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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

lunedì 15 maggio 2023

--immersione: "PENTOLAME ANTIADERENTE"




In fase decompressiva di un tuffo nel Lago di Albano, trovo un fantastico set di pentolame antiaderente!
Qui sotto dopo aver visto praticamente quasi di tutto, queste effettivamente mi mancavano!

_ 91mt. _ 122min. _ temp.acqua 16°-9°C _

While decompressing after a dive in Lake Albano, I find a fantastic set of non-stick pots!
Now, I've seen pretty much everything here.

lunedì 8 maggio 2023

^^montagna: "SCIALPINISMO SUL FOCALONE"




Agli inizi di questo maggio troviamo su tutta la nostra lunga traccia scialpinistica dal Rifugio Pomilio fino al Monte Focalone, importanti accumuli di neve che stimiamo anche di un metro e mezzo abbondante che, non ancora "trasformata", in discesa era pesante e delicata da sciare.
L'intenzione iniziale era quella di scendere nell'anfiteatro delle Murelle. Giunti però sul suo ripido imbocco gonfio di imponenti accumuli nevosi, abbiamo preferito variare il programma decidendo di sciare sulla stessa traccia di salita.
Sul costone del Monte Pescofalcone abbiamo notato netto, un esteso distacco da slavina.


At the beginning of May we found all along our long ski mountaineering trail from Rifugio Pomilio to Monte Focalone, a lot of snow that we estimate to be even a meter and a half which, not yet "transformed in firn", was tiring to ski down.
Our initial intention was to descend into the Murelle amphitheater, but due to the danger of avalanches in that area, we chose to ski on the same line as the ascent.

martedì 2 maggio 2023

--immersioni: "SPONDA EST"




_ 101 mt. /4h 45min. / temp. acqua 15-9°C _

Era da tempo che m'era venuta la curiosità di esplorare il fondale della sponda orientale del Lago di Castelgandolfo/Albano (Roma), oltre la Sirena. Già il fatto di arrivare fino alla statuina a 90 metri è un bel lavoro, andare ancora più in là avrebbe richiesto decisamente maggior impegno.
Agli inizi del marzo scorso avevo già superato la quota spingendomi fino a 96 metri, scoprendo in risalita a 94 metri il relitto di una barchetta in legno affondata. Per guardare allora oltre la barca mi sono preparato alla discesa che sapevo essere dispendiosa da tutti i punti di vista, sempre da effettuare con la ridondanza del doppio rebreather.
Fatta un'abbondante colazione, stava albeggiando quando sono arrivato ed alle sette ed un quarto mi sono infilato sott'acqua.
Dopo aver traversato immerso sotto costa per raggiungere la linea guida, su di essa sono sceso fino a sorvolare le ultime rocce, e sempre guidato dal sottile filo bianco ho raggiunto la Sirena e poi la barca.
Da questo punto in poi sono state le indicazioni della bussola a farmi strada sul fondale sconosciuto, fondale che oramai era divetato un lieve falsopiano con pendenza non percepibile. Con colpi di pinne cadenzati e mai affrettati, nel ristretto orizzonte visivo generato dall'illuminatore avanzavo.
Controllavo il mio respiro ed osservavo fuori il buio deserto piatto di melma.
Centouno metri al 44° minuto stavano a significare decompressione corposa: era il momento di voltarmi di 180° per la risalita.
Come all'andata, anche nel ritorno verso le rocce tra i 70 ed i 60 metri, la quota diminuiva pianissimo. Se poi da questa linea retta che stavo seguendo divagavo anche di poco, come ho fatto perchè incuriosito da un solitario scoglio sul quale ho voluto dare un'occhiata più da vicino, allora è stato normale che ho dovuto scontare un run-time finale di 4 ore e 45 minuti.
Riemerso alle tredici esatte, ero soddisfatto, stanco e molto affamato.
Il tempo di cambiarmi e mettere a posto l'equipaggiamento, e via in uno dei chioschi a bordo lago dove mi sono fatto preparare uno sfilatino di pane abbondantemente riempito con porchetta.


In my mind I had the idea of exploring the seabed of the eastern shore of Lake Castelgandolfo/Albano (Rome), beyond the statue of the Mermaid at 90 meters and the wreck of the small wooden boat at 94 meters.
I knew that this deep would be challenging, so to be done with the redundancy of the double rebreather.
Always guided by the white rope I reached the Mermaid and then the boat.
From this point it was the compass that guided me. In fact the unknown seabed had become a false flat with an imperceptible slope.
With slow strokes of my fins, I advanced in the darkness, while controlling my breathing.
One hundred and one meters of depth at 44° minute, meant a lot of decompression, so it was time to turn 180° for the ascent.
As the depth slowly decreased, I changed my direction to explore a lonely rock.
In a deep dive if the bottom time increases, logically the decompression also increases, and so it was: in fact I finished my dive after 4 hours and 45 minutes, at one p.m.
I was very hungry!