnare la seconda cima, la Vetta Centrale (2893 mt).
Una breve discesa in disarrampicata, passi di I° e II°, ci fa passare sotto un piccolo tunnel formato da massi incastrati ed arrivare quindi alla Forchetta Gualerzi(2840 mt), dalla quale con una corda doppia ci caliamo sulla grande e caratteristica balconata inclinata sotto il Torrione Mario Cambi, per intercettare e percorrere la "Via della Coppitana" fino alla Forchetta del Calderone(2790 mt), con sempre davanti agli occhi un vasto panorama d'alta montagna.
Inziamo quindi l'ultimo tratto.
Ci andiamo ad infilare in una caratteristica e profonda spaccatura formatasi tra due guglie rocciose da superare in opposizione di schiena e gambe oppure, più semplicemente se si ha la fortuna di trovarla ancora intasata di neve tardiva a sciogliersi e non è il caso di quest'anno, attraversando quasi al passo questo strano corridoio.
Appena usciti dal singolare posto, molto delicatamente scendiamo attraversando un aereo passaggio in fil di cresta, e quindi in ascesa verso destra poco dopo ci troviamo su un bellissimo balcone di roccia con stupenda vista sul Ghiacciaio del Calderone, che quest'anno per quanto riguarda l'accumulo nevoso, è davvero ridotto ai minimi termini.
Continuando, traversiamo per poco ancora a destra e saliamo un evidente diedro, il primo che s'incontra, interrotto a metà da una comoda selletta.
Al termine di questo scendiamo per un paio di metri sempre a destra e quindi nuovamente su, arrampicando una rampa incassata.
Giunti al culmine, per rocce rotte giù con attenzione quattro o cinque metri a raggiungere l'ennesima forchetta dalla quale, volgendo lo sguardo ora a sinistra ed ora a dritta, alternativamente si possonono osservare il versante del Corno Grande affacciato alla Valle dell'Inferno e quello verso il ghiacciaio.
Subito dopo la forchetta, a sinistra di un breve camino scuro scaliamo facili roccette e poi nuovamente in cresta a destra dove, da una tavola di roccia piatta, superiamo un altro aereo tratto compiendo un delicato passo assicurato da un chiodo.
Ancora per qualche metro, con cautela su roccia marcia, scendiamo sul lato sinistro della cresta per portarci sull'ultimo intaglio da superare e dal quale, dopo aver scalato una breve paretina ripida ma ricca d'appigli, siamo fuori dal terreno alpinistico e quindi, dopo cinque ore e mezza dall'attacco della "Ricci", in vetta sulla Occidentale del Corno Grande a 2912 metri, la terza, ultima e più elevata.
Il tempo di riordinare il materiale scalatorio e sorseggiare dalla borraccia un ritemprante the bollente, e per la panoramicissima Via delle Creste quindi giù a Campo Imperatore, dove rientriamo dieci ore e mezza dopo averlo lasciato in mattinata, a concludere questo lungo giro che ci ha offerto unici e vasti panorami delle più elevate cime del Gran Sasso in questa fredda giornata di fine ottobre.


domenica 13 ottobre 2013

--immersioni: "MEZZO VUOTO E MEZZO PIENO"

Due laghi vicini tra loro non più di una manciata di chilometri.
Uno artificiale creato da una diga per la produzione di energia elettrica che a causa di manovre idrauliche è quasi vuoto.
L'altro, naturale, invece con un buon livello dell'acqua.

lunedì 7 ottobre 2013

--immersioni: "LIVELLO BASSO"

A causa delle manovre idrauliche sulla diga posta poco più a valle, oggi il livello dell'acqua era alquanto basso.
In immersione, appunto, in un certo momento proprio nel punto più stretto del lago se rimanevo completamente immobile con le pinne, un'appena percettibile bava di corrente che assolutamente non creava problema, mollemente mi spingeva.
Alla riemersione incontro Maurizio e Remo che stavano andando in montagna.


domenica 6 ottobre 2013

--immersioni: "LA PUNTA"

Quando Raimondo Bucher, uno dei pionieri dell'esplorazione subacquea in Italia, s'immerse qui per la prima volta era convinto di aver trovato sprofondate sotto il mare le misteriose strutture murarie di un'antica civiltà.
La regolarità delle forme solide di roccia basaltica ed il loro posizionamento è talmente geometrico che viene facile ingannarsi e pensare, quando le si osserva per la prima volta, ad un manufatto frutto dell'opera dell'uomo.
Invece è un particolare tipo di roccia vulcanica che fuoriuscendo si forma e si plasma così, in maniera del tutto casuale e naturale.
Alla "Punta di Linosa" abbiamo effettuato un paio di tuffi.
Visto che in questa zona dell'isola ci sono le maggiori pendenze sommerse, nella prima "calata" siamo scesi fino ad 72 metri di profondità trovando un'acqua limpidissima ed attraversando a circa 30-35 metri una zona popolata da tantissime "tanute". Nella risalita lungamente abbiamo osservato un brulicante tappeto vivente composto da migliaia e migliaia parapandalus narval, una specie di gamberetto, che ricopriva fittamente il fondale roccioso.
Mentre nella seconda discesa ci siamo abbandonati totalmente con gli occhi e la fantasia alla visione delle strane formazioni di roccia basaltica.


sabato 5 ottobre 2013

--immersioni: "GLI ARCHI NATURALI"

Nell'acqua limpida, dopo aver effettuato una discesa su una bella franata sommersa fino a 70 metri di profondità, in risalita abbiamo girovagato tra quelli che i locali chiamano "GLI ARCHI NATURALI DI LINOSA".
Una serie di grandi strutture passanti scavate in epoche remote nella roccia lavica, materia incontrastata dell'Isola.


mercoledì 2 ottobre 2013

--immersioni: "PUNTA CALCARELLA"

Una zona ricca di crepe, grotticelle e spaccature che si sono formate nella roccia vulcanica, offrono spunti sia al sub che semplicemente vuole curiosare, oppure anche a quello armato di foto-video camera.
Non è raro trovare al loro interno delle corpulente cernie.
Tra la posidonia s'incontra anche un massiccio "ceppo d'ancora" d'epoca romana.